giovedì 3 dicembre 2015

Diciotto statue di cavalli raccontano ‘Il viaggio di Ulisse’ Io mi chiamo nessuno



Le tappe del fantastico viaggio, un dialogo tra il ceramista e scultore Domenico Pinto e il grande viandante. In mostra da sabato 5 dicembre 2015 a domenica 31 gennaio 2016 nella bizzarra grotta ipogea scavata a mano del 1200, cuore dell’antico quartiere delle ceramiche di Grottaglie (Taranto)
Diciotto statue di cavalli
 raccontano il
‘Il viaggio di Ulisse’
Io mi chiamo nessuno
Le opere battibecchi, l’ironia, la fantasia e la storia. Le opere sono realizzate in terracotta ingobbiata e invetriata con lustri e oro zecchino di diverse misure. Una sezione sarà dedicata ai presepi, per rendere omaggio alla tradizione ceramica e presepiale della Città delle Ceramiche
 
 
“Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze”
(Constantinus Kavafis)
 

Le tappe del viaggio di Ulisse, un dialogo tra il ceramista e scultore Domenico Pinto e il grande viandante. Un racconto con 18 statue di cavalli, tra battibecchi, ironia, fantasia e storia.
‘Il viaggio di Ulisse, Io mi chiamo nessuno” è l’originale mostra gratuita aperta al pubblico da sabato 5 dicembre 2015 a domenica 31 gennaio 2016 (ore 9-12, 15-20) nella bizzarra grotta ipogea scavata a mano del 1200,  cuore dell’antico quartiere delle ceramiche di Grottaglie (Taranto).  Ben 18 cavalli realizzati in terracotta ingobbiata e invetriata con lustri e oro zecchino di diverse misure (50x50 – 58x55) rappresentano il viaggio di Ulisse.
 
Un percorso onirico, un dialogo tra Pinto e il viandante fatto di competizioni di intelligenza, di dispute e di  "saggezza (in greco phronesis)" che rimane la prerogativa di Ulisse.
Vicissitudini che esprimono la voglia di evadere, di conoscere, di sfidare quell'ignoto, quel qualcosa vicino o lontano che ci attrae verso la nostra Itaca, la nostra meta, il nostro desiderio. E Pinto rappresenta questo ideale con una nuvola  appoggiata su Itaca, come una forte aspirazione e ambizione umana. 
E poi narra l’amore. Calipso nasconde dietro di sé la grande Itaca e di fronte al suo amato  dice “ se rimani con me ti faccio rimanere giovane e immortale”. Ma anche qui l’ideale vince, ed Ulisse non accetta e prosegue il suo fantastico viaggio.
Pinto enfatizza nella sua esposizione la grande intelligenza di Ulisse, come quando riesce a fronteggiare il tenibile Ciclope, semplicemente ubriacandolo con un otre di vino. E in questo viaggio il ceramista non narra l’uccisione né la violenza - salta infatti la strage dei Proci – e guarda al presente: un Ulisse addormentato  arriva ai giorni nostri e precisamente a Roma nel palazzo della Civiltà Italiana chiamato Palazzo groviera che si trova nel moderno quartiere dell'EUR.
 
Ma il fantastico viaggio di Ulisse continua ancora. Si sveglia e Domenico lo porta nello spazio per conquistare  nuovi pianeti insieme al Penelope - così da non desiderare nient’altro -  ma a un patto: che Ulisse gli lasci i segreti dei suoi viaggi. Il famoso viandante accetta, lasciandogli come contenitore di segreti e aneddoti una pergamena e quando Pinto, frettolosamente è sull’aprirla si accorge che è di ceramica ed anche sigillata. Quindi né lui, né nessun potrà mai leggere il suo contenuto.
 
Un viaggio suggestivo e originale rappresentato da grandi opere  visitabili nella nicchia rurale ai piedi delle mura del Castello Episcopio di Grottaglie. Domenico Pinto con pazienza è riuscito a trasformare una probabile via di fuga ai tempi della guerra in un sala espositiva di via Crispi, discesa storica che racchiude le tante botteghe della ceramica grottagliese.
 
 
‘Il viaggio di Ulisse, Io mi chiamo nessuno’ vuole rappresentare il cammino che non sappiamo nemmeno di intraprendere e che ci porta all'esperienza della realtà ma soprattutto alla conoscenza di noi stessi. Il viaggio serve a crearci un mondo per avventurarci, migliorare e sfidare ciò che non c’è. Qualcosa che ci porta a non approdare mai, che ci pone sempre davanti ad una sfida, a una voglia di ribellarci, di provare, di proseguire anche con la forte nostalgia di quelle poche sicurezze che lasciamo. E dopo le mille avventure del nostro viaggio torniamo a Itaca più forti di prima, con un grande bagaglio conquistato dalle nostre esperienze di vita.
 
E Domenico Pinto vuole conoscere esattamente queste esperienze ma Ulisse le nasconde affinché ognuno abbia le sue, uniche e originali. Ci costringe quasi ad aprire la carta geografica della nostra esistenza, seguire col dito le strade percorse e indagare le ragioni che, ad ogni bivio, ci spingono a prendere quella e non un'altra direzione.
 
Nella grotta saranno esposti anche i presepi, sempre realizzati con la tecnica della maiolica lustrata  e decorata con oro zecchino. Le statue, figure lunghe  e visi affusolatati, sono di diverse grandezze e arrivano fino a 80X25. Pinto con questa esposizione vuole rendere omaggio alla tradizione ceramica e presepiale di Grottaglie. Una sezione sarà, infatti, dedicata a tutte le rappresentazioni della Natività.
 
Particolarmente sensibile ai problemi della ceramica e della cultura grottagliese tradizionale, Domenico Pinto compie enormi sforzi per il rinnovo e la rivisitazione delle forme e dei decori popolari, attingendo non solo alle sue tecniche, ai suoi valori e alla sua simbologia, sintetizzando e armonizzando la tradizione locale con la ricerca e l’innovazione.
Per informazioni 099/5628440, 348/5492334; domenicopinto45@libero.it; www.ceramichepinto.it
 
Grottaglie (Ta), città delle Ceramiche
Contrariamente a quanto avviene negli altri centri di antica produzione ceramica italiani, Grottaglie vanta il più vasto ed importante “Quartiere delle Ceramiche” in ambiente rupestre ancora in attività.
Antica ed ancora oggi fiorente è la produzione di ceramica in Puglia, anche grazie alle ricche cave di argilla rossa presenti sul territorio.
Il principale centro di produzione ceramica è
Grottaglie, in provincia di Taranto. Nel cuore di questa caratteristica cittadina, lungo la gravina San Giorgio, si è formato nei secoli un intero quartiere di esperti ceramisti i quali, ricavando laboratori e forni di cottura nella roccia di ambienti ipogei utilizzati in passato anche come frantoi, hanno saputo sviluppare una fiorente attività artigianale oggi riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo.
Due i principali prodotti della tradizione figulina grottagliese: i "Bianchi di Grottaglie", manifattura artistica propria di un certo tipo di produzione elitaria caratterizzata dall'esaltazione della forma pura attraverso l'utilizzo dello smalto bianco stannifero, e la più caratteristica ceramica rustica e popolare, caratterizzata da una tavolozza cromatica costituita dal verde marcio, giallo ocra, blu e manganese. Ad oggi Grottaglie, con le sue numerose botteghe di ceramisti, è l’unico centro ceramico pugliese protetto dal marchio D.O.C. ed inserita nel ristretto elenco delle 28 città della ceramica italiana. 


 
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Pubblica:
Massimo Nardi