lunedì 16 settembre 2013

Matteo Berra | Materia Oscura



Matteo Berra | Materia Oscura
Opening: martedì 8 ottobre 2013 ore 19,00.


Da mercoledì 9 ottobre al 19 novembre 2013.
dal martedì al sabato dalle 15,00 alle 19,00.
Negli altri orari su appuntamento.




A cura di Alessandro Trabucco e con i testi scientifici di Mauro Arpino e Adriano Gaspani.

La galleria Glenda Cinquegrana: the Studio è lieta di presentare Materia Oscura, la mostra personale del giovane artista italiano residente in Corea del Sud, Matteo Berra.
Per questa esposizione l’artista milanese presenta un’installazione site – specific che si compone di 1.500 palline di vetro sospese al soffitto, intitolata Nebula; a questa opera ambientale si affianca un gruppo di quindici pezzi di dimensioni più piccole, fra sculture e lavori da parete. Le opere presentate in mostra si possono ricondurre al concetto astronomico di materia oscura.
L’indagine artistica di Matteo Berra si colloca su un territorio nel quale la separazione fra arte e scienza è solo apparente, laddove le due discipline, seppure in modi diversi, convergono nell’obiettivo di mettere in atto una forma di conoscenza della realtà e sono entrambe animate dallo stesso anelito, tipico dell’essere umano, verso la consapevolezza delle proprie origini e del proprio destino, come indica il testo di Alessandro Trabucco. Matteo Berra si cimenta in un avvicinamento delle due discipline, operando una forma di deductio, intesa come fondazione della sua ricerca sul linguaggio plastico della scultura sui principi della matematica e della geometria.

Il titolo della mostra, Materia Oscura, allude ad un concetto proprio dell’astronomia contemporanea: la materia oscura costituisce parte maggioritaria della sostanza dell’universo che, poiché non emette nessun tipo di luce, resta inconoscibile all’occhio dell’indagine scientifica. La materia oscura, in altri termini, rappresenta il limite oltre il quale la conoscenza dell’uomo non può andare.

Il lavoro di Matteo Berra, quindi, costituisce il tentativo di rappresentare l’inconoscibile: quest’ultima installazione realizzata per la mostra Materia Oscura, che viene a seguire due lavori concepiti interamente in Corea del Sud - il primo, un’opera di land art costruita nello specchio di una laguna per la biennale di Busan, intitolata New Birth, New Star, e il secondo prodotta per lo Yeongcheon Art Studio, dal titolo significativo A failed attempt to built a galaxy - si misura nuovamente con lo sforzo di rappresentare l’universo. La grande Nebula costruita nel centro dello spazio della galleria prova a dare forma e una concrezione estetica alla materia oscura, ovvero quella stessa sostanza che, per sua natura, è la forma dell’inconoscibile. Dunque il lavoro di Berra sceglie di confrontarsi con un’idea limite della scienza contemporanea, che racchiude un atteggiamento filosofico ben preciso sulla conoscenza del mondo da parte dell’uomo.
Oltre alla grande installazione, la mostra presenta quindici lavori di dimensioni piccole, di cui alcuni scultorei e altri da parete che, con la ripetizione ossessiva della forma del cerchio, inciso a spire concentriche nel gesso, riprendono lo stesso tentativo di rispecchiamento del cosmo nella materia plastica della scultura messo in opera nell’installazione ambientale. In questi lavori ritorna il tema della fusione fra lo spazio e il tempo, che da caposaldo dell’astronomia e della fisica moderna, si fa elemento caratteristico del procedimento di lavoro di Berra, in cui l’elemento temporale ricopre un ruolo concettuale fondamentale, pur all’interno dell’atto selettivo del linguaggio della scultura ai suoi elementi primi.
Biografia dell’artista

Matteo Berra è nato a Milano nel 1977, ma vive a Daegu in Corea del Sud, dove dal 2010 è assistente professore in Environmental Sculpture presso il dipartimento di Fine Arts della Catholic University.
Mostre personali selezionate. Failed attempts to build a galaxy, Yeongcheon Art Studio, South Korea (2012); No man's Land, Interburgo Gallery Daegu, South Korea; Invasione, Castelli Daziari di Porta Nuova, Milano (2009); Matteo Berra, Centro Culturale San Fedele, Milano (2002).
Collettive selezionate. Busan Biennale, Sea Art Festival, Busan, South Corea (2013); Byeol Byeol Nara, Yeongcheon Art Studio, South Korea (2012); Busan Biennale, Sea Art Festival, Busan, South Korea (2011); The Dream of Yeonorang, Pohang, South Korea (2010); VII Biennale Internazionale di Scultura della Regione Piemonte, Torino (2010); Can we sit on it. Senior show, UCLA, Los Angeles, California (2007); Talk to the city, Fabbrica del Vapore, Milano, (2007).
Premi. Nel 2011 ha preso il primo premio alla Busan Biennale, Sea Art Festival, South Korea.
Gli autori testi

Mauro Arpino è nato nel 1965 a Milano. Dal 1999 svolge attività di conferenziere presso il Civico Planetario di Milano, sia per il pubblico sia per studenti, dalla scuola dell'infanzia fino alle ultime classi delle Superiori. Nel 2010 ha pubblicato il libro Le Idee dell'Astronomia. Come lo studio del cielo ha cambiato il mondo, Nostromics, 2011, che raccoglie il materiale realizzato nell'attività al planetario.
Adriano Gaspani è nato a Bergamo nel 1954. Dal 1981, fa parte dello staff dell'Osservatorio Astronomico di Brera (Milano). Membro della Società Italiana di Archeoastronomia sin dalla sua fondazione, svolge le sue ricerche nel campo dell'Archeoastronomia. Autore di oltre duecento lavori pubblicati su svariate riviste del settore, nella sua più che trentennale attività ha tenuto conferenze e seminari sia in Italia che all'estero. Da oltre quindici anni è titolare del corso annuale di Archeoastronomia all'Università Cardinal Colombo di Milano. Da oltre quindici anni svolge il ciclo annuale di conferenze di Archeoastronomia presso il Civico Planetario Hoepli del Comune di Milano. Nel 1997 ha per primo interpretato correttamente la struttura della tavola di bronzo di Coligny (II sec. d.C.) riportante l'unico esemplare esistente del calendario lunisolare celtico ed ha tenuto un seminario sull’argomento presso l’Haute Ecole d’Etudes Celtiques all’Università della Sorbona di Parigi.

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Amalia di Lanno