Mostra collettiva
Balsamo&Barraja/ RitaCasdia/ FrancescoPaoloCatalano/ ManuelaDiPisa/ DonatoDiTrapani/ RicchezzaFalcone/ AnnalisaFurnari/ LoredanaGrasso/ FabioMarullo/RoriPalazzo/ StefaniaRomano/ SergioZavattieri
4.48 Psychosis presentato lo scorso 27 settembre presso il Museo Withaker di Motya per i “giovedì dei Withaker” ha rappresentato l'incipit di un progetto che da performativo ha subito la sua naturale trasformazione in percorso artistico.
Oggi cambia titolo e approfondisce la tematica della figura di Ophelia in chiave contemporanea, legando ancor di più la protagonista ad un'altra protagonista di questo nuovo percorso: l'acqua. Elemento avvolgente, originante, lattiginoso, che nelle antiche cosmogonie è principio vitale, mezzo di rigenerazione.
Acqua, simbolo del pensiero primo generatore di vita, che si fonde col femminile e contiene in sé significati legati alla nascita, e scorrendo diviene cronos. Strumento di purificazione salvifica e di rinascita, in quella visione circolare di veglia e sonno, in quell'elemento di dissolvimento, dove tutto cambia forma, si trasforma, come nel letto di Ophelia. Un'espressione di movenze d'idee, di flusso di essere che si trasformerà in immutabile soltanto nella cattura dell'attimo.
Una nuova pagina della storia di Ophelia, letta al contrario, in una dimensione sovversiva di tutto quello che potrebbe essere, partendo da una fine per giungere ad un inizio altro.
Ophelia, come tutte le donne vulnerabili e forti, che nel loro cammino hanno perso “le loro maledette scarpette rosse, cioè credenze, azioni, idee” (cit. da Donne che corrono coi lupi – Clarissa Pinkola Estès p. 230) per deteriorarsi e diventare danzatrici.
Un'Ophelia che supera le frontiere dell'introspezione e della protezione, capovolgendo quel processo per approdare ad una nuova fase, ad una rinascita.
Acqua associata a Ophelia, e Ophelia legata all'acqua.
Un collettivo di artisti che spaziano dalla fotografia, come nelle ambientazioni rarefatte e oniriche delle immagini di Stefania Romano, o Rori Palazzo (vincitrice dell'ultimo concorso di Federculture presso Palazzo delle Esposizioni, Spazio fontana, Roma), Francesco Paolo Catalano, nei suoi racconti dal taglio cinematografico, in Sergio Zavattieri con i suoi studi sulla natura e la botanica, alla scultura di Loredana Grasso nel candore dei suoi lavori di serpottiana memoria, il segno pittorico di Fabio Marullo dal simbolismo raffinato, al duo creatosi per l'occasione Roberta Barraja costumista e scenografa e Daniela Balsamo, la video animazione di Rita Casdia -dimensione dei sentimenti- la ricerca di Annalisa Furnari sulla memoria, i luoghi, l'istallazione sonora site specific di Donato Di Trapani, per giungere all'istallazione video che nasce dall'unione della performer Ricchezza Falcone e dalla sensibilità e raffinatezza artistica di Manuela Di Pisa, sintesi di questo percorso.
Tante voci per un unico racconto, una sola suggestione composta da diverse trame, ognuna delle quali pur mantenendo la propria personalità, riesce a fondersi con le altre per dar vita ad un progetto creativo che respira di unicità. All'interno del quale l'arte è intesa come arte tutta, non solo visiva ma narrativa, teatrale, performativa, musicale. Un progetto che racconta l'Arte, non una sua parzialità. In una visione che sente la necessità da parte dello spettatore di fruire di un racconto artistico nuovo, che travalichi i soliti cliché espositivi.
Balsamo&Barraja/
4.48 Psychosis presentato lo scorso 27 settembre presso il Museo Withaker di Motya per i “giovedì dei Withaker” ha rappresentato l'incipit di un progetto che da performativo ha subito la sua naturale trasformazione in percorso artistico.
Oggi cambia titolo e approfondisce la tematica della figura di Ophelia in chiave contemporanea, legando ancor di più la protagonista ad un'altra protagonista di questo nuovo percorso: l'acqua. Elemento avvolgente, originante, lattiginoso, che nelle antiche cosmogonie è principio vitale, mezzo di rigenerazione.
Acqua, simbolo del pensiero primo generatore di vita, che si fonde col femminile e contiene in sé significati legati alla nascita, e scorrendo diviene cronos. Strumento di purificazione salvifica e di rinascita, in quella visione circolare di veglia e sonno, in quell'elemento di dissolvimento, dove tutto cambia forma, si trasforma, come nel letto di Ophelia. Un'espressione di movenze d'idee, di flusso di essere che si trasformerà in immutabile soltanto nella cattura dell'attimo.
Una nuova pagina della storia di Ophelia, letta al contrario, in una dimensione sovversiva di tutto quello che potrebbe essere, partendo da una fine per giungere ad un inizio altro.
Ophelia, come tutte le donne vulnerabili e forti, che nel loro cammino hanno perso “le loro maledette scarpette rosse, cioè credenze, azioni, idee” (cit. da Donne che corrono coi lupi – Clarissa Pinkola Estès p. 230) per deteriorarsi e diventare danzatrici.
Un'Ophelia che supera le frontiere dell'introspezione e della protezione, capovolgendo quel processo per approdare ad una nuova fase, ad una rinascita.
Acqua associata a Ophelia, e Ophelia legata all'acqua.
Un collettivo di artisti che spaziano dalla fotografia, come nelle ambientazioni rarefatte e oniriche delle immagini di Stefania Romano, o Rori Palazzo (vincitrice dell'ultimo concorso di Federculture presso Palazzo delle Esposizioni, Spazio fontana, Roma), Francesco Paolo Catalano, nei suoi racconti dal taglio cinematografico, in Sergio Zavattieri con i suoi studi sulla natura e la botanica, alla scultura di Loredana Grasso nel candore dei suoi lavori di serpottiana memoria, il segno pittorico di Fabio Marullo dal simbolismo raffinato, al duo creatosi per l'occasione Roberta Barraja costumista e scenografa e Daniela Balsamo, la video animazione di Rita Casdia -dimensione dei sentimenti- la ricerca di Annalisa Furnari sulla memoria, i luoghi, l'istallazione sonora site specific di Donato Di Trapani, per giungere all'istallazione video che nasce dall'unione della performer Ricchezza Falcone e dalla sensibilità e raffinatezza artistica di Manuela Di Pisa, sintesi di questo percorso.
Tante voci per un unico racconto, una sola suggestione composta da diverse trame, ognuna delle quali pur mantenendo la propria personalità, riesce a fondersi con le altre per dar vita ad un progetto creativo che respira di unicità. All'interno del quale l'arte è intesa come arte tutta, non solo visiva ma narrativa, teatrale, performativa, musicale. Un progetto che racconta l'Arte, non una sua parzialità. In una visione che sente la necessità da parte dello spettatore di fruire di un racconto artistico nuovo, che travalichi i soliti cliché espositivi.
Segnala:
Amalia di Lanno