sabato 19 gennaio 2013

DAN OKI: Esplorazioni interiori e legami sociali Retrospettiva cinematografica a cura di Piero Pala





Giovedì 24 Gennaio – h. 21:30
incontro con l’artista + video screenings

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 (ingresso libero - per infoS: info@openvideoprojects.org)

Venerdì 25 - Sabato 26 - Domenica 27 Gennaio
Retrospettiva cinematografica (l’artista sarà presente alle proiezioni)

Cinema Filmstudio
Via degli Orti d’Alibert 1/c – Roma (Trastevere)

Ingresso €. 5,00 – Abbonamento a 5 ingressi €.15,00


INFOS:

info@complusevents.com
Tel. 333 735 8983

info@filmstudioroma.com
Tel. 334 178 0632


Dan Oki: esplorazioni interiori  e legami sociali


Dan Oki, pseudonimo di Slobodan Jokić, (Zara, Croazia,1965) intuì la propria vocazione artistica quando ricevette in regalo dal nonno, all’età di 14 anni, una cinepresa Super 8mm. La storia personale, il microcosmo familiare e le ulteriori relazioni sociali nella comunità di appartenenza o d’elezione affettiva, hanno rappresentato per differenti generazioni di appassionati cinefili un’imprescindibile motivazione alla realizzazione dei cosiddetto personal cinema. Sia gli amatori che i cineasti in senso puro si sono dedicati al compimento della preservazione delle memorie personali attraverso tutta una serie di tecniche e linguaggi. Ovviamente i formati ridotti (in principio 16mm, 8mm, Super 8mm ed oggi le videocamere digitali) per l’immediata maneggevolezza e duttilità predispongono gli autori a effettuare riprese che scaturiscono dalla quotidianità, spingendoli spesso a dotarsi di un linguaggio apertamente individuale. Questi formati hanno legittimato e contribuito a diffondere una produzione filmica svincolata dalle preoccupazioni della committenza e dai clichè della rappresentazione cinematografica.
In alcuni cineasti (Stan Brakhage, Jonas Mekas, Joseph Moroder, Boris Lehman, Jay Rosenblatt, etc) i motivi familiari o affettivi  vengono ricondotti a una prassi diaristica che non coinvolge elementi di natura extra-filmica, con l’eccezione della fase di montaggio. La contaminazione delle scritture visive all’apparenza incongruenti (spaziale - segnica, grafica, performativa - temporale, acronologica, sconfinante oltre i limiti della transitoria durata, e memore della tradizione del cinema strutturalista) e l’articolazione narrativa, visuale e drammatica, contraddistinguono invece il percorso cinematografico di Oki. Il processo artistico del regista croato, moderatamente calibrato verso riferimenti autobiografici, sin dai primi cortometraggi, ha prestato attenzione e stima nell’utilizzo delle tecniche miste, prediligendo indagare le soluzioni tecnologiche che si passavano il testimone nella ricerca visiva, valorizzando e talvolta impiegando i differenti media per un unico progetto, come in Oxygen4 dove il web si integra al cinema. In Oki un’indagine dell’effige contemporanea scaturisce dal compenetrare matrici letterarie. In particolare in Navigations, 1995, emerge metaforicamente l’epica dei modelli della classicità greca come esortazione a perdurare nel solco di un’esistenza, che pur non concedendo tregua ai continui interrogativi, che sopraggiungono al viaggiatore e che ne mettono alla prova persino le sue motivate spinte alla rassegnazione, sprona a non desistere di fronte all’irriducibile sentenza homo homini lupus (l'uomo è un lupo per l'uomo).
Questa inclinazione traslata sul piano linguistico del contenuto determina un’incomunicabilità che Oki affronta, lasciando intendere una complessità e il fascino segreto della natura in Ozone 3 RGB, 2004, e più simbolicamente anche in V moje oči letijo igle, 1989, in cui i rapporti umani senza una premessa relazionale abdicano alla proficua dialettica e sono condannati a rinchiudersi in un formale mutismo e a perdere il senso del metron.
In Oki il ricorso al simbolo non si esaurisce nella disamina delle relazioni tra le persone ma riguarda in larga parte l’acqua, un elemento naturale depositario di innumerevoli impieghi emblematici e “onnipresente in differenti culture e religioni” (Zeljka Himbele Kozul).

Così in Noah and Ceremonies on the Water, 1991, il mare si presta a specifici paralleli di significanza allegorica che dimorano nei concetti fluttuanti di catarsi, passaggio/processo e rinnovamento/reincarnazione. Divine Beings, 1998, invece sebbene presenta ambienti acquatici si riferisce anzitutto all’attribuzione divina degli animali e denota che La preoccupazione esistenziale è particolarmente evidente nelle opere di Oki che ha a che fare con la conservazione delle specie animali e il nostro ambiente in rapida trasformazione ” (Ibidem).
Il viaggio, il microcosmo e il macrocosmo, il senso della meraviglia, e parafrasando Percy Shelley il trionfo della vita, delineano preludi e metafore di una ricerca che non si dispiega ma porta alla riflessione sul percorso che le idee hanno disegnato nei millenni della storia, prendendo in esame i problemi centrali del ragionamento filosofico e peculiarmente del pensiero cinematografico sull’impressione visiva. Infatti Sandra Sterle, che con Oki condivide la prassi artistica e il tetto famigliare, sottolinea che “nei film sperimentali egli ha elaborato delle composizioni che destrutturano la percezione visuale, animando la realtà fotogramma per fotogramma”, operazione  che con i lungometraggi è divenuta più articolata sul versante della narrazione.  Già dal primo lungometraggio Oxygen 4, 2004, Oki imposta la trama tessendo vari generi cinematografici e televisivi, complementando, in fase di presentazione e produzione,  il progetto multimediale attraverso molteplici gradi di stesura creativa, individuale e compartecipativa, in cui l’epilogo del film come afferma Brian Willems…. non è una dimostrazione di un ritorno alla natura di per sé, ma piuttosto un passare attraverso essa, vale a dire, non voltare le spalle al grande ruolo che la natura gioca ancora dentro noi stessi simbolici”. Per Predstava/The Performance, 2010, l’autore ha combinato le proprie riprese documentative dell’attacco terroristico che subì New York l’undici settembre 2001 con materiale narrativo girato in HD per l’ambientazione di questo secondo lungometraggio. Ancora una volta l’obiettivo ottico di Oki è tornato davanti agli animali in cattività, rinchiusi nei vari zoo, ma soprattutto questa volta è risultato  funzionale per un esemplare virtuosismo tecnico nel movimento della mdp, che in prossimità della fine del film, registra la scena in mare a Spalato secondo il punto di vista del piccolo protagonista del film. Dimostrando una eterodossa passione cinefila con The Dark, 2011, l’autore si è confrontato, sempre per mezzo di distinti linguaggi cinematografici, con le tipologie narrative appartenenti al genere noir e thrilling. Come in Oxygen 4, la consequenzialità temporale è stravolta attraverso uno stratagemma drammaturgico, ossia proponendo la presentazione dei personaggi femminili in forma documentaristica ed intercalando le testimonianze postume delle stesse donne morte, le quali riportano l’accadimento degli eventi passati che le hanno viste cadere vittime della violenza omicida del protagonista maschile. Questa volta tuttavia Oki, memore anche della tradizione filmica del noir, ha optato per un b/n con forti contrasti condividendo una ricognizione visiva con l’alta definizione nel filmare scene dai contorni realistici, dove aleggia però sovente un surreale senso di straniamento esistenziale e ambientale. Questa impostazione registica, in cui la mdp indugia in accurate riprese con camera fissa, e dove il montaggio incrociato avvalora una raffinatezza formale, è a servizio di un più radicale disegno compositivo.


Oki, smantellando i codici e la struttura della finzione cinematografica, sempre più orientati a condurre lo spettatore al trascinamento emotivo e all’identificazione e proiezione  dei personaggi, ordisce un principio di estraniamento concettuale dove l’elaborazione della scrittura filmica determina una messinscena asciutta ed una recitazione altrettanto impassibile. L’impronta artistica di Oki conferma il perdurare di una originalità di pensiero, di un’indagine visiva poliedrica, che non risale ad una esclusiva corrente cinematografica o movimento artistico, ma è da ricondurre a un’autonomia concettuale e a un disinteressato rapporto con i meccanismi dell’industria culturale, al fine di raggiungere un esito estetico immune dagli stereotipi dell’intrattenimento ma, allo stesso tempo, in grado di pervenire a un linguaggio ispirato ed efficace anche se non persuasivo. In Oki l’immagine non è mai unicamente cristallizzata nello spazio filmico ma palesa una propria esistenza nelle tradizioni sapienziali che conservano e tramandano le tecniche per il conseguimento dell’evoluzione interiore, quale strumento appropriato per affinare l’esplorazione al di fuori di se stessi.(Piero Pala)

Programmazione:

Venerdì 25
h. 17:00
1° programma film/video sperimentali, 64min.
h. 18:30
Oxygen 4, 2004, 91min.
h. 21:00
Predstava/The Performance, 2010, 78min.
h. 23:00
Mrak, The Dark, 2011, 80min

Sabato 26
h. 16:30
2° programma film/video sperimentali, 73min.
h. 18:00
replica 1° prg film/video sperimentali, 64 min.
h. 19:30
Mrak, The Dark, 2011, 80min
h. 21:30
replica Oxygen 4, 2004, 91min.

Domenica 27
h. 16:30
replica Predstava/The Performance, 2010, 78min.
h. 18:15
replica 2° programma film/video sperimentali, 73min.
h. 19:30
replica Oxygen 4, 2004, 91min.
h. 21:30
replica Mrak, The Dark, 2011, 80min




Oxygen 4, Croazia, 2004, DV, colore, sonoro, 91’
Scritto e diretto da Dan Oki
Interpreti: Vili Matula, Barbara Gene, Atsushi Ogata, Nataša Lušetić,
                  Marc Barbe

OSSIGENO 4 (O4) è una storia di amore e morte. Diversi generi si intrecciano nel racconto strutturato in tre atti. La prima parte è un crossover concettuale tra sci-fi e soap opera televisiva con un pizzico di melodramma, fantasia e romanticismo sociale. Tutti questi ingredienti si amalgamano in un film strutturalista che può essere scomposto nelle sue componenti per la sua struttura interna, e poi ulteriormente moltiplicato dai significati dei differenti media.

"La trama segue l'immaginario astronauta croato Luka Vitlov. Durante uno dei suoi viaggi spaziali, Luka, insieme al resto dell’equipaggio, contrae una malattia sconosciuta. Questo evento delinea sostanzialmente  lo sviluppo drammaturgico della trama, i personaggi del film, le loro relazioni, e le azioni dell'equipaggio e gli altri personaggi che frequentano dopo il loro ritorno sulla Terra. Il film si compone di elementi caratteristici dei lungometraggi di vario genere (fantascienza, azione, sentimentale e dramma). Comprende inoltre degli elementi appartenenti al documentario, al cinema sperimentale
e alla televisione d’impatto popolare (soap opera, reality show). Nel corso della loro natura, gli elementi menzionati dettano il ritmo della narrazione del film e dei suoi cambiamenti drastici nella totalità del film. Ed è attraverso questi cambi di ritmo che accade la separazione percettiva di alcuni elementi del film, e con questo metodo, la totalità radicata inizia a svanire e diventa decostruita.”
(Sandra Sterle)




Predstava/The Performance
Croazia, 2010, HD, colore, sonoro (sott. in inglese), 78’
Scritto e diretto da Dan Oki
Interpreti
Vanda Boban, Marin Tudor, Lana Hulenic, Marko Petric, Elena Orlic, Luka Jokic Sterle, Sandra Sterle, Brian Willems.
Cinematography Raul Brzić
Art Direction
Dan Oki
Costume Design
Nina Memiš
Musica
Vjeran Šalamon
Montaggio di
Davor Švaić
Sound Design
Vjeran Šalamon
Prodotto da
Dan Oki
Production company
Studio Fugo

Una compagnia teatrale di Spalato, Croazia, si reca a New York un giorno prima dell'11 settembre. La troupe è composta da una giovane coppia di sposi con il loro figlio, due ragazze e da un giovane uomo.
Essi sono accolti dal loro produttore di New York di origine croata e residente in America che lavora al World Trade Centre. Improvvisamente la troupe si trova nel bel mezzo della distruzione dell'11 settembre. Le relazioni tra di loro cambiano sotto l'influenza della forza degli eventi che li circondano.

“L'11 settembre 2001 vivevo a New York City e ho visto l'attacco terroristico alle Torri Gemelle e le sue conseguenze in prima persona. Dopo aver documentato le immagini durante l’evento terroristico, ho deciso di utilizzarle nel contesto di un lungometraggio narrativo. La parte narrativa del film è in formato intero mentre la parte documentaria è in split screen. Il film affronta l'insensatezza della distruzione, l'unità inscindibile di tutti su questo pianeta, così come la nostra iniqua distruzione del mondo animale a cui la fantasia del bambino ci conduce. "( Dan Oki)

  
  


MRAK/THE DARK
Croazia, 2011, HD, colore, sonoro (sott. in inglese), 80’
Regia di Dan Oki
Interpreti: Goran Marković, Andrea Mladinić, Petra Težak, Marin Tudor, Matea Elezović, Zlatko Crnković, Brian Willems, Adrian-Sterle Jokić

The Dark si svolge nell'arco di un periodo di 36 ore, il primo giorno d'estate. Frane, conducente di taxi, convive con sua sorella e suo marito in un insolito e strano menage domestico. Frane alla notizia che sua sorella è incinta si sente inquieto. Dopo il suo turno di notte Frane uccide una giovane donna sconosciuta, mentre sta facendo sesso con lei. Egli cerca di coprire tutte le tracce del crimine, ma così facendo commette due altri omicidi, uno dei quali va storto. Per tutto il film, le vittime raccontano le loro storie nei luoghi dove gli omicidi hanno avuto luogo. La mattina del solstizio d'estate Frane convinto di averla fatta franca se ne va con la sorella e suo cognato a fare un pic-nic nel bosco vicino al fiume, non sapendo quale sorte lo attende lì.




Programma N° 1 film sperimentali
Durata 64 min.



Slobodan Jokić
BLACK MIRROR, NDL, 1992, U-matic Hi/16mm, colre, stereo, 5’50’’

Il film è un ibrido di 16 mm, video e computer grafica ed è stato girato a Zagabria nel parco Maksimir e completato nello studio MonteVideo di Amsterdam. I segni zodiacali sono stati inseriti nelle riprese del parco, dove compaiono, muovendosi in maniera meccanica, un gruppo di persone. Il suono è realizzato da un’improvvisazione su un lettore CD difettoso elaborata successivamente su un mixer audio. (Sandra Sterle)



OZONE 3 RGB, CR, 2005, 16mm film-Digi Beta, colore, stereo, 11’

Cortometraggio girato “di getto”: panchina sulla spiaggia. Mezzogiorno d’estate. Caldo. Buco dell'ozono. L'uomo e una donna stanno arrivando alla spiaggia. Prendono un posto in panchina. silenzio



NAVIGATIONS, CR, 1995, Super8mm – Betacam SP, colore, stereo, 9’

"Rari nantes in gurgite vasto" ("rari nuotatori (sparsi) nel vasto gorgo").
Il celebre verso di Virgilio (Enedie. 1,118) viene subito in mente quando si contemplano gli elementi visivi in questo enciclopedico esempio di riferimenti acquatici.



Slobodan Jokić
NOAH AND THE CEREMONIES ON THE WATER
NDL, 1991, S8 mm, U-matic Hi, colore, stereo, 18’

Questo è il suo primo lavoro realizzato ad Amsterdam con lo pseudonimo Dan Oki. Come base, ha utilizzato materiale cinematografico in Super 8mm girato sulla banchina di Zara, che è stato inseguito elaborato sul computer durante la post-produzione al centro MonteVideo (Nederlands Instituut voor Mediakunst) di Amsterdam. Noè, il noto personaggio di quella zona della Dalmazia e le caratteristiche ambientali ora sono cancellati, spazzati via, l'autore è perfettamente al corrente, in modo che la sensazione di assenza di tempo potrebbe invece essere creata. L'intera opera ricorda qualcosa che accade nel lontano passato o futuro. La visualizzazione di forme geometriche di chakras della meditazione tibetana ci accompagnano attraverso tutta la durata del video (18 minuti). Se li seguiamo con attenzione, si passa ad un intero processo meditativo specifico. Tali visualizzazioni, che rappresentano chakras del corpo umano, appaiono in diverse forme ( cerchio, quadrato, triangolo ...) e in diversi colori. Parallelamente ascoltiamo una registrazione di una cerimonia tibetana. Da un semplice utilizzo dell’effetto "sfarfallio" nel computer, una specifica non-materialità dei simboli è stata raggiunta, che appaiono come se fossero "spostati" dentro l'immagine filmica come interpreti o traduttori. (Sandra Sterle)



THE HOUSEHOLDER, CR, 1997, Computer animation, colore, stereo, 10’

Lavoro di computer animation che tenta di trovare un equilibrio tra le sensazioni di caldo e freddo, agli antipodi di spazio interno ed esterno, e la percezione del materiale e immateriale.




Programma N° 2 film sperimentali
Durata 73 min.



DAN OKI/Slobodan Jokić
V MOJE oči  LETIJO IGLE/Aghi stanno volando nei miei occhi
CR, 1989, colore, mono, 5’

Nel lavoro V moje oči letijo igle, idee di ciò che è dentro, fuori, di interscambio tra composizione e cornici. Gli esperimenti dell’autore creano una scena immobile di gruppo, il cosiddetto "tableau vivant", che costringe lo spettatore a dimenticare tutti gli elementi narrativi e a concentrarsi sulla percezione e considerare ogni gesto o cosa come portatori di significato. In questo modo, quattro personaggi del gruppo divengono portatori di significato, che è ancor più sottolineato intercambiando le scene dei "tableau vivant" con quelle in cui le teste di questi stessi personaggi "misurano" la sequenza, animandosi lungo i quattro margini del fotogramma filmico verso il basso e da sinistra a destra. (Sandra Sterle)


DAN OKI/Slobodan Jokić
DINAMIS, NDL, 1996, Betacam SP, video, colore, stereo, 8’

Dinamis è un raggruppamento di inspirazioni ed espirazioni da parte di persone diverse in diversi punti della bussola in Europa nel corso di quattro stagioni dell'anno.



Divine Beings, CR, 1998, Super8mm – Betacam SP, b/n, stereo, 30’

Dan Oki’s Divine Beings, è una narrazione ecologico-umanistica basata su una vera preoccupazione nei confronti del regno animale. L'autore narra ("voce off") il suo fascino per gli animali che risale alla sua infanzia, quando ebbe il suo piccolo zoo privato, nascosto nella cantina della sua casa.




DAN OKI, ZOOGEN, CR, 2006, Digi Beta, colore, stereo, 11’

In questo film gli animali sono realizzati con il computer e animati da ibride costruzioni di parti di differenti esseri viventi. Le animazioni sono comparate con immagini di animali reali filmate in giardini zoologici.



WAXWORK, CR, 2013, Super 8mm – HD, colore, stereo, 21’

Waxwork è una narrazione sperimentale che riflette sulla vecchia idea della Genesi. Il film può essere visto anche come una riflessione critica e artistica sull'educazione religiosa che continua a presentarsi come una visione valida sull'esistenza di questo mondo. In questo film girato in Super 8mm da Dan Oki, gli uomini sono rappresentati come piccole figure realizzate con diversi materiali dall'artista olandese Lucas van der Put. Queste figure infiammate sono inquadrate dall'idea del film, dall'animazione stop-motion, dal  contrappunto musicale e dalla  voce narrante dello stesso Oki.Esempio di utilizzo per "":
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Dizionario


Dan Oki alias Slobodan Jokić (Zara, 1965) è un regista e sceneggiatore. Ha realizzato tre lungometraggi, una serie di documentari e 20 film sperimentali. I suoi film sono stati prodotti in Croazia, Paesi Bassi e Stati Uniti e proiettati ai festival internazionali di tutto il mondo. I film di Oki hanno vinto numerosi premi internazionali, tra cui il Grand Prix Videoex 2000 a Zurigo. È professore associato di cinema presso l'Accademia di Belle Arti a Spalato (UMAS) e presso l'Accademia di Arte Drammatica di Zagabria.
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Report:
Massimo Nardi