lunedì 26 agosto 2024

A Bari. Il mattino ha Lory in bocca, terza edizione



IL MATTINO HA LORY IN BOCCA
Terza edizione

28 agosto – 1 settembre 2024

Arte sui balconi di via Dalmazia angolo via Spalato a Bari

Per il terzo anno l’arte torna ad abitare i balconi e le strade del quartiere Madonnella di Bari: 43 artisti invitati a esporre, 5 giorni di mostra, 5 giorni di performance ed eventi, 5 giorni di festa offerta gratuitamente alla città, a cura di Francesco Paolo Del Re.

Inaugurazione della mostra: mercoledì 28 agosto 2024 a partire dalle ore 19

Una grande festa d’arte offerta gratuitamente alla città: è la terza edizione della mostra da balcone intitolata “Il mattino ha Lory in bocca”, ideata nel 2022 e curata anno dopo anno da Francesco Paolo Del Re. Dal 28 agosto al 1 settembre la collettiva, che per il 2024 vede le opere di ben 43 artisti stagliarsi contro il cielo di Bari, anima il popolare quartiere di Madonnella all’angolo tra via Dalmazia e via Spalato.

Realizzata con il supporto organizzativo di Loredana Savino e Matteo De Napoli che su via Dalmazia abitano e sono collezionisti d’arte, la mostra si inaugura mercoledì 28 agosto a partire dalle ore 19 ed è visitabile liberamente da chiunque passi per strada, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Gli artisti invitati sono Natascia Abbattista, Mariantonietta Bagliato, Michele Bellini, Ado Brandimarte, Angela Capotorto, Pierluca Cetera, Guido Corazziari, Daniela Corbascio, Giulia Cotterli, Dario D’Introno, Valentina De Florio, Cristiano De Gaetano con Giordano De Gaetano, Sabino de Nichilo, Stefania Fabrizi, Elisa Filomena, Francesco Paolo Gassi, Simona Anna Gentile, Carlos Hevia Riera, Ferencz Kilian, Biagio Lieti, Ivana Pia Lorusso, Angela Marzullo, Pierpaolo Miccolis, Antonio Milano, Ezia Mitolo, Dario Nanì, ‘Ndrame (Annarita Gaudiomonte), Alessandro Passaro, Pippo Patruno, Stefania Pellegrini, Patrizia Piarulli, Maurizio Pometti, Fabrizio Riccardi, Michela Rondinone, Giuseppe Rossetti, Ester Santovito, Marco Saracino, Elisabetta Sbiroli, Danilo Sciorilli, Davide Serpetti, Donato Trovato, Claudio Zorzi.

Oltre all’esposizione di dipinti, fotografie, opere tessili, sculture, installazioni e interventi effimeri, la vera grande novità dell’edizione 2024 rispetto agli anni scorsi è un calendario di performance ed eventi che animeranno ogni sera l’incrocio, trasformando la mostra in un’occasione di festa permanente che possa aggregare l’intera comunità.

Si parte nel tardo pomeriggio di lunedì 26 agosto con un’anteprima: alle 19:30 si tiene la cerimonia di consacrazione di un’opera di Antonio Milano, intitolata “La cura”, nella forma di un’edicola votiva che resterà – nelle intenzioni dell’artista – sulla strada per un anno.

Gli eventi entrano nel vivo la sera di mercoledì 28 agosto, cioè quando la mostra viene inaugurata. Alle ore 20:30 c’è la performance “Capriccio” di Sabino de Nichilo, che vede come protagonista l’attore Francesco Malizia, e alle 21:30 la perfomance “Pss...” di Ivana Pia Lorusso, che coinvolgerà i passanti, in collaborazione con la collettiva transfemminista queer Zamp3 Mostruos3.

La sera di giovedì 29 agosto l’incrocio tra via Dalmazia e via Spalato è il teatro – alle ore 20:30 – di “Di bocca in bocca. Esperimenti in punta di parola”, intervento poetico di Poesia in Azione con Silvana Kuhtz, Biagio Lieti, Enrica Montrone e Marcella Signorile poi alle 21:30 della performance “Miracolo” di ‘Ndrame (Annarita Gaudiomonte), per voce e suoni.

La sera di venerdì 30 agosto, a partire dalle ore 20:30, è il momento della stampa serigrafica di comunità di Mario Nardulli, impegnato in un’azione di arte partecipativa che prevede l’intervento attivo del pubblico.

La sera di sabato 31 agosto alle 21 Elisabetta Sbiroli dà vita alla performance “Oracolo d’estate”, ispirata all’omonimo poema di Audre Lorde, con la musica di Aurora Lacirignola e il sound di Massimo Bonuccelli.

Gran finale domenica 1 settembre alle ore 20:30 con la performance “Sad Party” di Natascia Abbattista. Anche in questo caso il coinvolgimento diretto del pubblico è assicurato, in una danza di strada piena di sorprese.

Visto il successo crescente che ha accompagnato lo svolgimento delle prime due edizioni della mostra, nel 2024 il progetto curatoriale si amplia ulteriormente e prevede una sempre più consistente partecipazione di artisti che, ciascuno con linguaggi e poetiche differenti, immaginano interventi site specific sospesi sui balconi e allestiti all’aria aperta.

Racconta il curatore Francesco Paolo Del Re: «Nata nel 2022 per gioco, come una festa tra amici, la mostra sui balconi ha avuto una risposta straordinaria da parte del pubblico. Parlando con la gente, abbiamo capito di avere risposto a un bisogno concreto. Per questo, abbiamo deciso di rilanciare, prendendoci sempre più spazio, invitando gli artisti a pensare più in grande, coinvolgendo direttamente tutti gli abitanti di questo lembo di città, che hanno aderito con entusiasmo e grande generosità. Sono infatti gli stessi abitanti del quartiere a offrire i loro balconi per ospitare la mostra. Tutti vogliono partecipare, tutti voglio contribuire, perché questa iniziativa artistica li include e li abbraccia in un momento di grande festa. È una festa dove le opere degli artisti sono un pretesto per guardare con occhi nuovi e sognanti lo spazio urbano. La normalità si sovverte e un banale incrocio di strade, percorso milioni di volte soprappensiero, diventa un luogo speciale, tutto da scoprire e da scrutare con attenzione, dove tutto può accadere. L’arte libera desideri e aggrega il senso di una comunità, che ha bisogno di incontrarsi e di immergersi in un sogno condiviso, senza barriere. “Il mattino ha Lory in bocca” è sempre più un grande esperimento di arte pubblica che affranca l’arte dal display museale e dalle grammatiche espositive tradizionali, immergendola nella vita delle persone, che si trovano a fruirla gioiosamente e liberamente con il naso all’insù».

Prosegue Francesco Paolo Del Re: «Secondo un modo di dire popolare, se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari. E il quartiere Madonnella sarebbe la nostra Montmartre o la nostra Chelsea: un pezzo di città vivace e multietnico, crocevia di incontri e scambi tra gli artisti e le altre comunità che lo popolano. Un luogo dove c’è una grande energia e un grande potenziale inespresso. Per immaginare questa mostra insolita e senza barriere, siamo partiti da una riflessione sullo spazio che ci ospita, sul quartiere e sul suo bisogno di bellezza e di cultura. I quattro angoli di strada, che abbiamo scelto di ‘occupare’ pacificamente e festosamente con l’arte, sono proprio a ridosso della Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto” e a due passi dalla casa natale di Pino Pascali. Noi stiamo in mezzo, inebriati dal profumo del mare e dalla calura di fine agosto, con i piedi per terra e il naso per aria, sognatori di un altrove sempre troppo lontano. Anziché cercare nelle bacchette magiche altrui la risposta alle nostre domande, ci prendiamo gli spazi che sono già nostri, cercando di trasformare i limiti in opportunità. A una cronica mancanza di luoghi e di progettualità culturali, abbiamo deciso di rispondere a modo nostro, pensando a un’arte che – se ha pochi luoghi in cui ritrovarsi – ha però balconi e vuole rompere barriere, superare limiti. Sui balconi abbiamo deciso di abitare con una festa artistica temporanea e irriverente. L’arte esce dagli spazi tradizionalmente deputati alla sua esposizione e alla sua fruizione e si conquista un’insolita ribalta urbana, un palcoscenico cittadino tutto da inventare, per misurarsi con la realtà e interromperla con i suoi segni, introducendo una discontinuità chiassosa ed eccentrica nello scenario consueto delle passeggiate del quartiere. Fuori dalla metafora, l’arte va così a occupare letteralmente lo spazio indicato dall’espressione stare fuori come un balcone, che adoperiamo per indicare un comportamento bizzarro e insolito. Artisti che stanno fuori come un balcone scelgono di esporre le loro opere su uno spazio di confine tra il dentro e il fuori, tra la privatezza della casa e il suolo pubblico, tra il non mostrato e il visibile, tra il pieno e il vuoto. Un’arte liminale, di confine, che – mostrata sulla facciata di un palazzo – è rinfacciata e sfacciata. È questo il nostro inno alla scanzonatezza e all’impermanenza luminosa dell’estate».

INFORMAZIONI TECNICHE:
TITOLO DELLA MOSTRA: Il mattino ha Lory in bocca

ARTISTI: Natascia Abbattista, Mariantonietta Bagliato, Michele Bellini, Ado Brandimarte, Angela Capotorto, Pierluca Cetera, Guido Corazziari, Daniela Corbascio, Giulia Cotterli, Dario D’Introno, Valentina De Florio, Cristiano De Gaetano con Giordano De Gaetano, Sabino de Nichilo, Stefania Fabrizi, Elisa Filomena, Francesco Paolo Gassi, Simona Anna Gentile, Carlos Hevia Riera, Ferencz Kilian, Biagio Lieti, Ivana Pia Lorusso, Angela Marzullo, Pierpaolo Miccolis, Antonio Milano, Ezia Mitolo, Dario Nanì, ‘Ndrame (Annarita Gaudiomonte), Alessandro Passaro, Pippo Patruno, Stefania Pellegrini, Patrizia Piarulli, Maurizio Pometti, Fabrizio Riccardi, Michela Rondinone, Giuseppe Rossetti, Ester Santovito, Marco Saracino, Elisabetta Sbiroli, Danilo Sciorilli, Davide Serpetti, Donato Trovato, Claudio Zorzi

A CURA DI: Francesco Paolo Del Re 
LUOGO: balconi di via Dalmazia angolo via Spalato, Bari
QUANDO: dal 28 agosto al 1 settembre 2024
VERNISSAGE: 28 agosto 2024, ore 19
INFORMAZIONI: cell. 3381016153 - 3928918793


venerdì 16 agosto 2024

A Ostuni, la personale di Claudio Palma: LAMIE


La Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni ritorna nuovamente ad aprire le porte dello Spazio Purgatorio all’arte contemporanea, promuovendo e presentando venerdì 23 agosto 2024 alle ore 19.30, nell’antico Oratorio della Confraternita del Purgatorio nel centro storico della Città Bianca, un progetto speciale tra fotografia, video e installazione, la personale dell’artista ostunese Claudio Palma, dal titolo Lamie, a cura di Ilaria Caravaglio. La mostra incentrata sul tema della Xylella, intende riflettere sulla fragilità ambientale e sulle attuali problematiche insorte a seguito dell’emergenza che ha colpito gran parte del territorio pugliese.

Il progetto, supportato da numerose associazioni pubbliche e sponsor privati, è patrocinato dal Comune di Ostuni, dal Gal Alto Salento e da Slow Food Piana degli Ulivi, e ha come partner A.M.O, Tàccaru e Millenari di Puglia, realtà che, in modalità differenti, operano attivamente per la tutela e per l’educazione alla conoscenza del territorio pugliese.

Attraverso le parole della curatrice entriamo in Lamie di Claudio Palma: 
Una ricerca incrociata tra architettura e fotografia, le due principali competenze e passioni dell'artista Claudio Palma, ha visto germogliare, nel 2021, il progetto Lamie, inizialmente concepito come estensione di una tesi sperimentale in Architettura, incentrata sul turismo lento e su nuove pratiche di scoperta dei luoghi. Un progetto che matura nell’esigenza e nella ricerca di parole necessarie nel racconto della Xylella e che viene ora presentato al pubblico per la prima volta, fiancheggiando il dolore di un territorio che si intensifica, tra incredulità ed impotenza, di fronte alla rovina di centinaia di alberi, scheletri tra quel che resta degli ulivi secolari, nelle aree intorno ad Ostuni e nei suoi confini.

Con la mostra Lamie, Claudio Palma ci immerge in un racconto visivo potente e spettrale, in cui l'eredità millenaria di un territorio si scontra con la minaccia incombente causata da un batterio comparso circa undici anni fa e che, lentamente, sta spazzando via l’immagine, la sacralità, l’antica identità di un territorio. 

Sono otto le fotografie presentate ai visitatori, frutto di un lavoro paziente, costruito attraverso lunghe esposizioni notturne, in cui l'artista ha sostato al cospetto delle lamie, le antiche architetture in pietra, un tempo presidio del paesaggio degli ulivi ora in pericolo. […]

Lamie non è solo una mostra fotografica, ma un invito a una riflessione scomoda. Ci interroga sul nostro rapporto con il territorio, sulla nostra colpa e sul nostro dovere di guardare ai luoghi in una scala temporale non più solo umana ma biologica ed ecologica. Sulla necessità di preservare la memoria e di costruire e celebrare un futuro realmente sostenibile.”



Scheda tecnica
Progetto: Mostra fotografica personale 
Artista: Claudio Palma
Titolo: Lamie
Curatela: Ilaria Caravaglio
Sede: Confraternita del Purgatorio
c/o Convento delle Monacelle, via Alfonso Giovine, 1 – 72017 Ostuni (Br)

Promotore: Galleria Orizzonti Arte Contemporanea Ostuni – www.orizzontiarte.it


INAUGURAZIONE: 23 agosto 2024 ore 19,30

Periodo: dal 23 agosto al 20 settembre 2024
Orario visite: tutti i giorni 11.00-13.30 e 18.30-22.00 - INGRESSO LIBERO

Patrocinio: Comune di Ostuni, Gal Alto Salento, Slow Food Piana degli Ulivi
Partners: A.M.O. (Alberi Monumentali Ostuni www.amopuglia.com ), 
Tàccaru (www.taccaru.com/),
Millenari di Puglia (www.ulivisecolaridipuglia.com/it/)

Supporto: Annavanna (Associazione Culturale e Sociale Giovanile), Comunità Laudato Si’ (Associazione per un’ecologia integrale, https://comunitalaudatosi.org/il-progetto/), La casa di Pietra (Compagnia teatrale che promuove il teatro come processo educativo nelle scuole), Comenuovo Markek (associazione per un consumo consapevole delle risorse)
Supporto tecnico: White Wall, Publiarte, Wemakers, Skillpress, Specchia forniture 

Main sponsor: Studio Flore e Venezia, Masseria Donnagnora, Galante
Altri sponsor: Galleria delle Idee, Officine Tamborrino, Costruzioni Sirio, Jansen, Drogheria Pugliese, Pastificio Cardone, Marco Carani Nautica, Ostuni Touring, Terramadre Homes, Pace Gioielli, Casale Madre, Lamia Cervone

Progetto grafico: Laura Castronovo Albanese
Progetto di comunicazione social: Ivana Castronovo

Ufficio stampa: 
Amalia Di Lanno www.amaliadilanno.com - info@amaliadilanno.com

domenica 4 agosto 2024

ANIMALI CELESTI | dalle stelle al mito

Giulia Cotterli_BRUCE_colore ad acrilico e penna su tela_anno 2023_cm 29,4x21

Nell’incantevole cornice del borgo storico di Soleschiano, sede del progetto RAVE, domenica 4 agosto dalle ore 19.00 alle 23.30 avrà luogo l’evento ANIMALI CELESTI, dalle stelle al mito: una serata magica dedicata all’osservazione delle simbologie animali nella volta celeste, coniugando mitologie, coesistenze e utopie con la guida della studiosa Claudia Giordani.

L’osservazione stellare sarà preceduta all’imbrunire alle 20.30 da una visita guidata alla mostra Sotto lo stesso albero alla luce delle torce, mentre prima del tramonto alle 19.00 l’artista australiana Althea Mallee condurrà i partecipanti in una pratica yoga.

Tutti i presenti riceveranno durante la serata le cartoline del progetto Baci da RAVEdegli artisti Giulia Cotterli e Danilo Sciorilli.

Per lo yoga e l’osservazione delle stelle si consiglia di portare dei tappetini o stuoine.

La partecipazione agli eventi della serata è libera e gratuita, ma per chi sarà interessato sarà possibile effettuare delle donazioni volontarie per la cura degli animali salvati. 

Le costellazioni sono la testimonianza che le antiche civiltà hanno tutte riconosciuto la sacralità del regno animale volendone porre in cielo un corrispondente celeste. Gli antichi popoli infatti pensavano che gli animali fossero assai vicini agli dei che governavano il mondo e soprattutto la natura, tanto che la maggiore delle divinità greche, Zeus, spesso e volentieri non disdegnava di assumerne le sembianze. Con l’aiuto di un laser che ci aiuterà a visualizzarne i contorni andremo all’esplorazione di questo antico mondo di miti e di animali che torna ad illuminarci ogni notte custodito dall’eternità delle stelle.

Claudia Giordani, studiosa di gnosi antica che ci accompagnerà durante l’osservazione delle stelle, ha pubblicato la monografia ‘Il cristianesimo egiziano di Aquileia’ (2020) riguardante la controversa attribuzione a gnostici alessandrini di parte dei mosaici del complesso basilicale. Ha tenuto negli anni seminari e conferenze sull’opera di Simone Weil approfondendo la lettura weiliana della sapienza greca rapportata al cristianesimo delle origini.

Sotto lo stesso albero è una mostra che si radica fisicamente nel borgo storico di Soleschiano di Manzano, tra le antiche case di pietra e le piante secolari, insieme agli animali salvati dal macello e tra gli alberi salvati dall’abbattimento.

Le artiste e gli artisti partecipanti sono: Camilla Alberti, Antonio Bardino, Luchezar Boyadjiev, Loretta Cappanera, Simona Da Pozzo, Igor Grubić, Ilare, Ryts Monet, Liliana Moro, Ivan Moudov, Maria Elisabetta Novello, Penzo+Fiore, Anna Pontel, Fabiola Porchi, Laura Pozzar, Nada Prlja, Janis Rafa, Eleonora Rinaldi, Giuseppe Stampone. 

La mostra si sviluppa a partire dagli immaginari di coesistenza, indagando le teorie postumane e antispeciste contemporanee. Le opere, alcune già parte della collezione RAVE grazie alle donazioni di Liliana Moro, Giuseppe Stampone, Ryts Monet, Penzo+Fiore e Loretta Cappanera, attraversano le urgenze del nostro tempo, dalle emergenze ambientali alla necessità di ripensarci come individui e come specie in relazione al resto dei viventi. Proprio pochi giorni fa alcuni alberi secolari del borgo sono stati abbattuti da una tempesta con una forza fuori dall’ordinario.

Althea Mallee, originaria dell'Australia e attualmente residente a Udine, è un'istruttrice di yoga certificatacon cinque anni di esperienza nell'insegnamento a livello internazionale. Artista, è laureata in arti visive: la ricerca di Althea cattura il multiculturalismo raffigurando i legami nella spiritualità e nella mitologia in continuità con la natura e tutti i viventi. 

Le cartoline di Giulia Cotterli e Danilo Sciorillifanno parte del progetto 2023 Baci da RAVE, a cura di Osservatorio Futura. Idue artisti hanno riflettuto sull’utopia possibile nella filosofia antispecista, che a RAVE prende forma concreta. Da qui sono nati una serie di disegni che ritraggono gli animali salvati in un dialogo con la volta celeste, diventati poi cartoline. Durante la serata ci sarà l’esposizione dei disegni originali di Giulia Cotterli e la distribuzione delle cartoline, nell’auspicio che il pubblico partecipante possa spedirle a chi è in grado di realizzare utopie e creare nuovi immaginari. 

Nella sede RAVE sarà inoltre a disposizione dei presentila Fanzine #0 di Osservatorio Futura.

RAVE è un meta-progetto partecipativo ideato dalle artiste Isabella e Tiziana Pers che dal 2011 apre la discussione sul ruolo dell'arte contemporanea nei confronti dell'alterità animale e sulla necessità di ripensarsi in una prospettiva biocentrica e antispecista.

Promuove la ricerca artistica e il dialogo interdisciplinare nel borgo storico di Soleschiano (Manzano, Ud), in un luogo dove tutti i partecipanti condividono spazio e tempo con gli alberi che Isabella ha salvato dall’abbattimento e gli animali che Tiziana ha salvato dal macello tramite la sua pratica Art_History,sempre in progress.

L’evento è realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia / #IOSONOFRIULIVENEZIAGIULIA, in partnership con: Comune di Trivignano Udinese, ALL/Università degli Studi di Udine, Arteventi, Musiz Foundation, Trieste Contemporanea. Main partner Vulcan o Agency. 

In caso di cielo coperto l’evento si terrà ugualmente, con i racconti mitologici astrali connessi alle storie degli animali salvati.

info:
ANIMALI CELESTI | dalle stelle al mito
serata di osservazione delle costellazioni, tra gli animali salvati e le opere da scoprire alla luce delle torce


DOMENICA 4 AGOSTO
RAVE East Village Artist Residency 
borgo storico di Soleschiano, via Giulia Piccoli, Manzano (UD)
ore 19.00 pratica yoga con Althea Mallee
ore 20.30 visita guidata notturna alla mostra Sotto lo stesso albero
ore 21.30 osservazione delle stelle a cura della studiosa Claudia Giordani
distribuzione delle cartoline Baci da RAVE di Giulia Cotterli e Danilo Sciorilli
brindisi alle utopie possibili
le attività sono aperte a tutti e gratuite

t. 348.7450871
info.raveresidency@gmail.com



sabato 3 agosto 2024

Flavia Bucci, Virginia Carbonelli, Daniela Daz Moretti. Dal piccolo al grande, dal mini al maxi, dal micro al macro, a cura di Azzurra Immediato

La Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni inaugura, venerdì 9 agosto 2024 alle ore 20,00l’ultima proposta espositiva della stagione estiva all’interno della project room, una collettiva al femminile che pone in dialogo le opere di tre artiste: Flavia Bucci, Virginia Carbonelli e Daniela Daz Moretti. La mostra, dal piccolo al grande, dal mini al maxi, dal micro al macro, a cura di Azzurra Immediato, intende esplorare tre differenti visioni in un vivido dialogo tra dimensioni. Il progetto è un invito a rintracciare nella collettività simboli e segni incisi che ci riuniscono all’origine di un’unica trama esistenziale. 

Attraverso le parole della curatrice entriamo in questo sensibile ensemblein cui punti, linee e superfici si restringono per poi dilatarsi conducendo lo sguardo e il senso oltre il limite del visibile.

Flavia Bucci celebra il tempo come forma di poesia visiva, mediante cui gesti rituali trasformano lo spazio in una dimensione contemplativa. Attraverso un dialogo sottile tra l'effimero e l'eterno, le sue opere guidano in un viaggio attraverso i cicli della vita e della percezione umana, rivelando la bellezza nascosta nel transitorio.
Virginia Carbonelli, con la sua grafia cromatica, crea un ponte tra pensiero e materia. Le sue opere non sono solo tracce visive, ma testimonianze di un dialogo silenzioso tra l'artista e il mondo, dove ogni segno e ogni linea rappresentano una riflessione profonda sull'essenza dell'anima e sulla memoria collettiva.
Daniela Daz Moretti plasma il concetto di trasformazione attraverso i suoi nidi di creta, riflettendo un ritorno alle origini e una ritualità personale che fonde materia e memoria. Ogni opera si fa simbolo della continuità tra passato e presente, invito a riconsiderare il significato del tempo e della crescita interiore.

Dal piccolo al grande, dal mini al maxi, dal micro al macro rappresenta una opportunità per immergersi nell'arte che sfida i confini, invitando il pubblico a riflettere e a esplorare le complessità dell'esperienza umana, seguendo il perimetro di quella geometria variabile che la galleria Orizzonti Arte Contemporanea reca con sé, definendo un invisibile ma sensibile spazio in cui insistono prospettive, pensieri, idee che ragguagliano sulla imprescindibile necessarietà del pARTicolare. Dai meandri atavici della Città Bianca alle dimensioni esplorate e mostrate dalle tre artiste, a segnare un percorso che pone il dettaglio come spazio di vita e, soprattutto, come varco di nuova esplorazione, priva di confini”. 


Flavia BUCCI - Virginia CARBONELLI - Daniela Daz MORETTI
dal piccolo al grande, dal mini al maxi, dal micro al macro
a cura di Azzurra Immediato

Inaugurazione 9 agosto 2024 ore 20,00

Dal 9 agosto al 4 settembre 2024

La serata inaugurale vedrà la partecipazione della scrittrice e poetessa Mara Venuto 
Reading poetico,lettura di poesie inedite e dedicate alle artiste

Orario visite: 
dal lunedì al sabato 11.00-13.30 e 18.00-22.00
domenica solo mattina 
INGRESSO LIBERO

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA 
Piazzetta Cattedrale (centro storico) 
72017 Ostuni (Br)
Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506
info@orizzontiarte.it- www.orizzontiarte.it
F: Orizzontiartecontemporanea

Communication Manager
Amalia Di Lanno 
www.amaliadilanno.com- info@amaliadilanno.com

mercoledì 31 luglio 2024

Chiara Arturo. ISOLA

Chiara Arturo, Insula - Insulàrio, 2015-18


Il Comune di Forio e Villa La Colombaia di Luchino Visconti ospitano “ISOLA” di Chiara Arturo, all’interno della Rassegna estiva 2024 a cura di Annamaria Punzo e con il contributo organizzativo dell’associazione Over Garden.

Nella sala adiacente il Caffè Letterario della storica dimora estiva del grande regista italiano, in mostra una serie di lavori che analizzano il tema dell’insularità e in cui la geografia diventa il punto di partenza per un’indagine introspettiva.

La parola ìṡola deriva dal latino insŭla e sta a indicare principalmente una porzione di terraferma completamente circondata dalle acque, originatasi per accumulo di materiali vulcanici, organogeni, sedimentari, per erosione, per movimenti della crosta terrestre o variazioni del livello marino. Allo stesso modo si muove la mia ricerca: per accumulo, per erosione, per movimenti o per variazioni. Fulcro dell’esposizione è il lavoro INSULA (diviso in Prologo e Insulàrio, 2015-2018), lo accompagnano una serie di appunti raccolti negli anni e fotografie di altre ricerche come Immaginarti isola (2020) e 18 miglia (2014).


L'insula, o lobo dell'insula, è una regione del cervello.
Si ritiene che svolga un ruolo importante nel processo di mappatura degli stati viscerali associati a esperienze emozionali. L'ipotesi attuale è che l'insula funzioni come una specie di scanner corporeo che riceve ed integra un vasto numero di segnali semantici, tramite i quali costruisce la rappresentazione interna del sé corporeo ("The material me").

L’isola che (ri)cerco non è un luogo fisico, ma una mappatura senza un centro, costruita attorno alla caratterizzazione dei luoghi radicati nel mio immaginario mediterraneo. La geografia diventa il punto di partenza per un’indagine introspettiva. Insula è un lavoro di accumulo iniziato nel 2014. È anche il luogo dell’accumulo: un luogo dai confini porosi dove la visione diventa percezione o viceversa - è un sogno e un ricordo, eppure ancora un’esplorazione, basata su un sentimento contrastante che oscilla tra inquietudine e meraviglia, instabilità e indizi, suggestioni che cercano di parlare dell’essenza dinamica, vulcanica e liquida dell’identità insulare. È un lavoro di rivelazione: dell'isola, dell’acqua, di sé.

In Prologo c’è l’inizio dell’esplorazione: l’isola, uno spazio metamorfico spesso associato al labirinto, diventa passaggio essenziale per il viaggio e per la scoperta. In Insulàrio l’isola finalmente diventa micro-mondo, unità minima dello spazio cartografico e insieme palcoscenico assoluto. Un luogo ideale che assume la dimensione del rifugio. Il luogo in cui l’artista si ritrova, ogni volta che ne individua le caratteristiche di spazio altro.

Scrive la curatrice Chiara Pirozzi, nell’articolo per lo studio visit per il progetto Panorama de La Quadriennale di Roma: «Nata su un’isola vulcanica nel golfo di Napoli, Arturo concepisce la dimensione insulare non solo come una condizione fisica ma anche, e soprattutto, come sentimento paradigmatico che, nei suoi segni tangibili, torna alle forme naturali, ovvero a quelle tracce materiche prodotte da sedimenti, concrezioni, stratificazioni acquatiche e terrestri».

In 18 miglia (2014), mio primo lavoro realizzato durante il Laboratorio Irregolare di Antonio Biasiucci, è raccontato il viaggio tra l’isola e la terraferma, mentre in Immaginarti isola, 46°00′21′′N 9°00′07′′E (2020) ritrovo - durante i mesi di confinamento pandemico - la dimensione insulare in un piccolo villaggio costruito su due sponde speculari del lago di Lugano.



Chiara Arturo, Immaginarti isola, 46°00′21′′N 9°00′07′′E, 2020


Scrive la curatrice Chiara Finadri nel catalogo della mostra "Immaginarti isola": 
«La fotografia di Chiara Arturo è un modo di pensare la realtà in chiave geografica. L’atto artistico come strumento di catalogazione e indagine del rapporto tra sé e i luoghi, dove l’elemento geografico non è soltanto uno sfondo, assume nel suo lavoro un carattere intimo e poetico, quanto critico. L’autrice radica le riflessioni nel suo vissuto, nei luoghi d’origine di un personalissimo Mediterraneo. Tuttavia i temi più ricorrenti nella sua poetica - il mare, l’isola e la frontiera - rivelano, in particolare nel legame con l’attualità, l’intento simbolico, che allarga gli orizzonti alle “condizioni dell'esistenza come il transito e la stasi dell'individuo, l'imponenza dei paesaggi materiali e la loro fragilità” (Pirozzi, 2014)».

Chiara Arturo, 18 miglia, 2014


BIO
Chiara Arturo (Ischia - NA, 1984) è un’artista visiva che lavora principalmente con la fotografia, ma spesso travalica i confini della disciplina per sperimentare attraverso il mezzo questioni concettuali o l'ibridazione con altri media. Di formazione architetta, incentra la sua ricerca personale su insularità, elemento acqua, confine, Mediterraneo, vulnerabilità, ricordo, materia e percezione spaziale in relazione alla costruzione dell’immaginario. Partendo da un’indagine introspettiva, con metodo cartografico, lavora per accumulo e per molti anni sugli stessi soggetti. Dal 2018 co-cura Progetto Vicinanze, sul Mediterraneo come luogo dell’attraversamento e la condivisione come pratica artistica. Vive e lavora tra l’isola d’Ischia e la Toscana.


CHIARA ARTURO. ISOLA
1.8.2024 - 1.9.2024


Rassegna estiva 2024
a cura di Annamaria Punzo
Villa La Colombaia di Luchino Visconti
Forio - Isola d'Ischia (NA)

Opening giovedì 1 agosto 2024 dalle ore 19 alle 21

Villa La Colombaia di Luchino Visconti
Via Francesco Calise, 142
80075 Forio - Isola d’Ischia (NA)
+39 327 180 6474

Fino all'1 settembre 2024
Orari di apertura: Lunedì-Venerdì, 9:30-15



Fari e torri del fuoco segreto

Mongelli-Diurna-Otranto

Inaugura il 2 agosto alle ore 19 (fino al 22 settembre 2024) la mostra con i risultati del progetto intitolato Fari e torri del fuoco segreto, promosso da Fondazione Pino Pascali e Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia. L’iniziativa è realizzata nell’ambito del progetto CoHeN-Coastal Heritage Network, finanziato dal Programma Interreg Grecia-Italia 2014/2020, attraverso cui la Regione Puglia ha ristrutturato e sta rifunzionalizzando tre fari e tre torri, per favorire la creazione di un nuovo itinerario costiero adriatico-ionico.

Il progetto artistico, a cura di Christian Caliandro e Nicola Zito, mira ad offrire un nuovo punto di vista su sei luoghi importanti per l’identità della Puglia, restaurati e riqualificati: Torre San Felice a Vieste, Torre Pietra a Margherita di Savoia, Torre Calderina a Molfetta, il Faro di San Cataldo di Bari, il Faro di Punta Palascìa a Otranto e la Torre-Faro Carlo V di Torre San Giovanni (Ugento).

Ogni intervento è stato pensato per valorizzare ognuno di questi siti. Sono stati coinvolti sei artisti: Gea Casolaro, Serena Fineschi, Claudia Giannuli, Francesco Lauretta, Isabella Mongelli e Virginia Zanetti. I linguaggi utilizzati vanno dalla pittura alla scultura, dall’installazione al video, dalla fotografia e alla performance: ogni autore, con il proprio approccio, il proprio stile e il proprio linguaggio, si è relazionato con specifici aspetti geografici, storici e culturali. con i contesti geografici, storici e culturali. 

Il lavoro di Gea Casolaro, Non tutti i mari vengono per nuocere, composto da lettere realizzate con lamine di alluminio e retroilluminate, riflette sul ruolo e sulla funzione culturali del mare. In Herland, la scultura di Claudia Giannuli, su veri tronchi di mandorlo potati sono stati montati fiori realizzati in porcellana Ming, che forniscono l’immagine distopica di una “potatura in fiore”” una pratica contraria a ogni regola botanica. Coincidenze, installazione site-specific di Serena Fineschi realizzata con segmenti di centinaia di matite colorate, concretizza un dialogo intorno al tema del paesaggio e della sua rappresentazione artistica. Bagnanti al faro di Francesco Lauretta si focalizza sul rapporto tra il mare e la costa, al cui confine è posto il faro: l’installazione pittorica ambientale è popolata di riferimenti alla storia dell’arte, da Cézanne a Picasso, da de Chirico a Hockney. Nella performance e nel video Rising Sea Isabella Mongelli parte dal faro di Punta Palascìa e dal mosaico pavimentale della cattedrale di Otranto per immaginare una giornata di un “fittizio solstizio d’estate” in cui i raggi di luce diurna illuminano pensieri e azioni sulla salvezza e sul destino. Virginia Zanetti, infine, con La danza del sale, si concentra attraverso performance, video e fotografie sulla memoria del processo di lavoro d’estrazione del sale e sui codici condivisi della comunità di Margherita di Savoia.

Il riferimento nel titolo del progetto è al Fuoco Segreto o Fiamma Imperitura di J.R.R. Tolkien, l’essenza divina di Eru Ilùvatar da cui sono animate le creature della terra di Arda: tale fiamma ha anche il potere di generare pensieri, idee e sensazioni. Nel Silmarillion si narra che Melkor bramò per sé il Fuoco Segreto, perché voleva creare esseri su cui comandare. Ma commise due errori: cercò la Fiamma nel Vuoto Esterno, mentre essa è con Ilùvatar; inoltre, non comprese che il Fuoco non dà vita a creature sotto il dominio del proprio creatore, ma a creature indipendenti, che egli può solo amare e guidare. Ne La Compagnia dell’Anello, primo volume de Il Signore degli Anelli, Gandalf dice a Balrog nelle miniere di Moria: “Sono un servitore del Fuoco Segreto, e reggo la fiamma di Anor” (contrapposta al Fuoco Oscuro, fiamma di Udûn, laddove sta per Utumno, che significa Inferno). Dunque, il Fuoco Segreto è la fiamma vitale che presiede all’esistenza autonoma, fatta di idee, di opere e di azioni. 

Idee, opere e azioni che animano anche le opere realizzate per i fari e le torri lungo quattrocento chilometri di costa pugliese, da Vieste a Otranto, in una prima fase di progettazione e sopralluogo, tra giugno e luglio 2023), e in una seconda di produzione (tra luglio e novembre). In attesa che esse siano definitivamente installate nei loro siti, la mostra collettiva di questa estate al Museo Pascali rende conto dei risultati del progetto.


Fari e torri del fuoco segreto
Gea Casolaro, Serena Fineschi, Claudia Giannuli, Francesco Lauretta, Isabella Mongelli, Virginia Zanetti
a cura di Christian Caliandro e Nicola Zito

Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare (BA)
inaugurazione: venerdì 2 agosto, ore 19
fino al 22 settembre 2024

Fondazione Pino Pascali
Via Parco del Lauro 119, Polignano a Mare (BA)
+39 0804249534

+39 3201122513

venerdì 26 luglio 2024

MARIO CRESCI. Homo ludens


UNA DOPPIA ESPOSIZIONE: APERTURA NEGLI SPAZI DEL CASTELLO E A SEGUIRE IN QUELLI DI linea 

- Bastione S. Trinità, Castello Carlo V, Lecce (via XXV luglio) | ore 18
- linea, Lecce (via D’Annunzio 77) | ore 20:30

Un progetto di linea 
Mostra a cura di Flavia Parisi e Alice Caracciolo
Opere di Mario Cresci

La personale di Mario Cresci nel Salento, con oltre 30 opere, diverrà collezione permanente del Museo della Ceramica di Cutrofiano (Le)

linea, spazio di studio, ricerca e promozione dell'arte contemporanea e della fotografia d’autore,inaugura venerdì 26 luglio 2024 “Mario Cresci. Homo ludens”, personale di Cresci tra i più importanti e ricercati fotografi dello scenario nazionale. Un percorso espositivo che trova spazio nei bastioni del Castello Carlo V di Lecce, luogo d’interesse storico, contenitore culturale d’eccellenza della città. La mostra, a cura di Flavia Parisi e Alice Caracciolo, si inserisce nell’ambito del progetto Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Cresci si confronta così con l’homo ludens in grado di creare una relazione possibile con il tutto attraverso il gioco e il mito. Per farlo, esplora la produzione ceramica del territorio leccese, realizzando oltre 30 opere fotografiche destinate, in ultimo, al Museo della Ceramica di Cutrofiano. L’homo ludens, indagato da Johan Huizinga nel suo celebre saggio del 1938, crea il suo territorio da esplorare e allo stesso tempo esplora la propria creazione. Si tratta di una dimensione di libertà e non di casualità che, nel rapporto con la materia, si pone al confine tra improvvisazione e determinazione. Il gioco, categoria primaria e autonoma dell’attività umana, elemento pre-culturale in grado di mettere in relazione le persone, di rappresentare, di generare un sistema e di alimentare la creatività, diventa per Cresci uno strumento metodologico per avvicinarsi al lavoro dei ceramisti di Cutrofiano, come Pinu Rizzu, che in una giornata di lavoro arrivava a realizzare a mano fino ad un centinaio di fischietti di ceramica.

Cresci, iniziatore negli anni Settanta di un approccio analitico alla fotografia come chiave di accesso alla profondità della cultura immaginativa legata alla produzione artigianale del mezzogiorno, si interessa dunque alle ceramiche cutrofianesi e a oggetti di matrice ludica divenuti identitari, e va oltre. La ceramica, in passato considerata l’alfabetismo, il leggere dei popoli, diventa emblema della dicotomia tra unicità del gesto creativo e riproducibilità, caratteristiche, queste, della fotografia e della grafica. L’animismo degli oggetti emerso dalla precedente produzione fotografica di Cresci assume una dimensione quasi ironica, per avventurarsi in una rappresentazione del “come se” che ha luogo in un cerchio magico con regole molto specifiche ma anche molto arbitrarie. L’homo faber è quello che ha il controllo sulla materia. L’homo ludens sembra meno interessato al controllo sulla materia, quanto piuttosto alla possibilità di definire una propria dimensione, una propria sfera di azione dove tutto è possibile, ripetibile e sempre diverso.


IL PROGETTO
Homo ludens nasce come progetto di committenza proposto da linea, con il titolo Spazio Materia Azione, progetto sostenuto da “Strategia Fotografia 2023”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Il progetto prevede una proposta espositiva articolata su due sedi, con l’intento di valorizzare le diverse opportunità di approfondimento offerte dalle realtà culturali del territorio leccese.
Una parte della nuova produzione di Mario Cresci è esposta presso il Bastione S. Trinità del Castello Carlo V di Lecce, con una mostra che comprende fotografie a colori, documenti d’archivio dalla storica serie Misurazioni, del 1979, ed una selezione di fischietti e documenti dal Museo della Ceramica di Cutrofiano. lineaal contempopresenta un focus della nuova produzione dedicato al rapporto tra fotografia e grafica, accompagnato da disegni e documenti che raccontano il processo creativo dell’artista. 

BIOGRAFIA DELL’ARTISTA
Chiavari, 1942. Mario Cresci vive e lavora a Bergamo; dagli anni sessanta in poi è l’artista italiano che segna con il suo lavoro lo sviluppo di un linguaggio sperimentale innovativo nell’ambito della fotografia. La sua ricerca si è sempre rivolta a una continua investigazione sulla natura del linguaggio visivo usando il mezzo fotografico come pretesto opposto al concetto di veridicità del reale. 
Il complesso lavoro di Mario Cresci è radicato negli studi multidisciplinari iniziati nel 1963 all’Industrial Design di Venezia ed è caratterizzato, quando si trasferisce a Roma nel ’68, dall’incontro con i principali protagonisti dell’Arte Povera e in particolare Pino Pascali, Eliseo Mattiacci, Jannis Kounellis e Alighiero Boetti. Nel 1969 progetta e realizza il primo Environnementfotografico in Europa alla Galleria Il Diaframma di Milano, mostrando mille cilindri trasparenti contenenti altrettante fotografie, anch’esse trasparenti, sul consumismo dell’epoca.
Tra le più importanti esposizioni personali si ricordano: La fotografia del noalla GAMeC di Bergamo (2017); Le case della fotografiaalla GAM di Torino (2004); la mostra itinerante Forse Fotografia, rispettivamente alla Pinacoteca Nazionale di Bologna (2010), all’ING di Roma (2010-11) e infine al Palazzo Lanfranchi di Matera (2011); In aliam figura mutareal Castello Sforzesco di Milano (2016) e Ri-creazionia Camera di Torino (2016). L’anno 2023 trova Mario Cresci impegnato nella rilettura del suo lavoro attraverso focus specifici raccontati in due ampie mostre: Mario Cresci. L’esorcismo del tempo, 1970-1980al MAXXI di Roma (30 maggio-1 ottobre 2023) e Colorland, 1975-1983al Monastero di Astino per la Fondazione MIA di Bergamo (16 giugno-5 novembre 2023).
Dal 1974 alcune sue fotografie presentate da Carlo Arturo Quintavalle fanno parte della collezione del MoMA di New York. Le sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche dei principali musei, istituti e centri di ricerca italiani. Ampia e articolata è la sua produzione di libri e più in generale di contributi, anche teorici, sulla fotografia e la comunicazione visiva. Nel 2019 ha pubblicato Segni migranti. Storie di grafica e fotografia(PostCard Edizioni) un compendio della sua ricerca e premiato come Livre Historique ai Rencontres de la photographie 2020 di Arles. Nel 2022 per Mimesis Edizioni pubblica Matrici. L’incertezza del vero, dove sperimenta la coesistenza tra scrittura e immagine. 


linea
linea, fondata da Alice Caracciolo nel 2020, è uno spazio di studio, ricerca e promozione dell'arte contemporanea e della fotografia d’autore, con sede a Lecce.
Attraverso un programma pubblico di mostre, live performance e incontri, mira a creare occasioni di confronto e dialogo tra artisti, curatori e pubblico. Tra le sue attività, la formazione ricopre un ruolo centrale: una ricca offerta didattica dedicata alla fotografia e al visual design, alla fotografia come linguaggio per l’arte e al marketing e alla comunicazione visuale per la cultura e la creatività. Obiettivo principale della scuola è stimolare il pensiero creativo, il senso di osservazione e l’atteggiamento critico nei confronti della cultura contemporanea.

Homo ludens nel 2023 è tra i vincitori dell’avviso pubblico Strategia Fotografia2023,promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per la selezione di proposte di acquisizione, produzione, conservazione, valorizzazione della fotografia e del patrimonio fotografico italiano. 


IL PROGRAMMA
Venerdì 26 luglio alle ore 18, alla presenza dell’artista e dei curatori, sarà inaugurata la mostra Homo ludenspresso il Castello Carlo V, preceduta da un talk di benvenuto. 

Seguirà l’inaugurazione della seconda parte della mostra presso gli spazi di linea, a partire dalle 20:30, in cui saranno in mostra i lavori dello stesso artista che riflettono il rapporto tra fotografia e grafica, ma anche documenti d’archivio e libri che evidenziano il processo creativo di Cresci.

INFO E COSTI
Orari di apertura | Castello Carlo V
mattina dalle 10 alle 13 dal martedì al sabato
pomeriggio dalle 16 alle 20 il giovedì, venerdì e domenica 
Ingresso gratuito

Orari di apertura | linea
giovedì e venerdì dalle 16 alle 20

Homo ludens – Mario Cresci
dal progetto Spazio Matera Azione
sostenuto dall’avviso pubblico “Strategia Fotografia 2023”
promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura
a cura di Flavia Parisi e Alice Caracciolo

partner di progetto: Museo della Ceramica di Cutrofiano, Comune di Cutrofiano, 34° Fuso, Confartigianato, Istituto Tecnico e Professionale “De Pace” di Lecce, Liceo Classico Statale “F. Capece” di Maglie (Le)

Con il contributo del Castello Svevo di Bari-Direzione regionale dei Musei nazionali di Puglia e Castello Carlo V di Lecce

partner culturale: Galleria Matéria, Roma
partner tecnici: Studio Berné, Legnano (MI)
con il patrocinio del Comune di Lecce


CONTATTI 
Alice Caracciolo | +39 329 274 0837
direzione@lineaproject.com

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CONTATTI PER LA STAMPA 
Eleonora Tricarico | +39 3276678109
eletricarico@gmail.com





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