giovedì 19 aprile 2012

ERNESTO BAZAN: "Bazan Cuba"


“Per tanti anni Cuba l'avevo fortemente desiderata come si desidera una donna che incontri e non riesci più a togliertela dalla testa. Sono quasi certo d’esserci vissuto in un'altra vita”. Prende idealmente il via da queste parole, scritte da Ernesto Bazan nelle pagine del suo diario, il nuovo appuntamento con la grande fotografia promosso da Byline Photo nel suo spazio milanese di via Ariberto 31, dal 24 aprile al 31 maggio 2012.

BAZAN CUBA presenta un percorso espositivo con ventidue fotografie a colori (e alcuni scatti vintage) che raccontano il periodo trascorso da Ernesto Bazan, tra il 2001 e il 2005, con i contadini dell’isola caraibica ritraendo la loro vita quotidiana.
“Vagabondare in un paesaggio unico come quello cubano mi faceva venire in mente i luoghi della mia Sicilia” sottolinea Ernesto Bazan. È forse anche per questo che si è formato un legame così forte con Cuba, un’affinità cosi speciale da fargli incontrare la donna della sua vita, Sissy, che gli darà due gemelli, Pietro e Stefano.
In cinque anni, ritornando regolarmente a visitare i suoi amici Fidel, Miguel, José, Inesita e le loro famiglie, Bazan è riuscito a raggiungere un livello d'intimità profonda con i suoi soggetti arrivando a cogliere vari rituali come il duro lavoro dei campi, la condivisione di un pasto, il fumare sigari dal sapore zuccherato fatti sapientemente dalle mani dei contadini, il sorseggiare bicchierini di rum.

Accompagna l’esposizione, il nuovo progetto editoriale di Bazan dal titolo Al Campo che verrà presentato il 23 aprile, serata di inaugurazione, e che rappresenta un’ideale prosecuzione del volume Bazan Cuba (2008). Come quest’ultimo, anche Al Campo avrà un’edizione limitata di 50 copie ciascuna contenente una foto autentica e firmata.
Citazioni di vari scrittori fra cui Octavio Paz, Mario Vargas Llosa e José Saramago arricchiscono le singole immagini. La postfazione del curatore Colin Westerbeck mette in evidenza le somiglianze e le diversità fra la maniera di fotografare di Bazan a colori e in bianco e nero.

Nel corso della serata inaugurale, Ernesto Bazan incontrerà il pubblico e firmerà le copie del suo libro.


Ernesto Bazan
Nato a Palermo nel 1959, sin da giovane ha coltivato l’arte fotografica che è divenuta sua compagna di vita e passione incontenibile. Ha studiato fotografia alla School of Visual Arts di New York e dopo soli quattro anni è entrato a far parte dell’Agenzia Magnum dalla quale, però, si è distaccato presto per trovare una sua personale via d’espressione.
Bazan è diventato un maestro della fotografia riconosciuto internazionalmente; ha esposto in Europa, America Latina e negli Stati Uniti e i suoi lavori fanno parte di collezioni private e musei fra cui il MoMA e l’ICP di New York, il SFMoMA di San Francisco, il Museo di Fine Arts di Houston, il Center for Documentare Studies all’Università di Duke a Durham, il South East Museum of Photography a Daytona, la Fondazione Italiana della Fotografia a Torino, la Bibliothèque Nationale a Parigi e il Musée Réattu ad Arles, in Francia.
Dal 1992 ha costantemente viaggiato per Cuba sino a quando, nel 1997, ha incontrato l’amore della vita e ha deciso di trattenersi in quell’isola che poi sarebbe diventata la sua patria, un luogo magico dal quale ha tratto forte ispirazione, rappresentando il processo di gestazione dei suddetti libri, risultato di 14 anni di vita intensa e 2 di editing. I libri documentano il lungo e triste Periodo Especial cubano, così amava chiamarlo Fidel Castro durante il suo regime, e gli sono valsi alcuni tra i più prestigiosi premi internazionali di fotografia, primo fra tutti il W. Eugene Smith, considerato l’Oscar della fotografia documentaristica mondiale, il World Press Photo, due borse di studio delle Fondazioni Alicia Patterson e una dalla fondazione Guggenheim.

Gli album raccontano per immagini la personale esperienza di Bazan e sono il risultato di una lunga ricerca svolta sia dall’artista, sia dagli oltre quaranta alunni che negli anni hanno seguito i suoi workshop e che gran peso hanno avuto nella realizzazione del lavoro finito. In equilibrio tra un approccio documentaristico ed uno più intimo e personale, i libri rappresentano un ritratto della vita, degli incontri, della disperazione e della felicità di un popolo visto non con gli occhi di un estraneo, bensì con quelli di un conterraneo ormai totalmente inserito ed accolto dalla terra ospitante. Infatti, Bazan è diventato uno di loro, partecipando intimamente alla vita di un paese devastato dal regime e registrando nelle sue fotografie situazioni, relazioni e sentimenti che toccano le corde più profonde dell’animo umano.

Fonte: http://www.arte.it

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Amalia Di Lanno