18 ottobre 2012 – 17 febbraio 2013
a cura di Marida Talamona
a cura di Marida Talamona
Architetto, scultore, pittore, geniale pensatore del suo tempo, creatore di
un’architettura tagliata sui bisogni sociali, uno dei padri della moderna
urbanistica e maestro del Movimento Moderno: è Charles-Edouard Jeanneret-Gris
meglio noto come Le Corbusier. A lui il MAXXI Architettura dedica la
mostra L’Italia di Le Corbusier.
Seguendo un filo cronologico e tematico al tempo stesso, attraverso 320 documenti originali e 300 fotografie, l’esposizione presenta i significati e i ruoli dell’Italia nella formazione artistica e nella concezione architettonica di Le Corbusier ripercorrendo il mutare dei punti di vista e degli interessi con i quali l’artista guarda alla cultura italiana nel corso della sua vita: dai primi viaggi agli inizi del Novecento ai progetti, mai realizzati, per il Centro Calcolo Olivetti di Rho e per l’Ospedale di Venezia degli anni Sessanta.
Seguendo un filo cronologico e tematico al tempo stesso, attraverso 320 documenti originali e 300 fotografie, l’esposizione presenta i significati e i ruoli dell’Italia nella formazione artistica e nella concezione architettonica di Le Corbusier ripercorrendo il mutare dei punti di vista e degli interessi con i quali l’artista guarda alla cultura italiana nel corso della sua vita: dai primi viaggi agli inizi del Novecento ai progetti, mai realizzati, per il Centro Calcolo Olivetti di Rho e per l’Ospedale di Venezia degli anni Sessanta.
Il progetto espositivo prende le mosse dai quattro successivi viaggi nel
nostro paese che Le Corbusier compie negli anni tra il 1907 e il 1923, cercando
di comprendere dapprima la fisionomia delle grandi culture artistiche – dal
tardo-antico al Rinascimento – e poi lo spirito costruttivo della civiltà
romana.
Sarà poi illustrata la ricerca urbanistica compiuta negli
anni Trenta da Le Corbusier e i relativi tentativi di attuare le proprie idee
sulla città contemporanea cercando di ottenere da Mussolini, quale autorità
attiva nella fondazione di nuove città, un incarico in Italia. Alla ricerca
spasmodica di un committente sono ascrivibili anche i contatti con la FIAT e
con Adriano Olivetti, espressioni di una realtà industriale in crescita e di
grande modernità.
Sarà dedicata particolare attenzione anche alla figura di Le
Corbusier pittore, all’esperienza della rivista L’Esprit Nouveau,
che egli dirige insieme al pittore purista Amedeé Ozenfant tra il 1920 e il
1925, ai rapporti con le riviste italiane e alla querelle tra purismo e
metafisica. Questi temi saranno occasione per mostrare l’opera pittorica di Le
Corbusier negli anni del Purismo accanto a quadri di Carlo Carrà, Giorgio
Morandi e Gino Severini.
Nel secondo dopoguerra il maestro, di fama ormai internazionale, tornerà più
volte in Italia: a Bergamo in occasione del VII CIAM (1949), a Milano invitato
dalla Triennale al Convegno De Divina et Humana Proportione, (1951) a Venezia
alla Conferenza Internazionale degli Artisti e alla scuola estiva dei CIAM
(1952), a Torino (1961), a Firenze dove nel 1963 è allestita la prima grande
esposizione italiana dedicata all’opera corbusiana.
Saranno infine presentate le occasioni progettuali più
concrete che hanno coinvolto Le Corbusier in Italia nel
secondo dopoguerra ossia i progetti per il Nuovo Ospedale di Venezia e per il
Centro Calcolo Olivetti a Rho, entrambi non realizzati anche a causa della
scomparsa dell’architetto nel1965. Questi rappresentano importanti
testimonianze della poetica architettonica degli ultimi anni della carriera
lecorbusieriana, rese quanto mai vive dai disegni e dai modelli originali. Un
ricchissimo apparato fotografico accompagna ciascuna sezione della mostra
offrendo una lettura integrata di un Le Corbusier “dietro” Le Corbusier, ossia
dell’uomo alle spalle di ogni sua manifestazione artistica o architettonica.
Segnala:
Amalia Di Lanno