lunedì 28 febbraio 2022

Limiti di Elisabetta Di Sopra

La galleria Muratcentoventidue Artecontemporanea prosegue il suo percorso espositivo con Limiti, la mostra personale di Elisabetta Di Sopra.

Dar volto alla complessità dell’identità femminile affrontandone le infinite varianti e contraddizioni sembra essere la sfida di numerose artiste della scena contemporanea. Molte scelgono il linguaggio visivo del video come strumento critico privilegiato attraverso cui ridefinire l’immagine femminile, analizzando argomenti quali solitudine, rapporti interpersonali, amore, dolore e per mettere in scena il tema del corpo e dei diversi livelli di comunicazione a esso legati. Ne è un esempio, la ricerca artistica di Elisabetta Di Sopra che si esprime in particolar modo attraverso l’uso del linguaggio video con una narrazione caratterizzata da azioni semplici ed incisive che mettono in luce le dinamiche psicologiche sottese alla vita quotidiana, alle relazioni familiari, al corpo femminile e ai ruoli sociali. Il corpo, che parla attraverso gesti minimali, è alla base del suo lavoro, diventando metafora del nostro essere al mondo.
La mostra raccoglie due video installazioni Il Limite e Dipendenza Sensibile, e una serie di stampe fotografiche di alcuni dei più significativi fotogrammi delle due opere. L’artista arriva a tematizzare l’età del declino della vita umana, esplorando l’età della piena maturità. E’ difficile riabilitare l’età avanzata della vita quando la retorica quotidiana è saldamente ancorata al culto dell’eterna giovinezza, esortando alla cura del corpo come profilassi anti-aging, termini come "anti-invecchiamento" danno l'impressione che l'invecchiamento sia qualcosa di patologico. Il culto prevalente della giovinezza si sforza di nascondere le tracce dell'invecchiamento: l’orgoglio di poter invecchiare è allora solo una favola? l’artista sembra dirci di no e ricordarci con i due video che, al di là degli stereotipi negativi, l'età significa anche potere, esperienza, saggezza, contemplazione, brama di vita e trionfo sulle convenzioni sociali. Sceglie di esporre immagini di “over 60” che “irradiano forza, bellezza, la potenza dell’ultimo periodo della propria vita.
La prima opera è un video-trittico intitolato Il Limite, esposto nei mesi scorsi negli spazi del Museo Archeologico di Venezia in Piazza San Marco, tra statue femminili di età imperiale romana e i tre Galati delle raccolte Grimani. Mostra la posa di una modella esperta nell’aula di Anatomia Artistica dell’Accademia di Belle arti, ancora una posa, anche se gli studenti sono assenti.
L’artista ritorna effettivamente nei luoghi della formazione: un’aula dove si svolge l’insegnamento di Anatomia Artistica diventa il luogo della messa in scena per una lezione animata solo dalle lente movenze di una modella in posa. Le posture assunte dalla modella durante una lezione di anatomia vengono evidenziate grazie alla capacità di osservazione dell’artista; la pluralità dei punti di vista viene restituita dall’utilizzo di più schermi che compongono una sorta di trittico.
Elisabetta ne analizza il vibrato sottile nel perdurare della posizione: figura intera nel monitor centrale, dettagli in quelli laterali.
L’ artista propone anche una serie di foto che fissano alcuni momenti del video enfatizzando la bellezza e la nudità segnata, ma non piegata dal tempo della modella, sono immagini di una semplicità poetica e potente da cui emerge la verità di un corpo umano resistente e resiliente.
Se nel video "Il Limite" la modella, si mette alla prova verificando la sua resistenza nel mantenere una posa statica nonostante la sua età, nell'altra opera Dipendenza Sensibile, un pugile, anche lui non più giovane, in perenne movimento, continua ad esercitarsi liberando una quantità di energia che per assurdo sarebbe in grado di muovere le foglie da un albero, far scendere una goccia dal vetro, sgretolare una parete rocciosa. Si tratta pur sempre di resistenza e di eroismo dei due protagonisti che sfidando lo scorrere del tempo, chi con l'azione chi con l'immobilità, danno prova che la forza di volontà e la determinazione prevalgono sul corpo, dominandolo.

Elisabetta Di Sopra è nata nel 1969 a Pordenone. Vive e lavora a Venezia. Attualmente è curatrice del concorso di video arte Maurizio Cosua, nell'ambito del festival Francesco Pasinetti. Collabora con l'Università Ca' Foscari per il Festival del Cortometraggio nella promozione della video arte e con l'Associazione Italiana di Cultura Archivio Carlo Montanaro alla Fabbrica del Vedere di Venezia.
Tra le sue mostre personali: 2021- IL LIMITE, videoinstallazione, Museo Archeologico Nazionale di Venezia -RITRATTO DI ANNA PONTI. TRE VITE IN UNA, Ateneo Veneto, Venezia; CHILD ABUSE, Mostra cinematografica d'arte contemporanea a cura di Eleonora Frattarol-Collectif -2020- Segrete tracce di memoria XII ed. a cura di Virginia Monteverde, Palazzo Ducale. Genova; Trentatrè Stelline, a cura di Valentina Tebala, Angela Pellicanò, Paola Miriam Russo. Pico, Palazzo della Cultura. Reggio Calabria; LINKS, Etherea Art Gallery, Genova-2019- CEILINGS MEDEA VOCI |Teatro Comunale di Catanzaro a cura di Giovanni Carpanzano;LA CURA, MACROAsilo – Museo d'Arte Contemporanea Roma; The Care, galleria Muratcentoventodue, Bari- I Am my Body, I Am my Memory ACTION HYBRIDE; Officine Forte Marghera – Venezia – I Corpi Invisibili; Co-Arter Glass Theatre; AZIONE IBRIDA Parigi, Francia; Libere tutte- a cura di Daniele Capra e Giuseppe Frangi. Casa Testori Novate Milanese; Collettiva, AZIONE IBRIDA. Proiezione di video, Parigi- 2018: PIETAS, a cura di Daniele Capra, Galleria Bugno, Venezia; Autoritratto, MACROAsilo, Roma; #liberadiesseredonna, Teatro Verdi, Pordenone; i 2017: Possibili Sensi, a cura di Chiara Tavella, Galleria PArCo, Pordenone; nel 2015 Temporaneo, a cura di Giulia Bortoluzzi, galleria 3D, Venezia; Tra le sue collettive: nel 2018 ,Body concrete, a cura di Laura Gottlob, Museoteatro della Commenda, Genova; Restless Waters, Italian Videoart, a cura di Silvia Grandi, Perama (G); Annuario Videoart, a cura di Renato Barilli, Guido Bartorelli, Alessandra Borgogelli, Paolo Granata, Silvia Grandi, Fabiola Naldi, Dams, Bologna; nel 2017 Karachi Biennale, a cura di Paolo De Grandis, Karachi (PK); nel 2016 Le stanze dei frayanti, a cura di Simona Caramia, Museo Marca, Catanzaro; nel 2015 Body Interference, a cura di Laura Carlotta Gottlob, Künstlerhaus, Wien; nel 2014 Recto/Verso, a cura di Ilaria Marghutti, CasermaArcheologica, Sansepolcro (Ar); nel 2013 Progetto 100x100= 900, Zeta Center for Contemporary Art, Tirana (AL); Chi controlla i controllori?, a cura di Francesco Lucifera, Galleria Clou, Ragusa; Body in abstraction, a cura di Laura Carlotta Gottlob, St John's College, Oxford (UK); Hetero Q.B., a cura di Emilia Tavares e Paula Roush, Museu Nacional de Arte Contemporânea do Chiado, Lisbona (P); Premio Terna 05, a cura di Cristiana Collu e Gianluca Marziani, Roma; nel 2012 Videospritz (con Igor Imhoff), a cura di Paola Bristot e Daniele Capra, Studio Tommaseo, Trieste; De rerum natura, a cura di Daniele Capra, Lab 610 XL, Sovramonte (Bl); Norme per la rivoluzione, Rassegna di videoarte, a cura di Bruno Di Marino, Volksbühne, Berlino (D); Idrografie, a cura di Chiara Tavella, ex convento di San Francesco, Pordenone; Arsprima, Rassegna di videoarte, a cura di Alessandro Trabucco, Nur Gallery, Milano; Per-Lumina, a cura di Luigi Viola, Palazzo dei Battuti, San Vito al Tagliamento (Pn); Let the body play, a cura di Daniela Santellani, Katia Baraldi, Galleria Jarach, Venezia.

Limiti di Elisabetta Di Sopra
Muratcentoventidue-Artecontemporanea 
Via G. Murat 122/b – Bari

Inaugurazione Sabato 12 marzo, 2022, ore 19.00
12 marzo – 30 aprile 2022

Lunedì, martedì e mercoledì solo su appuntamento
Dal giovedì al sabato, dalle 17.30 alle 20.30

Info 3348714094 – 392.5985840
info@muratcentoventidue.com