La galleria Muratcentoventidue Artecontemporanea prosegue il suo percorso espositivo con la mostra collettiva, Polar Lands, che vede la partecipazione di Georgie Friedman, Kristina Kvalvik, Kristina Paustian.
Le artiste riflettono su temi di drammatica attualità come la difesa degli ultimi ambienti naturali non ancora sfruttati dall’uomo, il pericolo incombente del riscaldamento globale, la sensibilizzazione verso il problema della sostenibilità ambientale e del cambiamento climatico, la dialettica tra natura e civiltà.
Georgie Friedman (USA) è una giovane artista americana i cui progetti includono video installazioni su larga scala, video singoli e multi-canale e diverse serie fotografiche. Ha vissuto, lavorato ed esposto negli Stati Uniti, in musei e università. I suoi lavori si concentrano su un tema, i processi naturali e il rapporto uomo natura, e le reciproche influenze, che hanno una lunga tradizione nel documentarismo oltre che nel campo dell'arte. La natura messa in relazione con le caratteristiche e i limiti dell’uomo contemporaneo sono al centro della sua ricerca. Mettendo in scena potenti condizioni atmosferiche o la forza dell’oceano indaga sull’impatto psicologico e sociale di fenomeni naturali di lieve e di grave entità in relazione alla fragilità e inadeguatezza umana. Utilizza la fotografia, il video, il suono, l'installazione, l'ingegneria e la fisica della luce, tutto per creare nuove esperienze per gli spettatori. In Rising Tide, l'acqua dell'Antartico si eleva digitalmente sopra le gelide montagne dell'Antartide. Il video procede attraverso tre paesaggi con cumuli di neve in diminuzione. L'acqua lentamente si alza, trasformando le valli in baie, le montagne in isole e il suono dell'Antartide in mare aperto. Questo territorio, difatti, si distingue per essere al momento uno dei luoghi al mondo ove più fortemente si avverte il cambio climatico a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Per gli artisti sensibili al problema dunque, l’Antartide si configura come un luogo di particolare ispirazione ove mettere a punto le loro ricerche.
Nei suoi lavori Kristina Kvalvik affronta questioni che si riferiscono a ciò che appare sconosciuto, inspiegabile, misterioso e pone l’accento sui limiti della nostra capacità di osservare la realtà e interpretarla, suggerendo che spesso ciò che vediamo, è ciò che ci aspettiamo di vedere, frutto della proiezione di desideri e di paure. I suoi video contrariamente alla chiusura prospettica dei film d’intrattenimento, presentano una struttura narrativa aperta all’interpretazione dello spettatore e i suoi personaggi prendono forma dalla prospettiva di chi osserva piuttosto che da quella di chi è osservato. Inoltre tutti gli elementi classici su cui si basano i film di genere sono decostruiti e riutilizzati creando un effetto allo stesso tempo familiare e disorientante. Nell'installazione video Uplands, tre diverse immagini del paesaggio sono giustapposte l'una con l'altra per formare un terreno immaginario, in continuo cambiamento. Il progetto esplora il paesaggio artico e prevede un futuro universo distopico. La tundra stessa è un'area completamente piatta senza alberi, e le impronte che lasciamo dureranno per secoli. Poco può sopravvivere in quest’altopiano, dove distanza, scala e prospettiva si dissolvono. Com'è la vita in questa immensità e chi può viverci?
In questa video installazione ritmata, in cui vediamo le tracce dell'esistenza umana, percepiamo una dimensione mistica e poetica. La colonna sonora di Pål H. Lillevold combina rumori fittizi del paesaggio con un sottotono melodico intermittente. Il paesaggio sonoro è pesante e ipnotico, come sentire il battito del cuore mentre inspiri ed espiri. Le immagini sembrano quasi corporee: s’intravedono visi sul fianco della montagna; la natura ha una personalità. E quando queste immagini iniziano a vibrare, gli spettatori hanno la sensazione che qualcosa stia per accadere.
Kristina Paustian, nata nel 1985 a Omsk in Russia, si è laureata in Belle Arti e Media a Berlino. I suoi lavori di video arte sono stati accolti in festival e spazi espositivi internazionali, tra cui Les Rencontres Internationales (Parigi, Toronto, Berlino), Torino Film Festival (TFF), European Media Art Festival Germany, Kuandu Museum of Fine Arts di Taipei, Berlin Art Week, Victoria Art Center di Bucarest e Deutscher Künstlerbund. Oggi la pratica artistica di Paustian riguarda video arte, film e installazioni. Nella sua arte cerca sempre di trovare e preservare una particolare costante umana. Questa costante (se esiste) va ben oltre le barriere linguistiche, i confini geografici, i concetti collettivi e sociali o le strutture politiche. L’artista presenta la video installazione interattiva 3d, Towards The Zero Point realizzata nell’ambito di una residenza d’artista a Roma, esposta per la prima volta al Media Art Festivalnell’ambito della mostra The power to change the world e presentata al Museo MAXXI nella sezione “Residenze d’artista”. Towards The Zero Point è dedicata ai temi della conquista e dell’appropriazione, le strategie del progresso di civilizzazione dell’uomo. L’artista ha avuto l’idea di guardare indietro nella storia trovando come esempio la conquista del polo nord, un territorio molto ambito da diversi Paesi che però potrebbe presto scomparire dalle cartine geografiche, soprattutto a causa dello sviluppo economico di questi stessi Paesi. La battaglia per la conquista del polo nord è iniziata nel XVIII secolo: il luogo è assolutamente particolare perché non si può portare via nulla, né vi si può lasciare qualcosa che si possa ritrovare in futuro. Raggiungere il Punto Zero (90°) è più un tentativo legato all’ego e alla necessità di essere i primi che non un fattore di civilizzazione. Nel XXI secolo, dopo che si è scoperto che il 30% delle risorse petrolifere mondiali si trova sotto i suoi ghiacci, tutti i Paesi geograficamente confinanti ne hanno rivendicato il diritto di proprietà. Poiché al momento il polo nord esiste ancora come territorio, il visitatore dell’installazione è invitato a fare un viaggio in 3D e a mettere la sua bandierina sul Punto Zero geografico, sempre che riesca a raggiungerlo.
Georgie Friedman (b. 1974) currently resides in Boston, MA and has lived, worked and exhibited throughout the U.S. She received her Masters of Fine Arts in 2008 from the School of the Museum of Fine Arts, Boston and Tufts University, and her Bachelors of Art in 1996 from the University of California, Santa Cruz. Her current projects include several photographic series and experiential video installations that highlight our physical relationship to interior/exterior elements and uncontrollable natural forces. Friedman has been commissioned to create site-specific video-based public art pieces and has exhibited in national and international venues including: Museum of Fine Arts, Boston (MA), Geneva International Film Festival (Switzerland), The Cleveland Museum of Art (OH), City Hall Park, Burlington (VT), Peabody Essex Museum (MA), Union College (NY), deCordova Sculpture Park & Museum (MA), City Hall, Boston (MA), and The Armory Center for the Arts (CA). She has been awarded a number of grants and fellowships including: Artist Traveling Fellowship to Antarctica (2017); Artist-in-Residence with The City of Boston, Boston AIR (2016); Massachusetts Cultural Council Artist Fellowship in Sculpture/Installation (2013); five Public Media Art Commissions for Art on the Marquee (Boston Cyberarts/Massachusetts Convention Center Authority, 2012-2015). She teaches a variety of video and time-based art classes at several institutions, including Boston College and Massachusetts College of Art.
web site http://www.georgiefriedman.com
Kristina Kvalvik(b.1980) is a Norwegian artist based in Oslo, Norway. She studied film and fine art in Norway, Sweden and Canada, and completed her MFA at Malmö Art Academy (SE) in 2008. Her work deals with matters relating to surveillance, the inexplicable and the threatening. She examines the limitations of sight and our ability to interpret what we see. Kvalvik has exhibited her work internationally including Malmö Konsthall. Malmö, Sweden ,Göteborg International Biennial for Contemporary Art, Konstnärshuset. Stockholm.Overgaden Institute for Contemporary Art; Copenhagen, LOOP Film Festival; Barcelona, Center for Contemporary Art; Glasgow, GalleriBOX; Akureyri, Galeria Miroslav Kraljevic; Zagreb, Kunsthalle Exnergasse; Vienna, Parkingallery; Tehran, Västerås Konstmuseum, Høstutstillingen Kuntnernes Hus; Oslo, Center for photography; Stockholm, BABEL Gallery; Trondheim and The Vigeland Museum; Oslo, Muratcentoventidue Artecontemporanea Bari.
Kristina Paustian (*1985 in Omsk, RU, lives in Berlin) examines cultural anthropological and socio-political topics in her works, also the topics of utopia and dystopia, and the fringe between science and occultism Her films are characterized by a strong visual signature and her video works are often executed in sequence shots. For her first documentary “ZAPLYV – Swimmers” (2015, 77 min.) she received the ARTE documentary film award for the best film and in 2017 she was part of the Berlinale Talents program. She is co-founder and active member of the Media Art Association (mkv) for the promotion of contemporary art with new media dedicated to the development of experimental narrative and exhibition formats. Kristina`s work has been exhibited at Les Rencontres Internationales, Arsenal Berlin, Visions du Réel, MAXXI Museo di Roma, Torino International Film Festival, Athen Biennale,Odessa Biennale, Tashkent Biennale, Russian Museum in Moscow, etc.
https://www.kristinapaustian.com
Sede
Via G. Murat 122/b – Bari
Inaugurazione
Sabato 4 maggio, 2019, ore 19.30
Periodo
4 maggio 2019– 20 giugno 2019
Orario di apertura
Lunedì ,martedì e mercoledì solo su appuntamento
Dal giovedì al sabato, dalle 17.30 alle 20.30
Info
3348714094 – 392.5985840
info@muratcentoventidue.com