lunedì 22 settembre 2014

Tiffany Chung. Another day another world



Another day another world. Chung utilizza sculture, video, fotografie e installazioni per esplorare le trasformazioni territoriali e socio-politiche che s'intrecciano con le risonanze dei traumi storici subiti dalle popolazioni.


COMUNICATO STAMPA

Mc2gallery riapre la stagione espositiva con la prima mostra italiana di Tiffany Chung (Vietnam, Da-Nang 1969): “another day another world”. Tiffany Chung è una delle artiste contemporanee Vietnamite più importanti. Già presente in gallerie e Musei internazionali, ha conseguito un MFA presso la University of California, Santa Barbara (2000) e un BFA dalla California State University, Long Beach (1998). Tra i vincitori l’anno scorso della Biennale di Sharjah 11, ha partecipato a numerose mostre nei Musei e Biennali di tutto il mondo, tra cui la Asia-Pacific Triennal, Brisbane Australia (2012) e alla mostra al MoMA San Francisco “ Six lines of Flight”, USA (2012) e alla mostra “Map as Art”, Kemper Museum of Contemporary Art, Kansas City, USA (2012). Da 10 anni è tornata a vivere in Viet Nam a Ho Chi Minh City (Saigon).

Vietnamita di origini ma cresciuta in America, la sua attenzione si concentra, non a caso, sulla relazione tra Città, Storia e Memoria. Quello che alimenta la sua ricerca deriva dalla sua tradizione di vietnamita, figlia di una generazione dilaniata dalla guerra e dall’esilio post bellico, dopo la caduta di Saigon nel 1975 ed oggi devastata culturalmente e geograficamente dall’esplodere dell’urbanizzazione e della globalizzazione che hanno stravolto le città dell’Asia negli ultimi decenni, a ritmi vertiginosi. Tiffany Chung utilizza diversi media, tra cui: mappe, sculture, video, fotografie e installazioni per esplorare le trasformazioni territoriali e socio-politiche che s'intrecciano con le risonanze persistenti dei traumi storici subiti dalle popolazioni e generazioni a venire. Nella serie MAPS, Tiffany Chung sceglie mappe topografiche di metropoli che hanno subìto nel corso della Storia una lacerazione profonda, distrutte dalla guerra o fortemente danneggiate da calamità naturali (Tokyo, Berlino, Saigon, Fukushima) e disegna delle zone di colore, in forma di decorazioni floreali, apparentemente estetiche e “leggere”, che rappresentano invece i campi profughi o le zone di deportazione e di distruzione che le varie città hanno subito. Mappa così, letteralmente, identità urbane allegoriche che travalicano la distinzione tra arte, antropologia e sociologia. Pur nell’eterogenea scelta di media espressivi, resta costante l’uso dell’ironia e del colore. Sia nella scultura, in cui grandi megafoni, simbolo della propaganda politica, sono ricamati come cuscini o peluches, sia nella performance, che fotografa, ritrae come personaggi dei videogiochi o dei fumetti, il mito del popolo operaio, travestiti come nei giochi di ruolo, i cosplay, che ricordano l’influenza della cultura giapponese. Ironia e colore servono, cosi, a traslare il significato e il peso drammatico degli eventi di cui Tiffany Chung si fa narratore e, per la Sua storia personale, attore indiretto.

Inaugurazione 22 settembre ore 18.30

MC2 Gallery
via Malaga, 4 Milano
Da martedì a venerdì 14-20. Sabato su appuntamento
ingresso libero




Milano
via Malaga, 4
02 87280910 FAX 02 87280910
TIFFANY CHUNG
dal 23/9/2014 al 7/11/2014

mar-ven 14-20, sab su appuntamento

segnala:
amalia di Lanno