martedì 19 ottobre 2021

My Mother, My Father an I


Il tema della famiglia costituisce un elemento fondamentale per quasi ogni artista, a volte per i suoi primi passi, come background di partenza per la propria sperimentazione o la propria riflessione concettuale, a volte nella sua evoluzione, per necessità autobiografiche o individuando nella famiglia una materia prima, un fenomeno sociale e culturale che permette di mettere in campo una riflessione che unisce arte e vita.

In questa mostra vediamo le opere di cinque artiste Elisabetta Di Sopra, Irina Gabiani, Paola Gandolfi, Kaia Hugin e Debora Vrizzi che permettono di investigare gli intricati territori dei ruoli di padre e madre e le dinamiche e le strutture che definiscono il concetto di famiglia nel mondo contemporaneo.

I video, le fotografie e le installazioni in mostra affrontano e decostruiscono questo concetto, coniugando la soggettività autobiografica di ogni artista con la ricerca di un significato collettivo, riflettendo su quei legami culturali, morali, etici e biologici che definiscono e caratterizzano una famiglia.

La ricerca artistica di Elisabetta Di Sopra si esprime in particolar modo attraverso l’uso del linguaggio video per indagare sulle dinamiche più sensibili della quotidianità e delle sue microstorie inespresse, dove il corpo femminile assume spesso un ruolo centrale perché custode di una memoria e di un suo linguaggio espressivo. Ci sono due nuclei fondamentali all'interno della sua pratica, uno incentrato sul rapporto tra corpo e materia, l'altro su corpo e memoria, corrispondenti rispettivamente alla sua prima e seconda produzione video. Nel video FAMILY l’artista riflette sulle dinamiche familiari al cui interno spesso si diventa ostaggio dell’altro. Una contesa reciproca, dove la famiglia che dovrebbe essere un nido rassicurante diventa una gabbia che imprigiona. Il secondo video Tempo di lettura 1938 – 2015 / Mio Padre è una delicata riflessione sulla figura paterna. “La vita è come un libro -riflette l’artista- che si continua a sfogliare pagina dopo pagina, sperando che non finisca mai. E invece, anche se non lo si conosce, esiste un tempo di lettura, che differisce da ciascuno di noi. Quello di mio padre inizia nel 1938 e si conclude nel 2015, poco dopo il momento in cui ho pensato di ritrarlo nella stessa posa di una sua foto da ragazzino assorto nella lettura. Gli estremi della sua vita scanditi in 48 secondi, come se lui avesse avuto la necessità di ripercorrerla, allontanandosene.”

Irina Gabiani è un'artista italiana di origine georgiana, nata a Tbilisi (Georgia) nel 1971. Vive in Lussemburgo dove si occupa di disegno, pittura, installazioni, video e performance. L’Universo nella sua olistica essenza è al centro della ricerca di Irina Gabiani, influenzata dalla cultura e dalla filosofia orientale, secondo la quale noi tutti apparteniamo ad un unico “grande organismo” immaginato come una sorta di complicata catena dagli anelli correlati, del quale noi, e tutto quanto attorno a noi, siamo parte. Cercando di vedere oltre quanto possiamo percepire con i nostri occhi, l’artista ricerca le innumerevoli somiglianze tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo all’interno della materia. Più conosciamo la materia e ne capiamo la complessità che ci sfugge alla visione immediata e più l’infinitamente piccolo ci conduce all’universo.L’artista presenta il video “One Common Father”, basato sul testo dello scrittore georgiano Grigol Robakidze. Il focus è l'eterna lotta tra due forze opposte (..Father - necessity,Child – freedom..) , e allo stesso tempo l'unione universale al loro interno.

L’artista romana, Paola Gandolfi, attiva sulla scena artistica sin dagli anni ’70, lavora su diversi media, pur rimanendo la pittura il suo linguaggio di riferimento. Fin dai suoi esordi si occupa del mondo e della figura femminile, delle dinamiche psico-fisiche che ne definiscono l’identità, attingendo dall’inesauribile ricchezza del mito e delle figure di donne che lo animano. Il suo lavoro è incentrato sull’esplorazione di luoghi inaccessibili come l’inconscio femminile che tramite la sua pittura e la video animazione cerca di analizzare. Il video La Recherche de ma Mère, costruito su elementi tratti dai dipinti dell'artista, mette in scena un percorso profondo ma ironico alla ricerca dei luoghi simbolo della psiche femminile, attraversando ironia, insicurezza, amore e sessualità, senso di delusione e aggressività. il lavoro dell’artista racconta la donna, attingendo alla ricchezza inesauribile delle figure emblematiche provenienti dalla religione, come Maria Maddalena e le sante, o dal mito, come Clitennestra e Elettra. L ’artista cerca così di rifondare un immaginario al femminile, una genealogia che risale al mito primigenio della Madre. In una quotidianità immaginaria, parti del corpo e della psiche si scindono e si ricompongono in un equilibrio sempre nuovo, già oggetto della particolarissima ricerca dell’artista.

L’artista norvegese Kaia Hugin, esplorando in maniera trasversale la danza, la performance e la video arte, lavora dal 2008 a una serie di video intitolata “Motholic Mobbles”, una riflessione su temi esistenziali attraverso l’esplorazione del movimento e dello spazio. Nelle sue performance, cerca di comprendere quelle esperienze corporee che facciamo nei nostri sogni, cercando di indagare situazioni che si pongono al confine fra razionale e irrazionale. I suoi lavori ricordano i film d’avanguardia di una pioniera del cinema, Maya Deren, che a metà del secolo scorso ha sperimentato combinazioni di film, coreografia e movimento con effetti surreali e molto personali. L’artista presenta una serie di cinque foto Sculpting and Modeling # 1 -5 che si ispirano al lavoro dell’artista americano Bruce Nauman che da sempre esplora le possibilità performative dell’essere umano: la camminata, la postura, la gestualità delle dita. Kaia Hugin nelle sue sperimentazioni con la fotografia riprende gesti, situazioni ed attività quotidiane, che, pur nella loro banalità, diventano oggetto di indagine - riflessione e soggetto artistico.

Debora Vrizzi è una videoartista e regista italiana. Come performer e cineasta, lavora da sempre con le immagini, il movimento, la fotografia e il corpo per mettere in scena una riflessione sull’identità personale e collettiva, a volte attraverso strutture semi-narrative, altre volte mediante una struttura simbolico- concettuale, in altre ancora slittando verso la documentazione del reale e l’autobiografia. I suoi personali progetti artistici seguono due strade: la prima è caratterizzata dal mettere in gioco il proprio corpo come protagonista delle sue opere, le quali sono strutturate su un impianto prettamente cinematografico: i suoi quadri viventi sono delle vere e proprie ‘mises en scène’. La seconda è apparentemente opposta poiché l’artista sceglie di mettere in scena il cinema del reale. Così l’artista a proposito del suo video “Family Portrait : ” Siedo, impolverata, ad un tavolo. La mia famiglia, in piedi a fianco a me, soffia via la polvere che si è depositata sul mio corpo. Famiglia che ci nutre e ci divora. Godiamo di questo duplice aspetto, fondamento dell’amore, contraddittorietà senza soluzione. Parlo dello scorrere del tempo e degli affetti”.

CV
Elisabetta Di Sopra was born in 1969 in Pordenone. She lives and works in Venice. She is currently the curator of Maurizio Cosua video art competition, within the Francesco Pasinetti festival. She collaborates with Ca ‘Foscari University for the Short Film Festival in the promotion of video art, and with the Italian Cultural Association Archivio Carlo Montanaro at Venice’s Fabbrica del Vedere as well. Among her solo exhibition :2021- IL LIMITE, video installaton, National Archaeological Museum of Venice - RITRATTO DI ANNA PONTI. TRE VITE IN UNA, Ateneo Veneto, Venice ; CHILD ABUSE, Film exhibition of contemporary art curated by curated by Eleonora Frattarol-Collectif -2020- Segrete tracce di memoria XII ed. curated by Virginia Monteverde, Ducal Palace. Genoa ;Trentatrè Stelline, curated by Valentina Tebala, Angela Pellicanò, Paola Miriam Russo. PICO, Palace of Culture. Reggio Calabria; LINKS, Etherea Art Gallery, Genova- 2019- CEILINGS MEDEA. VOCI |Teatro Comunale di Catanzaro curated by Giovanni Carpanzano;THE CARE, MACROAsilo – Museum of Contemporary Art Roma; THE CARE, galleria Muratcentoventodue, Bari- I Am my Body, I Am my Memory, ACTION HYBRIDE; Officine Forte Marghera – Venice – Corpsinvisibles; Théâtre de Verre Co-Arter; ACTION HYBRIDE · Paris, France ;Libere tutte- curated by Daniele Capra e Giuseppe Frangi. Casa Testori Novate Milanese;Collectif, ACTION HYBRIDE. Projection de vidéos, Parigi- 2018: PIETAS, curated by Daniele Capra, Galleria Bugno, Venezia; Autoritratto, MACROAsilo, Roma; #liberadiesseredonna, Verdi Theater, Pordenone; i 2017: Possibili Sensi, curated by Chiara Tavella, Galleria PArCo, Pordenone; in 2015 Temporary, curated by Giulia Bortoluzzi, galleria 3D, Venezia ; Among her group exhibition: in 2018 ,Body concrete, curated by Laura Gottlob, Museoteatro della Commenda, Genova; Restless Waters, Italian Videoart, curated by Silvia Grandi, Perama (G); Videoart Yearbook, curated Renato Barilli, Guido Bartorelli, Alessandra Borgogelli, Paolo Granata, Silvia Grandi, Fabiola Naldi, Dams, Bologna; in 2017 Karachi Biennale, curated by Paolo De Grandis, Karachi (PK); in 2016 Le stanze dei frammenti, curated by Simona Caramia, Museo Marca, Catanzaro; in 2015 Body Interference, curated by Laura Carlotta Gottlob, Künstlerhaus, Wien, ; in 2014 Recto/Verso, curated by Ilaria Marghutti, CasermaArcheologica, Sansepolcro (Ar); in 2013 100x100= 900 Project, Zeta Center for Contemporary Art, Tirana (AL); Who controls the controllers?, curated by Francesco Lucifera, Galleria Clou, Ragusa; Body in abstraction, curated by Laura Carlotta Gottlob, St John's College, Oxford (UK); Hetero Q.B., curated by Emilia Tavares e Paula Roush, Museu Nacional de Arte Contemporânea do Chiado, Lisbona (P); Premio Terna 05, curated by Cristiana Collu e Gianluca Marziani, Roma; in 2012 Videospritz (con Igor Imhoff), curated by Paola Bristot e Daniele Capra, Studio Tommaseo, Trieste; De rerum natura, curated by Daniele Capra, Lab 610 XL, Sovramonte (Bl); Norme per la rivoluzione, Rassegna di videoarte, curated by Bruno Di Marino, Volksbühne, Berlino (D); Idrografie, curated by Chiara Tavella, ex convento di San Francesco, Pordenone; Arsprima, Rassegna di videoarte, curated by AlessandroTrabucco, Nur Gallery, Milano; Per-Lumina, curated by Luigi Viola, Palazzo dei Battuti, San Vito al Tagliamento (Pn); Let the body play, curated by Daniela Santellani, Katia Baraldi, Galleria Jarach, Venice.

Irina Gabiani is an Italian artist of Georgian origin, born in Tbilisi (Georgia) in 1971. She lives in Luxembourg where she works with drawing, painting, installation, video and performance. After completing the School of art in Tbilisi in 1990, Irina Gabiani studied at the Academy of Art in Tbilisi and moved afterwards to Amsterdam where she studied at the Gerrit Rietveld Academy of Art until 1994. Her works have been exhibited world-wide in more than 40 countries.In 2011, Irina Gabiani participated to the Venice Biennale. Recent personal exhibitions include: Théâtre Intérieur, Galerie PJ, Metz, France (2021); Game without rules, Gian Marco Casini Gallery, Livorno, Italy and Across the Universe, Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, Turin, Italy (2019); The end is your choice, Nosbaum Reding Projects, Luxembourg (2018); Unrolling the human body, Bannanefabrik, Luxembourg (2017); Unrolling the Universe, Georgian National Museum, Tbilisi, Georgia (2016); Micro e macro cosmi, Galleria Giampiero Biasutti, Torino, Italy (2015). Her videos have been exhibited in many solo exhibitions (such as at the Georgian National Museum, the Rustaveli Theater, and the Pantomime Theater in Tbilisi – Georgia and the Conservatorio di Milano) and several video projects and festivals held at Museums and public Institutions, including Time is Love, Cologne Off, Video Dia Loghi, Festinova, Human Emotion Project, Artisterium etc.

Paola Gandolfi was born in Rome and studied in Bologna. In 1980s, she came back to Rome, where she still lives and works. The artist has exhibited in many exhibitions in Italy and abroad and she has presented her works at many film festivals in Italy and abroad; below is a selection of personal exhibitions and collective ones she took part in: (2018), Fuori Posto, MUSIA, Rome; (2018) Presentation of the video Macchina Madre, Studio Leander Kaiser, Vienna; (2018) Scorribanda. Sessanta anni dell’Attico di Fabio Sargentini, La Galleria Nazionale, Rome; (2017) Le storie del cinema d’artista –presentation of Macchina Madre, MAXXI, Rome; (2017) Illuminazioni, Galleria Alessandro Bagnai, Foiano del Chianti; (2017); Intime for temporal changes was presented at the Film Festival in Pesaro in the “short film” section; (2017) Paola Gandolfi, Galleria MITOBCN, Barcellona; (2017) Esplorazioni Ostinate, Galerie Elisabeth Michitisch,Wien; (2014) Presentation of La Recherche de ma mère - Festival del cinema di Pesaro “il mouse e la matita”; (2013) Immagine mutante – sperimental films – presentation of La Recherce de ma mère and Macchina Madre, MACRO Museum, Rome; (2012) Participation with Macchina Madre at Roma Europa Festival-DIGITAL LIFE, Macro Testaccio, Rome; (2010) Sindrome, Galleria Vigato, Alessandria; (2007) Paola Gandolfi, Museum of Bratislava, Bratislava, Slovacchia; (2007) Macchina Madre, Galleria Daniele Ugolini, Florence; (2006) presentation of the video La Recherce de ma mère, Casa delle Letterature Rome; (2007) Sinapsi, Galleria MITOBCN, Barcellona; in 2005 the artist was invited to the second Internation Biennal of Beijingand she was selected to take part to an exhibition dedicated to the Voiker W. Feierabend collection at MARTMuseum in Rovereto; (2003) Esercizi di equilibrio, Galleria La Vetrina di Elisabetta Giovagnoni; in 2003 with the video installation La recherche da ma mère, the artist took part to the 60th International Film Exhibition in Venice in “newterritories”section; (1999) Frammenti di Orestiade, Temple University, Rome; (1996) Paola Gandolfi, Monique Knowlton Gallery, New York, NY; in 1995 she had a solo show sectionat the Italian Pavilion of the Venice Biennal; (1989) Solitudine Riflessa, Galleria Ausoni, Rome; (1995) Solo show at Palazzo Brancaccio -Galleria Architettura Arte Moderna; (1985) Paola Gandolfi, Pio MontiGallery, Rome; (1983) Paola Gandolfi, Pio Monti Gallery, Rome; (1981) La Tartaruga Gallery, Rome.

Kaia Hugin was born in Oslo in 1975. She graduated with an MA in Fine Arts from the National Academy of the Arts in Bergen, Norway in 2011. She also has a background from contemporary dance and studies in Art History. Hugin has showed her work, among other places, at Whitechapel Gallery in London, UK, La Capella in Barcelona, ES, Frankfurter Kunstverein, DE, LOOP in Barcelona, ES, Hayward Gallery, UK, Gallery Luda in St. Petersburg, RU, Stiftelsen 3,14 in Bergen, NO, Sassari, Sardinia, IT and The Annual Autumn Exhibition in Oslo, NO. Solo exhibitions includes Muratcentoventidue Artecontemporanea in Bari, IT (2011), Oslo Fine Art Society, NO (2013), Vigeland Museum, NO (2015), Fotogalleriet Format in Malmö, SE (2016), Sandefjord Fine Art Society, NO (1017) and North Norwegian Art Centre, NO (2017).

Debora Vrizzi (1975, Cividale del Friuli) an Italian video artist and cinematographer. As a director of photography, Vrizzi brought her works to many international festivals, such as Cannes Festival, Venice Film Festival, Berlinale and TIFF. Her video artworks have been shown in personal and collective exhibitions such as: Videoart forum, AlbumArte, Rome, 2019; Fuori Norma, MACRO Asilo Museum, Rome 2018; Artist’s Film and video in Italy from The Sixties to Today, MAXXI Museum, Rome / Videoart Yearbook, Bologna 2017; Ibrida, Festival delle arti intermediali, Forli 2015; Maravee corpus, La Loggia Gallery, Capodistria, Slovenia; Mise en scène, with Wang Qing Song, OffiCina Gallery, Beijing, China 2009; Mise en Abyme, 3g Gallery, Udine; Pitti Immagine Award, for IT’s International talent support Photo # Seven, Trieste, 2008; 91° Collettiva giovani artisti, Bevilacqua la Masa Foundation, Venice, 2007.


My Mother, My Father an I 
Elisabetta Di Sopra, Irina Gabiani, Paola Gandolfi, Kaia Hugin, Debora Vrizzi

Muratcentoventidue-Artecontemporanea Via G. Murat 122/b – Bari

Inaugurazione
Sabato 23 ottobre, 2021, ore 19.00

Periodo
23 ottobre – 15 dicembre 2021

Orario di apertura
Lunedì, martedì e mercoledì solo su appuntamento Dal giovedì al sabato, dalle 17.30 alle 20.30

Info
3348714094 – 392.5985840