just lily by Silvia Celeste Calcagno
È ormai un appuntamento fisso nel calendario dell’arte contemporanea. Giovedì 21 marzo scatta la terza edizione de “L’Arte che Accadrà”, il premio dedicato ai migliori talenti italiani che si snoda attraverso un’esposizione all’interno delle sale di Palazzo Fiano, splendido edificio quattrocentesco nel cuore di Roma e sede di Hdrà, gruppo di comunicazione guidato da Mauro Luchetti e Marco Forlani. La rassegna, a cura di Valentina Ciarallo, vedrà quest’anno un percorso espositivo con opere di Silvia Celeste Calcagno, Fabio Giorgi Alberti, Marta Mancini, Giuseppe Pietroniro e Corrado Sassi.
Obiettivo finale dell’iniziativa è quello di sostenere l’arte contemporanea italiana e costruire, anno dopo anno, una collezione permanente del gruppo. L’opera che vincerà il Premio “L’Arte che Accadrà 2019” sarà acquistata da Hdrà e si aggiungerà a quelle di Marco Raparelli e Matteo Nasini, vincitori delle precedenti edizioni. A decidere sarà una giuria composta da tutti i 150 dipendenti, che per due mesi saranno a stretto contatto con le opere d’arte all’interno del loro ambiente lavorativo.
“È una modalità di condivisione e di partecipazione collettiva - spiega Mauro Luchetti, presidente di Hdrà - che ha l’intento di allargare i confini della fruizione di queste forme di espressione a un pubblico eterogeneo, più ampio e meno esperto di chi frequenta abitualmente musei e gallerie, ma certamente altrettanto curioso e ricco di capacità critica. Con questa iniziativa, però, vogliamo anche coinvolgere tutti coloro che fanno parte del nostro gruppo, stimolando un senso di condivisione e di orgoglio aziendale”.
Il vincitore dell’edizione 2019 del Premio “L’Arte che Accadrà”, sulla base dei voti ottenuti, sarà reso noto a fine mostra.
GLI ARTISTI
Silvia Celeste Calcagno presenta il suo lavoro “Just lily” rielaborato per l’occasione e reso site-specific per Palazzo Fiano. Una stanza dei ricordi, un’opera autobiografica che diventa esperienza universale da condividere. Sospensione tra passato e futuro, ripetizione di gesti, memoria come forma dell’esistere, cambiamento, ossessione del ricordo, accumulo emotivo sono alla base del suo linguaggio espressivo che in questo luogo trova nuova dimora. Le immagini, come dei “frame” dell’esistenza, impresse su grès tracciano sulle pareti una seconda pelle. Una tecnica, quella della fotoceramica sperimentale “fireprinting®”, ideata e brevettata dell’artista, dove la fusione tra materia e fotografia diventano un insieme omogeneo attraverso la sublimazione della cottura.
Fabio Giorgi Alberti utilizza vari media come la scultura, la pittura, il disegno, il video, la parola. Per Hdrà, luogo dedicato alla comunicazione, ha realizzato un lavoro site-specific e ha immaginato un percorso tra le parole, poiché il linguaggio è espressione primaria e autobiografica del suo gesto artistico. È affascinato dal processo di interazione tra le differenze e le similitudini in atto tra parlare, leggere, scrivere, vedere, guardare. La ricerca inizia dal suo corpo in connessione con lo spazio così come avviene per la parola: lettere, spazio, corpo, tempo, negazione e affermazione danno, così, inizio a una relazione.Vorrei dire queste parole perché vorrei effettivamente dire queste stesse parole.Il significato rimbalza tra il futuro, l’aspettativa delle parole che si ritiene si stiano per sentire, e il passato delle parole appena dette che erano il presente a cui bisognava prestare attenzione.
Marta Mancini è romana di nascita e di formazione. La sua opera muove dai primi paesaggi oscuri e densi di cromie che prendono corpo in tele di piccole dimensioni, dove il tratto è veloce e le immagini non definite, appena sussurrate. Il disegno si fonde con l’elemento pittorico fino ai nuovi lavori di ampio respiro, acrilici su tela, risultato di un processo intuitivo che rivela una somma, in apparenza casuale, di segni organici dai colori vibrantima che svelano, invece, un dinamismo ragionato attraverso un attento processo di sottrazione. Come fossero micro forme primordiali che diventano macro all’occhio dello spettatore, grazie all’uso sapiente del colore e della forma. “Molle” colorate che si rincorrono e si combinano fra loro fluttuando sulla tela. Un approccio metalinguistico al lavoro, quello dell’artista, che la porta ad una riflessione continua sulla pittura.
Giuseppe Pietroniro, esponente di spicco della sua generazione, parte da un’analisi concettuale della realtà, ricerca che si evidenzia nei vari linguaggi che utilizza, dalla fotografia al disegno, dal collage all’installazione fino alla pittura. L’artista indaga la realtà come forma di illusione cambiando la percezione delle forme e dello spazio. Metalli, vetri, superfici specchianti, materiali semplici che vengono assemblati insieme sempre in modo raffinato. Una ricerca di nuovi orizzonti percettivi attraverso il gioco dell’illusione ottica, pur mantenendo sempre una puntualità e un equilibrio formale che lo contraddistinguono. “Mi interessa creare con poche linee un monumento con una superficie bidimensionale”. Per lo spazio Hdrà saranno esposti in anteprima dei mini-modelli, bozzetti preparatori di grandi installazioni, piccole architetture surreali, l’inizio di nuove forme.
Corrado Sassi, artista multidisciplinare, focalizza la sua ricerca su fotografia, performance, pittura, installazione e disegno su carta. Mezzi di espressione che gli consentono di osservare la realtà e di trasformarla in nuove scenografie, di stampo cinematografico e architettonico, pronte ad accogliere le inquietudini del vivere umano. Con la serie degli arazzi l’artista, attraverso il lavoro artigianale del ricamo con la lana, intreccia e sovrappone fotografie stampate su pvc a elementi figurativi, forme geometriche e astratte. Il tema del viaggio diviene strumento di costante ricerca e individuazione di nuovi spazi architettonici, dove linee contemporanee e geometriche diventano pagine quadrettate su cui appuntare pensieri, parole e citazioni. Una contrapposizione, dunque, in termini concettuali tra immagini e lettere, strettamente legata al mondo pubblicitario e della comunicazione e che trova in questa sede la sua naturale e coerente collocazione, lasciando allo spettatore la libertà ultima di esplorare il suo linguaggio.
Palazzo Fiano, il cui nucleo più antico risale alla seconda metà del XIII secolo, viene ricostruito totalmente nel Quattrocento quale sede dei titolari Cardinali della chiesa San Lorenzo in Lucina. Interessato da vicende particolari nei secoli, come il ritrovamento dei primi resti dell’Ara Pacis durante i lavori di scavo del 1568, il palazzo ritrova il suo splendore intorno alla metà del Seicento diventando proprietà della famiglia Peretti, legata a Papa Sisto V. Alla fine del Seicento passa ai Duchi Ottoboni di Fiano, da cui prende il nome. Nell’Ottocento è noto per essere sede di un teatrino di marionette che attira molti intellettuali e, durante la belle Epoque, si trasforma in teatro Olimpia dedicato agli spettacoli di caffè concerto. Nel 1898 viene venduto al ricco commerciante Edoardo Almagià e dal 1923 al 1990 gli spazi del piano nobile diventano sede del rinomato “Circolo degli scacchi”. Dal 2013 al 2016 il palazzo diventa quartier generale di un partito politico, Forza Italia e oggi sede del gruppo Hdrà. Di grande pregio sono gli affreschi del Salone, nel piano nobile, risalenti alla metà del Seicento dipinti dal francese François Perrier e dall’artista bolognese Giovan Francesco Grimaldi, oggi adibito a salone di rappresentanza. L’iconografia delle immagini rivela il richiamo verso gli elementi dell’aria, dell’acqua, del fuoco e della terra accompagnati dalla presenza di divinità. Ad opera di Perrier sono le scene mitologiche come la nascita di Venere, Cerere davanti a Giove, Cupido dormiente con putti, Cupido bendato. Il maestro italiano si dedica, invece, alla realizzazione dei paesaggi come quello fluviale romano, copia di un dipinto di Annibale Carracci e alla riproduzione di tempeste marine. Due insolite figure di nani fanno capolino dalle volte del soffitto, probabilmente gli autoritratti ironici degli artisti stessi.Ricorrenti la figura del leone rampante e rami con pere e stelle, simboli della famiglia Peretti. La maestosa Sala degli Specchi, ricca di decorazioni, stucchi e lampadari di cristallo, arricchisce il piano nobile. Il duplice affaccio su Piazza San Lorenzo in Lucina e Via del Corso rendono il palazzo magnificamente ubicato nel cuore della città.
III Edizione Premio “L'arte che Accadrà” - Gruppo Hdrà
A cura di: Valentina Ciarallo
Con la collaborazione di: Silvia Cavalsassi
Sede: Palazzo Fiano, Piazza San Lorenzo in Lucina, 4 Roma
Inaugurazione: giovedì 21 marzo 2019 – ore 18.30 – 21.00
Apertura: 22 marzo 2019 – 22 maggio 2019
Orari di visita: su appuntamento
Informazioni mostra: Hdrà tel +39 06 68892401; www.hdra.it
Organizzazione e informazioni artisti: v.ciarallo@giubilarte.it- www.giubilarte.it