Vettor Pisani, Senza Titolo 2005. Courtesy Fondazione Morra, Napoli ph. Diana Del Franco
La Fondazione Pino Pascali è lieta di annunciare la mostra personale di Vettor Pisani dal titolo “L’Enigma e il Segreto”, a cura di Giovanna dalla Chiesa e Carmelo Cipriani.
L’evento si inserisce nel prosieguo del nuovo format di Fondazione Pino Pascali "Confluenze" dedicato ad artisti che nel corso della loro carriera hanno incrociato la vita, la storia e l’opera di Pino Pascali innescando relazioni e straordinarie congiunture.
La mostra che ha il pregio di far luce per la prima volta sugli anni baresi dell'artista, è con oltre 60 opere tra disegni, collage, sculture, installazioni, progetti e stampe in pvc, la più ampia retrospettiva dedicata sino ad oggi a Vettor Pisani in terra di Puglia. Un focus, una lente per penetrare nell'universo del grande maestro, insignito del Premio Pascali nel 1970, senza operare alcun taglio storico, ma andando al vivo della sua complessità. Come nel caso di Pino Pascali, quel cosmo rappresenta il genio di una terra ricca di fermenti, percorsa in lungo e in largo da culture che ne hanno alimentato l'immaginario e, insieme, da un sofisticato spirito numerico, come quello di Fibonacci, che aleggia ovunque, convocando ripetutamente, sotto i nostri occhi, il mistero di un ordine geometrico, che orienta e ordina lo scheletro del mondo. Il cuore dell'opera di Vettor Pisani risiede nel suo Theatrum - R. C. Theatrum = Teatro Rosacroce e insieme Theatrum mundi - alla cui creazione ha collaborato per tutta la vita Mimma Pisani - un'architettura ideale, a forma di doppia semi croce, intorno a cui ruotano le più variegate espressioni del mondo fenomenico, in perenne metamorfosi tra gli estremi di Eros e Thanatos, di Realtà e Finzione, di Vita e di Morte. La complessità di questo universo invita ad annodare i fili che ne formano il nucleo profondo e chiede, semmai, che con i giusti accorgimenti, ciascuno ne ricerchi la chiave, nel rispetto del segreto che sta al fondo di ogni esistenza, come di ogni invisibile interiorità. Gli scorci, che le Sette Sale dell'esposizione – numero caro a Vettor Pisani, come somma del Tre e del Quattro, simboli di Spirito e Materia – presentano, vanno dagli esordi all'epilogo, dal centro alla periferia, attraverso un percorso frastagliato e prismatico che dagli Anni Settanta giunge fino ai Duemila, ma approda sempre a un centro: la doppia semi croce de Il Coniglio non ama Joseph Beuys della Biennale di Venezia del 1976, capace di agire e di espandersi, ogni volta, lungo i propri assi cardinali da Nord a Sud, da Est a Ovest, per aprirsi poi, verso un orizzonte infinito. Oltre ai temi di Edipo e la Sfinge – de Lo Scorrevole, della Piccola (con Fratel Coniglietto) e de la Grande Opera (con la Casa filosofica, Virginia Art Theatrum, sospesa su una cava di travertino, simbolo del processo da cui dovrà scaturire la Pietra Filosofale) – e alla qualità delle singole opere, la mostra presenta alcune splendide incursioni in un mondo privato e intimo, dall'intenso profumo di sogno e di erotismo – come nel magnifico ambiente di Animanimale (2008) – o al contrario, nella tragica storia dell'Occidente – come in GER:MANìA (1991) – che l'artista affronta ideologicamente, o ancora, nelle splendide installazioni di Concerto invisibile di Gino De Dominicis e Il Ventre della Gioconda, in cui Vettor Pisani era maestro. L'esposizione, in collaborazione con l'Archivio Vettor Pisani, presenta per la prima volta in Puglia un ricco corpus di opere - disegni, collage, sculture – un nucleo di video di Mimma Pisani - installazioni, progetti e stampe in pvc, che troveranno il loro approdo in un catalogo bilingue - italiano e inglese - (edizioni Sfera) che ne documenta gli aspetti, con saggi di Giovanna dalla Chiesa, Carmelo Cipriani, Asia Benedetti, Achille Bonito Oliva e Mimma Pisani.
Biografia
Nato a Bari il 14 giugno 1935, amava raccontare di essere figlio di un ufficiale della Marina e di una ballerina di strip-tease e di essere nato a Napoli o ad Ischia, isola che, insieme a Capri, ricorre di frequente nelle sue opere, dagli anni Settanta ai Duemila. Fin da giovane anima la vita culturale barese facendosi promotore d’iniziative d’avanguardia. Nel 1963 inaugura la Galleria La Metopa, con una personale di Aldo Calò. Nel 1965 costituisce, insieme a Gianni Leone (giovane intellettuale barese, che due anni prima lo ha affiancato nella nascita de La Metopa), il gruppo La Gironda che nel 1966 porta al Teatro Piccinni il Living Theatre. Esperienze che già rivelano il suo spirito anticonformista, in cui presto coinvolge anche Carmela Bruno, per lui e per tutti Mimma, che presto diventa la sua compagna di vita. Giunto a Roma nel 1968, nel 1970 tiene la sua prima personale “Maschile, femminile e androgino. Incesto e cannibalismo in Marcel Duchamp” presso la Galleria La Salita. La mostra non solo lo inserisce nell’ambiente d’avanguardia della capitale, ma gli fa aggiudicare in quello stesso anno la seconda edizione del Premio Nazionale “Pino Pascali”. Del 1970 è anche la partecipazione a “Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-70”, curata da Achille Bonito Oliva a Palazzo delle Esposizioni. Nel 1972, nello studio di Elisabetta Catalano, realizza l’installazione-performance Lo scorrevole (già esposta a Bari, ma senza performer femminile), presentata in quello stesso anno a Documenta 5 a Kassel. L’anno successivo presenta la performance Androgino. Carne umana e oro a “Contemporanea”, curata da Bonito Oliva e allestita nel nuovo parcheggio sotterraneo di Villa Borghese non ancora adibito allo scopo. Nel 1973 tiene con Michelangelo Pistoletto la mostra “Plagio” alla Galleria Marlborough di Roma. Nel 1976 è invitato a partecipare alla Sezione Ambiente della XXXVII Biennale di Venezia con Il coniglio non ama Joseph Beuys, opera anticipatrice di una ricerca che si protrarrà lungo tutta la sua carriera artistica. A quel primo invito a Venezia seguono quelli nel 1978, 1984, 1986, 1990, 1993 e 1995. Insofferente alle convenzioni e alla concezione tradizionale del fare arte, partito da Duchamp, De Chirico e il surrealismo e dai più prossimi Beuys e Klein, rintraccia in seguito la sua personale mitografia nella pittura di Böcklin (costante è il riferimento all’Isola dei morti) approda a Khnopff, Klinger, Moreau, Bellmer, fino al contemporaneo De Dominicis. Si appassiona all’alchimia e alla filosofia Rosacroce, intesa come stato di perfezione morale e spirituale, volto a diffondere le arti sotto l’egida di un’elevata spiritualità. Pratica indistintamente performance, installazione, scultura e collage. Attinge liberamente alla storia dell’arte, mixando opere celebri a immagini tratte dai rotocalchi. Nei decenni tra gli Ottanta e i Duemila la sua attività artistica si fa intensa. Negli anni Ottanta inizia la sua importante riflessione sul mito di Edipo e la Sfinge, con cui chiarisce l’importanza del Simbolismo come origine della modernità. Nel 1982 partecipa ad “Avanguardia/Transavanguardia” a Roma e ad “Italian Art Now: an american Perspective” al Guggenheim Museum di New York. Nel 1995, a Serre di Rapolano presso Siena, individua il luogo dove dare origine al Virginia art theatrum (Museo della Catastrofe), vasto progetto che lo impegna fino al 2006. Identifica nella dimora dinanzi alla Piramide Cestia e al Cimitero acattolico, cimitero degli artisti e dei poeti dove, nel 1986, aveva scritto di voler essere sepolto, il suo studio e ultima dimora, dove si toglie la vita il 22 agosto del 2011. Nel 2012 il MACRO di Roma organizza il primo omaggio a Vettor Pisani, post mortem a cui seguono varie personali. Tra il 2013 e il 2014 il MADRE di Napoli organizza una sua grande retrospettiva “Eroica/Antieroica". La mostra, che si svolge in rapida successione a Napoli e a Bari, nel Teatro Margherita, rispettivamente sua città elettiva e città natale, mette in luce la complessità della sua ricerca.
VETTOR PISANI. L’ENIGMA E IL SEGRETO
a cura di Giovanna dalla Chiesa e Carmelo Cipriani
Inaugurazione: 2 dicembre 2023, ore18
Apertura al pubblico: 2 dicembre 2023- 25 febbraio 2024
Orari: dal mercoledì alla domenica 10/13 – 16/20
Fondazione Pino Pascali, Via Parco del Lauro 119
Exchiesetta, Via Porto, centro storico
Info: 080 424 9534 - press@fondazionepascali.it
+39 3201122513