A Fluxus parteciparono, come raramente accade nella storia dell’arte,
diverse donne, artiste provenienti da luoghi e percorsi disparati – Yoko Ono, Charlotte Moorman, Alison Knowles, Shigeko Kubota, Takako Saito, Mieko (Chieko) Shiomi
– oltre a figure che incrociarono Fluxus nel corso di un cammino
artistico e teorico individuale, come Kate Millet, femminista ed
attivista, Simone Forti e Carolee Schneemann attive al Judson Dance
Theater di New York all’inizio degli anni Sessanta.
Ed è proprio da questa angolazione, ampliata ad una ricostruzione genealogica dell’intero percorso artistico, che la mostra WOMEN IN FLUXUS & Other Experimental Tales – promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia dal 10 novembre al 10 febbraio
– intende raccontare la storia e la filosofia Fluxus. Due saranno i
percorsi tematici di lettura proposti dall’esposizione: da un lato
l’aspetto (proto)concettuale del fenomeno sperimentale, già implicito
nel termine ‘Concept Art’ coniato da Henry Flynt che prese corpo nei
concerti di Musica Antiqua et Nova (s)coordinati da George Maciunas
nella AG Gallery (New York, 1961); dall’altro, la selezione di opere di
artiste che indaga(ro)no, parallelamente all’implicita critica al
sistema dell’arte, nuovi concetti di identità considerando il ruolo e
pertanto l’immagine femminile come prodotti dalla realtà sociale e
culturale – identità non più solo scritte, ma anche scriventi, in senso
linguistico e performativo.
Nella mostra WOMEN IN FLUXUS & Other Experimental Tales di Palazzo Magnani verranno presentate, oltre ad opere scelte di singole artiste, documentazioni di eventi e spartiti (Event Scores), riprese video, fotografie, dischi, oggetti, documenti cartacei, Fluxus Yearboxes e altri avvincenti materiali relativi alle serate Fluxus.
Nella mostra WOMEN IN FLUXUS & Other Experimental Tales di Palazzo Magnani verranno presentate, oltre ad opere scelte di singole artiste, documentazioni di eventi e spartiti (Event Scores), riprese video, fotografie, dischi, oggetti, documenti cartacei, Fluxus Yearboxes e altri avvincenti materiali relativi alle serate Fluxus.
Le opere scelte provengono dalle più importanti collezioni italiane e intendono ripercorrere quell’incredibile momento d’interdisciplinarietà
come indisciplinarietà programmatica, che Dick Higgins chiamò
Intermedia, e che scrisse parte della storia dell’arte contemporanea,
anche a Reggio Emilia. Si tratterà, infine, di una genealogia aperta
allo sconfinamento nella realtà dei visitatori e visitatrici, invitati a
partecipare attivamente alla visita, come nella filosofia di Fluxus.
Tra gli autori delle oltre 200 opere in mostra: George Maciunas, George
Brecht, Nam June Paik, Alison Knowles, Charlotte Moorman, Takako Saito,
Mieko Shiomi, Yoko Ono, Joe Jones, John Cage, Ben Vautier, La Monte
Young, Jackson Mac Low, Robert Filliou, Ben Patterson, Dick Higgins,
Robert Watts, Carolee Schneemann, Shigeko Kubota, Simone Forti, Anna
Halprin, Philip Corner, Giuseppe Chiari, Henry Flynt, Ay-O, Eric
Andersen, Geoffrey Hendricks, Milan Knízák, Al Hansen, Alice Hutchins e
altri ancora.
La mostra è realizzata dal Comitato scientifico e organizzativo
coordinato da Elena Zanichelli e composto da Luigi Bonotto, Federica
Boragina, Silvia Cavalchi, Rosanna Chiessi, Federica Franceschini,
Gianni-Emilio Simonetti.
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Fonte: www.tafter.it
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Amalia Di Lanno