mercoledì 5 febbraio 2020

SCULPTURAL TRAINING

Joseph Beuys, The sense of hearing, 1974, fotolitografia, 23,5 x 30 cm


L’idea di indagare una concezione di scultura in termini più ampi e complessi di quelli che la semplice produzione di un manufatto tridimensionale presuppone è alla base di questo primo progetto espositivo che il Museo Temporale Navile propone per il 2020. Lo stesso museo, fin dal principio delle sue attività, è stato concepito come una forma scultorea e più in generale come un’opera d’arte immateriale. Da questo punto di vista non è un caso che gli ideatori del museo siano due artisti. 

Quella di allargare i confini tradizionalmente intesi dell’opera d’arte e della sua funzione nella società, è uno dei centri di interessi di mtn, insieme alla messa a punto di una nuova idea di museo d’arte contemporanea. La necessità di volere uscire dal campo specialistico dell’arte per intrecciarla all’intero percorso evolutivo della società è il primo parametro con cui gli artisti della mostra “Sculptural Training” si sono confrontati, sviluppando quanto Joseph Beuys, a sua volta ispirato dal pensiero antroposofico di Rudolf Steiner, negli anni 70 poneva come base della cosiddetta scultura sociale. 

L’addestramento cui fa riferimento il titolo della mostra è legato all’esercitasi nel mettere a punto un tipo di pensiero di natura scultorea, perché capace di disincantare il mutismo della fredda materialità terrestre, investendola di forza calorica. Così l’oggetto dell’attività scultorea non è più, o non solo, la creazione di manufatti, bensì l’intero ordine del reale. 

I percorsi creativi in mostra sono frutto di questa rinnovata vitalità, di un nuovo rapporto stabilito con la realtà che, superate la parzialità di concezioni astratte ed equivoche, viene sperimentata come il risultato di tutte le attività di pensiero degli esseri umani. Ogni artista più che un’opera presenta un percorso conoscitivo e, insieme a questo, offre alcuni strumenti a cui tutti possono accedere, e in seguito utilizzare, per agire plasticamente sul rapporto enigmatico tra l’essere umano e il mondo nel quale è inserito. Fotografia, video, performance, installazione, incontri pubblici sono i dispositivi utilizzati in questo progetto per esplorare la pratica del pensiero scultoreo. La partecipazione attiva del “pubblico” è essenziale per il funzionamento del processo creativo. Un documentario racconterà tutte le fasi di “Sculptural Training”.

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SCULPTURAL TRAINING
Alcuni appunti sul progetto espositivo di Marcello Tedesco

Il pensiero scultoreo
La base del pensiero scultoreo, di cui questa mostra è espressione, consiste nel distinguere il Pensiero come forza vitale dai contenuti che questa forza può o meno ospitare. Come dire che i pensieri non sono affatto il Pensiero, così come i vestiti che qualcuno indossa non sono di fatto quella persona. Esercitarsi in questa distinzione permette di conoscere l’energia pre-dialettica inerente al Pensiero, che diventa dunque una vera e propria forza in grado di agire e determinare plasticamente la realtà. In quest’ottica, la scultura oggi non è solo la capacità di creare dei manufatti tridimensionali, bensì l’avere addestrato e dinamicizzato il Pensiero fino a farlo diventare una forza creativa in rapporto alla realtà. Oggi intravediamo la necessità di considerare il processo creativo come un fatto a cui tutti indistintamente sono chiamati.

La materia, dissolto l’enigma della mineralità, è il tempo
La scultura, così come la vita degli uomini, sembra essere avvinta fatalmente alla densità muta della mineralità. Il labirinto della materia sembra davvero impenetrabile e tuttavia ci si aspetta dal suo mutismo una qualche direzione e orientamento. L’uomo che usa il pensiero scultoreo inverte questo rapporto, investendo la fredda mineralità di quella forza calorica, vale a dire di vita, con la quale la densità spaziale della materia si dissolve in una ampia e salutare dimensione temporale, una sconosciuta durata musicale inerente all’interiorità dell’uomo. Un esempio di questo processo può essere tratto dal mondo naturale: il nero carbone investito da calore e pressione millenaria si metamorfizza in diamante, manifestazione stessa del tempo e superamento della densità materica.

Pensiero scultoreo e cultura
Così come si tende a identificare, erroneamente, gli abiti che qualcuno indossa con la persona stessa, così anche si è progressivamente affermata la credenza che la discorsività culturale coincida con la creazione artistica. Con cultura si intende neutralmente identificare quanto è stato in qualche modo già codificato, e in una qualche misura si pone come fenomeno irreversibile. Intuitivo è il comprendere la profonda stasi che un tale fatto comporta. Anche se potrebbe risultare molto radicale da sostenere, tuttavia in questa ottica la cultura è una forza anti-creativa. Si rischia, senza accorgersene, di avere una poderosa quanto effimera attività culturale, senza di fatto averne nessuna creativa, ovvero dinamica, allineata con l’attuale processo evolutivo dell’essere umano. Il pensiero scultoreo si pone diversamente in un territorio sconosciuto, inesplorato: dalla zona celebrale si è coscientemente spostato in quella ritmica, cardiaca. E da qui ha imparato a disincantare con forza le superstizioni, mascherate di adamantina oggettività, del pensiero dialettico/speculativo. Ottenendo così una profonda intuizione di ciò che è possibile ma tuttavia ancora irrealizzato. Il pensiero scultoreo sente che l’uomo non è veramente ancora mai stato e da qui parte per le sue esplorazioni.

Le forze scultoree del pensiero: immaginazione, ispirazione, intuizione
Uscendo dall’ingenuo realismo di un pensiero avvinto alla mineralità, si incontrano tre forze capaci di ridestare il pensiero alla sua attività principale: la creazione. Immaginazione, ispirazione e intuizione sono i fondamenti che permettono la nascita di una nuova teoria della conoscenza basata sui parametri di una riconquistata libertà, ovvero di un nuovo e bilanciato rapporto tra l’uomo e la realtà che, per il momento inconsciamente, egli crea.

Infine l’umorismo
Nell’ottica di lavorare con delle forze vive e non con delle esangui astrazioni, la funzione dell’umorismo è fondamentale per riportare ad azione ritmica quanto si è necroticamente irrigidito sino a divenire luogo comune privo di contenuto. L’esercizio e l’addestramento all’umorismo permette di afferrare e metamorfizzare la tetraggine delle forze anti scultoree. Umoristico è scolpire il muto blocco di marmo, sottraendo da esso tutto ciò che è in eccesso, che blocca l’attività ritmica, che occulta la verità, la quale, come è noto, ama ridere.


SCULPTURAL TRAINING
MTN I MUSEO TEMPORANEO NAVILE
via John Cage 11/a-13/a, Bologna

JOSEPH BEUYS | DOMENICO BRANCALE | DANIELE D’ACQUISTO | NICCOLÒ MORGAN GANDOLFI ALBERTO SCODRO | MARCELLO TEDESCO | MOE YOSHIDA

Fino al 7 marzo 2020
Orari: martedì, giovedì, sabato dalle 15 alle 19 o su appuntamento

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