lunedì 24 giugno 2013

Francesco Donadei_Spaccato e sospeso. Armonie su una nota tenuta


Spaccato e sospeso. Armonie su una nota tenuta. 30 lavori inediti di questo pittore d'ispirazione metafisica: dipinti e stampe realizzati tra il 2012 e il 2013.

comunicato stampa
a cura di Stefania Valente

Tra una nota musicale e l’altra c’è sempre una pausa – un vuoto – che, come una spaccatura, crea separazione, divide un suono e l’altro. Talvolta, però, una nota si può prolungare, fino ad agganciarne un’altra - o con la voce o con gli strumenti - dando l’idea di qualcosa che rimane in sospeso, in bilico tra un confine e l’altro, tra due dimensioni diverse.

La metafora della “nota tenuta” - questo il termine tecnico utilizzato dagli “addetti ai lavori” - esprime l’essenza profonda delle opere di Francesco Donadei, artista romano che utilizza un linguaggio trascendentale, simbolico, lontano dalla realtà, per raccontare il suo universo interiore, animato soprattutto dai suoi cari.

La mostra “Spaccato e sospeso. Armonie su una nota tenuta”, a cura di Stefania Valente, dal 24 giungo al 6 luglio, presso la Galleria d’arte Iper Uranium, presenta una trentina di lavori inediti di questo pittore d’ispirazione metafisica: dipinti e stampe, realizzati, tra il 2012 e il 2013, che ruotano attorno all’immagine idealizzata della famiglia. «Attraverso la mie opere esprimo la serenità e l'armonia che respiravo a casa mia».

Una ricerca che trascende il reale, traducendo visivamente emozioni legate al passato, ai ricordi di una vita, un mondo “sospeso”, rimasto fermo nel tempo. La distinzione tra passato e presente viene rappresenta da Donadei con una linea verticale che divide in due parti ogni tela, cesura che interrompe a volte il contatto fisico dei soggetti immortalati, formanti insieme piccoli nuclei familiari, i più caratteristici della tradizione iconografica passata. In particolare si ripete la coppia madre-figlio: tema universale, tipico delle immagini sacre rinascimentali, epoca, a cui, in qualche modo, si ricollegano queste opere, ma che l’artista rivisita in chiave metafisica.

Fonte ideale d’ispirazione di questi lavori, a parte De Chirico a cui l’artista guarda consapevolmente, è soprattutto l’arte classica, tuttavia, il suo sguardo è rivolto anche alle tendenze artistiche più recenti (rivela interesse soprattutto verso l’arte “pop”, contaminazione che si percepisce specialmente nella produzione grafica).

L’artista, nato e cresciuto in un clima eccentrico e vivace, sin da piccolo si appassiona all’arte e anche alla musica. Lo svelano i suoi lavori in cui ricorre un strumento musicale. «Il violino racchiude in sé il mio passato inteso come ricordo e come sogno, ma anche come strumento affascinante dalle linee sinuose, armoniche e morbide, come quelle di una donna». La forma del violino, presente in ogni opera, richiama alla memoria l’immagine simbolica di un soggetto archetipo, la “grande madre”, mito che, nelle culture arcaiche, veniva rappresentato da una figura femminile dal corpo sinuoso.

Inaugurazione 24 giugno ore 18

Galleria Iper Uranium
Via dei Banchi Nuovi, 58 - Roma
Orario: aperto tutti i giorni, ore 11.00-19.00, chiuso domenica
Ingresso libero

Fonte: www.undo.net

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Amalia di Lanno