CHIUDE sabato 22 Gennaio “Tagli e Dettagli” di Anna Costantini alla Galleria La Conversazione
Per il finissage poesie interpretate nella lingua dei segni (LIS)
Sabato 22 gennaio, dalle ore 18.00, presso il Loft Entasis “La Conversazione” (Via Antonino di Giorgio, 11 a Roma - laconversazione@gmail.com / tel/fax 06 33225219), in occasione del finissage della mostra "Tagli e dettagli" dell’artista Anna Costantini, la galleria invita a una lettura di brani poetici. Testi tratti dalla produzione della stessa Costantini, di Angelo Sagnelli, già vincitore della Biennale di Poesia Lettera d’argento 2008, e di Stefania Lubrani, artista e poetessa. Le liriche saranno proposte anche nella lingua dei segni (LIS), eseguite dall'interprete Simona Cutrì.
La mostra, la cui vernice si è tenuta il 13 gennaio scorso è stata presentata dal critico Danilo Maestosi e, dal vivo, dal Maestro Ennio Calabria, di fronte ad un pubblico composto da artisti, giornalisti, critici d’arte, galleristi e un folto pubblico di amanti della pittura. Tra questi: il noto critico d’arte Carlo Fabrizio Carli, il regista Roberto Capanna, l’economista Raoul Wittemberg, il gallerista Marco Pezzali, la nota blogger-giornalista Ella Baffoni il fotoreporter Mimmo Frassineti, gli artisti Mirko Pagliacci, Ivan e Alexander Jakhnagiev.
Anna Costantini “firma emergente della scuola informale romana” (Il Messaggero) ha proposto una collezione di opere di diversi formati: “dettagli” di 30x30 cm e di cm 20x20, intitolati ciascuno Autocitazione, perché estrapolati da lavori più grandi, dipinti fin dal 2007; si tratta di pannelli di pura pasta di legno vegetale al 100%, trattati con diverse tecniche e materiali (catramina liquida lavorata alla trementina, smalti all’acqua o nitro, spry, acrilici, olii, pastelli, ecc).
“Seguendo una logica che vuole che a volte la parte, o la somma delle diverse parti, sia migliore di quella che ha generato l’input magmatico articolato e complessivo di un’opera, si è data vita ai dettagli (partendo con l’estrapolare i primi 30x30 cm nel 2009, seguiti nel 2010/2011 dai 20x20 cm), magari ritagliando un’opera non perfettamente risolta o momentaneamente perduta nei meandri della mente che vagola dietro colori e ombre, o insegue un grido rosso che rischia di trasformarsi in afasia”, afferma la stessa Costantini. “Se un dettaglio fuori posto falsava la visione del tutto, perché non cercare e ritrovare il tutto in un altro dettaglio? Isolandolo e riconvertendolo – spiega inoltre nel testo di presentazione Maestosi - Trovandogli o fornendogli un cuore o una voce nuovi se quella scheggia amputata ne avesse avuto bisogno per tornare a respirare. Già perché d'un 'operazione chirurgica c'era comunque bisogno. E di molto coraggio. Perché ci vuole molto coraggio a distruggere, distruggersi per ripartire. Rompere i giochi e rimettersi in gioco”. Così, i pannelli vengono derubati e sembrano ora perdere il loro senso: rimarranno forse per sempre indecifrabili e irrisolvibili. Ma audacemente ritrovano un proprio perché proprio nei “tagli”, “generando – afferma Simonetta Milazzo, curatrice della mostra - realizzazioni oggettuali compiute, destinate ad una nuova visione, il cui senso si rintraccia più audace ed elevato proprio in questo rinnovarsi di forme, dove tout se tient. Un marchio personale, il suo, fatto di pittura segnica e materica. Creazioni artistiche svincolate però da allettanti richiami ad altre esperienze e invece dalla caratteristica impronta drammatica, cariche di colore e capaci di imprimere un’accentuata profondità”. Nascono così le tre grandi opere che operano un passaggio da eclettiche e mobili a fisse: si tratta di quei pannelli da cui sono state sottratte le “Autocitazioni” 30x30cm, opere ora storicizzate: i pannelli ormai ridotti a maschere bucate sono andati a re-incontrarsi, a re-inventarsi e re-interpretarsi in altri “dettagli” e a omaggiare il mito dell’Araba Fenice, che risorge dalle proprie ceneri. Sono nate così: “La speranza della Fenice”, cm 220 x cm 125, “L’immortalità dell’uccello di fuoco”, cm 232x cm 115 e “La muta delle piume”, cm 120x cm 85). Chiude il ciclo un’opera mobile, che provoca i visitatori a ridefinirla sempre in altro modo: i pannelli da cui sono stati sottratte le Autocitazioni 20x20 cm sono lì, a disposizione di chi voglia suggerire o porvi mano affinché diventi un'altra o tante altre opere ancora da inventare. “I quadri sono defraudati nel profondo o solo in apparenza?”, sembra la provocazione dell’artista. “Vero è che vengono anch’essi restituiti a nuova vita – afferma ancora l’artista - I due grandi assemblaggi fissi e il lavoro mobile riportano le opere a ri-cercarsi, a re-incontrarsi, a re-inventarsi in altri dettagli, in altri punti di fuga e di stasi, con la voglia di ritrovare quel filo rosso che sembrava ormai smarrito, mancato per sempre”.
A margine di questa mostra così complessa eppure così compatta e strutturata, il dittico "Senza respiro", che ha rappresentato la Combinata Nordica per la II Esposizione d’Arte “Spirito Olimpico italiano. Educare alla contemporaneità delle culture e alla pace” (organizzata dal CONI e dalla Galleria “Il Salotto dell’Arte di Torino”, in occasione dei Giochi Olimpici invernali di Vancouver 2010 (unica opera informale selezionata), ed è stato esposto a Casa Italia in Canada (in allegato la foto del quadro e del pluricampione Yuri Chechi, davanti a quest'opera a Vancouver). L’opera è dedicata al film “Die Grosse Ekstase des Bildschnitzers Steiner”, del regista Werner Herzog. Protagonista ne è Walter Steiner, medaglia d’oro nel mondiale di volo con gli sci, nel ’72. La pellicola si chiude sui versi di una poesia di Robert Walser: “Io dovrei essere solo al mondo, io, Steiner e nessun’altra forma di vita. Niente sole, niente cultura, io nudo sopra un’alta roccia, senza tempeste, senza neve, senza banche, senza soldi, senza tempo e senza respiro. Allora di sicuro non avrei più paura”. Da questa lirica prende il titolo l’opera (dittico formato da due pannelli in pura pasta di legno vegetale al 100%, per un totale di cm 240 in h cm 85 di b).
Nella propria pratica artistica utilizza molteplici materiali, strumenti, pigmenti e supporti. Tra le sue sperimentazioni più note, la pittura su motori in moto (tra le opere più note il “Girasolodischi”, scelto come apertura di un servizio culturale, sul TG3 Nazionale, nel marzo 2008 (primi 20 secondi, in apertura: http://www.youtube.com/watch?v=snhCYJRUi0Y ). Foto delle sue opere, anche di questa specifica mostra - a firma di Mimmo Frassineti – sono presenti sul sito dell’Agenzia giornalistica fotografica italiana, www.agf-centralephoto.com.
Anna Costantini è nata a Roma nel 1970. Giornalista, a lungo responsabile dell’Area Cultura dell’Associazione Stampa Romana, come freelance e operatrice di pace ha visitato numerosi Paesi, spesso quadranti complessi di Mondo. Per citare solo alcune tra le mete toccate: l’Ulster, dove va all’apertura dell’Inquiry sulla Bloody Sunday; la Turchia, dove visita i campi profughi Kurdi; il Libano, dove si reca invece in quelli sciaguratamente noti di Sabra e Chatila. Ha al suo attivo numerose mostre in Italia e all’estero (Varsavia, Hangzhou, Londra, Berlino, Lubiana, Zamosc, Vancouver, ecc…); le sue opere sono pubblicate su numerosi cataloghi e diverse riviste. Di lei hanno scritto critici e giornalisti. Vive e lavora tra Roma, il Circeo e i Monti della Laga.
Nel Febbraio 2010 viene selezionata dalla “Galleria Studio S” di Roma, di Carmine Siniscalco (Presidente dell’A.R.G.A.M. – Associazione Romana Gallerie Arte Moderna), per il Nuovo Premio Lissone, prestigioso concorso internazionale, “che prevede la partecipazione di artisti invitati da una apposita commissione, composta volta a volta da critici o direttori di musei, che segnalano autori secondo loro meritevoli di particolare attenzione”.
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Per il finissage poesie interpretate nella lingua dei segni (LIS)
Sabato 22 gennaio, dalle ore 18.00, presso il Loft Entasis “La Conversazione” (Via Antonino di Giorgio, 11 a Roma - laconversazione@gmail.com / tel/fax 06 33225219), in occasione del finissage della mostra "Tagli e dettagli" dell’artista Anna Costantini, la galleria invita a una lettura di brani poetici. Testi tratti dalla produzione della stessa Costantini, di Angelo Sagnelli, già vincitore della Biennale di Poesia Lettera d’argento 2008, e di Stefania Lubrani, artista e poetessa. Le liriche saranno proposte anche nella lingua dei segni (LIS), eseguite dall'interprete Simona Cutrì.
La mostra, la cui vernice si è tenuta il 13 gennaio scorso è stata presentata dal critico Danilo Maestosi e, dal vivo, dal Maestro Ennio Calabria, di fronte ad un pubblico composto da artisti, giornalisti, critici d’arte, galleristi e un folto pubblico di amanti della pittura. Tra questi: il noto critico d’arte Carlo Fabrizio Carli, il regista Roberto Capanna, l’economista Raoul Wittemberg, il gallerista Marco Pezzali, la nota blogger-giornalista Ella Baffoni il fotoreporter Mimmo Frassineti, gli artisti Mirko Pagliacci, Ivan e Alexander Jakhnagiev.
Anna Costantini “firma emergente della scuola informale romana” (Il Messaggero) ha proposto una collezione di opere di diversi formati: “dettagli” di 30x30 cm e di cm 20x20, intitolati ciascuno Autocitazione, perché estrapolati da lavori più grandi, dipinti fin dal 2007; si tratta di pannelli di pura pasta di legno vegetale al 100%, trattati con diverse tecniche e materiali (catramina liquida lavorata alla trementina, smalti all’acqua o nitro, spry, acrilici, olii, pastelli, ecc).
“Seguendo una logica che vuole che a volte la parte, o la somma delle diverse parti, sia migliore di quella che ha generato l’input magmatico articolato e complessivo di un’opera, si è data vita ai dettagli (partendo con l’estrapolare i primi 30x30 cm nel 2009, seguiti nel 2010/2011 dai 20x20 cm), magari ritagliando un’opera non perfettamente risolta o momentaneamente perduta nei meandri della mente che vagola dietro colori e ombre, o insegue un grido rosso che rischia di trasformarsi in afasia”, afferma la stessa Costantini. “Se un dettaglio fuori posto falsava la visione del tutto, perché non cercare e ritrovare il tutto in un altro dettaglio? Isolandolo e riconvertendolo – spiega inoltre nel testo di presentazione Maestosi - Trovandogli o fornendogli un cuore o una voce nuovi se quella scheggia amputata ne avesse avuto bisogno per tornare a respirare. Già perché d'un 'operazione chirurgica c'era comunque bisogno. E di molto coraggio. Perché ci vuole molto coraggio a distruggere, distruggersi per ripartire. Rompere i giochi e rimettersi in gioco”. Così, i pannelli vengono derubati e sembrano ora perdere il loro senso: rimarranno forse per sempre indecifrabili e irrisolvibili. Ma audacemente ritrovano un proprio perché proprio nei “tagli”, “generando – afferma Simonetta Milazzo, curatrice della mostra - realizzazioni oggettuali compiute, destinate ad una nuova visione, il cui senso si rintraccia più audace ed elevato proprio in questo rinnovarsi di forme, dove tout se tient. Un marchio personale, il suo, fatto di pittura segnica e materica. Creazioni artistiche svincolate però da allettanti richiami ad altre esperienze e invece dalla caratteristica impronta drammatica, cariche di colore e capaci di imprimere un’accentuata profondità”. Nascono così le tre grandi opere che operano un passaggio da eclettiche e mobili a fisse: si tratta di quei pannelli da cui sono state sottratte le “Autocitazioni” 30x30cm, opere ora storicizzate: i pannelli ormai ridotti a maschere bucate sono andati a re-incontrarsi, a re-inventarsi e re-interpretarsi in altri “dettagli” e a omaggiare il mito dell’Araba Fenice, che risorge dalle proprie ceneri. Sono nate così: “La speranza della Fenice”, cm 220 x cm 125, “L’immortalità dell’uccello di fuoco”, cm 232x cm 115 e “La muta delle piume”, cm 120x cm 85). Chiude il ciclo un’opera mobile, che provoca i visitatori a ridefinirla sempre in altro modo: i pannelli da cui sono stati sottratte le Autocitazioni 20x20 cm sono lì, a disposizione di chi voglia suggerire o porvi mano affinché diventi un'altra o tante altre opere ancora da inventare. “I quadri sono defraudati nel profondo o solo in apparenza?”, sembra la provocazione dell’artista. “Vero è che vengono anch’essi restituiti a nuova vita – afferma ancora l’artista - I due grandi assemblaggi fissi e il lavoro mobile riportano le opere a ri-cercarsi, a re-incontrarsi, a re-inventarsi in altri dettagli, in altri punti di fuga e di stasi, con la voglia di ritrovare quel filo rosso che sembrava ormai smarrito, mancato per sempre”.
A margine di questa mostra così complessa eppure così compatta e strutturata, il dittico "Senza respiro", che ha rappresentato la Combinata Nordica per la II Esposizione d’Arte “Spirito Olimpico italiano. Educare alla contemporaneità delle culture e alla pace” (organizzata dal CONI e dalla Galleria “Il Salotto dell’Arte di Torino”, in occasione dei Giochi Olimpici invernali di Vancouver 2010 (unica opera informale selezionata), ed è stato esposto a Casa Italia in Canada (in allegato la foto del quadro e del pluricampione Yuri Chechi, davanti a quest'opera a Vancouver). L’opera è dedicata al film “Die Grosse Ekstase des Bildschnitzers Steiner”, del regista Werner Herzog. Protagonista ne è Walter Steiner, medaglia d’oro nel mondiale di volo con gli sci, nel ’72. La pellicola si chiude sui versi di una poesia di Robert Walser: “Io dovrei essere solo al mondo, io, Steiner e nessun’altra forma di vita. Niente sole, niente cultura, io nudo sopra un’alta roccia, senza tempeste, senza neve, senza banche, senza soldi, senza tempo e senza respiro. Allora di sicuro non avrei più paura”. Da questa lirica prende il titolo l’opera (dittico formato da due pannelli in pura pasta di legno vegetale al 100%, per un totale di cm 240 in h cm 85 di b).
Nella propria pratica artistica utilizza molteplici materiali, strumenti, pigmenti e supporti. Tra le sue sperimentazioni più note, la pittura su motori in moto (tra le opere più note il “Girasolodischi”, scelto come apertura di un servizio culturale, sul TG3 Nazionale, nel marzo 2008 (primi 20 secondi, in apertura: http://www.youtube.com/watch?v=snhCYJRUi0Y ). Foto delle sue opere, anche di questa specifica mostra - a firma di Mimmo Frassineti – sono presenti sul sito dell’Agenzia giornalistica fotografica italiana, www.agf-centralephoto.com.
Anna Costantini è nata a Roma nel 1970. Giornalista, a lungo responsabile dell’Area Cultura dell’Associazione Stampa Romana, come freelance e operatrice di pace ha visitato numerosi Paesi, spesso quadranti complessi di Mondo. Per citare solo alcune tra le mete toccate: l’Ulster, dove va all’apertura dell’Inquiry sulla Bloody Sunday; la Turchia, dove visita i campi profughi Kurdi; il Libano, dove si reca invece in quelli sciaguratamente noti di Sabra e Chatila. Ha al suo attivo numerose mostre in Italia e all’estero (Varsavia, Hangzhou, Londra, Berlino, Lubiana, Zamosc, Vancouver, ecc…); le sue opere sono pubblicate su numerosi cataloghi e diverse riviste. Di lei hanno scritto critici e giornalisti. Vive e lavora tra Roma, il Circeo e i Monti della Laga.
Nel Febbraio 2010 viene selezionata dalla “Galleria Studio S” di Roma, di Carmine Siniscalco (Presidente dell’A.R.G.A.M. – Associazione Romana Gallerie Arte Moderna), per il Nuovo Premio Lissone, prestigioso concorso internazionale, “che prevede la partecipazione di artisti invitati da una apposita commissione, composta volta a volta da critici o direttori di musei, che segnalano autori secondo loro meritevoli di particolare attenzione”.
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