LORENZA CASAMASSIMA "Pubblica Amministrazione".
 "Questo mese Majazzin propone due opere pittoriche di grandi dimensioni
 dell’artista altamurana Lorenza Casamassima che ci permettono di 
confrontarci con due poli opposti della stessa arte: furore 
espressionista ed iperrealismo concettualizzato. Lo spettatore potrebbe 
essere tratto in inganno dalle palesi differenze stilistiche 
effettivamente esistenti tra le due opere, tanto da credere di essere di
 fronte a lavori di autori diversi; la nostra scelta di accos
tare
 due opere così lontane tra loro potrebbe spingerlo a giudicare 
l’artista incoerente o immatura o portarlo a pensare che in questa 
piccola esposizione ne voglia sintetizzare il percorso. Il modo più 
lucido per interpretare questa operazione è, invece, considerarla una 
proposta di riflessione sul mezzo pittorico,  riflessione resa possibile
 dalla grande versatilità e dalla libertà espressiva di Lorenza 
Casamassima.
 In “Pubblica amministrazione” la pittrice riproduce 
dettagliatamente la visuale “maschile” di una piccola toilette, nel 
senso che lo sguardo dell’osservatore riconoscerà facilmente l’immagine 
che gli si presenta quando si posiziona di fronte al wc per orinare. 
Piastrelle fuori moda, la “tazza”che ha perso il suo candore per 
l’usura, la cassetta dello scarico cosparsa di oggetti che suggeriscono 
la promiscuità del bagno: un posacenere pieno di mozziconi, un 
accendino, l’involucro di un assorbente usato, un rotolo di carta 
igienica. La rappresentazione è impietosa: l’esigenza di interpretare il
 tema con un realismo che potremmo definire “fotografico” non proviene 
dall’ansia dell’artista di dimostrare la propria maestria,  né dalla 
necessità di accodarsi ad una delle tendenze più attuali del fare 
pittura. Casamassima riporta la realtà con freddezza e meticolosità 
perché è il modo più efficace per trasmettere il senso di squallore e di
 estraneità della scena. La sapiente elaborazione pittorica permette di 
soffermarsi su un’immagine fugace, registrazione visiva immediatamente 
scartata perché associata a necessità “basse” espletate con un senso di 
disagio, in un luogo poco intimo.  Lo stesso senso di estraneità, 
disinteresse e – diciamolo pure – schifo che proviamo nei confronti dei 
modi attualmente più diffusi  di esercitare poteri grandi e piccoli nel 
nostro Paese e nella nostra città.
 La seconda opera in mostra, 
intitolata “Attesa”,  è una maestosa tela che colpisce immediatamente 
per la brutalità del gesto e la cupa eleganza dei toni. Alla 
lapalissiana evidenza del soggetto di “Pubblica amministrazione” si  
oppogono sulle pareti di Majazzin le confuse ombre di questo grande 
dipinto: a stento si possono riconoscere due profili umani opposti che 
si fanno strada tra l’oro e il bruno di pennellate, dripping e spatolate
 dal ritmo sincopato, mentre appaiono più evidenti, contornate di un 
rosso brillante, le parti disarticolate di una bicicletta.  Arcaismo, 
ieraticità, richiami all’ambiente urbano ed alle caverne custodi di 
pitture rupestri, un cromatismo cupo ma elegante, un gesto selvaggio ma 
istintivamente misurato contribuiscono a popolare la sala di presenze 
misteriose, inafferrabili, ma che percepiamo  cariche di senso.
 Non 
manca la continuità, tra questi due lavori così difficilmente 
accostabili. Sia la rappresentazione pedissequa della realtà che un 
pittorico flusso di coscienza, nel bagaglio di un’artista riflessiva e 
consapevole diventano strumenti utili ad intuire il contenuto delle 
pagine mancanti".
 Giovanni Matteo
 Lorenza 
Casamassima, 30 anni, nata ad Altamura, diplomata nel 2000 presso 
l'Istituto d'Arte "Carlo Levi" di Matera, perfezionatasi in Pittura 
presso l'Accademia di Belle Arti di Bari nel 2005, ha frequentato il 
Master di Conservazione e Restauro a Palazzo Spinelli (Firenze).
 
Come pittrice ha esposto le sue opere nella mostra "I cinque sensi" 
(2007) ad Altamura ed ha tenuto la personale "Anamorfi" (2012) presso le
 Officine Culturali di Bitonto; come fotografa ha preso parte a "Public 
Art" (2009) e Rivisitazioni (2011).
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