lunedì 6 maggio 2024

MUOVENDOMI, STANDO FERMA, progetto site specific di Rita Mandolini

Saltimbanchi, 2024, courtesy dell’artista


Ispirata dalla peculiarità dello spazio espositivo, ex basilica consacrata a Sant’Apollonia, comunicante con l’adiacente teatro Belli, l’artista elabora un percorso finzionale che ingloba memorie personali e collettive, materialità e suggestioni, aprendo squarci inaccessibili tra le crepe del quotidiano. 

Da tempo impegnata nella ricerca pittorica, per questa occasione Mandolini utilizza l’installazione multimediale, audio-video, per indagare la propria relazione con il luogo, muovendosi in punta di piedi (si fa per dire) tra gli interstizi, le nicchie e le pieghe: danzando, spingendo, nascondendosi per non esser trovata. 

Così avviene in Saltimbanchi, in cui si inscena la danza degli amanti, più simile ad un pogo che ad un corteggiamento o in Muovendomi, stando ferma, opera che dà il titolo all’intera mostra e in cui due piedi femminili spingono con forza le ante di un armadio nel tentativo di occultare qualcosa che non si vuole che appaia. 

Quel qualcosa di segreto, ha anche a che fare con la dimensione intima del femminile, così eccedente da divenire mostro o chimera. Così ci appare la stessa artista nel suo Autoritratto con liquirizia, una Medusa dallo sguardo nascosto, che non pietrifica ma piuttosto teme di essere pietrificata. 

E se Cose che non ho mai desiderato ci riporta in una dimensione sensoriale, fatta di desideri occulti che si materializzano in suoni distorti e luccichii ammalianti, Ultimo giro ci rimanda all’inganno, al tentativo di aprire la porta e andare via. 

La sensorialità degli ambienti si fa esperienza incarnata, attraverso movimenti, suoni, visioni e ossessioni abitiamo uno spazio che conosciamo, che ci è familiare, come per la prima volta: ne siamo affascinati e forse un po’ spaventati. Con questo progetto Rita Mandolini esplora il linguaggio artistico come rimedio all’alienazione, rituale espiatorio, finzione tanto reale nella misura in cui incarna desideri rimossi o indicibili, sogni, allucinazioni, attraversamenti di soglie

Il lavoro di Rita Mandolini accoglie linguaggi e tecniche che possano mettere in discussione l’ovvietà dei rapporti tra apparenza, materia, visibilità. Lentezza e attesa le appartengono. Spazi circoscritti come l’interno del corpo o un ambiente domestico, tracce di memorie o il richiamo sinistro di un trauma, sono i suoi campi d’azione preferiti. 

Mostre/progetti: Di stanza in stanza, Curva Pura, bi- personale, 2024, Roma. Odds rarities and B-sides, Vol. 2, rassegna video, COSMO, 2023, Roma. Monochromacolor, Studio campo Boario, 2022, Roma. All Boom Arte, screening video DROPS#2, 2021, National Gallery of Art Vilnius. XVII Giornata del Contemporaneo Italiano, AlbumArte, Drops#3, Istituto Italiano di Cultura, 2021, Bratislava. Disturbo di conversione, personale, Galleria AOC F58 Bruno Lisi, 2019, Roma. Da Casa, abitare il tempo sospeso, AlbumArte, 2020, Roma. Cabine d’artista Abbi Cura, SBA, 2019, Ostia. Non ti faccio uscire non ti lascio entrare, personale, Galleria Gallerati, 2018, Roma. 


Autoritratto con liquirizia, 2019. Muovendomi, stando ferma, 2024
courtesy dell’artista
Info 
Muovendomi, stando ferma, progetto site specific di Rita Mandolini 
a cura di Daniela Cotimbo 

Opening 
8 maggio 2024 ore 18:00 
Fino al 22 maggio 
tutti i giorni dalle 17 alle 21 – lunedì chiuso 

COSMO 
Piazza di Sant’Apollonia 13 (Trastevere) – Roma

giovedì 2 maggio 2024

L'ULTIMO INVITATO | Luca Grimaldi & Giulio Bensasson

Giulio Bensasson

L’Ultimo Invitato, la doppia personale che vede in dialogo le opere pittoriche di Luca Grimaldi (Roma, 1985) con le opere scultoree di Giulio Bensasson (Roma, 1990), è lo spaccato di una società senza tempo, una celebrazione in pompa magna del nulla.

Si è immersi in un’Arcadia dei vinti in cui la natura è ostentata e la fede è riposta ormai altrove, dove il contemporaneo disilluso erige altari votivi a quel che rimane e festeggia come può. Nelle opere inedite esposte in mostra un decorativismo volutamente eccessivo e grottesco incornicia un’icona, sacralizzandola. Il quotidiano da cui arbitrariamente o inconsciamente allontaniamo lo sguardo viene posto al centro dell’opera acquisendo nuovo significato e forzando lo spettatore al confronto.

Nei dipinti ad olio di Luca Grimaldi la natura morta si ribalta: il fondo della tela si tassella di gradienti fittissimi in una razionalizzazione della macchia che contorna il soggetto principale che viene invece quasi svuotato dalla pittura. Iconico e centrale prende rilevanza il simbolo di ciò che ogni giorno incrocia il nostro occhio senza mai colpirlo davvero; la posizione monumentalmente centrale del soggetto impone di dargli importanza e al contempo le pennellate mancate riconsegnano il suo reale valore.
I dipinti in mostra prendono il riottoso carattere rivoluzionario dei post-impressionisti francesi, assumono la stessa sfacciatezza del Prosciutto di Gauguin al cospetto di critici e accademie, costringono all’interrogazione. La ricerca di Grimaldi si articola alla maniera di Wayne Thiebaud: i suoi dipinti - soprattutto quelli in cui il fondo si fa incombentemente plumbeo - sono al contempo celebrazione e condanna del consumismo con una retorica articolata sull’American Dream all’Italiana, ben lontana dal Pop newyorkese. La sua tecnica resta - come per Thiebaud - saldamente legata alla tradizione dei grandi maestri della pittura classica.
I cinque nuovi lavori esposti si sviluppano dal progetto SuperVero, presentato dall’artista e dalla galleria 1/9unosunove lo scorso anno.

Le opere scultoree di Giulio Bensasson volumizzano le decorazioni grottesche augustee prima per svuotare quelle rinascimentali poi, caratterizzando la mancanza di quello che c’era o che ci si aspettava ci fosse. Un’opulenza posticcia che fa da sacrario alla polvere, a ciò che resta quando nulla è più. La morte si fa protagonista tra lo sfarzo degli eccessi e del consumismo della mondanità, e le sculture si fanno raffigurazione della Cena di Trimalcione (Petronio, Satyricon, I d.c.) nel momento esatto in cui tra i lauti banchetti e i riccioluti vassoi stracolmi, il padrone di casa - emblema del servo arricchito - declama la “Novella delle Streghe” obbligando i commensali a ragionare sulla morte. Nella forma le sculture di Bensasson si presentano come motivi architettonici classici ordinati secondo le linee pulite del contemporaneo, seguendo i criteri operativi di Giovanni Da Udine eGiulio Romano nella composizione delle Logge di Villa Madama a Monte Mario. Allo stesso modo, i lavori su carta consolidano la ricerca dell’artista e si presentano come ulteriore evoluzione delle precedenti opere della serie Temo che mi sfugga qualcosa (iniziata nel 2017), sudari di salme di fiori recisi; in queste nuove opere la traccia della morte e della decomposizione si armonizza in motivi a grottesca generando nuova bellezza e accogliendo l’invito di Come Funghi (2017-22; opera vincitrice del Talent Prize 2023), un augurio a trasformare il decadimento in incanto.

Giulia Tornesello


Bio
Luca Grimaldi (Roma, 1985) si forma artisticamente all’estero diplomandosi nel 2009 presso la SMFA della TUFTS University a Boston e ottiene il Master in Fine Arts nel 2016 presso il Frank Mohr Instituut a Groningen (Paesi Bassi). Tornato a Roma, nel 2020 fonda - insieme ad altri artisti -Post-ex, uno spazio artistico condiviso a Centocelle. Dal 2014 ad oggi espone in numerose mostre collettive e personali all’estero (tra cui: 2014, Kronstadt Stories, State Museum of the History of Saint Petersburg, St Petersburg, Russia; 2019, IV, Unit1 Gallery, London, UK; 2021, Ineffable Worlds, Tang Contemporary, Hong Kong; 2021, Gastronomical, 37pk foundation, Haarlem, Netherlands) ed in Italia (tra cui: 2022, Cercasi Personale, Materia Nova, Galleria Comunale d́Arte Moderna di Roma; 2021, Quello che non ricordi, diventi (bipersonale con Fabio Ranzolin) White Noise Gallery, Roma; 2022, Pittoresco, L ́Ascensore, Palermo; 2022, Content #2(bipersonale con Andrea Frosolini), Struttura projectspace, Palazzo Odescalchi, Roma. Nel 2013 partecipa alla residenza NCCA, Kronstadt a St Petersburg, Russia; nel 2019 a Radical Residency IV, Unit1, London, UK; nel 2023 alla seconda edizione di D3cam3ron3 art residency, un progetto di Francesca Cornacchini in collaborazione con Palazzo Lucarini, Trevi. Nel 2023 è finalista alPremio Cairo.

Giulio Bensasson (Roma, 1990) vive e lavora a Roma, dove ha a conseguito il diploma in Pittura e il diploma specialistico in Scultura e nuove tecnologie applicate allo spazio presso l’Accademia di Belle Arti. La sua pratica artistica si sviluppa principalmente attraverso il linguaggio scultoreo e l’installazione. Tra i soggetti al centro del lavoro, il tempo è elemento primario presente in molte sue opere, materiale espressivo attraverso il quale indaga il trasformarsi della materia e i processi aleatori che vi si manifestano.
Tra le mostre personali: Sediamoci qui, con un testo di Saverio Verini, Divario Space, Roma, 2023; LOSING CONTROL, a cura di Francesca Ceccherini, Fondazione Pastificio Cerere, Roma 2021; Unique, a cura di Saverio Verini, SpazioSERRA, Milano 2021; In corpore mortali, a cura di Ovidio Leuce, Friche space, Cluj Napoca 2021.
Tra le mostre collettive: Imagina, Biennale di Gubbio 2023, a cura di Spazio taverna, Gubbio, 2023; Fou Rire, a cura di Angelica Gatto e Simone Zacchini, 1/9unosunove, Roma, 2023;D3cam3ron3, un progetto di Francesca Cornacchini, Palazzo Lucarini, Trevi, 2023; Life lines, a cura di Roger M. Buergel e Francesca Ceccherini, Johann Jacobs Museum, Zurigo 2021; Now and forward pt.II, emerging artists in Rome, an expanding field, a cura di Shara Wasserman e Tiziana Musi, Temple Gallery, Roma 2019; Mirabilum archiva, a cura di Giorgia Gastaldon, Castello di San Vito al Tagliamento 2017-2018.
Nel 2022 vince il primo Premio CONAI e nel 2023 vince la XVI edizione del Talent Prize.


Luca Grimaldi



L'ULTIMO INVITATO
Luca Grimaldi & Giulio Bensasson
a cura di Giulia Tornesello
Opening 7 Maggio 2024 h.18-21

1/9unosunove arte contemporanea
via degli specchi, 20
00186 roma t. 06 9761 3696
gallery@unosunove.com
www.unosunove.com



Presentazione del volume fotografico “Una storia di colori e libertà”

foto di Loredana Moretti

II tema centrale per Moretti è quello dell’incontro. In questi scatti a contare è certamente l’elemento sorpresa, ma a prevalere è la quantità umana di cui sono pervasi. Una rivelazione fautrice di un ambizioso gioco di livelli percettivi per il quale l’involucro artistico è primario, ossia la fotografia dell’opera sottende la presenza di un elaborato ultimo, cioè l’artificio, come trasposizione della vita: è l’arte che divora sé stessa. Le immagini di Loredana Moretti si legano a doppio nodo con la pratica artistica di Puccetto, a tal punto che negli occhi dell’altro risulta possibile rintracciare persino una lacrima della propria individualità. 
Denis Curti

Sabato 4 maggio 2024, alle ore 18.00, presso il MUST – Museo Storico di Lecce (ex Convento di Santa Chiara) Via degli Ammirati n.11, Lecce all'interno del chiostro antistante il bookshop MUSTiciu, ci sarà la presentazione del volume fotograficoUna storia di colori e libertà”.

La presentazione del libro avverrà alla presenza dell’autrice Prof.ssa Loredana Moretti, della Direttrice del MUST Arch. Claudia Branca e di Denis Curti expertise in fotografia, curatore di importanti mostre di fotografia e arte contemporanea, direttore artistico di prestigiose gallerie e fondazioni, autore e curatore di importanti libri e pubblicazioni, curatore di aste fotografiche, esperto di mercato del collezionismo, giornalista e critico fotografico. Introdurrà la presentazione la giornalista culturale Dott.ssa Lara Gigante.

Una storia di colori e libertà
Abstract di presentazione: il libro vuole essere una dedica semplice e diretta all'amicizia che ha legato l'autrice per oltre vent'anni all'artista-casellante Rocco Antonio D'Aversa in arte “Puccetto”. Ventuno anni di bene e di rispetto innanzitutto, che hanno dato vita a questo progetto fotografico desiderato, pensato e voluto insieme. Il protagonista della narrazione fotografica è Puccetto, all’anagrafe Rocco Antonio D’Aversa, nato a Tricase (Lecce) il 20 ottobre 1957 e morto a Tricase il 4 maggio 2023. Nel periodo giovanile ha viaggiato in Italia e in Europa, incontrando non poche difficoltà e sperimentando situazioni di vita molto dolorose che lo segneranno per sempre, ma il suo coraggio e la sua determinazione lo hanno portato a trasformare e sfogare le proprie sofferenze attraverso l’arte. Rientrando nel suo paese d’origine ha iniziato a lavorare nelle Ferrovie Sud-Est del Salento al casello n.34 di Tutino dal 1985. Puccetto racconta di aver iniziato a dipingere dopo aver visto una mostra del pittore Fernando De Filippis. Inizialmente ai suoi occhi il suo stile pittorico gli apparve semplice e sentendosi ispirato dall’artista acquistò degli smalti che incominciò a “gettare” come lui diceva su dei sacchi di juta. Da quel momento in poi si è dedicato sempre a dare forma ai suoi pensieri e sentimenti attraverso la pittura e la scrittura, espressioni artistiche che lo hanno rappresentato con intensità e coinvolgimento differenti, esprimendo quello che probabilmente con più difficoltà avrebbe fatto parlandone, come lui stesso affermava. Puccetto non amava essere definito pittore o artista, così come in nessun altro modo. Di sé stesso diceva di essere semplicemente “un imbrattatore di pezze”. Non amava i confini, i limiti, per questo le sue tele non erano incorniciate o fissate su supporti. Molti importanti critici d’arte lo hanno accostato, per il suo stile pittorico, alla creatività di Jackson Pollock. Diversamente da quest’ultimo, Puccetto è molto distante dalla vita e dagli studi che Pollock ha avuto la possibilità di approfondire, lui è stato un autodidatta, lontano da qualsiasi nozione d’arte e di tecnica pittorica. Ha utilizzato l’astrattismo per puro fluire di tutte le emozioni e l’action painting è stato più semplicemente il suo gesto liberatorio, il suo modo di fissarle su tela o su ogni supporto che decideva di utilizzare: lenzuola, tovaglie, cassetti, ante di legno, pannelli di polistirolo. Puccetto è stato anche autore di molti monologhi nei quali ha raccontato la sua vita che ha messo in scena dando vita ad esibizioni molto toccanti e coinvolgenti. Sue tele sono state esposte presso in prestigiose gallerie nazionali. Inoltre molte sue opere sono state acquistate in gran numero dall’attrice Helen Mirren e da molti attori, registi e collezionisti nazionali e internazionali. Il volume fotografico è articolato in cinque sezioni che costituiscono altrettanti frammenti rappresentativi della vita e delle opere di Puccetto.

Sul piano operativo, Loredana Moretti si muove come una detective. È abile nell’inseguire le vicende del casellante artista Puccetto. Scatto dopo scatto mette in fila quelle dinamiche utili a comprovare il suo lascito artistico, realizzato nel casello 34 delle Ferrovie del Sud Est, mentre transitavano i treni. Una vita segreta, finalmente svelata.” [Denis Curti].

E così appare il luogo di lavoro di Puccetto, il casello di Tutino che si trasforma di volta in volta in spazio d'incontri, “rifugio peccatori” come lui stesso amava definirlo vergandolo con la vernice sulle pareti del casello e poi nell'atelier delle sue creazioni dove le pitture diventano pavimento e le pareti tele sulle quali “gettare” colori e scrivere versi. Proseguendo nel racconto per immagini ritroviamo le sue performance teatrali che lo vedono attore oltre che autore rappresentando l'altra sua parte creativa attraverso la quale liberare le sue emozioni. La sezione dei ritratti di Puccetto mette in evidenza la sua figura fortemente carismatica, il suo sguardo diretto e senza filtri che sembra parlare anche nei silenzi. L'ultima parte del libro racconta dell'assenza di Puccetto. Le immagini sono state realizzate dopo la sua morte, il giorno prima della chiusura definitiva del casello. Ogni muro sembra però indicare le tracce della sua persistenza: i colori e le scritte sulle pareti, i pezzi di tela attaccati alle stesse, così come la sua presenza rimarrà nel tempo attraverso il suo importante lascito artistico.

Scopri il Colore Senza Capirne di Che Materia Si Trattasse Se non altro di imbrattare pezze Carta Tavole Tutto quello dove Esisteva Superfice ... Nei Momenti Che Si imbrattava Stavo Bene Ti Sentivi libero (...)” [Puccetto].

LOREDANA MORETTI
Loredana Moretti nasce a Bari nel 1966. Fotografa dal 1990, diplomata in pianoforte, docente di sostegno, counselor. La sua fotografia è caratterizzata da una spiccata sensibilità introspettiva. L’interesse verso la silenziosa architettura del paesaggio è motivato dal rappresentare “l’assenza” come racconto dei luoghi e stimolo al cambiamento. Si occupa prevalentemente di fotografia di ricerca e di impegno sociale, con particolare attenzione al disagio mentale. Tutti i suoi progetti fotografici sono stati realizzati in medio formato 6x6 e Polaroid. Affermata in campo nazionale ed internazionale. 

Principali mostre: “Biennale Internazionale di Fotografia” Torino, “La Dama del Castello” Repubblica di San Marino, “Fondazione Italiana per la Fotografia” Torino, “Castello Svevo” Bari, Foiano Fotografia” Arezzo, “Toscana Foto Festival” Grosseto, “Castello Carlo V” Lecce, “Pinacoteca Provinciale” Bari, “Castello Carlo V” Monopoli (Bari), “Museo Civico” Bari, “Galleria Fotografica Luigi Ghirri” Caltagirone, “Galleria Domus Milella” Bari, “MUST – Museo Storico Lecce.
Premi: “Alberobello fotografia 2000” Alberobello, “Portfolioinpiazza 2001” Savignano, “Foto España 2002” Madrid, “Memorial Mario Giacomelli 2003” Benevento.
Esperienze: presentazione al “World Press Photo 2003” dall’Agenzia Grazia Neri di Milano, seminario al “Corso di laurea in Scienze della Comunicazione-Storia e tecnica della Fotografia” c/o l’Università di Lecce, progetto sul “disagio abitativo” nel Salento per la Facoltà di Architettura e Urbanistica di Bari, giurato premio internazionale di cinematografia nera XVII edizione “Balafon Film Festival” del 2007, giurato del “Bari International Film&TV Festival BIF&ST” nel 2010, giurato del concorso fotografico “Alma murgiana” del 2011.
Pubblicazioni: collaborazione con riviste nazionali di arte contemporanea e arredamento, sue foto sono state pubblicate sul catalogo internazionale “Invito al collezionismo” ediz. “Forma” Milano e sul volume “Mediterranea” ediz. “Federico Motta Editore”.
Archivi: Fondazione Italiana per la Fotografia di Torino, Pinacoteca Provinciale di Bari, Museo Universitario della Fotografia D.A.U. di Bari.
Alcune sue fotografie e Polaroid sono state vendute all’asta accanto ad opere di fotografi di fama internazionale quali Alexandr Rodchenko, Mario Giacomelli, Sebastião Salgado, Oliviero Toscani, Eugène Atget.

Scheda tecnica:
Luogo di presentazione: MUST – Museo Storico di Lecce (ex Convento di Santa Chiara) Via degli Ammirati n.11, Lecce all'interno del chiostro antistante il bookshop MUSTiciu | tel 0832.241067 | www.mustlecce.it 
Titolo del libro: Una storia di colori e libertà
Autrice: Loredana Moretti
Testo critico: Denis Curti
Curatori: Loredana Moretti e Gianfranco Torro
Casa editrice: Sfera Edizioni s.r.l.
Progetto Grafico: Ferdinando Bossis - Sfera Edizioni s.r.l.
Testi: Loredana Moretti, Luigi Cazzato
Presentazione in prima nazionale: sabato 4 maggio 2024 ore 18:00
Introduce: Denis Curti, expertise in fotografia, curatore di importanti mostre di fotografia e arte contemporanea (Cartier-Bresson, Robert Capa, David LaChapelle, New Perspective, Ferdinando Scianna, Gianni Berengo Gardin, Maurizio Galimberti, Helmut Newton, Willy Ronis, Sabine Weiss,Andre Kertesz...), direttore artistico di prestigiose gallerie e fondazioni, autore e curatore di importanti libri e pubblicazioni fotografiche, curatore di aste fotografiche tra le quali quelle della Sotheby’s a Milano, direttore di Contrasto e vicepresidente della Fondazione Forma, esperto di mercato del collezionismo, giornalista e critico fotografico.

Riferimenti ed info: Loredana Moretti | tel 338.9477860 | e-mail loremore66@gmail.com
Ingresso libero

sabato 27 aprile 2024

Giorgia Mascitti - Una serpe nello stivale


Domenica 5 maggio al Torre di Moresco Centro Arti Visive apre al pubblico la mostra personale di Giorgia Mascitti (San Benedetto del Tronto, 1995), Una serpe nello stivale. Per la mostra, aperta fino al 23 giugno, l’artista presenta una serie di lavori inediti.

La mostra si concentra sulla sfida che la torre eptagonale rappresenta in quanto spazio espositivo fortemente caratteristico. Le opere, realizzate per l’occasione, sono nate tramite la ricerca che l’artista ha portato avanti sul territorio circostante e gli artisti locali, nello specifico Vincenzo Pagani il pittore Marchigiano di Monterubbiano. La sua riproduzione di Santa Lucia e gloria d’angeli su sfondo di paese ha tratto d’ispirazione all’opera centrale della mostra.

L'artista presenta per la prima volta le sue sculture in compagnia di alcuni disegni di grande e piccolo formato. L’evidente dicotomia nel lavoro di Mascitti tra la scultura di aspetto ludico e il disegno, spesso con sembianze austere, è massimizzata grazie all’accostamento allestitivo. Gli approcci drasticamente differenti con i quali l’artista affronta i due medium sono il punto di snodo dal quale artista e curatrice (Miral Rivalta) hanno sviluppato il progetto espositivo. Le opere tridimensionali, colorate, di piccolo formato, sembrano entrare nell’architettura e fungono da spettatori, presentandosi come un unica installazione che si sviluppa su tutti i piani della torre. Nei disegni la figura maschile si vede raramente e assume sembianze innocue laddove la donna domina la rappresentazione. Colei che Mascitti ritrae, decorata da fuoco e fiamme, potrebbe rappresentare la Sibilla Appenninica, figura mistica del folklore italiano locale, una delle sue ancelle o forse l’artista stessa.


BIOGRAFICA
Giorgia Mascitti nasce a San Benedetto del Tronto nel 1995, consegue il diploma di Primo e Secondo livello in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Attualmente vive e lavora a Pescara.

Giorgia Mascitti 
UNA SERPE NELLO STIVALE 
a cura di Miral Rivalta 

TOMAV - Torre Moresco Centro Arti Visive opening | domenica 5 maggio 2024, ore 17:30
INAUGURAZIONE: domenica 5 maggio 2024 ore 17:30
PERIODO: 5 maggio - 23 giugno 2024
ORARI DI APERTURA: sab e dom ore 17.45-19.45 o su appuntamento 
PARTNER: Tomav Experience Ass. Cult.
PATROCINIO: Comune di Moresco, Pro Loco Moresco, Giusti Contemporary Art 
DIREZIONE ARTISTICA: Andrea GiustI
INFO: 3515199570_tomav.expe@gmail.com





mercoledì 24 aprile 2024

SeTaccio il Vento, restituzione della residenza di Agnese Purgatorio

Agnese Purgatorio, SeTaccio il vento still, 2023

Matta Arte Contemporanea è la sezione dedicata alle arti visive, a cura di Marcella Russo, che dal 2020 porta avanti un programma di residenze d’arte, grazie al quale sta costruendo una collezione di opere site-specific permanenti collocate nella sede dell’ex mattatoio di Pescara, Spazio Matta. MAC è un luogo fisico ma anche virtuale, dove i protagonisti dell’arte incontrano il pubblico per uno scambio, un confronto, un dialogo finalizzato ad approfondire i temi e linguaggi più attuali del mondo dell’arte. 

Il 27 aprile 2024alle ore 18.00 Matta Arte Contemporanea presenta “SeTaccio il vento”, restituzione delle residenza dell’artista Agnese Purgatorio, un percorso sensoriale e ritmico che conduce lo spettatore nelle trame della materia, in un viaggio onirico attraverso una natura potente e sublime, ma con un senso di spaesamento che caratterizza da sempre il nomadismo esistenziale dell’artista, sottolineato anche da una sperimentazione acustica. L’arte come linguaggio dell’immaginario in una frammentazione linguistica che in certi momenti attraversa un tempo dilatato, mentre in altri si trasforma in apparizioni di luce, sottolineata da una ricerca costante sul suono che Agnese Purgatorio porta avanti da alcuni anni. Opera che accompagna la residenza pescarese dell’artista e che affronta questioni urgenti, come la rivolta delle donne iraniane, con la leggerezza metaforica delle folate di vento e con una libera interpretazione del verso di Abbas Kiarostami “Il vento porta via il velo” che ondeggia nel video in lingua originale. Un atto poetico e politico che con ambientazioni mentali ed esistenziali, condensate in una atmosfera sospesa, ci esorta ad affrontare le grandi sfide del nostro tempo, ma con cautela e con la purezza del gesto infantile del protagonista che ci invita a tacere per ascoltare le voci lontane. 

Il titolo dell’opera permanente è una libera citazione di un verso di Abbas Kiarostami “Il vento porta via il velo”: un neon in vetro soffiato e scritto in farsi da una donna iraniana residente a Pescara. 

L’incontro si chiuderà con un talk aperto al pubblico, dove si approfondirà la pratica delle Residenze d’Arte. Si parlerà di arte pubblicae del suo mescolarsi ai territori e alle storie delle persone, quale linguaggio espressivo del presente capace di creare nuove narrazioni.

Partecipano al talk l’artista Agnese Purgatorio, Marcella Russo, Andrea Croce, Giovanni Gaggia, Lucia Giardino e Miriam Di Francesco. 

PROGRAMMA
H 18.00– Focus residenza “SeTaccio il Vento”
Presentazione del progetto con l’artista Agnese Purgatorio e la curatrice Marcella Russo.

H 18.15– Proiezione opera video “SeTaccio il Vento” durata 6’ 10” (loop) realizzata dall’artista durante la residenza a Pescara.

H 18.30– TALK/FOCUS sulla pratica delle Residenze d’Arte.
Partecipano:

Andrea Croce_ curatore e artista visivo, nel 2018 ha fondato Unpae, un progetto di residenze d’artista caratterizzato da uno spirito libero e spontaneo. Nel 2021, 2022 e 2023 lavora come curatore e produttore per Una Boccata d’Arte in Abruzzo, seguendo pratiche artistiche scultoree, installative e performative.

Giovanni Gaggia_ artista, nel 2008 fonda Casa Sponge, luogo di accoglienza e rifugio di artisti nelle Marche.

Lucia Giardino_ Insegna storia dell’arte e dal 2007 cura e dirige GuilmiArtProjects, un programma di residenza d’artista che ha come elemento fondante la pratica delle coabitazione. E’ tra i soci fondatori di STARE APS ETS.

Agnese Purgatorio_ artista

Marcella Russo_ curatrice e manager culturale

Modera: Miriam Di Francesco_ Laureata in estetica alla Cattolica di Milano, coordinatrice di progetto per la Fondazione No Man’s Land. E’executive assistant per “Ceravento”,  giovane spazio espositivo di Pescara.

H 19.30- Presentazione al pubblico dell’opera permanente “Il Vento porta via il Velo” realizzata per la residenza da Agnese Purgatorio con la partecipazione di Bob Cillo, chitarrista, cantante e compositore della scena “underground” nazionale. La performance musicale presenterà un testo rielaborato, che sarà la base della performance , tratto da "La casa è nera" (Khaneh siah ast) un cortometraggio, scritto e diretto nel 1963 da Forough Farrokhzad, poeta e regista femminista iraniana. Bob Cillo ha realizzato 6 album con i progetti “Dirty Trainload”, “Behind Bars Collective” e “Bob Cillo & Mafia Trunk”. Si è esibito in tutte le principali città europee e ha esportato il suo “new blues” anche a Chicago e per due volte al Deep Blues Festival a Minneapolis e a Clarksdale, Mississippi.

BIO AGNESE PURGATORIO
Agnese Purgatorio è una artista italiana attiva nel campo delle installazioni multimediali, della performance e del collage, analogico e digitale. Il suo lavoro riflette sulla memoria e la ricostruzione di narrazioni personali e collettive, sia con la messa in scena, sia con materiale d’archivio su cui interviene. Ha esposto in prestigiose istituzioni nazionali ed internazionali come la Pinacoteca Metropolitana Corrado Giaquinto di Bari, la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, la Triennale di Milano, la Galleria Nazionale di Roma, the Jordan National Gallery, il Museo della Scultura Contemporanea di Matera, the Moscow Biennale of Contemporary Art, la Biennale di Venezia, a Bienal Internacional de Arte Contemporânea de Curitiba, the Armenian Center for Contemporary Experimental Art – Yerevan.

INGRESSO GRATUITO: è consigliata la prenotazione.
Info e prenotazioni: 327 8668760 – prenotazioni@spaziomatta.it

Attività promosse e organizzate da Artisti per il Matta nel Programma della Presidenza Consiglio Ministri per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie della città di Pescara.

***

Matta Arte Contemporanea 
Sezione arti visive a cura di Marcella Russo
Titolo: SeTaccio il vento
Artista: Agnese Purgatorio
Data: 27 aprile dalle 18 alle 21
Dove: Spazio Matta, Via Gran Sasso n. 57, Pescara

S’IMBEVE DI CIELO di Elvio Chiricozzi


Tutto il senso della mostra di Elvio Chiricozzi si svela all’inizio. La prima grande tela che ci accoglie mormora qualcosa. È un giallo di candela, fiammella inamovibile e immobile, sembra immortale, sicura come una montagna. Impreparata a morire al primissimo raggio di sole. Romantica dichiarazione esistenziale. Ci guarda e la guardiamo con sereno disincanto. C’immedesimiamo, la sua condizione è la stessa nostra. Il bouquet di emozioni che proviamo ora ci accompagnerà per tutte le altre sale, di fronte ad ognuna delle altre opere. Cieli, nuvole e fulmini. Alfabeto elementare del mondo fisico. Ci stupiscono per la loro semplicità, che è solo apparente. Avvicinandosi l’immagine prima nitidissima della nuvola si perde e scompare in miliardi di piccoli segni a matita.
Abbiamo due scelte. Ormai disorientati aggrapparci ad un punto solo, un piccolo tratto e sceglierlo come nostro calmo porto d’attracco. Oppure tornare indietro, accettando la realtà come molteplicità incomprensibile ma solo osservabile.

– Giovanni Damiani


S’IMBEVE DI CIELO di Elvio Chiricozzi
La mostra sarà visitabile fino al 21 giugno 2024
dal lunedì al venerdì nei seguenti orari: 10:00 – 13:30 / 16:00 -19:30

La Nuova Pesa | Via del Corso, 530 – 00186 Roma
Tel. – 06 3610892
nuovapesa@farm.it 

domenica 14 aprile 2024

RUVO ART FESTIVAL 2024 - I° Edizione


Benvenuti al RUVO ART FESTIVAL 2024 - I° Edizione

la maratona di arte, musica e spettacolo!


Introduciamo con entusiasmo la RUVO ART, una nuova realtà di Ruvo di Puglia composta da un eclettico gruppo di artisti locali, tra musicisti, cantanti, DJ, artisti delle arti figurative e delle arti performative del teatro e della danza. 


La RUVO ART sta dando vita alla prima edizione del RUVO ART FESTIVAL, un'eccezionale maratona di arte, musica e spettacolo che si svolgerà dal 29 al 30 aprile e il 1 maggio 2024 nella suggestiva cornice della nostra pineta comunale.


Questo evento unico ,celebra la creatività e l'espressione artistica, offrendo al pubblico un'esperienza indimenticabile immersa nella cultura e nell’innovazione. Durante le tre serate, sono previste esibizioni musicali e canore,performance di ballo ,performance teatrali e una collettiva di pittura e artigianato artistico intitolata “ L’Arte Unisce”. 


“Siate affamati, siate folli” S.J.

Come sottolineava Steve Jobs, è essenziale mantenere la fame di apprendimento e la follia creativa nel perseguire gli obiettivi personali e professionali. Pertanto, vi invitiamo a non smettere mai di avere fame di musica, arte, danza e spettacolo ma soprattutto di BELLEZZA! Abbiamo bisogno della vostra energia e presenza per rendere il nostro evento un'esperienza straordinaria. 



La maratona d’arte,musica e spettacolo RUVO ART FESTIVAL 2024 “Siate affamati,siate folli”  prevista dal 29 aprile al 1 maggio presso la Pineta Comunale di Ruvo di Puglia (Ba) ,aprirà al pubblico proprio in concomitanza della Giornata Internazionale della Danza e per tanto, sono state  programmate  due performance  a cura delle scuole di ballo partecipanti  e le loro ballerine . Per la scuola di ballo Tempio Danza del maestro Silvio Antonio Anselmi vedremo ballare Sara Di Terlizzi e Aurora Di Terlizzi ,per la Hollywood Dance dei maestri Nino Capocchiano e Simona Ficco ci saranno Laura Serafino e Sara Boccucci; per la JD Art School dei maestri Deborah Minafra e Jonathan Lucarelli, balleranno Gaia Di Bisceglie e Ilaria Chiapperini e per la Revolution Dance dei maestri Porzia De Nicolo’ e Piero Sorice ci saranno Michelle Vallarelli e Rebecca Sorice. Le performance, nate da un’idea di Daniela Raffaele Clitorosso e coordinate dal referente della danza  Ins. Anna Lorusso, avranno come tema i sette vizi capitali e le rispettive sette virtù. La prima performance intitolata “SEVEN” (ispirata ai peccati capitali) rappresenterà attraverso delle maschere artistiche realizzate da Katia Di Palo , i “loghismòi” o “demoni” come gli ha definiti  Evagrio Pontico ( monaco cristiano) e condurrà lo spettatore a comprendere la fragilità umana e la costante dimensione di schiavitù terrena nella quale l’uomo vive ,se non riuscirà a contrastare questi demoni definiti poi “ vizi o peccati”quali: la gola,la superbia,l’avarizia,l’accidia,l’ira,l’invidia e la lussuria.

Questo “atto di liberazione”,  che attraverso la danza e l’arte diventa un “ rito purificatorio”, si compirà  nella seconda perfomance a conclusione della serata e si intitolata “ VIRTUS”;   qui le ballerine indosseranno ornamenti artistici  identificativi delle sette virtù, realizzati da Angela e Fidelia Catalano in collaborazione con Angela Faniello .         Le sette virtù , ognuna contrapposta al peccato capitale ,rappresenteranno la “trasmutazione del loghismòi in aretè”ovvero del peccato in virtù e per tanto   la Gola in Temperanza, la Superbia in Umiltà,   l’Avarizia in Generosità,  l’Accidia in Diligenza, l’Ira in Pazienza,  l’Invidia in Carità  e  la Lussuria in Castità.Tutto sarà compiuto…ancora una volta l’arte avrà dimostrato sul suo potere salvifico sull’umanità.Si Ringraziano per la selezione musicale Ezio Floriano, MariaElena Berardi make up Yves Segal, Cecilia Pellegrini per la collaborazione.

DATE: 29 e 30 Aprile, 1 Maggio 2024


29 Aprile - dalle ore 19:00 alle 23:00

30 Aprile - dalle ore 19:00 alle 00:00

1 Maggio - dalle ore 10:00 alle 23:00


TEAM - RUVO ART FESTIVAL


MUSICISTI:

Gianni Mazzone

Andrea di Bitonto

Antonietta Pellegrini

Adriana Petrone

Paolo Tambone

Filomena Minafra-Filly

Mimmo Fracchiolla

De Leo Filomena

Adriano Palmieri

Ricky Di Domenico

Beppe Summo

Livio Minafra

Lillo Strillo

Max Zaza

William Sierra

Donato Castagna

Tommaso Summo


DJ:

Rino Straniero

Tonio Ciliberti

Giuseppe Tambone

Bruno Cantatore

Enzo De Leo

Adriano Cantatore

Flavio Di Gioia

Danny Howen

Maurizio Roselli

Ciccio Mass

Gianni Montaruli


BALLERINI:

Anna Lorusso

Nino Capocchiano e Simona Ficco

Deborah Minafra - Jonathan Lucarelli

Silvio Antonio Anselmi

Porzia De Nicolò – Piero Sorice

Lola Hassan

Maria di Tullio


VOCALIST:

Ezio Floriano


PRESENTATRICE:

Alessia Di Terlizzi

OSPITI:

Gino Palmisano

Simona Luglio

Anna Milella


Ingresso Libero

giovedì 11 aprile 2024

Bahar Hamzehpour | Just a ride


Sabato 13 aprile, Hyunnart Studio presenta “Just a ride”, personale di Bahar Hamzehpour, artista e tecnico di laboratorio presso la cattedra di Grafica d’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Roma. 

In mostra una selezione di lavori che testimoniano i tratti salienti della sua ricerca. Bahar Hamzehpour in molte sue opere si serve di parole che si sovrappongono e si infittiscono sempre di più, fino a creare dei grovigli neri e indistinti di pigmento concentrato, ma soprattutto realizza composizioni nelle quali il linguaggio esprime la notevole complessità della comunicazione, la necessità di esplorare il proprio io e l'inevitabile sfida di riuscire a farlo in modo profondo. L’artista concepisce opere composte da gesti e segni attraverso i quali emergono immagini che hanno molto a che fare con lo sprigionamento di energia compressa, emissioni quasi inarrestabili di forze finalmente liberate. In altri termini rappresentano delle manifestazioni che incarnano una visione di disfacimento e di conseguente riscatto finale. La fase processuale in questo suo operare è determinante. 

C’è un ulteriore aspetto molto interessante nelle sue opere più recenti. La leggerezza e la fragilità apparente, sia dei materiali che Bahar utilizza, sia delmodo in cui vengono presentati, cela invece tematiche spesso complesse e dolenti. Laddove l’azione e il gesto fisico sono indispensabili per la costruzione dell’immagine, ancora una volta l’aspetto posto in risalto è legato alla fase di elaborazione, al processo di lavoro appunto, come nel caso di Isteria, un’installazione a parete composta da 441 forcine per capelli piegate e deformate una ad una e successivamente allineate a formare un grande rettangolo a parete. Come lei stessa dichiara, “Questo processo di deformazione non è solo un atto artistico, ma una rappresentazione della nostra esperienza di vita: cadere, rialzarci e cercare di rimetterci insieme. Le forcine deformate da tante persone diventano così un’opera collettiva, simboleggiando la bellezza che può emergere anche dalla deformazione. In definitiva, questo lavoro di nuovo riflette il senso di bellezza che affiora dall’assurdità della vita. Una semplice azione si trasforma in un simbolo di resistenza e ricerca di significato in un mondo caotico”.

Bahar Hamzehpour è nata a Tehran e da otto anni vive a Roma. Dopo aver conseguito il Diploma Accademico in Grafica d'Arte e Tecnologie dei Materiali Cartacei presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, ha focalizzato la sua pratica artistica sull'incisione calcografica e sulla creazione di carta artigianale. Il suo interesse per l'arte spazia attraverso diverse forme e modalità di espressione, con una particolare attenzione ai temi sociali e alla condizione della donna. La sua ricerca artistica si concentra principalmente sulle questioni di genere e societarie. Nel corso degli ultimi dieci anni, Bahar ha partecipato a numerose mostre collettive e personali, Tra le mostre recenti:

2024 - III° Rassegna Biennale Fiber Art, a cura di M. Giuseppina Caldarola e Pierfrancesco Caprio. Ex Museo Civico, Ex Monte di Pietà, Museo Nazionale del Ducato di Spoleto - Rocca Albornoziana, Galleria Officina d’Arte&Tessuti, Spoleto (PG)
2023 - Sguardo Di Confine. L’arte femminile tra archeologia e presente, Museo MAV – Ercolano (NA). 
2022 - La Metà Nascosta Della Luna, a cura di M. Giuseppina Di Monte, Francesca Colantonio e Giulia Maccauro. Museo Hendrik Christian Andersen – Roma.
2022 - Dalle carte d’ARchivio alle carte d’Artista. Erbari, foglie e fogli di carta: risorse per la creatività. Sala Alessandrina, Archivio di Stato - Roma. 
2022 – Impressum Est. Libri d’artista fra Private Presses e Accademia di Roma, a cura di Marina Bindella e Beatrice Peria. Salone Borromini, Biblioteca Vallicelliana - Roma.
2022 - Carta Coreana HANJI. L’Arte Contemporanea incontra un sapere antico,Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese - Roma.
2021- Alfabeti Riflessi. Arte e scrittura oltre i confini, Musei di Villa Torlonia, Casina delle Civette - Roma. 
2021 - II° Rassegna Biennale Fiber Art, a cura di M. Giuseppina Caldarola e Pierfrancesco Caprio. Ex Museo Civico, Ex Monte di Pietà, Museo Nazionale del Ducato di Spoleto - Rocca Albornoziana, Galleria Officina d’Arte&Tessuti, Spoleto (PG)
2019 - Nell’acqua e nel colore, a cura di Laura Salvi e Riccardo Ajossa. Istituto Culturale Coreano - Roma.




INFORMAZIONI
Bahar Hamzehpour | Just a ride
Hyunnart Studio - Roma, Viale Manzoni 85-87
13 aprile – 18 maggio 2024

Inaugurazione 13 aprile 2024, ore 18.00

Orario settimanale: dal martedì al venerdì, ore 16,00-18,30 
Telefono:3355477120
Email: pdicapua57@gmail.com

LA MISURA UMANA | Cinque visioni di pittura contemporanea

Elisa Zadi, Dragontea, 2023 

Eugenia Carabba Tettamanti e Giuseppe Cotroneo, in collaborazione con il Circolo degli Esteri, sono lieti di presentare la mostra collettiva: “La Misura Umana. Cinque visioni di pittura contemporanea”. 

L’esposizione ospita le opere di cinque giovani artisti italiani:Verdiana Bove, Anna Capolupo, Giulio Catelli, Alessandro Giannì, Elisa Zadi, pittori e pittrici provenienti da percorsi eterogenei che però confluiscono in un’unica grande famiglia: la narrazione pittorica figurativa. 

Il progetto espositivo mira ad indagare le nuove dimensioni dell’umanità in termini di relazioni, individualità, simbologie e sintesi. Il concetto di “misura umana”, nel titolo, prende le mosse da alcune delle ultime interviste rilasciate da Jannis Kounellis tra il 2014 e il 2016, nelle quali egli racconta come la dimensione dell’uomo possa divenire unità di misura per interpretare il presente. Per comprendere l’importanza di tale operazione è necessario esperire quella profondità morale che la ricerca di Kounellis ha lasciato in eredità alle generazioni successive: le conclusioni di ordine emotivo-sociale alle quali è giunto il maestro, che si sono trasformate nei frame pittorici dei periodi storici con i quali egli si è confrontato, oggi possono essere prese in prestito dagli artisti che si cimentano con un nuovo momento storico e con la misurazione dell’umano.

Partendo da questi bisogni socio-relazionali, in una fase temporale ancora pienamente post pandemica, scaturisce la necessità di un progetto espositivo che ponga al centro l’arte contemporanea (in questo caso pittura) come nuovo linguaggio in grado di ri-costruire consapevolezze condivise. L’obiettivo della mostra è la rappresentazione di un quotidiano autentico, declinato sotto forma di pennellate, mediante il quale è possibile descrivere racconti universali di vita reale. Fragilità e complessità autentiche, tornano ad essere immagini familiari per ciascuno di noi.Il filo comune che unisce gli artisti in mostra individua nelle opere di Elisa Zadi una introspezione che non perde mai di vista il contesto esterno fatto di natura; nelle opere di Giulio Catelli il colore autentico della città viva, ed in Verdiana Bove una delicatezza nel voler indagare vicinanze relazionali sottese. Questo dialogo aperto tra le espressività rappresentate continua con Alessandro Giannì ed il riferimento visibile ad una dimensione della scomposizione creata da complessità morali, per terminare con Anna Capolupo e la straordinaria tensione simbolica di riti ed oggetti legati alla quotidianità. Una pluralità di premesse che porta ad una conclusione univoca appartenente alla sfera umana.

<< Il mio problema è l’uomo come misura, non come rappresentazione. >>
Jannis Kounellis

Scheda informativa:
TITOLO:La misura umana. Cinque visioni di pittura contemporanea
ARTISTI:Verdiana Bove, Anna Capolupo, Giulio Catelli, Alessandro Giannì, Elisa Zadi
LUOGO:Circolo degli Esteri, Sala degli Artisti – Lungotevere dell’Acqua Acetosa, 42 –Roma
DURATA:Dal 24 aprile al 11 maggio 2024, visita con ingresso libero previa prenotazione.
VERNISSAGE:Private view su invito 23 aprile 2024, ore 18:00, alla presenza degli artisti.

Realizzato con il supporto di:
I.N.A.C. Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea – ente culturale che si prefigge la diffusione e la valorizzazione dell’Arte e della Cultura – nasce, contemporaneamente al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nel 1975 dalla fusione di due Associazioni Culturali: la Società Voltaire e l’Accademia dei Pastori, entrambe fondate alla fine del XVIII secolo, quando l’Illuminismo si diffuse anche nel nostro Paese. Nel rispetto dei suoi fini istituzionali, ha collaborato con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con le Soprintendenze, Direzioni Generali e Dipartimenti dello stesso Ministero, con Musei nazionali, con tutte le Regioni e i più importanti Comuni italiani.

AICA, Associazione Internazionale dei Critici d’Arte (Association Internationale des Critiques d’Art, AICA), è stata fondata nel 1950 con la finalità di rivitalizzare la critica d’arte e la libertà di espressione, che a causa della II Guerra Mondiale vennero messi a repentaglio a livello globale. Affiliata ad UNESCO, AICA è stata ammessa al rango di ONG nel 1951. L’associazione oggi vanta oltre 5000 iscritti provenienti da 95 Nazioni e sono presenti 63 sezioni nazionali.

Feudi di San Gregorio - Lo spirito pionieristico di questa azienda irpina, nata nel 1986, è alla base dell’ispirazione che anima la cantina e la curiosità che la porta ogni giorno a esplorare terre sconosciute, a cercare il confronto e l’incontro con nuove realtà, propulsori di idee innovative e visionarie. Nasce con questo spirito, dal 2014 la collezione d’arte contemporanea a sostegno della Fondazione di Comunità San Gennaro. Le opere site-specific degli artisti - fotografi, pittori, designer – con cui l’azienda collabora vengono poi trasformate in bellissime etichette in edizione limitata, il cui ricavato viene interamente devoluto alla Fondazione, animata da Padre Loffredo. Nasce così il contenitore BE CURIOUS, il progetto che racchiude l’ormai pluriennale percorso artistico e culturale intrapreso da Feudi di San Gregorio, che si declina in differenti arti. 

Fondato nel 1936 con finalità di rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri, 
Il Circolo degli Esteri mantiene tuttora una forte vocazione internazionale e concorre alle attività istituzionali e di rappresentanza del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. Si ringrazia vivamente il Circolo degli Esteriper la disponibilità e per la concessione della prestigiosa Sala degli Artisti, sede del progetto espositivo.

 

Info:

Eugenia Carabba Tettamanti | 340.296 0357 | eugenia.carabba@gmail.com| instagram: @iugcarabba
Giuseppe Cotroneo | 340. 382 2018 | info@giuseppecotroneo.com | instagram: @giuseppecot

Circolo degli Esteri| 06. 808 6130 | segreteria@circoloesteri.it


martedì 9 aprile 2024

Helen Tóth | Among These Trees Is My Hiding Spot


Curva Pura è lieta di presentare la prima personale romana di Helen Tóth, Among These Trees Is My Hiding Spot, a cura di Nicoletta Provenzano e Vittorio Beltrami, con il sostegno dell’Istituto Slovacco a Roma e dello Slovak Arts Council.

La mostra, parte degli eventi di Open House Roma 2024, è un’immersione nel cuore intimo della foresta, un respiro nell’atmosfera arborea che prende sostanza pittorica, addentrandosi in segreti nascondigli di rami e in archivi sentimentali di essenze boschive.

Helen Tóth, in una gestualità pittorica impetuosa e brillante, conduce il fruitore attraverso un universo selvatico, in cui trovare una natura palpitante e sferzante, custode universale della coesione tra luce e ombra. Lo svelarsi di brezze e brume sono voci cromatiche di un viaggio nell’intrico ombroso di una fitta danza di fronde, lungo i passi delle stagioni. La foresta e i suoi vortici vegetali, simbiotici e multiformi, tracciano negli olii su tela dell’artista un percorso intricato e limpido, fluido ed essenziale. Come preziosi ibridi di un territorio appartenente tanto alla realtà quanto ai segreti dell’intimo, porzioni minime di una natura germogliante compongono un humus di memorie, una raccolta poetica di ibridi vegetanti che divengono universo sensoriale e misteriose matrici di forme della natura. Costruendo spazi fisici e mentali, tra boschi e radure, le opere, in un dialogo tra installazione e pittura, conducono lo sguardo tra passaggi, i bivi e le emersioni radicali dei luoghi dove si sono originate. Il cammino incantato nella densità semiotica di una vita vegetale si nutre di folgorazioni percettive e di sensibilità poetica, trasformate in un rigoglio lirico. L’artista, parte degli artisti della Blu : gallery in Modra (SVK) e attualmente in residenza a Roma, entrerà direttamente in dialogo con gli spazi della galleria e con il territorio della Capitale in una installazione site specific dedicato alle presenze arboree della città.

EN/
AMONG THESE TREES IS MY HIDING SPOT
Helen Tóth
curated by Nicoletta Provenzano and Vittorio Beltrami 

Opening 4 April 2024 h 18:30
Curva Pura | Via Giuseppe Acerbi 1a - Roma
until 5 May 2024

Curva Pura is pleased to present Helen Tóth's first solo exhibition in Rome, Among These Trees Is My Hiding Spot, curated by Nicoletta Provenzano and Vittorio Beltrami, with the support of the Slovak Institute in Rome and the support of the Slovak Arts Council. The exhibition, part of the events of Open House Roma 2024, is an immersion into the intimate heart of the forest, a breath in the arboreal atmosphere that takes on pictorial substance, delving into secret hiding places of branches and sentimental archives of woodland essences. Helen Tóth, in an impetuous and brilliant pictorial gesturality, leads the viewer through a wild universe, in which to find a palpitating and lashing nature, universal guardian of the cohesion between light and shadow. The unveiling of breezes and mists are chromatic voices of a journey through the shadowy tangle of a dense dance of melts, along the steps of the seasons. The forest and its symbiotic and multiform vegetal whirlpools trace an intricate and limpid, fluid and essential path in the artist's oils on canvas. Like precious hybrids of a territory belonging as much to reality as to the secrets of the intimate, minimal portions of a germinating nature compose a humus of memories, a poetic collection of vegetating hybrids that become a sensory universe and mysterious matrices of nature's forms. Constructing physical and mental spaces, between woods and clearings, the works, in a dialogue between installation and painting, lead the gaze between passages and forks and the radical emergencies of the places where they originated. The enchanted journey through the semiotic density of a plant life nourished by perceptual gusts and poetic sensitivity transformed into a lyrical luxuriance. The artist, part of the artists of the Blu : gallery in Modra (SVK) and currently in residence in Rome, will enter directly into dialogue with the gallery spaces and with the territory of the Capital in a site-specific installation dedicated to the arboreal presences of the city.

INFO 
AMONG THESE TREES IS MY HIDING SPOT
Helen Tóth
a cura di Nicoletta Provenzano e Vittorio Beltrami 

con il sostegno dell’Istituto Slovacco a Roma e dello Slovak Arts Council

Opening 4 Aprile 2024 ore 18:30
Fino al 5 Maggio 2024

Orari:martedì e giovedì dalle ore 18:30 e su appuntamento - prenotare via mail curvapura@gmail.com o whatsapp 3289228797 - 3314243004

Curva Pura 
Via Giuseppe Acerbi, 1a - Roma
curvapura@gmail.com
Partner: Blu : gallery in Modra (SVK)