mercoledì 25 settembre 2013

Pentti Sammallahti | Qui, altrove - Alessandro Imbriaco | Il giardino




Pentti Sammallahti
Qui, altrove
 
Alessandro Imbriaco
Il giardino
 
Due sguardi diversi sulla natura nelle nuove mostre della Galleria del Cembalo
La Galleria del Cembalo, il nuovo spazio dedicato alla fotografia nel cuore antico di Roma, aperto per iniziativa di Paola Stacchini Cavazza e Mario Peliti, presenta le sue nuove mostre.
 
Qui, altrove, una grande antologica dedicata al maestro finlandese Pentti Sammallahti, e Il giardino, progetto fotografico di Alessandro Imbriaco che ha vinto l’edizione 2012 dello European Publishers Award for Photography, sono i due appuntamenti autunnali dello spazio espositivo inaugurato lo scorso maggio all’interno di Palazzo Borghese.
Due sguardi diversi per provenienza, cultura e generazione offrono punti di vista differenti sulla natura e sul rapporto che ha con noi. Qui, altrove porta per la prima volta in Italia una retrospettiva completa e organica sull’arte di un maestro riconosciuto a livello internazionale, un osservatore della natura capace di far
incontrare nei suoi scatti l’estrema accuratezza della composizione con la musica del caso.
Il giardino, nato da un lungo periodo di studio degli insediamenti abitativi temporanei sorti ai margini delle città, descrive un’esperienza limite di disagio che è insieme terreno per una relazione del tutto singolare tra persone e natura.
Le due mostre rappresentano il primo appuntamento del calendario 2013-2014, che sarà reso più ricco e articolato da incontri con gli autori, presentazione di libri, conferenze e seminari: un susseguirsi di iniziative ideate con l’ambizione di dare alla fotografia una nuova casa dove incontrare le persone, le altre arti, la città.
 
17 ottobre / 8 dicembre 2013
dal martedì al venerdì 16. 00 – 19. 30
sabato 10. 30 – 13. 00 e 16. 00 – 19. 30
www.galleriadelcembalo.it
Informazioni · info@galleriadelcembalo.it
Eventi · eventi@galleriadelcembalo.it
Paola Stacchini Cavazza ha intrapreso studi scientifici, laureandosi in Fisica presso l’Università degli Studi di
Roma La Sapienza. Restando nell’ambiente accademico, negli anni dal 1989 al 1992 ha portato a termine il corso di Dottorato di Ricerca presso la Facoltà di Ingegneria della medesima università. Dal 1992 è Consigliere della Sezione Lazio dell’Associazione Dimore Storiche.
Mario Peliti, di formazione architetto, nel 1986 ha fondato, con sua sorella Francesca, Peliti Associati, casa
editrice specializzata nella fotografia d’autore che negli anni ha ampliato le sue competenze divenendo anche
agenzia di relazioni pubbliche. Ha ideato lo European Publishers Award for Photography, esempio di
collaborazione internazionale tra editori indipendenti, che nel 2013 celebra la ventesima edizione. È l’unico
editore occidentale ad aver commissionato un libro a Helmut Newton. Dal 1995 al 2003 ha diretto la Galleria Minima Peliti Associati, uno spazio di soli ventitré metri quadrati che per alcuni anni ha rappresentato ‘il luogo’ della fotografia a Roma.
 
Qui, altrove
Il grande fotografo finlandese Pentti Sammallahti in un’antologica alla Galleria del Cembalo, il nuovo spazio espositivo nel cuore antico di Roma Animali, persone, natura, Paesi: per la prima volta in Italia una
retrospettiva completa sull’opera di un genio della fotografia
Sarà l’opera del grande fotografo finlandese Pentti Sammallahti a dare volto e sostanza, dal prossimo 17 ottobre, al primo autunno della Galleria del Cembalo, il nuovo spazio espositivo aperto a maggio nel cuore antico di Roma.
In programma fino all’8 dicembre, Qui, altrove – questo il titolo dell’antologica di Sammallahti – è allestita in quattro delle cinque sale affrescate della Galleria del Cembalo, occupando così buona parte dei 350 metri quadri, ricchi di fascino e storia, di un luogo candidato a diventare l’indirizzo d’eccellenza per le mostre di fotografia a Roma nonché, in assoluto, uno dei punti di riferimento nel panorama espositivo della città.
Apprezzate da decine di anni a livello internazionale, ed esposte per la prima volta in Italia in maniera così vasta e organica, le fotografie di Pentti Sammallahti presenti nella retrospettiva sono il frutto di quarant’anni di lavoro, in quaranta Paesi differenti, volto a mostrare con semplicità ed esattezza gioia e mistero del mondo.
Definita, tra l’altro, “la fotografia musicale di un amante degli animali”, l’opera di Pentti Sammallahti sorprende e affascina per la stupefacente capacità di fondere l’estrema accuratezza della composizione con le leggi imperscrutabili del caso.
Animali, persone, paesaggi, scorci di natura e di città compongono tutti insieme una sinfonia visiva capace di cogliere, con un bianco e nero di nitida potenza narrativa, l’ineguagliabile verità di attimi che raccontano le cose con intensità, ironia, a tratti comicità.
Le oltre 120 opere di vario formato (da 9x12 a 60x90 centimetri) esposte alla Galleria del Cembalo costituiscono così uno sguardo ampio sull’opera di uno dei grandi protagonisti della fotografia contemporanea: scatti che dicono con convinzione e genio come parlare della natura sia anche, ogni volta, un’occasione per parlare di noi stessi.
Qui, altrove sarà anche l’occasione per presentare l’omonimo libro edito da Peliti Associati: l’unico volume retrospettivo sull’opera di Pentti Sammallahti, curato fin nei dettagli dallo stesso fotografo, il cui valore assoluto è riconosciuto nei diversi Paesi – Francia, Spagna, Regno Unito, Germania e Finlandia – in cui è stato pubblicato.
 
17 ottobre / 8 dicembre 2013
dal martedì al venerdì 16. 00 – 19. 30
sabato 10. 30 – 13. 00 e 16. 00 – 19. 30
Pentti Sammallahti nasce a Helsinki nel 1950 in una famiglia di artigiani. Sua nonna, Hildur Larsson è una
fotografa di origine svedese. A undici anni, Pentti scatta le prime fotografie e realizza piccole stampe a contatto sotto la guida del padre. A tredici, tramite un club scolastico, si iscrive all’associazione di fotografia, fabbrica un ingranditore e inizia a fotografare Helsinki. Nel 1964 entra a far parte dell’Helsinki Camera Club. Nel 1971 si tiene la sua prima mostra personale. Nel 1973 rifiuta il servizio militare e inizia a svolgere quello civile nel laboratorio di costruzione di navi in fibra di vetro di una prigione. In seguito fotografa altre prigioni per il Ministero di Giustizia. Nel 1974 partecipa alla mostra Mullastataivalle organizzata al Museo finlandese della fotografia. Inizia a insegnare fotografia presso l’Istituto d’arte Lahti (fino al 1976) e all’Università di arte e design. Nel 1975 riceve il premio dello Stato per l’arte fotografica (che gli verrà assegnato anche nel 1979, 1992 e 2009). Nel 1977 ha luogo la sua prima personale all’estero. Nel 1979 vede la luce il suo primo portfolio, Cathleen Ni Houlihan, accompagnato da una mostra itinerante in moltissime città. Il portfolio inaugura una serie degli Opus, che oggi comprende circa cinquanta pubblicazioni. Nel 1980 riceve il premio annuale dell’Associazione dei critici finlandesi, e comincia a sperimentare nuove tecniche di riproduzione fotografica e stampa a inchiostro. Nel 1984 inizia a insegnare tecniche di stampa presso il dipartimento di fotografia dell’Università di arte e design. Nel 1991 lo Stato finlandese gli assegna una sovvenzione per artisti della durata di 15 anni. Sammallahti interrompe l’attività di insegnante. Dal 1996 in seguito alla personale organizzata a Parigi nella cornice del Mois de la Photographie, partecipa regolarmente a eventi espositivi in tutto il mondo. Nel 2001, l’Università di arte e design gli conferisce la laurea honoris causa. Nel 2004 partecipa alla mostra inaugurale della Fondazione Henri Cartier- Bresson, a Parigi, per la quale il fotografo francese sceglie personalmente le cento foto che preferisce. Nel 2010 il Museo finlandese della fotografia gli dedica una retrospettiva.
 
Il giardino
Il progetto fotografico con cui Alessandro Imbriaco ha vinto l’edizione 2012 dello European Publishers Award for Photography in mostra alla Galleria del Cembalo, il nuovo spazio per la fotografia nel centro di Roma. Il giardino, progetto fotografico firmato da Alessandro Imbriaco, in programma a partire dal 17 ottobre alla Galleria del Cembalo, affianca nei 350 metri di spazio espositivo la retrospettiva dedicata al grande fotografo finlandese Pentti Sammallahti, con cui condivide lo sguardo puntato sulla relazione tra uomo e natura.
Il progetto di Alessandro Imbriaco, quinto italiano a ricevere lo European Publishers Award for Photography nel corso delle sue venti edizioni, nasce da una serie sulla quale il fotografo ha lavorato per diversi anni studiando le realtà abitative provvisorie degli immigrati, e in generale dei poveri, ai margini delle città italiane.
Nel corso della sua esplorazione Imbriaco ha incontrato una bambina di sei anni, nata e cresciuta nella palude dell’Aniene, che abitava insieme ai suoi genitori sotto un cavalcavia molto trafficato della periferia romana.
Il giardino racconta questa storia, dà un volto a vite nascoste che paiono rievocare, ai confini della città, la vita della Prima Famiglia, quella di Adamo ed Eva, dopo la cacciata dal Paradiso.
Negli spazi fotografati da Imbriaco si sommano condizioni di estremo disagio e una prossimità e comunione con la natura che sono oggi estranee alla comune esperienza di città.
La mostra dedicata a Il giardino, in programma fino all’8 dicembre, sarà anche l’occasione per presentare il libro omonimo, edito in Italia da Peliti Associati e pubblicato in contemporanea anche in Spagna, Germania, Francia e Regno Unito, come accade per ogni progetto vincitore dell’importante riconoscimento internazionale.
 
17 ottobre / 8 dicembre 2013
dal martedì al venerdì 16. 00 – 19. 30
sabato 10. 30 – 13. 00 e 16. 00 – 19. 30
Alessandro Imbriaco nasce a Salerno nel 1980. Laureato in Ingegneria, nel 2004 si trasferisce a Roma dove oggi vive e lavora. Nel 2007 un suo lavoro viene selezionato per il Premio Atlante Italiano. Nel 2008 vince il premio Canon con il progetto Occupare spazi interni. Dallo stesso anno fa parte diReflexions Masterclass a cura di Giorgia Fiorio e Gabriel Bauret. Nel 2010 ottiene il secondo posto nella sezione Contemporary Issues Stories al World Press Photo con il lavoro Casilino 900. Suoi lavori vengono selezionati anche per il PHE Ojo de Pez e il Lumix Award 2010. Nel 2011 il suo progetto fotografico Il giardino vince il Premio Pesaresi. Suoi lavori vengono selezionati anche per il Talent di Foam. Nello stesso anno viene scelto per il Joop Swart Master class del World Press Photo. Nel 2012 Corpi di reato,con Tommaso Bonaventura e Fabio Severo, vince il premio Ponchielli. Nello stesso anno, con Il giardino, ottiene lo European Publishers Award for Photography.
 
La Galleria del Cembalo: descrizione e cenni storici
Nell’ala di Palazzo Borghese che si allunga verso il Tevere e che dà all’edificio l’originale forma di cembalo, al piano terreno si trova una galleria formata da cinque sale comunicanti, dalle volte affrescate, con affaccio sul ninfeo. Dall’ingresso del palazzo su Largo della Fontanella di Borghese, la vista delle magnifiche fontane del Rainaldi sullo sfondo e la prospettiva delle siepi invitano a scoprire la quiete del giardino e conducono all’ingresso della galleria. Attraverso una scalinata si accede alle ampie sale, che con i soffitti molto alti e le ricche cornici dorate a inquadrare le parti dipinte, rimandano all’epoca del Grand Tour, nella quale gli stessi
ambienti ospitarono visitatori provenienti da tutta Europa.
In quel tempo (intorno al 1770) il capofamiglia Marcantonio IV Borghese, molto ambizioso e facoltoso, volle riportare in auge la fama e l’importanza dei Borghese, come ai tempi del Papa Paolo V e del cardinale nipote Scipione. In meno di cento anni, i Borghese erano diventati una delle famiglie più importanti dell’aristocrazia romana e i saloni del piano terra che affacciano sul giardino costituivano meta obbligatoria per i viaggiatori, che venivano accolti nella galleria per ammirare la celebre collezione di opere d’arte, sculture e dipinti che allora vi era conservata. La decorazione degli ambienti avvenne negli anni tra il 1767 e il 1775, e rappresentò all’epoca uno dei cicli decorativi più noti nel tardo Settecento a Roma, vedendo impegnati gli artisti più apprezzati che al tempo operavano in città.
Nella prima sala, sulla volta è il quadro riportato dell’Aurora di Francesco Caccianiga, tema comune ai palazzi patrizi, raffigurante la dea che sparge fiori nelle prime luci del giorno; si passa poi nell’anticamera della principessa, con decorazioni di gusto neoclassico a opera di LaurentPécheux, che vedono al centro Le nozze tra Cupido e Psiche (1774) e nei riquadri laterali scene augurali per le nozze con Giove, Mercurio e i quattro elementi. Sul lato verso piazza Borghese si apre la sala che fu l’anticamera del principe Marcantonio IV, caratterizzata dal dipinto di Ermenegildo Costantini e Pietro Rotati che raffigura Ebe rapita dal Tempo
(1769-70). Da qui si accede alla Sala delle Udienze, la più ampia e rappresentativa della galleria, dove lo sguardo va alla magnifica decorazione della volta, con Il Trionfo dei Borghese e delle Arti (1773-74), dipinto da Ermenegildo Costantini e menzionato da un critico come “ultimo tuono del barocco romano”. L’effigie della famiglia viene portata in cielo e incoronata in un trionfo di putti, tra le Arti – la scultura, l’architettura, la pittura e la musica – e le Scienze, raffigurate ai lati con magnificenza di colori e decorazioni in oro.
L’ultima sala verso nord ospita al centro la Riconciliazione di Venere e Minerva di Pietro Angeletti (1773-1775), circondato da riquadri monocromi raffiguranti episodi della guerra di Troia.
 
Per informazioni alla stampa:
Peliti Associati
06 5295548
agenzia@peliti.it
Roberta dal Verme
349 6926944
rdalverme@gmail.com

Ricevo e pubblico:
Amalia di Lanno