JIMMIE DURHAM
WOOD, STONE AND FRIENDS
OPENING 15 DICEMBRE 2012 ORE 18.00 NAPOLI, PALAZZO REALE - SALA DORICA, PIAZZA DEL PLEBISCITO, 1
Sabato
15 dicembre, la Sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli ospita la
mostra "wood, stone and friends" di Jimmie Durham, artista, saggista,
poeta ed attivista politico.
Alla base della sua pratica artistica c'è il tentativo di decostruire i concetti cardine della cultura europea lasciando all'essenza stessa dell'oggetto la capacità di raccontare la sua storia.
I
principi di monumentalità celebrativa, permanenza e universalità di
architettura e scultura, considerata per secoli un mezzo per affermare
l'identità di un popolo e della sua cultura, vengono rifiutate per
liberare l'oggetto dalla volontà dell'uomo di controllarne la natura: la
pietra lavica che compone l'emiciclo dorico di Piazza del Plebiscito ha
la capacità di autodescriversi e raccontarsi a prescindere dalla
caratterizzazione imposta dagli stili e le correnti artistiche che
susseguendosi ne hanno configurato la forma.
La
Sala Dorica di Palazzo Reale diviene uno spazio contemplativo in cui
differenti sculture assemblate con il legno di quattro tipologie di
alberi differenti, insieme a massi di pietra lavica e frammenti di
metallo industriale, tendono a ricreare un ambiente surreale, a metà fra
la foresta e la fabbrica. Le sculture sono ricavate dal legno smembrato
e riassemblato di due olivi millenari provenienti dalla puglia, di un noce
molisano, di un castagno e di vari alberi tropicali, mentre i massi di
pietra lavica conservano la loro forma originale. Il suggestivo spazio
della sala, già scandita dalle sue colonne-albero, si trasforma in un
luogo in cui lo spettatore è invitato ad immergersi per riflettere non
sul significato simbolico che gli oggetti possono assumere dopo la
lavorazione dell'artista, ma sulla loro organicità. La ricchezza del
legno con i suoi odori, i nodi, le stratificazioni del tempo, la varietà
tattile della sua consistenza, riesce a comunicare l'essenza del
proprio essere e trasferire nello spazio in cui è collocato parte della
storia dei luoghi da cui proviene e degli accadimenti a cui ha assistito
nello scorrere degli anni. Lo spettatore
può così esperire la realtà dell'ambiente creato grazie al rapporto
primordiale ed empatico che si sviluppa dal contatto con il materiale.
Durham si ispira, qui, al lavoro di Constantine Brancusi ed al suo
tentativo di catturare e riprodurre l’essenza delle cose attraverso un
processo scultoreo che tende ad evidenziarne
la realtà effettiva: l’idea alla base dell’oggetto piuttosto che la sua
forma apparente. La pietra lavica infatti non viene lavorata perché la
forza della sua presenza fisica non necessita di una codificazione.
Antony
Huberman, in un saggio sull'artista ha scritto: “Dimenticate che la
storia è una collezione di storie che danzano insieme?" La sala dorica
di Palazzo Reale di storia e di storie ne contiene tante, come i due
ulivi bicentenari ed il magma solidificato che vengono lasciati liberi
di parlare silenziosamente allo spettatore, facendo leva sulla sua
capacità immaginativa. L‘atto dell’artista consiste semplicemente nel
ricreare l’ambiente naturale da cui gli oggetti messi in gioco
provengono, creando una foresta da ciò che già in sé ne è parte.
In
una città le cui pietre su cui ogni giorno camminano milioni di persone
parlano lingue differenti e sono ricche di apporti e visioni che
vengono tacitamente rappresentate attraverso la loro presenza, dove gli
archi e le volte sono state strutturate dal susseguirsi degli stili
architettonici ma hanno assunto naturalmente forme e colori sempre
differenti, la visione di Jimmie Durham può essere applicata ad una
consuetudinaria passeggiata nei vicoli del centro storico, dove basta
rimanere in silenzio ad osservare murales e panni stesi, per rendersi
conto di quanto il controllo dell'uomo e di qualsiasi forma di cultura,
sia impotente rispetto alla naturale evoluzione delle cose.
Jimmie Durham è nato in Arkansans nel 1940 ed è un artista, scrittore e poeta.
Di origine Cherokee, è stato attivamente coinvolto nei movimenti per i diritti degli Indiani d'America.
Ha partecipato a numerose rassegne internazionali come dOCUMENTA 9 e 13
(1992, 2012) e diverse edizioni della Biennale di Venezia (2005, 2003,
2001, 1999).
Ha esposto nei principali musei internazionali ed è autore di numerose pubblicazioni.
É
stato assistito nella preparazione della mostra a Palazzo Reale da Max
Ockborn, giovane artista svedese finanziato dallo Iaspis, fondo
nazionale svedese per le arti visive.
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On Saturday, December 15, the Sala Dorica of the Palazzo Reale in Naples will present the exhibition “wood, stone and friends” by Jimmie Durham, artist, essayist, poet and political activist. The basis ofDurham’s artistic practice lies
in the attempt to deconstruct the concepts of European culture by
giving the essence of the object the power to tell its own story.
The
principles of celebratory monumentality, permanence and universality of
architecture and sculpture, for centuries regarded as means for
affirming the identity of a people and its culture, are rejected to free
the object from the human urge to control its nature: the lava rock
that composes the Doric hemicycle of Piazza del Plebiscito has the
capacity to describe itself and recount itself regardless of the
character imposed by the artistic styles and currents that have
configured its form by their succession.
The
Sala Dorica in the Palazzo Reale becomes a contemplative space in which
various sculptures assembled out of the wood of four different types of
trees, together with masses of lava stone and industrial metal
fragments, are used to create a surreal setting, midway between forest
and factory. The sculptures are fashioned out of the dismembered and
reassembled timber from two ancient olive trees from Puglia, a walnut
tree from Molise, a chestnut tree and a various tropical trees, while
the masses of lava stone retain their original forms. The evocative
space of the room, already divided rythmically by its tree columns, is
transformed into a place where viewers are invited to immerse themselves
to reflect not on the symbolic meaning that objects may acquire after
being shaped by the artist but on their organic nature. The richness of
wood with its scents, nodes and stratifications of time, the tactile
variety of its texture, capable of communicating the essence of their
being and transfer into the space where it is placed part of the history
of the places from which it comes and the events it has witnessed in
the flowing of the years. In this way the viewers can experience
the reality of the ambiance created thanks to the primordial and
empathic relationship that develops from contact with the material.
Durham is
inspired here by the work of Brancusi and his attempt to capture and
reproduce the essences of things through a sculptural process that seeks
to bring out its actual reality, the idea underlying the object rather
than its visible form. The lava stone is not shaped, because the
strength of its physical presence does not require any codification.
Anthony
Huberman, in an essay on the artist, wrote: “Did you forget that
history is nothing but a collection of stories dancing together?” The
Sala Dorica of the Palazzo Reale contains much history and many stories,
such as the two bicentenarian olive trees and the solidified magma left
free to speak silently to viewers, relying on their powers of
imagination. The artist’s act is simply to recreate the natural
environment from which the objects put into play come, creating a forest
from what in itself is already a part of it.
In
a city whose stones, on which millions of people walk every day, speak
different languages ??and are rich in additions and visions implicitly
represented through their presence, where the arches and vaults have
been structured by the succession of architectural styles but have
always naturally absorbed different
forms and colors, Jimmie Durham’s vision can be applied to a customary
stroll through the alleys of the historic city, where one need only
silently observe murals and washing hung out to dry to realize how human
control or culture in any form is powerless compared to the natural
evolution of things.
Jimmie
Durham, artist, writer and poet, was born in Arkansas in 1940. Of
Cherokee ancestry, he has been actively involved in the movement for the
rights of American Indians. He has taken part in numerous international
exhibitions such as dOCUMENTA 9 and 13 (1992, 2012) and various
editions of the Venice Biennale (2005, 2003, 2001, 1999). He has exhibited in major museums around the world and is the author of numerous publications. He has been assisted
in the preparation of the exhibition at the Palazzo Reale by Max
Okbourne, a young Swedish artist funded by IASPIS, the Swedish National
Fund for the Visual Arts.
Ricevo e pubblico:
Amalia Di Lanno