domenica 7 settembre 2014

Mario Cresci_Ex / Post. Orizzonti momentanei


Mario Cresci
Ex / Post. Orizzonti momentanei
A cura di a cura di Emma Zanella e Alessandro Castiglioni

6 Settembre - 19 Ottobre 2014

Mario Cresci
Ex / Post. Orizzonti momentanei


Inaugurazione sabato 6 settembre 2014, ore 18.30


Il MA*GA per la rete Officina Contemporanea, invita Mario Cresci a realizzare un nuovo progetto, appositamente pensato per il museo e la città. La mostra personale dell'artista, riferimento sin dagli anni sessanta per tutte le ricerche che sviluppano un approccio sperimentale all'utilizzo del linguaggio fotografico, si concentra infatti attorno ad una serie di opere, appositamente realizzate per l'occasione, che raccontano il territorio gallaratese, la sua identità geografica e architettonica, il su skyline liquido. Il titolo del progetto “Ex / Post. Orizzonti momentanei” fa proprio riferimento ai continui mutamenti e agli insediamenti momentanei di un paesaggio in costante trasformazione colto in questo preciso passaggio. Come, infatti, sottolinea Michela De Poli nel saggio Paesaggi Compressi “Lo stato delle cose così in modificazione non è facile da gestire perchè è appesantito da stati di alterazione resi complessi nella loro identificazione: il linguaggio stesso non aiuta, le parole cambiano facilmente, hanno vita breve, e se si riconosce ciò che è stato, ciò che c'era e gli si è stato dato un nome ora si utilizzano solo “ex” o “post” nell'impossibilità ancora reale di identificarli diversamente” (Trasformazioni. Storie di Paesaggi Contemporanei, Lettere Ventidue, a cura di Michela De Poli e Guido Incerti).

Note biografiche
Mario Cresci (Chiavari, 1942) è un artista di riferimento, sin dagli anni sessanta, per lo sviluppo di linguaggi sperimentali legati alla fotografia e alle relazioni tra composizione dell'immagine e sguardo sulla realtà. La sua complessa opera affonda le proprie radici in studi multidisciplinari a partire dal 1964, anno in cui inizia a frequentare il Corso Superiore di Disegno Industriale a Venezia.
Nel 1968 si trasferisce a Roma dove entra in contatto con il clima di neoavanguadia, collabora con artisti quali Pino Pascali e Alighiero Boetti, con la galleria L'Attico di Fabio Sargentini e con Mara Coccia per cui realizza il celebre lavoro Percorso. Nel 1969 presso la Galleria “Il Diaframma” di Milano presenta Environnement, progetto essenziale nello sviluppo del dialogo tra fotografia e pratica installativa in Italia e in Europa.
A partire dagli anni settanta ibrida lo studio del linguaggio fotografico e la cultura del progetto con l'interesse per l'antropologia culturale, realizzando in Basilicata progetti centrali per lo sviluppo della fotografia in Italia, tra essi ricordiamo il libro Matera, immagini e documenti del 1975. La rifondazione del senso del paesaggio e della costruzione dell'immagine fotografica lo portano ad essere uno degli autori cardine della mostra Viaggio in Italia che Luigi Ghirri organizza alla Pinacoteca Provinciale di Bari nel 1984. A partire dagli anni novanta approfondisce una dimensione di ricerca educativa, accettando l'incarico di direttore dell'Accademia Carrara di Bergamo (1991 – 2000). La sperimentazione didattica fa parte dell'attività di Cresci sin dal 1975 e vede la sua presenza in molteplici istituti, dall'Università di Parma al Politecnico di Milano, dall'Accademia di Brera all'ISIA di Urbino.
Tra le più recenti esposizioni si ricordano: nel 2004 la mostra antologica “Le case della Fotografia, 1966 - 2003” presso la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, nel 2009 “Sottotraccia. Bergamo. Immagini della città e del suo territorio” presso Elleni Gallerie d’arte e tra 2010 e 2012 il progetto “Forse Fotografia” presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna, l'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma e Palazzo Lanfranchi, Matera. La sua più recente ricerca fotografica, Ex/Post. Orizzonti Momentanei, dedicata ad un indagine sull'area urbana di Gallarate e presentata presso il Museo MA*GA, porterà alla costituzione di un fondo Mario Cresci all'interno della collezione permeante del museo.



segnala:
amalia di Lanno