Non c’è abbastanza passato da andare a visitare è una sequenza onirica applicata all’archivio di ARTcore. È uno sgombero curatoriale che coinvolge opere in deposito, ephimera, buchi neri, polvere, ornamenti e idealismi tirati in ballo da artisti visivi, parenti stretti, collezionisti e amici ora chiamati a dividere il peso del trasloco imminente della galleria. Per partito preso opera smontando. È l’amplificazione di una cimice applicata negli interstizi di un mobile che fotografa il white cube come luogo cerniera tra lo studio d’artista e il pubblico visualizzandone flussi di lavoro, opere, apparati, picchi d’intensità, oggetti d’uso quotidiano, relazioni e azzardi connessi con le forme del fare arte. Nelle tre sezioni che abbraccia Non c’è abbastanza passato da andare a visitare mette in discussione le cronologie: è fantascienza pura perché non segue ordini temporali. A questo criterio predilige di gran lunga principi di compresenza e sovrapposizioni in grado di sovvertire i primati ottici delle opere con quelli di memorizzazione e oralità. Il paesaggio che si presenta non è più quello sublime a cui la galleria nel suo lustro di attività ci ha abituati ma uno spazio sfatto. Si cammina tra affollamenti e vuoti, comunicazioni interne e non sense misti all’incoscienza di cui occorre armarsi quando si fa i conti con gli aspetti enigmatici della contemporaneità ed una comunità artistica fragile e complessa. Non c’è abbastanza passato da andare a visitare è una mostra fuga. Colpo di grazia e scompiglio per lo show closing di ARTcore.
Non c’è abbastanza passato da andare a visitare
a cura di Valeria Raho
dal 21 ottobre al 21 dicembre 2016
ARTCORE
via N. De Giosa, 48/1°piano_Bari
info@artcore.it