L’ENIGMA ESCHER
PARADOSSI GRAFICI TRA ARTE E GEOMETRIA
19 ottobre 2013 – 23 febbraio 2014 PROROGATA AL 23 MARZO 2014
19 ottobre 2013 – 23 febbraio 2014 PROROGATA AL 23 MARZO 2014
UN’AMPIA MOSTRA ANTOLOGICA E UN CICLO DI GRANDI CONFERENZE
MAURITS CORNELIS ESCHER. Uno dei miti del ’900 nel panorama della produzione grafica contemporanea
L’esposizione promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia è curata da un Comitato scientifico d’eccezione
coordinato da Piergiorgio Odifreddi – logico matematico di fama
internazionale -, e composto da Marco Bussagli – saggista, storico
dell’arte, docente di prima fascia presso l’Accademia di Belle Arti di
Roma -, da Federico Giudiceandrea – collezionista e studioso di Escher –
e da Luigi Grasselli – professore ordinario di Geometria, pro-rettore
dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
La mostra presenta la produzione dell’incisore e
grafico olandese, dai suoi esordi alla maturità, raccogliendo ben 130
opere provenienti da prestigiosi musei, biblioteche e istituzioni
nazionali – tra i quali la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la
Fondazione Wolfsoniana di Genova ecc. – oltre che da importanti
collezioni private. A Palazzo Magnani saranno riunite xilografie e
mezzetinte che tendono a presentare le costruzioni di mondi impossibili,
le esplorazioni dell’infinito, le tassellature del piano e dello
spazio, i motivi a geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in
forme via via differenti.
“…con le mie stampe, cerco di testimoniare che viviamo in un
mondo bello e ordinato e non in un caos senza forma, come sembra
talvolta. I miei soggetti sono spesso anche giocosi: non posso esimermi
dallo scherzare con le nostre inconfutabili certezze. Per esempio, è
assai piacevole mescolare sapientemente la bidimensionalità con la
tridimensionalità, la superficie piana con lo spazio, e divertirsi con
la gravità… E’ piacevole osservare che parecchie persone sembrano
gradire questo tipo di giocosità, senza paura di cambiare opinione su
realtà solide come rocce.”
Ed ecco quindi le prime ricerche testimoniate da opere come Ex libris (1922), Scarabei (1935); le grafiche suggestionate dai paesaggi italiani Tropea, Santa Severina (1931) dove Escher struttura lo spazio; Metamorfosi II
(1940) una delle più lunghe xilografie a quattro colori mai realizzate
per narrare una storia per immagini, in cui una scena conduce a quella
successiva attraverso una sottile e graduale mutazione delle forme; le
figure impossibili di Su e giù (1947) e di Belvedere (1958); le straordinarie tensioni dinamiche tra figura e sfondo nei fogli come Pesce (1963).
Accanto alle sue celebri incisioni – in mostra capolavori assoluti come Tre sfere I (1945), Mani che disegnano (1948), Relatività (1953), Convesso e concavo (1955), Nastro di Möbius II
(1963) – saranno presentati anche numerosi disegni, documenti, filmati e
interviste all’artista che mirano a sottolineare il ruolo di primo
piano che egli ha svolto nel panorama storico artistico sia del suo
tempo che successivo.
Una sezione di mostra sarà dedicata al confronto della produzione di
Escher con opere di altri importanti autori – ispiratori, coevi e
prosecutori – per comprendere come le scelte di Escher siano in
consonanza con una visione artistica che attraversa i secoli, con una
consapevolezza maggiore o minore che, talora, risponde ad esigenze
diverse, ma che parte dal Medioevo, interseca Dürer, gli spazi dilatati di Piranesi, passa attraverso le linee armoniose del Liberty (Secessione Viennese, Koloman Moser) e si appunta sulle avanguardie del Cubismo, del Futurismo e del Surrealismo (Dalì, Balla).
Se la grandezza di un artista si misura anche dalla capacità
d’influire su altri artisti, come pure sulla società circostante, Escher
è stato artista sommo. La sua arte è uscita dal torchio del suo studio
per trasformarsi in scatole da regalo, in francobolli, in biglietti
d’auguri; è entrata nel mondo dei fumetti ed è finita sulle copertine
dei long-playing, come si chiamavano a quell’epoca i 33 giri incisi dai
grandi della musica pop. Non basta, però. La grande arte di Escher ha
influito più o meno direttamente su altre figure di rilievo dell’arte
del Novecento, come Victor Vasarely, il principale esponente dell’Optical Art, Lucio Saffaro ecc. Ha contratto un debito di creatività con Maurits Escher perfino un pittore americano come il dirompente Keith Haring.
La sezione illustra con dovizia di materiali e una ventina di opere
questi aspetti dell’arte di Escher per restituire al visitatore la
giusta dimensione culturale ricoperta dell’artista olandese.
La mostra è inoltre concepita come uno strumento e una “macchina
didattica” che consente di entrare “dentro” la creatività di questo
singolarissimo artista. Suggestive installazioni immergeranno dunque il
visitatore nel magico modo di Escher. E’ evidente, e molto indagato, il
rapporto che Escher ebbe con “il mondo dei numeri” – intendendo per tale
quello della geometria (euclidea e non) e della matematica. Non meno
intrigante è la sua ricerca su spazio reale e spazio virtuale, ovvero
sul come “ingannare la prospettiva”. Infine, ma non ultima, la
conoscenza che Escher dimostra delle leggi della percezione visiva messe
in luce dalle ricerche della Gestalt.
Tutte possibili chiavi di lettura, certo non le uniche, per
comprendere l’universo creativo di un artista complesso che, partendo da
quelle premesse, attinse a piene mani a vari linguaggi artistici,
mirabilmente fusi insieme in un nuovo ed originalissimo percorso che
ancora ci emoziona e che costituisce un unicum nel panorama della Storia
dell’Arte di tutti i tempi.
Accompagna la mostra un ricco catalogo SKIRA
con testi di Piergiorgio Odifreddi, Marco Bussagli, Federico
Giudiceandrea e Luigi Grasselli e accurate schede delle opere in mostra.
Maurits Cornelis Escher. LA VITA
Nacque il 17 giugno 1898 a Leeuwarden ma crebbe nella città di Arnhem con quattro fratelli. Mauk, come venne soprannominato, prese da ragazzo lezioni di carpenteria e sebbene non fosse particolarmente brillante in matematica e scienze, assimilò dal padre ingegnere l’approccio metodologico dello scienziato. Una delle sue materie preferite fu subito il disegno al quale si dedicò durante gli studi alla Scuola di Architettura e Arti Decorative di Haarlem. Fu l’incontro con de Mesquita a stimolare in Escher l’interesse per la tecnica xilografica e le sue possibili sperimentazioni nella resa di effetti chiaroscurali e pittorici di grande raffinatezza. Al 1922 risale la sua visita a Firenze (primo di una serie di viaggi tra la Toscana e il sud d’Italia) e a Granada (dove visitò lo splendido palazzo di Alhambra) dai quali colse dettagli architettonici, decorativi e particolari inusuali che gli avrebbero fornito spunti per le sue composizioni. Nel 1935 si trasferì in Svizzera. E’ a partire dal 1937 che si osserva un profondo cambiamento: perde l’interesse per il mondo visibile, per la natura e l’architettura concentrandosi sulle proprie “visioni interiori” e realizzando un corpus significativo di straordinari giochi ottici, prospettive invertite, paesaggi illusionistici tra i più famosi. Trasferitosi nel 1941 con tutta la sua famiglia in Olanda continuò a lavorare intensamente fondendo le molteplici fonti di ispirazione che traeva dai suoi interessi (psicologia, matematica, poesia, fantascienza). Morì a Laren nel 1972
Nacque il 17 giugno 1898 a Leeuwarden ma crebbe nella città di Arnhem con quattro fratelli. Mauk, come venne soprannominato, prese da ragazzo lezioni di carpenteria e sebbene non fosse particolarmente brillante in matematica e scienze, assimilò dal padre ingegnere l’approccio metodologico dello scienziato. Una delle sue materie preferite fu subito il disegno al quale si dedicò durante gli studi alla Scuola di Architettura e Arti Decorative di Haarlem. Fu l’incontro con de Mesquita a stimolare in Escher l’interesse per la tecnica xilografica e le sue possibili sperimentazioni nella resa di effetti chiaroscurali e pittorici di grande raffinatezza. Al 1922 risale la sua visita a Firenze (primo di una serie di viaggi tra la Toscana e il sud d’Italia) e a Granada (dove visitò lo splendido palazzo di Alhambra) dai quali colse dettagli architettonici, decorativi e particolari inusuali che gli avrebbero fornito spunti per le sue composizioni. Nel 1935 si trasferì in Svizzera. E’ a partire dal 1937 che si osserva un profondo cambiamento: perde l’interesse per il mondo visibile, per la natura e l’architettura concentrandosi sulle proprie “visioni interiori” e realizzando un corpus significativo di straordinari giochi ottici, prospettive invertite, paesaggi illusionistici tra i più famosi. Trasferitosi nel 1941 con tutta la sua famiglia in Olanda continuò a lavorare intensamente fondendo le molteplici fonti di ispirazione che traeva dai suoi interessi (psicologia, matematica, poesia, fantascienza). Morì a Laren nel 1972
SCHEDA DELLA MOSTRA
Promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani con la partecipazione della Provincia di Reggio Emilia, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e della Fondazione Cassa Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori, con il contributo di Landi Renzo spa, CCPL Reggio Emilia, Schiatti Class, Media Partner Radio LatteMiele, IBS Italcuscinetti.
Promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani con la partecipazione della Provincia di Reggio Emilia, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e della Fondazione Cassa Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori, con il contributo di Landi Renzo spa, CCPL Reggio Emilia, Schiatti Class, Media Partner Radio LatteMiele, IBS Italcuscinetti.
Mostra a cura di Marco Bussagli, Federico Giudiceandrea, Luigi Grasselli
Coordinatore scientifico Pier Giorgio Odifreddi
Coordinatore scientifico Pier Giorgio Odifreddi
Orari
Dal martedì al giovedì 10.00-13.00 /15.00-19.00
Venerdì, sabato e festivi 10.00-19.00
LA BIGLIETTERIA CHIUDE ALLE 18.00
Dal martedì al giovedì 10.00-13.00 /15.00-19.00
Venerdì, sabato e festivi 10.00-19.00
LA BIGLIETTERIA CHIUDE ALLE 18.00
Aperture straordinarie
25 e 31 dicembre 2013 orario 15.00-19.00
1 gennaio 2014 orario 15.00-19.00
25 e 31 dicembre 2013 orario 15.00-19.00
1 gennaio 2014 orario 15.00-19.00
Fonte:
segnala:
amalia di Lanno