Matteo Berra | Materia Oscura
Opening: martedì 8 ottobre 2013 ore 19,00.
Da mercoledì 9 ottobre al 19 novembre 2013.
dal martedì al sabato dalle 15,00 alle 19,00.
Negli altri orari su appuntamento.
dal martedì al sabato dalle 15,00 alle 19,00.
Negli altri orari su appuntamento.
A cura di Alessandro Trabucco e con i testi scientifici di Mauro Arpino e Adriano Gaspani.
La galleria Glenda Cinquegrana: the Studio è lieta di presentare
Materia Oscura, la mostra personale del giovane artista italiano
residente in Corea del Sud, Matteo Berra.
Per questa esposizione
l’artista milanese presenta un’installazione site – specific che si
compone di 1.500 palline di vetro sospese al soffitto, intitolata
Nebula; a questa opera ambientale si affianca un gruppo di quindici
pezzi di dimensioni più piccole, fra sculture e lavori da parete. Le
opere presentate in mostra si possono ricondurre al concetto astronomico
di materia oscura.
L’indagine artistica di Matteo Berra si
colloca su un territorio nel quale la separazione fra arte e scienza è
solo apparente, laddove le due discipline, seppure in modi diversi,
convergono nell’obiettivo di mettere in atto una forma di conoscenza
della realtà e sono entrambe animate dallo stesso anelito, tipico
dell’essere umano, verso la consapevolezza delle proprie origini e del
proprio destino, come indica il testo di Alessandro Trabucco. Matteo
Berra si cimenta in un avvicinamento delle due discipline, operando una
forma di deductio, intesa come fondazione della sua ricerca sul
linguaggio plastico della scultura sui principi della matematica e della
geometria.
Il titolo della mostra, Materia Oscura, allude ad un concetto proprio dell’astronomia contemporanea: la materia oscura costituisce parte maggioritaria della sostanza dell’universo che, poiché non emette nessun tipo di luce, resta inconoscibile all’occhio dell’indagine scientifica. La materia oscura, in altri termini, rappresenta il limite oltre il quale la conoscenza dell’uomo non può andare.
Il lavoro di Matteo Berra, quindi, costituisce il tentativo di rappresentare l’inconoscibile: quest’ultima installazione realizzata per la mostra Materia Oscura, che viene a seguire due lavori concepiti interamente in Corea del Sud - il primo, un’opera di land art costruita nello specchio di una laguna per la biennale di Busan, intitolata New Birth, New Star, e il secondo prodotta per lo Yeongcheon Art Studio, dal titolo significativo A failed attempt to built a galaxy - si misura nuovamente con lo sforzo di rappresentare l’universo. La grande Nebula costruita nel centro dello spazio della galleria prova a dare forma e una concrezione estetica alla materia oscura, ovvero quella stessa sostanza che, per sua natura, è la forma dell’inconoscibile. Dunque il lavoro di Berra sceglie di confrontarsi con un’idea limite della scienza contemporanea, che racchiude un atteggiamento filosofico ben preciso sulla conoscenza del mondo da parte dell’uomo.
Oltre alla grande installazione, la mostra presenta quindici lavori di
dimensioni piccole, di cui alcuni scultorei e altri da parete che, con
la ripetizione ossessiva della forma del cerchio, inciso a spire
concentriche nel gesso, riprendono lo stesso tentativo di
rispecchiamento del cosmo nella materia plastica della scultura messo in
opera nell’installazione ambientale. In questi lavori ritorna il tema
della fusione fra lo spazio e il tempo, che da caposaldo dell’astronomia
e della fisica moderna, si fa elemento caratteristico del procedimento
di lavoro di Berra, in cui l’elemento temporale ricopre un ruolo
concettuale fondamentale, pur all’interno dell’atto selettivo del
linguaggio della scultura ai suoi elementi primi.
Biografia dell’artista
Matteo Berra è nato a Milano nel 1977, ma vive a Daegu in Corea del Sud, dove dal 2010 è assistente professore in Environmental Sculpture presso il dipartimento di Fine Arts della Catholic University.
Mostre personali selezionate. Failed attempts to build a galaxy,
Yeongcheon Art Studio, South Korea (2012); No man's Land, Interburgo
Gallery Daegu, South Korea; Invasione, Castelli Daziari di Porta Nuova,
Milano (2009); Matteo Berra, Centro Culturale San Fedele, Milano (2002).
Collettive selezionate. Busan Biennale, Sea Art Festival, Busan, South
Corea (2013); Byeol Byeol Nara, Yeongcheon Art Studio, South Korea
(2012); Busan Biennale, Sea Art Festival, Busan, South Korea (2011); The
Dream of Yeonorang, Pohang, South Korea (2010); VII Biennale
Internazionale di Scultura della Regione Piemonte, Torino (2010); Can we
sit on it. Senior show, UCLA, Los Angeles, California (2007); Talk to
the city, Fabbrica del Vapore, Milano, (2007).
Premi. Nel 2011 ha preso il primo premio alla Busan Biennale, Sea Art Festival, South Korea.
Gli autori testi
Mauro Arpino è nato nel 1965 a Milano. Dal 1999 svolge attività di conferenziere presso il Civico Planetario di Milano, sia per il pubblico sia per studenti, dalla scuola dell'infanzia fino alle ultime classi delle Superiori. Nel 2010 ha pubblicato il libro Le Idee dell'Astronomia. Come lo studio del cielo ha cambiato il mondo, Nostromics, 2011, che raccoglie il materiale realizzato nell'attività al planetario.
Adriano Gaspani è nato a Bergamo nel 1954. Dal
1981, fa parte dello staff dell'Osservatorio Astronomico di Brera
(Milano). Membro della Società Italiana di Archeoastronomia sin dalla
sua fondazione, svolge le sue ricerche nel campo dell'Archeoastronomia.
Autore di oltre duecento lavori pubblicati su svariate riviste del
settore, nella sua più che trentennale attività ha tenuto conferenze e
seminari sia in Italia che all'estero. Da oltre quindici anni è titolare
del corso annuale di Archeoastronomia all'Università Cardinal Colombo
di Milano. Da oltre quindici anni svolge il ciclo annuale di conferenze
di Archeoastronomia presso il Civico Planetario Hoepli del Comune di
Milano. Nel 1997 ha per primo interpretato correttamente la struttura
della tavola di bronzo di Coligny (II sec. d.C.) riportante l'unico
esemplare esistente del calendario lunisolare celtico ed ha tenuto un
seminario sull’argomento presso l’Haute Ecole d’Etudes Celtiques
all’Università della Sorbona di Parigi.
Segnala:
Amalia di Lanno