domenica 6 aprile 2014

VISIONI a cura di Roberto Lacarbonara | STUDIO D’ARTE FEDELE



Visioni è un progetto espositivo sul tema del “non-visibile”. La visione è, per definizione, un’esperienza sensibile elaborata nel cortocircuito di immagine e immaginazione, nell’esubero percettivo con cui lo sguardo – e, con massima intensità, lo sguardo di un artista – traduce il vedere nel plus-vedere dell’opera e, così facendo, assume l’ottica precaria del “visionario”. Visione dunque come dubbio, come tradimento del visibile, ovvero scarto tra il reale e la rappresentazione.
La collettiva di pittura proposta dallo Studio d’Arte Fedele definisce una sintesi tra le esperienze figurative di storici artisti della galleria, accomunati da un modello espressivo inquietante ed insidioso, spesso attraversato da una ritrosia per il visibile, da una scelta di “dire” attraverso il non-detto e il non esplicito.
È la tesi più volte riscontrata nella letteratura foucaultiana. “Il visibile e l’invisibile sono esattamente lo stesso tessuto, la stessa indissociabile sostanza. L’invisibilità del visibile consiste nel suo essere puramente e semplicemente visibile. E la sua assoluta trasparenza deriva da quel non-svelamento che la lascia sin dall’inizio nell’ombra. […] L’enigma di questo visibile (ciò che lo rende fondamentalmente invisibile) è rappresentato dal fatto che si può parlarne partendo non da esso, ma solo dal fondo della distanza che prescrive o permette l’invisibile. (M. Foucault, Raymond Roussel, 2001).
All’estremo di questa accezione vi è la radice stessa delle avanguardie moderne e contemporanee rivolte ad un’estetica che porta all’estremo esperienze quali l’impressione, l’inconscio, la follia e le antinomie di una visione considerata una sorta di “avere a distanza”. Ed è l’esito della tesi kantiana della Weltanschauung , di un visibile che sottende l’intrico psicologico e filosofico con cui ogni oggettivazione del reale risulta inestricabilmente filtrata da una visione-del-mondo, da un testo ulteriore in grado di sovrascrivere le immagini con il loro stesso nascondimento.
Se per alcuni artisti la dimensione enigmatica e surreale del visibile si dà in tutta la sua potenza onirica e densità dubitativa (dagli interni misteriosi di Sergio Ceccotti, ai busti neoclassici di Massimo Livadiotti e agli sguardi algidi e smarriti di Angelo Bellobono), per altri è lo spazio stesso ad ospitare l’inganno di misteriose presenze-assenze trasformandosi in scena utopica ed in non-luogo (come nelle architetture metropolitane di Marco Verrelli, Massimo Catalani e Paolo Fiorentino, nella moltitudine seriale e metempirica dei corpi adunati in circolo di Fabrice De Nola o nel trittico dei cuori calcificati di David Fagioli).
Ampia trattazione è rivolta allo studio di figura e al ritratto. L’icona auratica ed arcaica di Tito Marci opera come un ritratto che sottrae, che priva il soggetto di storia assolutizzandone, nel fondo aureo, l’essenza. Operazione inversa per Adriano Nardi mediante una moltiplicazione dei piani cromatici che insistono sul profilo femminile. Fino all’unico soggetto scultoreo in mostra, il nudo disteso di Roberto Montemurro, in cui è il corpo femminile a trattenere carnalità e lirismo.
Vi sono infine gli artisti della “relazione”, attenti alle dinamiche prossemiche tra corpi e psicologie. Ironiche ed insidiose le coppie di Pierluca Cetera; appassionati in una danza priva di peso e gravità i sembianti di Stefania Fabrizi; misteriosamente complici e passionali i baci rappresentati da Fabrizio Passarella.
In ognuno di questi casi la pittura sembra consumare il reale, filtrare le superfici insinuando un senso nuovo, silenzioso. Visioni è pertanto un meccanismo di inversione del sistema della rappresentazione: non esiste alcuna verità nella realtà, tutto quanto è solo il dubbio di qualcosa che non è.

Studio d’Arte FEDELE
Inaugurazione: Sabato 12 Aprile 2014, 19.30
Fino al 30 Giugno 2014, Lun – sab, 10-12, 17-20
Via G. Mazzini, 47 – Monopoli (BA)
Info: 080.8872378 / 335 1204798
Mail: studiodartefedele@tiscali.it

pubblica:
Massimo Nardi