“Non è la specie più forte a sopravvivere e nemmeno quella
più intelligente, ma la specie che risponde meglio al cambiamento.” Sembra
esserci questo assunto darwiniano alla base della fervida stagione di
evoluzione e sperimentalismo che l’artista Michele
Agostinelli sta vivendo aprendosi al
concettuale e all’astrattismo informale dopo oltre
quarant’anni di figurativo e accademismo.
La mostra “Altezze d’artista –
panoramiche sulla materia tra cielo e terra” è il
risultato di un faticoso percorso intimistico nel quale Agostinelli ha scelto
di avventurarsi liberandosi dalle
sovrastrutture. E’ tangibile il bisogno
di superare il pesante fardello del
passatismo e della memoria non per dimenticare ma per rielaborare, rivivere,
comprendere e giungere ad una vera e propria agnizione di un sé più vero.
Fortunato l’incontro
con Vittorio
Stagnani che gli ha chiesto di dare immagine al proprio libro, “Nero di
Seppia”, così come l’ispirazione
giuntagli dall’incontro con il libro “Re Gioacchino Murat, la Puglia e Bari” di Bianca Tragni. In quest’ultimo si narra del viaggio in Puglia del “re di
teatro”, ribattezzato così per la stravaganza del vestiario, avvenuto nel 1813,
da cui sono scaturite le cinque opere che raffigurano le vedute aeree di alcuni
dei porti più belli del Tacco d’Italia: Bari, Brindisi, Gallipoli, Otranto,
Taranto. I profili degli scali marini sono
fedelmente riportati e poi magistralmente arricchiti con medaglie, piume,
nastri, conchiglie e tutto quello che nell’immaginario dell’artista ha
caratterizzato gli eventi e il suo protagonista. L’ “ut pictura poesis” oraziano, il
connaturato scambio tra parola e visivo, è
fortemente sentito dall’artista che accompagna sempre le sue opere con le poesie della scrittrice Concetta Antonelli.
Panoramiche
dall’alto, dunque, sono i soggetti preferiti di Agostinelli, che decide di
rappresentare i luoghi fisici e “luoghi dell’anima”, ma anche uno sguardo
verso l’alto come testimoniano le opere serigrafiche che hanno come soggetto i
fuochi d’artificio, trait d’unione tra la passione fotografica e l’avanguardia
. Inner life ed esterno si ricongiungono nella necessità di elevarsi ed
astrarsi. L’atto creativo diventa gestualità orgasmica, un sincretismo
artistico che parte dalle immagini impresse nella mente per poi esplodere nell’espressionismo e
nell’action painting. L’arte si fa
materica, tridimensionale. Concrezioni di materiali organici( culmi di
graminacee, rametti secchi, gusci di
molluschi) ed elementi inusuali (brandelli
di zerbini, rondelle, bulloni , pezzi di juta, frammenti di specchi) disegnano
marine chiarie e apriche, campagne silenziose e
assolate, città in movimento. Il senso
del rappresentato prende forma
attraverso un'innata capacità di visione. Un’arte
polisemica che permette la risemantizzazione
degli oggetti: la catena di una
bicicletta diventa un muretto a secco, la scheda madre di un pc architettura metropolitana.
Altezza intesa, non
solo geometricamente come distanza da un piano, ma come profondità, una
profondità necessaria per scandagliare il vissuto emotivo. Le passioni e
ricordi si fondono alle proiezioni sul futuro, i paesaggi, soprattutto
pugliesi, respirati, conosciuti e vissuti vengono rappresentati come incontaminate waste land
dove non c’è spazio per le figure antropomorfe
anche se in realtà parlano un
linguaggio fortemente umano, quello dell’anima. Il bisogno di comunicazione, di
una ritrovata empatia si manifesta nei dettagli come la cassette delle lettere
in “Regie Poste”, nell’utilizzo di alluminio fuso reperito direttamente dalle
zone incendiarie del Gargano per rappresentare la distruzione di Hiroshima e
Nagasaki in “Fiore di Fuoco”, nell’emblematica “Cassaforte delle emozioni” che
si apre al mondo. Un’arte apparentemente povera che si impreziosisce con le riflessioni
dell’artista.
Le opere spesso di
dimensioni molto grandi, non hanno cornice o strabordano su di essa. La
materia, decisiva anche per il cromatismo,
viene smembrata, fusa, assemblata
con il furor di demiurgo in grado di
forgiarla e donarle valenza testimoniale. Agostinelli si reinventa, giunge alla
consapevolezza, alla libertà espressiva. Gioca, si diverte. Segue i voli
pindarici della fantasia. La sua è un’arte leggera ma densa che fa tesoro dell’insegnamento di Italo
Calvino: “Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è
superficialità ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.
La mostra, curata da Alessandra Savino, si inaugurerà il 23
febbraio 2017 alle ore 19.00 a Bitonto presso il Torrione Angioino e sarà
visitabile fino al 9 marzo tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle
21.00 con ingresso libero.
MICHELE
AGOSTINELLI
E’ nato a Tempio Pausania nel 1948. Dal 1964 vive ed opera a
Bari. Ha insegnato Disegno e Storia dell’Arte presso il Liceo Scientifico “Edoardo
Amal- di “ di Bitetto.La sua ricerca estetica lo ha condotto per vari itinerari
articolati tra la poetica grafi- co-pittorica e gli interventi sul campo quale
operatore culturale.Ha diretto le Gallerie d’arte “Effe Elle 24”, “Studio 5”,
“Palazzo Scarli”; ha coor- dinato il gruppo “Mediterraneo Incontri-Ego Es”.Col
gruppo artistico La Fenice ha realizzato la performance itinerante “… Della
morte distrutta?”.Nel 1977 a Bari, presso l’Istituto Statale d’Arte ha condotto
il 2° Seminario di tec- niche calcografiche.Nel 1978 a Taranto ha diretto il 4°
corso di grafica presso il Circolo Italsider.Nel 1979 ha fondato il centro di
ricerche estetiche “Ego-Es”.Iscritto all’Associazione Incisori Pugliesi, tiene
attualmente corsi di grafica e foto- grafia, organizza esperienze di
performances.Dal 1980 ha esteso la sua ricerca alle tecniche della comunicazione
ed all’indagine sul territorio attraverso l’immagine fotografica.Nel 1989 ha
collaborato con insonorizzazione e computer grafica alla realizzazio- ne di
Video Arte per l’artista Mimmo Avellis.Ha ideato e condotto per l’emittente
televisiva T.R.A. le trasmissioni “Dalla scuo- la x la scuola” e “Istantanea”
(profili artistici su Michele Campione, Franco Cas- sano, Bruno Del Monaco,
Enzo De Sario, Tommaso Di Ciaula, Vito Matera, Vito Maurogiovanni, Adriana
Notte, Lino Sivilli).Per la Casa di Produzione televisiva VARS ha ideato e
condotto il programma “Paesando” trasmesso in 14 puntate da emittenti
Sud-americane.Dal 1996 ha organizzato sul territorio manifestazioni
artistico-culturali-multimediali itineranti(Il carro del tempo nel tempo del
carro; Gli strumenti della scrittura; Suggestioni d’Oriente; Il modellismo).Nel
1999 ha creato lo spazio espositivo “Palazzo Scarli” (Modugno)Sue opere sono
state acquistate dai Reali del Belgio.Per la regia di operazioni artistiche nel
mondo della scuola è stato premiato dal regista Sergio Leone e dal Premio
Nobel Rita Levi Montalcini (I° Premio Naziona- le).Dal 2001 è Direttore
Artistico della manifestazione culturale “Pro Agricultura” di Bitetto.Dal 2014
è componente della Consulta della Cultura del Comune di Bitetto.
Ilaria
Teofilo