giovedì 17 gennaio 2013

Erica Battello_A bowl of rice a day keeps my appetite away

SPAZIO ORLANDI PRESENTS:

A bowl of rice a day keeps my appetite away by Pietro Di Lecce

Coordinates:

PLACE: SPAZIO ORLANDI Via Vespri Siciliani 16/4 Milano 0039 02 473046

DURATION OF THE EXHIBITION: 16th January - 2th february 2012

VERNISSAGE FROM 6:30 p.m.

OPENING HOURS TO VISIT THE EXHIBTION: from Monday to Friday from 10.30 a.m. to 6.30 p.m.

REVIEW By Pietro Di Lecce

FREE ENTRANCE

PRESS RELEASE:

For the first time in Italy, Spazio Orlandi presents the private exhibition of Erica Battello, young artist born in Hong Kong in 1986.

References both to the Italian and Eastern tradition are present in the works by the artist. This dualism is given by the cultural influence of her parents: her father from Ivrea and her mother from Hong Kong. The mix of these two cultures has developed within the artist the will to culturally approach these two Countries.

The majority of the works by the artist, such as One is Sad, which series directly recalls China, will be on display.
The work consists of an exposition of rice grains placed side by side and mounted on Plexiglas panels, which size varies according to the installation one wants to create. On every rice grain, the artist draws a smiling face, with the exception of one that is sad. It is up to the visitor to identify the different grain, the alienated one, the person who cannot be himself within the homologated society. The work is finally framed and put on display as if it were a true painting, typical element of the western culture.
In the series Your Rights, the artist writes on rice grains the first article of the Italian Charter; the aim of her work is, in this case, to make people aware of the importance of civic spirit.
Rice, besides being the cheapest and therefore the most consumed food in the world, becomes the East food symbol par excellence.

Erica Battello proposes again and places side by side the western and eastern cultures with the series Peekaboo, origami decorated by maps, inside of which it is possible to observe, through the help of a lens, through the fissure of the work, blowing on it, the picture of one of her far away relative.

While the themes of the video Qixi-The Night of Seven, refer to the two famous Chinese love legends, Erica Battello investigates the various forms of visual realities that vary with the passage of time; these realities are recreated through the overlapping of threads that progressively diminish on the image of the universe used as backdrop.
With the passage of time, the bundle becomes even less thick, the perception of reality changes, as well as the visual impression.
One of the two Chinese legends titles The red thread of destiny, the invisible and red thread joins the two lovers, destined to meet regardless time, place or circumstances; it is a tangling thread that never brakes up.


Mostra personale di Erica Battello

a cura di Pietro Di Lecce

Testo critico di Pietro Di Lecce


Dal 16/1/2013 al 1/2/2013

Dal Lunedì al Venerdì dalle 10:30 alle 18:30

INGRESSO GRATUITO

Vernissage dalle ore 18:30

Mostra con catalogo

Per la prima volta in Italia Spazio Orlandi presenta la mostra personale di Erica Battello, artista giovanissima nata a Hong Kong nel 1986.

Nei lavori dell’artista ci sono agganci sia alla tradizione italiana sia a quella dell’Oriente. Questo dualismo è dato dall’influenza culturale dei due genitori: il padre di Ivrea e la madre di Hong Kong. Il miscelarsi delle due culture ha generato nell’artista una maggiore volontà di avvicinare culturalmente questi due paesi.

Ci saranno gran parte dei lavori dell’artista, come One is Sad, la cui serie ha un richiamo diretto alla Cina.
L’opera consiste in un’esposizione di chicchi di riso affiancati e montati su pannelli di plexiglas, le cui dimensioni variano a seconda dell’installazione da creare. Su ogni chicco di riso l’artista disegna una faccina sorridente, eccetto per una triste, sta al visitatore individuare il chicco diverso, l’emarginato, colui che nella società omologata non può essere se stesso. L’opera, infine, viene incorniciata ed esposta come se si trattasse di un vero e proprio quadro, elemento tipico della cultura occidentale.
Nella serie Your Rights, sui chicchi di riso, l’artista scrive il primo articolo della Costituzione italiana; l’intento del suo lavoro, in questo caso, è quello di sensibilizzare la popolazione a un maggior senso civico.
Il riso diventa il simbolo alimentare per eccellenza dell’Oriente, oltre ad essere l’alimento meno costoso e quindi il più consumato nel mondo.

Erica Battello ripropone e affianca la cultura occidentale con quella orientale con la serie Peekaboo, origami decorati da mappe, all’interno dei quali con l’ausilio di una lente è possibile osservare attraverso la fessura dell’opera, soffiando su di essa, la foto di un suo parente lontano.

Mentre le tematiche della serie video Qixi-The Night of Seven, si ricollegano a due famose leggende d’amore cinesi, Erica Battello indaga le varie forme di realtà visive che cambiano con il passare del tempo; queste realtà sono ricreate con la sovrapposizione di fili che man mano diminuiscono, mentre come fondale l’artista usa un’immagine dell’universo.
Con il passare del tempo, la matassa diventa sempre meno fitta, la percezione della realtà cambia così come l’impressione visiva.
Una delle due leggende cinesi si intitola Il filo rosso del destino, il filo invisibile e rosso unisce gli innamorati, destinati a incontrarsi indipendentemente dal tempo, dal luogo o dalle circostanze; è un filo che si aggroviglia, ma che non si può mai spezzare.


TESTO CRITICO

Nel mondo globalizzato la tradizione rimane una reliquia del passato dalla quale si estrapolano solo alcuni valori. Il fenomeno della globalizzazione comporta un mescolarsi di identità culturali e tradizioni, che dà luogo a una moltitudine di stili di vita nuovi, forme esistenza ibridate che sono complementari le une alle altre, imprescindibili, e verranno sempre più assimilate dalle prossime generazioni, le quali a loro volta li trasmetteranno alle altre.
Questi nuovi modi di vivere sono sempre più influenzati dalla tecnologia, che esercita un ascendente sempre maggiore sulle popolazioni trasformandone i rapporti sociali.
Infatti, grazie anche all’ausilio di nuovi mezzi di comunicazione, l’Oriente e l’Occidente, nonostante le evidenti differenze culturali, interagiscono fra loro in questo periodo storico in cui la Cina, da paese in via di sviluppo, nel giro di pochissimi anni è diventata la potenza economica trainante dell’economia mondiale.
Il popolo cinese, lungi dal chiudersi in forme anguste di nazionalismo culturale, si accosta sempre di più alla cultura occidentale, fino al punto di rinnegare il proprio passato. Questo fenomeno si può riscontrare anche nell’arte contemporanea, che fino a poco tempo fa era controllata dal regime, e vive, anche se sempre con costrizioni e restrizioni, una maggiore libertà espressiva. Infatti, gran parte degli artisti cinesi delle nuove generazioni hanno come riferimento gli artisti contemporanei occidentali.
In parte è il caso di Erica Battello, la quale nel suo percorso artistico trae ispirazione dall’arte concettuale e dal minimalismo, correnti artistiche da poco riconosciute da alcuni paesi orientali. Nei lavori dell’artista ci sono agganci sia alla tradizione italiana sia a quella dell’Oriente. Questo dualismo è dato dall’influenza culturale dei due genitori: il padre di Ivrea e la madre di Hong Kong. Il miscelarsi delle due culture ha generato nell’artista una maggiore volontà di avvicinare culturalmente questi due paesi, lo si può notare attraverso un richiamo diretto alla Cina con la serie One is Sad. Il lavoro consiste in un’esposizione di chicchi di riso affiancati e montati su pannelli di plexiglas, le cui dimensioni variano a seconda dell’installazione da creare.
Su ogni chicco di riso l’artista disegna una faccina sorridente, eccetto per una triste, sta al visitatore individuare il chicco diverso, l’emarginato, colui che nella società omologata non può essere se stesso. L’opera, infine, viene incorniciata ed esposta come se si trattasse di un vero e proprio quadro, elemento tipico della cultura occidentale.
Nella serie Your Rights, sui chicchi di riso, l’artista scrive il primo articolo della Costituzione italiana; l’intento del suo lavoro, in questo caso, è quello di sensibilizzare la popolazione a un maggior senso civico.
Il riso diventa il simbolo alimentare per eccellenza dell’Oriente, oltre ad essere l’alimento meno costoso e quindi il più consumato nel mondo.

Erica Battello ripropone e affianca la cultura occidentale con quella orientale con la serie Peekaboo, origami decorati da mappe, all’interno dei quali con l’ausilio di una lente è possibile osservare attraverso la fessura dell’opera, soffiando su di essa, la foto di un suo parente lontano.
La realtà dell’origami consiste nella ricerca di un’appartenenza culturale dell’artista, la quale rende visibile allo spettatore una parte del suo universo esistenziale; chi interagisce con quest’opera crea una sorta di legame empatico con la vita dell’artista, con il suo passato e i desideri.

Anche nella serie delle mappe ricamate è riconoscibile la voglia di ricongiungere parte del passato dell’artista con il presente, la necessità che un’eterna fanciulla ha di mettersi incessantemente a confronto con il mondo attraverso le sue esperienze di vita.

Nella serie Eat Me, invece, l’artista riutilizza rifiuti prodotti dall’uomo ritrovati sulle spiagge, con essi e con l’aiuto di materiali plastici crea una sorta di ghiaccioli.
La sua è una chiara denuncia dell’inciviltà dell’uomo che inquina le acque degli oceani, mettendo a rischio la sopravvivenza degli animali e dell’ecosistema. I rifiuti ritrovati sono assemblati con una resina trasparente particolare, il cui colore richiama il ghiaccio, e quindi un prodotto commestibile; in realtà, ingerire questo prodotto potrebbe mettere in pericolo la vita, lo stesso pericolo che corrono gli animali con i rifiuti degli uomini.

Con la serie video Qixi-The Night of Seven, Erica Battello indaga le varie forme di realtà visive che cambiano con il passare del tempo; queste realtà sono ricreate con la sovrapposizione di fili che man mano diminuiscono, mentre come fondale l’artista usa un’immagine dell’universo.
Con il passare del tempo, la matassa diventa sempre meno fitta, la percezione della realtà cambia così come l’impressione visiva.
La tematica di questa serie è collegata a due famose leggende d’amore cinese; la voglia di fare arte dell’artista è il desiderio stesso di ritornare fanciulli, denunciando l’indifferenza e il venir meno della sensibilità. Nulla per l’artista vale quanto i profondi sentimenti che possono instaurarsi tra due persone che si amano, e il loro amore diviene immortale e parte integrante dell’universo.

Una delle due leggende cinesi si intitola Il filo rosso del destino, il filo invisibile e rosso unisce gli innamorati, destinati a incontrarsi indipendentemente dal tempo, dal luogo o dalle circostanze; è un filo che si aggroviglia, ma che non si può mai spezzare. Nell’opera il filo rosso si dipana pian piano per rivelare la realtà dalla quale tutto ha inizio e per scoprire poi ciò che sta dietro il filo stesso, la realtà preesistente, ma di cui ancora non c’è stata epifania.
L’altra leggenda si riferisce all’amore tra un membro immortale della famiglia della Regina del Cielo, Zhinu e Niulang, un umile pastore.
Zhinu è rappresentata nel cielo dalla stella Vega, mentre Niulang da Altair.
Entrambe le stelle sono in primo piano nel cielo estivo e costituiscono un triangolo, insieme a un’altra stella, noto come il “triangolo estivo”.
Quando la Regina del Cielo scopre che i due si sono innamorati, rivuole Zhinu al cielo a cui appartiene e fa in modo che tra lei e Niulang scorra un grande fiume; crea così la Via Lattea, un fiume impossibile da attraversare, eccetto per la settima notte del settimo mese, quando grazie alle gazze che volano fino al cielo creando un ponte sulla Via Lattea, i due amanti si possono rincontrare per trascorrere insieme una notte all’anno.

Segnala:
Amalia Di Lanno