mercoledì 16 maggio 2012

Massimo Berruti_LashKars

Massimo Berruti ha raccontato in uno straordinario reportage il Pashtunistan, cruciale regione cerniera tra Pakistan e Afghanistan.
Si è immerso nella valle di Swat per seguire la vita quotidiana dei Lashkar, un corpo di milizia civile che combatte in prima linea contro la minaccia talebana per difendere gli abitanti della zona con il sostegno dell’esercito pakistano.
I Lashkar contribuiscono a portare la pace e la sicurezza nella regione contro gli attentati e il rischio d’infiltrazione dei ribelli. Berrutti è riuscito a penetrare all’interno di questa comunità di combattenti conquistandone la fiducia e seguendola nel quotidiano.
Il conflitto non è mai visibile esplicitamente negli scatti di Berruti, la sua presenza però è percepibile ovunque: abitazioni ridotte a ruderi, costruzioni abbandonate, interni poverissimi e soprattutto tante armi che accompagnano i Lashkars costantemente, non solo durante i momenti di ricognizione ma anche nel privato delle loro famiglie.

Condividendo la vita quotidiana con i Laskhars, Massimo Berruti ci comunica una potente percezione di attesa. Attesa del fotografo, certo, ma anche attesa dei militari il cui tempo è ritmato dai pattugliamenti notturni. Attesa che qualcosa accada.
Questa capacità di riannodare, attraverso il tempo lungo, i fili di una storia che supera l’immediatezza degli scontri o dei combattimenti, aggiunge un valore in più a queste immagini di grande forza documentale. Un valore tanto importante in quanto oggi, prendere del tempo per poter andare fino in fondo alle cose sembra essere, purtroppo, una forma di lusso. A detrimento del senso.
Christian Caujolle
La mostra ospitata a Forma raccoglie gli scatti più significativi di questo lavoro che si è aggiudicato il Premio Carmignac Gestion per il Fotogiornalismo 2010

La mostra è a cura di Renata Ferri

MASSIMO BERRUTI
Nato a Roma nel 1979, è fotografo dal 2004 e membro dell’agenzia francese VU’ dal 2007. Per il suo lavoro sul Pakistan ha a lungo soggiornato a Islamabad scegliendo di vivere a fianco di una popolazione ostaggio di una violenza estrema, di matrice politica, religiosa ed etnica. Il suo reportage “Bagno di sangue a Karachi (omicidi programmati)” si è aggiudicato nel 2011 il secondo premio del World Press Photo e il terzo premio del Picture Of the Year International. Nel 2009 gli è stato conferito il Premio del Giovane Reporter del Festival Visa per l’immagine.

PREMIO CARMIGNAC GESTION DI FOTOGIORNALISMO
Con questo premio Carmignac Gestion desidera sostenere ogni anno i fotogiornalisti che, attraverso la loro opera, sono in prima linea sui luoghi dell’evento e difendono i valori di coraggio, indipendenza, trasparenza e condivisione a noi cari.
Nel 2009 la Fondazione Carmignac Gestion ha creato il Premio Carmignac Gestion di fotogiornalismo, destinato a finanziare un progetto di reportage su un tema specifico di attualità. Dotato di una borsa di 50.000 euro, il premio si prefigge di promuovere il lavoro svolto in profondità sul campo da un fotogiornalista.
Oltre al premio finanziario, la Fondazione Carmignac Gestion accompagna il vincitore nella diffusione del suo reportage con l’organizzazione di una mostra e la pubblicazione di un’opera monografica.
La Fondazione si impegna altresì ad acquistare quattro fotografie facenti parte del lavoro premiato. Una giuria composta da esperti dell’immagine e di questioni geopolitiche seleziona ogni anno un progetto. La scelta di come trattare il tema annuale spetta ai fotogiornalisti, i quali sono liberi di scegliere un’angolatura politica, economica, sociale o culturale.
L’approccio adottato deve inserirsi chiaramente in una tradizione umanista volta a interrogare il reale con sensibilità, rifiutare di cadere nella caricatura e nella tirannia dell’istantaneità, studiare il contesto e comprendere la situazione per presentare la realtà nella sua complessità.
Decidendo di sostenere una professione che risente di una grave crisi di finanziamenti, Carmignac Gestion ha voluto fornire a questi testimoni del mondo contemporaneo i mezzi necessari per andare là dove gli altri non vanno. In armonia con i valori che animano i suoi collaboratori, Carmignac Gestion vuole difendere uno sguardo personale e impegnato, per definizione minoritario e, per questo stesso motivo, indispensabile.
www.fondation-carmignac-gestion.com/

Fonte: http://www.formafoto.it

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Amalia Di Lanno