Mars presenta “Firmament” mostra personale di Debora Hirsch, a cura di Fabio Carnaghi.
La mostra è il terzo appuntamento di “My Room On Mars”, una rassegna di progetti speciali che propongono MARS quale specifico luogo di riflessione a partire dalla sua anomala, ma ormai peculiare, conformazione di white cube accidentale. La pratica artistica di Debora Hirsch esplora l’ambiguità del sistema della comunicazione contemporanea che si esprime attraverso i linguaggi eterogenei della cultura post-digitale. Il progetto site-specific pensato per Mars evoca nebulose e costellazioni, laddove lo spazio è lo zero assoluto, la tabula rasa, in cui, come tessere di un mosaico le opere migrano sospese a svelare il mondo di significati nascosti che tutta la realtà sottende. Il tema della conoscenza implica dunque uno sforzo epistemico, uno svelamento che la superficie digitalizzata ormai nasconde e offusca.
Debora Hirsch è nata a São Paulo, Brasile. Vive e lavora a Milano. Ha esposto in musei, istituzioni e gallerie d’arte, alcune delle sue ultime mostre: nGbK, Berlino; MOCAK Museum of Contemporary Art in Krakow, Krakow; WhiteBox, New York; Galleria Pack, Milano; Anthology Film Archives, New York; Palazzo della Ragione, Verona; MuBE Museu Brasileiro da Escultura, São Paulo; MACRO, Rome. Nel 2018 sarà artista in residenza presso RU – Residency Unlimited, New York.
Debora Hirsch
Firmament
Approdi Metafisici
di Fabio Carnaghi
“Firmament” è una costellazione, una nebulosa, una congiunzione di corpi eterei che vede nella sospensione il suo carattere intrinseco. Sembra di essere di fronte ad una visione ologrammatica che si traduce in una sorta di rebus, di enigma da risolvere offerto all’osservatore e che risiede nella sua scrutabilità inattesa. Dalla forma al contenuto, dal tridimensionale al bidimensionale, dal concreto all’ideale, l’installazione di Debora Hirsch esplora i territori della conoscenza, gli anditi dei meccanismi subliminali, i percorsi della comunicazione. Tutta la ricerca di Debora Hirsch ha da sempre riflettuto sulla dinamica percettiva di contatto tra superficie e contenuto del reale, laddove la mente si possa spingere e talvolta finisca per tornare sconfitta, ingannata, elusa. In questo eterotopo, che spesso si traduce in un’indagine gnoseologica della comunicazione nella cultura post-digitale, il limite tra dato fisico e intellegibilità o immaginazione umane è lo spettro su cui si concentra l’attenzione più acuta ed approfondita dalla quale scaturisce l’individuazione di una zona internodale tra conoscenza sensibile e conoscenza scientifica, in altre parole tra conoscere opinabile e sapere assoluto. Nell’installazione site-specific pensata per MARS, si apre un nuovo itinerario, un nuovo campo di esplorazione. L’illuminazione rappresenta uno stimolo sia percettivo che astratto: Hirsch costruisce uno spazio che assume la suggestione ora di una rappresentazione cosmologica, ora di un teatro anatomico della realtà, in ogni caso palinsesto simbolico-filosofico che evoca una forza maieutica. Un solido monolitico modifica lo spazio presentandone un saggio, quasi una zolla materica, dando forma al vuoto che lo sovrasta e di cui è parte mancante. Infine, un dipinto riporta a un’atmosfera iperuranica in cui una struttura architetturale si smaterializza in ramificazioni organiche. Entra in gioco una dimensione che valorizza il vuoto come spazio sconosciuto per migrazioni immaginifiche. Inspiegabili alla ragione, forme organiche, automatismi innati sin dalla giovinezza nell’esperienza dell’artista, sono impresse come proiezioni cerebrali nella trama materica della pittura, mezzo poetico che può assumere ogni possibilità al rango di esistente, senza mediazioni ontologiche. Il grigio di pietra, quasi minerale, è il lapis primordiale e magmatico in cui l’invisibilità dei processi mentali prende forma. “Firmament” è dunque un esperimento in cui emergono chiaramente i labili confini tra conoscenza intuitiva immediata e scienza, sapere mediato. La scommessa intuitiva che la pittura raccoglie è inafferrabile, dimostrando il dinamismo della materia che si fa energia. L’intervento di Hirsch – in superficie semplice e puro nei suoi elementi minimali, ma complesso nel suo apparato teorico-strutturale - mette in luce una materia fatta di vuoto, che esiste nonostante l’apparenza. Si svela un mondo invisibile che si cela oltre i sensi e in cui tutto è connesso. L’installazione crea così una condizione di correlazioni a distanza, che determinano una specie entanglement, a dimostrazione dell’indeterminazione della scienza e a favore dell’intuitività che sa cogliere il fantasmatico confine tra essere fisico e metafisica.
Firmament_press release / ENGLISH
Debora Hirsch
Firmament
curated by Fabio Carnaghi
October 18 – November 2, 2017
by appointment
MARS presents "Firmament", a solo show by Debora Hirsch, curated by Fabio Carnaghi.
The exhibition is the third in a series of special projects entitled “My Room On Mars” that will present new points of view of MARS as anomalous white cube. In her artistic practice, Debora Hirsch explores the ambiguity of contemporary communication system, heterogeneous language and post-digital culture. In the site-specific project that she conceived for Mars, Debora Hirsch evokes nebulae and constellations, there where the space is absolute zero, the tabula rasa in which, like tiles of a mosaic, the suspended artworks migrate to unveil a world of hidden meanings that reality encloses. The subject of knowledge implies then an epistemic effort, a disclosure that the digitized surface hides and blurs. Debora Hirsch, born in São Paulo, Brazil. Lives and works in Milan. She has recently shown in museums, institutions and art galleries such as: nGbK, Berlin; MOCAK Museum of Contemporary Art in Krakow, Krakow; WhiteBox, New York; Galleria Pack, Milan; Anthology Film Archives, New York; Palazzo della Ragione, Verona; MuBE Museu Brasileiro da Escultura, São Paulo; MACRO, Rome. In 2018, she will be artist-in-residence at RU – Residency Unlimited, New York.
Debora Hirsch
Firmament
Metaphysical Approaches
by Fabio Carnaghi
"Firmament" is a constellation, a nebula, a conjunction of ethereal bodies finding its intrinsic character through permanent suspension. We seem to be in front of a hologramatic vision that translates into a kind of rebus, an enigma of unexpected meaning for the viewer to be solved. From form to content, from three to two-dimensional, from concrete to ideal, the installation by Debora Hirsch explores the territories of knowledge, the outlines of subliminal mechanisms, the pathways of communication. Debora Hirsch’s research has always reflected on the perceptive dynamic of the contact between the surface and the substance of the real, there where the mind exceeds its boundaries. In this heterotopia, often translating into a gnoseological investigation on communication in a post-digital culture, the limit between physical data and intelligibility is the spectrum on which the most acute and in-depth attention finds the identification of an internodal area between sensitive knowledge and scientific one, in other words, between relative and absolute knowledge. In this site-specific installation developed for MARS, a new point of view and exploration field take place, where even the lighting becomes a perceptive and abstract stimulus: Hirsch builds a space suggesting sometimes a cosmological representation, or in any case a symbolic-philosophical palimpsest that evokes a maieutic force. A monolithic solid modifies the space giving shape to the vacuum that stretches out above it, of which it is a missing part. Finally, a painting depicts a hyperuranic atmosphere in which an architectural structure is dematerialized in organic branches. Enhancing the void in an unknown space that will host imaginative migrations, through organic shapes and innate automatisms imprinted as brain projections in the material weave of painting the artist exposes a poetic medium that assumes every possible shape, without ontological mediations. The mineral stone gray is the primordial and magmatic lapis in which the invisibility of mental processes takes shape. "Firmament" is therefore an experiment in which the vacillating boundaries between intuitive instant knowledge and scientific mediated one are exposed, while matter becomes energy in the painting’s elusive immediate presence. Hirsch's intervention – a pure and simple appearance through minimal elements but complex in its theoretical-structural apparatus – reveals a vacuum made matter existing despite appearance and unveiling an invisible world that lies beyond the senses and in which everything is related. This installation thus builds a context of distant correlations and entanglement, demonstrating the indeterminacy of science in favor of an intuition that captures the phantasmatic boundary between physical and metaphysical being.
MARS (Milan Artist Run Space) / via G. Guinizelli 6, 20127 Milano – (MM1 Pasteur)