Inaugurazione il 9 febbraio 2013 dalle 18:30 in poi. Palazzo Minoletti, Gallarate, Piazza Garibaldi.
La visita di una mostra d’arte non si esaurisce in una semplice visione dei quadri o delle sculture esposte.
Essa esige una particolare attenzione verso l’opera artistica non tanto
per conoscere la tecnica espressiva dell’autore, cosa più che
evidenziata nei diversi testi di “critica d’arte” e facilmente
percepibile dal visitatore attento, quanto per cogliere l’essenza stessa
della comunicazione, aspetto questo ben
più difficile ma, nello stesso tempo, più emozionante nel momento della
presa di coscienza che c’è sempre e comunque un “legame emotivo” tra
l’artista e la persona che si trova davanti all’opera d’arte.
L’arte
racconta la vita. Ma la vita si cela nell’arte, quasi a nascondere il
pudore del suo modo di essere, per ciascuno di noi, “esistenza”. Ed è
questa diversità del modo di vivere di ciascun essere che bisogna
cogliere in ogni espressione pittorica, in qualsiasi traccia
silografica, in tutte le statue o altre forme d’espressione artistica.
L’esposizione: contenuto e senso
La parola NESHAMAH, in ebraico viene utilizzata per indicare sia
l’“anima”, sia il “respiro”. In sé potrebbe dare l’impressione di
contraddizione, ma guardando oltre il primo senso interpretativo si
coglie che la contraddizione rilevata nel duplice significato del
termine non è poi così vera. Di fatto il “respiro” non è altro che un
“alito vitale” senza il quale la vita stessa sarebbe impossibile. Esso,
quindi, è ciò che si colloca in intimità profonda con l’“anima”,
l’essenza ultima e primordiale della vita stessa.
Non a caso il
“respiro” ci rende consapevoli del nostro esistere. Un’esistenza troppo
spesso vissuta in modo troppo personalizzato e povera di sentimenti. Una
condizione questa che turba la nostra coscienza perché estranea alla
natura umana, nata per vivere in relazione con il suo simile. La vita
individuale e una vita intimamente sofferta, solitaria. Una condizione
esistenziale che si affaccia alla coscienza nel momento in cui la nostra
“anima” pretende una spiegazione per la nostra scelta di essere soli,
nonostante il nostro agire insieme agli altri. Una solitudine contro la
quale l’“anima” lotta, e per costringerci ad abbandonare
questa
condizione di criticità sofferta ci obbliga a “guardarci dentro”, ad
iniziare un “colloquio intimo” con la nostra coscienza.
Le ferite
della nostra vita interiore, considerate secondo la significazione
offerta dalla parola NESHAMAH, diventano quindi “vie d’accesso” alla
unicità della coscienza umana. Unica e irripetibile. Simile, ma
fondamentalmente diversa da tutte le altre.
Ciascuno è se stesso e
ciò che lo avvicina al suo prossimo è la sensibilità verso l’altro e le
cose… così ciascuno di noi impara ad interpretare il Mondo e a
partecipare agli avvenimenti dell’Universo secondo il proprio modo di
intendere la Vita ed il Creato. Un modo diverso, ma universalmente
valido, perché proprio della natura dell’Uomo.
Questo percorso
conduce alla scoperta di sé e, per conseguenza, obbliga ciascuno di noi a
compiere un lungo percorso di ricerca interiore, fino a raggiungere
l’essenza spirituale che si cela in ogni cosa… in breve, la trascendenza
che si manifesta in ogni “opera d’arte.”
L’Uomo e la sua arte
Il rapportarsi con la propria esistenzialità comporta il sorgere di
domande antiche come la vita e a cui l’uomo non ha ancora dato una
risposta definitiva: Chi siamo? Da dove veniamo? Quale messaggio si cela
nella vita? Il vivere è morire? … e la morte apre la porta della vita?
Qual è il confine – se c’è un confine- tra la realtà materiale e quella
spirituale? E poi, perché tanta sofferenza negli esseri viventi?
Sono questi gli interrogativi che accomunano i CINQUE ARTISTI scelti per
questa mostra. Ciascuno di loro, per sensibilità e per spiritualità
soggettiva, ha dato una “sua” risposta, senza pretendere di essere
l’unica o risolutiva. È comunque un modo per allontanare le sofferenze
materiali e spirituali che ciascuno di noi si porta addosso.
Per
cogliere più facilmente le dinamiche di questi “protagonisti dell’arte”
anticipiamo qualcosa sul senso delle loro “opere” e delle “ragioni
profonde” che li hanno indotti a realizzare quanto viene esposto in
questa mostra.
"Neshamah il respiro conduce all'anima"
sabato 9 febbraio 2013 alle ore 18.30
Palazzo Minoletti
Piazza Garibaldi
Gallarate
Progetto realizzato da Simona Muzzeddu,
a cura di Simona Muzzeddu.
Artisti:
Andrea Borgonovo
Filippo Borella
Ilaria Margutti
Giancarlo Marcali
Simona Muzzeddu
Segnala:
Amalia di Lanno