Franco Mulas "S-PAESAGGI" - Opere dal 1980 al 2013
(a cura di Roberto Gramiccia, con testi di Roberto Gramiccia, Walter Pedullà, Claudio Strinati.)
Dal 14 giugno (con inaugurazione il 13 giugno) all’8 settembre 2013 si
svolge, presso il Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, la
mostra "Franco Mulas. S-paesaggi. Opere dal 1980 al 2013", promossa da
Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico -
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Zètema
Progetto Cultura. L’esposizione è curata da Roberto Gramiccia, con testi di Roberto Gramiccia, Walter Pedullà, Claudio Strinati.
Gli S-paesaggi di Franco Mulas, esposti al Museo Carlo Bilotti,
rappresentano l’ultima tappa della lunga e inquieta ricerca di un
artista, fedele testimone del suo tempo.
Con un titolo che rimanda
espressamente al senso delle parole “paesaggio” e “spaesamento”, la
mostra si compone di quarantacinque oli su tavola, di grandi e medie
dimensioni, a testimonianza dello sguardo sul mondo e della pratica
artistica di un “modernissimo pittore all’antica”.
Opere in cui il
colore è protagonista assoluto e in cui domina un virtuosismo
straordinario, che non è mai fine a se stesso bensì sapientemente
utilizzato allo scopo di sollecitare le coscienze e smuovere gli
equilibri, contro la passività e l'omologazione.
Franco Mulas, nel
corso degli ultimi cinquanta anni, dimostrando una pervicace autonomia
culturale, ha riconosciuto come legittimi tre soli punti di riferimento
assoluti: l’amore per la pittura, l’attenzione alla società e
l’intelligenza critica. Qualità connotanti di tutta la sua carriera,
come dimostrano le opere storiche che rappresentano il prologo di questa
mostra: Albero rosso di Mondrian, Montagna d’acqua, Stalagmiti,
Big-burg e Ninfee.
Tramite il breve spezzone di storia
simbolicamente racchiuso nella teoria di questi dipinti si giunge,
attraversando le splendide sale del Museo Bilotti, alla grande
esplosione di creatività del ciclo delle Schegge e alla stagione ultima
di S-paesaggi che dà il nome alla mostra. Frammenti di paesaggi
drammatici e spaesanti rispetto a qualsiasi ipotesi di conciliazione con
un presente, di cui questo grande pittore denuncia la disumanizzante
disgregazione.
«Per raccontare il dramma del paesaggio – parole di
Mulas – uso delle nuance di colore impensabili ai tempi dei grandi
pittori di natura di fine Ottocento, ma che un bambino di oggi che passa
ore davanti al computer o alla televisione, percepisce come naturali».
L’artista non dipinge case, prati, montagne, fiumi o ponti, cartelli
pubblicitari, campi di calcio, marchi di fabbrica, oggetti di consumo,
figure, immagini digitali accattivanti o ripugnanti. Non dipinge queste
cose, ma tutte queste cose, ugualmente, sono dentro la sua pittura che
raccoglie in sé la forza e la velocità del gesto, centrifugando gli
elementi costitutivi di una realtà natural-tecnologica che tende verso
l’autodistruzione. Per questo Mulas parla di “dramma del paesaggio”.
Perché in esso c’è, “riassunta” metaforicamente, la crisi profonda del
nostro tempo.
Il catalogo della mostra "Franco Mulas. S-paesaggi. Opere dal 1980 al 2013" è edito da Palombi Editori.
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Amalia di Lanno