lunedì 1 settembre 2014

SPIRITO E MATERIA. FERRUCCIO FERRONI - FOTOGRAFIE DAL 1948 AL 2005





MAT, Laboratorio Urbano della città di Terlizzi

Presenta:

SPIRITO E MATERIA. FERRUCCIO FERRONI
FOTOGRAFIE DAL 1948 AL 2005

Dal 13 settembre al 2 novembre 2014
Inaugurazione sabato 13 settembre 2014, ore 19:00. MAT, Laboratorio Urbano - Terlizzi, Via Macello s.n.

Intervengono:
Marcello Sparaventi e Alessia Venditti, Curatori della mostra
Pio Meledandri, Museo Fotografia Politecnico di Bari

“L’originalità delle mie fotografie? È la prima volta che mi parlano di originalità. Le mie fotografie sono quelle che ho fatto io, sono quelle che io ho visto”
(Marcello Sparaventi, intervista a Ferruccio Ferroni, Senigallia, 2006)

Ferruccio Ferroni, Nato nel 1920 a Mercatello sul Metauro, si trasferisce a Senigallia giovanissimo, e qui esercita la professione di avvocato fino al 1992. Frequenta la scuola per Ufficiali e con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale viene trasferito in Grecia con il grado di Tenente. Durante la guerra viene fatto prigioniero e trasferito in un campo di concentramento dove passa circa due anni, fino a quando, liberato nel 1946, viene ricoverato in un sanatorio a Forlì dove rimane per altri due anni. In quel luogo di cura stringe amicizia con un perito chimico del laboratorio analisi, esperto sia nell’uso della macchina fotografica, sia nello sviluppo e stampa dei negativi per l’esame dei preparati microscopici. Nell’estate del 1948 viene finalmente dimesso e trascorre, sotto consiglio medico, un periodo di convalescenza presso Belforte d’Isauro, un piccolo centro al confine tra Marche e Toscana. Una volta a settimana torna a Senigallia per acquistare il materiale fotografico di cui necessita.

Successivamente, avvia con Giuseppe Cavalli, fondatore del gruppo fotografico La Bussola e poi del Misa, una grande amicizia, ed un vero e proprio rapporto allievo-maestro. Ferruccio Ferroni sviluppa un carattere fotografico atto a tradurre in immagini, scrupolose, i sentimenti scaturiti dalla propria visione del mondo, confermando il suo debito nei confronti dell’ideologia estetica del suo maestro, Cavalli, del quale conserva, forse meglio di chiunque altro, lo stile e la memoria.

Notevole la precisazione fatta Piergiorgio Branzi, a proposito del lavoro di Ferroni, sulla rivista Il Fotoamatore:

«C’è un aspetto però che distingue l’opera di Ferroni da quella del suo maestro: la necessità obbligata del mezzo fotografico. Intendo dire che le sue immagini non possono essere state concepite e realizzate se non con un certo obiettivo ed una certa pellicola, proposte attraverso l’alchimia nella carta sensibile e della camera oscura. Quelle di Cavalli, e lo dico per il piacere del paradosso, danno l’impressione in alcuni casi di poter essere state realizzate con altri mezzi: la matita da disegno o il carboncino, l’acquaforte, o la litografia. […] Denotano però un ascolto ad una cultura e a dei modelli prevalentemente pittorici. Ferroni, al contrario, sembra richiamarsi soltanto alla cultura fotografica, con punti di riferimento di Adams, Weston, Minor White. Le sue immagini non sono, e non possono essere, che frutto del mezzo fotografico».

Le opere di Ferruccio Ferroni, oltre ad essere conservate presso il Museo D'arte Contemporanea e dell'Informazione del Comune di Senigallia, sono ospitate presso la collezione permanente della Subjective Fotografie nel Museo Folkwang di Essen. Nel 1996 è Stato insignito del titolo di Maestro Fotografo Italiano dalla F.I.A.F. Nel 2007 partecipa all’ ultima mostra personale, prima sua della scomparsa, avvenuta il 5 settembre 2007, all’età di 87 anni.

Il MAT, Laboratorio Urbano della città di Terlizzi, con la mostra SPIRITO E MATERIA, FERRUCCIO FERRONI Fotografie dal 1948 al 2005 intende rendere omaggio a questo maestro della fotografia italiana del secolo scorso, ricordato come uno tra gli sguardi più attenti del panorama fotografico italiano associazionistico e sperimentale.
L’evento del MAT, possiede un forte carattere simbolico, in quanto Ferroni è considerato l’allievo più importante e divulgatore della fotografia del pugliese Giuseppe Cavalli. Questi trasferisce all’allievo una poetica fotografica pura e minimale, che Ferroni traduce in una produzione quanto mai multiforme ma costantemente elegante, fatta di volti e di materia, di luoghi e spiritualità.

Nel 1954, quando la rivista Photo Monde decide di pubblicare alcune fotografie di Ferroni, egli stesso scrive una sintesi delle sue esperienze fotografiche e della sua opera:
“… Nel 1948, dopo otto anni di dolorose esperienze, ho trovato nella fotografia la possibilità del completamento spirituale e di una maggiore simpatia per gli uomini e le cose. […] ricerca paziente ed accurata della perfezione della forma, non per essa stessa, ma per esprimere la poesia della materia …”

I curatori della mostra, hanno evidenziato l’essenza della ricerca di Ferroni, tesa a trasfigurare le forme materiche della realtà, per arrivare ad esprimere degli ideali estetici e poetici.
Dopo La Bussola, nel 1954 fonda e dirige l’Associazione Fotografica Misa a cui aderiscono Mario Giacomelli, Piergiorgio Branzi, Nino Migliori e Ferruccio Ferroni.
Ferruccio Ferroni, “l’avvocato”, sviluppa un carattere fotografico atto a tradurre in immagini i sentimenti scaturiti dalla sua visione del mondo, confermando il debito nei confronti dell’ideologia estetica del suo maestro, del quale conserva, forse meglio di chiunque altro, lo stile e la memoria.
Notevole la precisazione fatta da Branzi sulla rivista Il Fotoamatore: «C’è un aspetto però che distingue l’opera di Ferroni da quella del suo maestro: la necessità obbligata del mezzo fotografico. Intendo dire che le sue immagini non possono essere state concepite e realizzate se non con un certo obiettivo ed una certa pellicola, proposte attraverso l’alchimia nella carta sensibile e della camera oscura. Quelle di Cavalli, e lo dico per il piacere del paradosso, danno l’impressione in alcuni casi di poter essere state realizzate con altri mezzi: la matita da disegno o il carboncino, l’acquaforte, o la litografia. [...] Denotano però un ascolto ad una cultura e a dei modelli prevalentemente pittorici. Ferroni, al contrario, sembra richiamarsi soltanto alla cultura fotografica, con punti di riferimento di Adams, Weston, Minor White. Le sue immagini
non sono, e non possono essere, che frutto del mezzo fotografico». Nel 1996, Ferroni è stato insignito del titolo di Maestro Fotografo Italiano dalla F.I.A.F. Nel 2007 con Marcello Sparaventi, presidente di Centrale Fotografia, da vita alla mostra Un modo sublime a Fano. È l’ultima mostra personale a cui Ferruccio Ferroni partecipa, prima della sua scomparsa, avvenuta il 5 settembre 2007, all’età di 87 anni.
Le opere di Ferruccio Ferroni sono conservate presso il Museo D’arte Contemporanea e dell’Informazione del Comune di Senigallia e ospitate presso la collezione permanente della Subjective Fotografie nel Museo Folkwang di Essen.Dopo La Bussola, nel 1954 fonda e dirige l’Associazione Fotografica Misa a cui aderiscono Mario Giacomelli, Piergiorgio Branzi, Nino Migliori e Ferruccio Ferroni.
Ferruccio Ferroni, “l’avvocato”, sviluppa un carattere fotografico atto a tradurre in immagini i sentimenti scaturiti dalla sua visione del mondo, confermando il debito nei confronti dell’ideologia estetica del suo maestro, del quale conserva, forse meglio di chiunque altro, lo stile e la memoria.
Notevole la precisazione fatta da Branzi sulla rivista Il Fotoamatore: «C’è un aspetto però che distingue l’opera di Ferroni da quella del suo maestro: la necessità obbligata del mezzo fotografico. Intendo dire che le sue immagini non possono essere state concepite e realizzate se non con un certo obiettivo ed una certa pellicola, proposte attraverso l’alchimia nella carta sensibile e della camera oscura. Quelle di Cavalli, e lo dico per il piacere del paradosso, danno l’impressione in alcuni casi di poter essere state realizzate con altri mezzi: la matita da disegno o il carboncino, l’acquaforte, o la litografia. [...] Denotano però un ascolto ad una cultura e a dei modelli prevalentemente pittorici. Ferroni, al contrario, sembra richiamarsi soltanto alla cultura fotografica, con punti di riferimento di Adams, Weston, Minor White. Le sue immagini
non sono, e non possono essere, che frutto del mezzo fotografico». Nel 1996, Ferroni è stato insignito del titolo di Maestro Fotografo Italiano dalla F.I.A.F. Nel 2007 con Marcello Sparaventi, presidente di Centrale Fotografia, da vita alla mostra Un modo sublime a Fano. È l’ultima mostra personale a cui Ferruccio Ferroni partecipa, prima della sua scomparsa, avvenuta il 5 settembre 2007, all’età di 87 anni.
Le opere di Ferruccio Ferroni sono conservate presso il Museo D’arte Contemporanea e dell’Informazione del Comune di Senigallia e ospitate presso la collezione permanente della Subjective Fotografie nel Museo Folkwang di Essen.Dopo La Bussola, nel 1954 fonda e dirige l’Associazione Fotografica Misa a cui aderiscono Mario Giacomelli, Piergiorgio Branzi, Nino Migliori e Ferruccio Ferroni.
Ferruccio Ferroni, “l’avvocato”, sviluppa un carattere fotografico atto a tradurre in immagini i sentimenti scaturiti dalla sua visione del mondo, confermando il debito nei confronti dell’ideologia estetica del suo maestro, del quale conserva, forse meglio di chiunque altro, lo stile e la memoria.
Notevole la precisazione fatta da Branzi sulla rivista Il Fotoamatore: «C’è un aspetto però che distingue l’opera di Ferroni da quella del suo maestro: la necessità obbligata del mezzo fotografico. Intendo dire che le sue immagini non possono essere state concepite e realizzate se non con un certo obiettivo ed una certa pellicola, proposte attraverso l’alchimia nella carta sensibile e della camera oscura. Quelle di Cavalli, e lo dico per il piacere del paradosso, danno l’impressione in alcuni casi di poter essere state realizzate con altri mezzi: la matita da disegno o il carboncino, l’acquaforte, o la litografia. [...] Denotano però un ascolto ad una cultura e a dei modelli prevalentemente pittorici. Ferroni, al contrario, sembra richiamarsi soltanto alla cultura fotografica, con punti di riferimento di Adams, Weston, Minor White. Le sue immagini
non sono, e non possono essere, che frutto del mezzo fotografico». Nel 1996, Ferroni è stato insignito del titolo di Maestro Fotografo Italiano dalla F.I.A.F. Nel 2007 con Marcello Sparaventi, presidente di Centrale Fotografia, da vita alla mostra Un modo sublime a Fano. È l’ultima mostra personale a cui Ferruccio Ferroni partecipa, prima della sua scomparsa, avvenuta il 5 settembre 2007, all’età di 87 anni.
Le opere di Ferruccio Ferroni sono conservate presso il Museo D’arte Contemporanea e dell’Informazione del Comune di Senigallia e ospitate presso la collezione permanente della Subjective Fotografie nel Museo Folkwang di Essen.

Terlizzi, settembre 2014, Alessia Venditti per il MAT, Laboratorio Urbano, Terlizzi

ricevo e pubblico:
amalia di Lanno