SOTTO IL PATROCINIO
DEL CONSOLATO GENERALE D’ITALIA IN MELBOURNE,
DELL’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA E CON IL SUPPORTO DEL VICTORIAN MULTICULTURAL
COMMISSION
DEL COMUNE DI MOONEE VALLEY E IL
PATRONATO INCA-CGIL
A.L.I.A.S.
L’ACCADEMIA LETTERARIA
ITALO-AUSTRALIANA SCRITTORI PREMIA
LILIANA PUGGELLI E VALENTINA CHIARAMONTI : SEGNI PARTICOLARI NONNA E
NIPOTE
MELBOURNE L’ambito premio di
Alias, Accademia Letteraria Italo-Australiana Scrittori, va per la terza volta consecutiva a nonna e
nipote pratesi: Liliana Puggelli e
Valentina Chiaramonti.
Il premio viene conferito sotto il
patrocinio del Consolato Generale d’Italia in Melbourne, dell’Istituto Italiano
di Cultura e con il supporto della Camera di Commercio ed Industria italiana,
il Victorian Multicultural Commission, il comune di Moon Valley e il Patronato
Inca-Cgil Australia.
La giovane premiata ha solo 14
anni, con l’amore per la poesia.
Compongono la giuria: Piero
Genovesi, Director Institute I.A.I. La Trobe University; Raffaele Lampugnani,
Docente Monash University; Adriana Diomedi, Docente La Trobe University; Flavia
Coassin, Docente di lingua e letteratura italiana alla La Trobe University e
alla Flinders University (SA); Gerardo Papalia, Museo Italiano Coasit. (aise)
Il RACCONTO DI NONNA LILIANA “VITA DA CANI” (ALLEGATO) AVEVA PARTECIPATO ANCHE AL
CONCORSO INDETTO DA GIORGIO PANARIELLO PER LA SCENEGGIATURA PER SUO PROSSIMO FILM, NON E’ STATO SCELTO
DAL GIORGIONE NAZIONALE MA HA TROVATO AMPIO CONSENSO NELLA TERRA DEI CANGURI.
LA POESIA DI VALENTINA PARLA DI
AMORE FRA I COETANEI.
RAGAZZI CHE SI AMANO
I ragazzi che non si amano
soffrono di solitudine,
i ragazzi che non si amano
fanno molta fatica a fare un
gradino in più.
Crescono,
imparano,
invecchiano,
con un’enorme sofferenza,
un grande turbamento.
I ragazzi che si amano
vivono dentro una grande luce
colma di sogni,
fiori,
amore e
gioia.
I ragazzi che si amano
sanno capire.
Giorgio
è un cinquantenne separato e senza lavoro, che vive di espedienti. Insieme ad
un paio di amici che sono nella sua stessa situazione, decide un giorno di
aprire un canile, solo per avere il pretesto di incassare i sette euro
giornalieri per cane previsti dallo Stato. Facendo due conti e spendendo
massimo due euro a cane, accogliendo circa un centinaio di randagi, avrebbe
incassato circa 500 euro giornaliere. Gli affari vanno così a gonfie
vele,finalmente un po’ di benessere ma a discapito del malessere dei cani,
sempre più denutriti e spaventati. Tutto andrebbe per il meglio, se non fosse
per la fastidiosa “zanzara” di Daniela Lizzardi, attivista e presidente di
un’associazione per la difesa dei cani. Non c’è un giorno infatti che non si
presenti davanti ai cancelli del canile lager accompagnata ora dai Tg
nazionali, ora da Striscia la notizia, ora da folle di animalisti infuriati. E’
proprio durante una di queste violente discussioni che Giorgio ha un collasso e
muore durante il tragitto in ospedale. L’ultima cosa che vedrà sarà il camice
di un’infermiera…lo stesso che rivedrà aprendo gli occhi, indossato da
un’infermiera di una clinica veterinaria, che lo accoglie al mondo sorridente.
Giorgio è rinato, ma è rinato cane.
In un
flash-back si vede come è potuta avvenire questa reincarnazione.
Giorgio
è morto e come per incanto si ritrova in un
bellissimo giardino fiorito, una dolce musica lo fa girare e cerca di capire da
dove potesse provenire: di fronte a lui un lungo viale alberato, in fondo al quale
c’è una scritta” ARCO...RE...CINTATO”, poi ancora un’altra “VENITE
AVANTI! C’E’ POSTO PER TUTTI” . Giorgio si incammina,
ma più cammina e più la scritta di allontana.
La stanchezza lo avvince e si
accascia per terra con il capo fra le mani , tutte
quelle emozioni gli avevano tolto le energie dopo un po'
rialza il capo e non credendo ai suoi occhi vede un’altra scritta,
questa volta è molto vicina : “ANCORA UN POCO E SARAI AL SICURO
SE TU LO VORRAI”.
Si incammina e raggiunge “ARCO..RE..CINTATO” :
in lontananza vede una bella scalinata che termina su una grande
terrazza. Deve camminare ancora, ma con sua grande sorpresa si
avvicinarono due strani personaggi seminudi con una cravatta verde al
collo. Lo fanno salire sopra ad uno strano veicolo, che guarda caso somiglia a
quelle biciclette a quattro posti, tipo risciò. Si ricorda di quando lui
e la sua famiglia (lui, la moglie, un figlio e una figlia) andavano a
fare delle belle girate in una splendida pineta. Questo ricordo lo rattrista.
Sale su questo strano risciò che riesce a sorvolare anche
le scale, una volta a terra i due individui lo fanno
scendere e se ne vanno. Giorgio rimane solo, ma una voce, che più che
parlare sembrava cantare, gli dici:” Se mi volti mi vedi!”. . La sua faccia non
gli è nuova e mentre si avvicina a lui un lampo gli illumina la
mente e si inginocchia ai suoi piedi e gli dice:”TU CHE
TUTTO VEDI E TUTTO PUOI TI PREGO
LEVAMI DA QUESTA SITUAZIONE...”
Nel frattempo arrivano due persone
ciascuno con al guinzaglio un cane. I due cani sono
molto malconci . Rivolto a lui l’uomo dalla faccia conosciuta gli
dice con un sorriso a 32 denti:” Vedi questi sono dei cani che vengono
da un canile dove per mangiare gli davano bastonate. Ogni tanto qualcuno arriva
qui io lo curo. A te voglio dare la
possibilità di rivedere la tua famiglia alla quale, nonostante
tutto, eri molto affezionato. Poi ti sei perso. Quello che hai
fatto in passato è molto grave e ti meriti una punizione: riavrai la tua
famiglia in un modo molto strano dovrai entrare nella vita di uno
di questi cani ...e tornerai su la terra ...altrimenti resti qui e non
rivedrai più nessuno!”.
I pensieri del cane avranno naturalmente la voce di
Giorgio.
Giorgio rimane sconvolto da queste parole ma pur di
rivedere sua moglie e i suoi figli accetta il patto ,e dopo
un breve riposo si ritrova sulla terra. Ha davanti ha il bel sedere
dell’infermiera della clinica veterinaria. Una signora lo prende, insieme al
resto della cucciolata e mentre riesce a collocare tutti gli altri cuccioli in
alcune famiglie benevole lui non lo vuole nessuno e lo abbandona proprio
davanti al canile dove lui “lavorava”. In me che non dica si ritrova sbattuto
dentro il canile. In breve tempo diventa sporco, impaurito e sempre più
affamato; sporco e impaurito in compagnia di altri cani nella
sua stessa condizione.
Erano rinchiusi in un terreno circondato
da una rete moto alta , impossibile da scavalcare, nei dintorni è
tutto isolato. Soltanto al mattino viene portato loro una
brodaglia: il loro cibo quotidiano che non basta mai e
lui si accuccia per terra ad occhi chiusi e rimugina su
quanto sarebbe stata lunga la sua punizione .
Il tempo passa e lui e suoi amici cani
sono sempre più sporchi, affamati e impauriti che
mai.
I più malandati si addormentavano e non si ridestavano.
In un giorno di primavera, sempre nella solita posizione
afflitta, sente dei rumori che lo fanno sobbalzare. Si
avvicina alla rete e vede diversi
ragazzi che giocano a rincorrersi. I cani per
la novità si mettono ad abbaiare i ragazzi smettono di giocare e si
avvicinano alla rete. In uno di questi ragazzi Giorgio
riconosce suo figlio (Paolo) e inizia a chiamarlo, ma dalla sua bocca esce solo
un flebile “Bau … Bau”. Sconsolato si rimette accucciato per terra con gli
occhi tristi.
Da quel giorno i ragazzi
portano altri ragazzi: la notizia di un canile abusivo si allarga per il
paese che viene preso d’assalto dagli animalisti e tra denunce, televisioni,
giornalisti, cortei di protesta e dalla la fastidiosa “zanzara” di
Daniela Lizzardi. Diventa un caso nazionale e non fu più un posto
isolato. Le persone arrivano a piedi, in bicicletta,in macchina, tutti i
mezzi sono buoni.
Una notte piove così
tanto che anche quella parvenza di rifugio non basta a
ripararli e i cani sono tutti fradici con le zampe nelle pozze.
Arrivano i carabinieri
e la fastidiosa “zanzara” di Daniela Lizzardi con delle camionette adatte
al caso, li fanno salire e li portano
da un contadino che
ha del posto riparato che per il momento non utilizza.
Diverse persone si impegnano a lavarli, arrivano dei veterinari per
constatare il loro stato di salute. Finalmente possono mangiare a
sazietà.
A questo punto la
situazione è molto migliorata e qualche cane è diventato
anche “BELLO” tanto che molte famiglie se li portava a casa
...
Giorgio è
soltanto un bastardino e non è molto ammirato. Nessuno lo vuole.
I suoi pensieri sono rivolti
sempre alla sua famiglia.
Un giorno riesce a
fuggire e per la contentezza di assaporare la libertà abbaia e
correr e piano piano si ritrova nella sua città
Incontra persone che conosceva molto bene:
amici, la sua prima ragazzina, che ora era diventa una
palla di lardo, il parroco che mi aveva sposato......e finalmente
riconosce la sua casa .
Sua figlia (Rosetta) è in giardino, chiuso da un
piccolo cancello, si avvicina per guardarla con
occhioni pieni di amore. Vista la sua mansuetudine la
ragazzina si avvicina e gli fa
una carezza sulla testa, ma si affaccia la
moglie e la rimprovera dicendogli che è un randagio e che la
potrebbe mordere.
Le due entrano in casa e sbattono la porta.
Rimane sconsolato sul marciapiede
aspettando che riescano fuori.
Vede rientrare suo figlio (Paolo) in bicicletta con
zaino in spalla. Mentre suona il campanello per entrare in casa lo
guarda e con un piede fa un gesto come per
tirargli un calcio e gli dice:”PUSSA VIA BRUTTA BESTIACCIA
PULCIOSA!”.
Giorgio passa tutta la notte accucciato davanti
al cancello. Il mattino seguente escono Rosetta e
Mariuccia per andare a scuola.
Rosetta sta mangiando un panino e non vista dalla
madre ne butta una metà a Giorgio. Dal suo volto si capisce che gli
è molto riconoscente.
La situazione di Giorgio “loro
dentro e lui fuori “ dura molto tempo, ma lui non molla!
Un giorno Rosetta rimane sola in casa e
lo fa entrare nel piccolo giardino. Lo lava (ne ha proprio bisogno) e lo
porta in casa e lo accarezza e lui beato si mette ai suoi piedi.
Dopo poco rientra anche Paolo si siede sul divano accanto
alla sorella, Giorgio alza il capo come per salutarlo allungo
una mano e lui lo accarezza. I due ragazzi sono in pensiero su cosa dire
alla loro mamma quando rientrerà?
Rosetta non ha dubbi gli diranno che quel cagnolino lo
vogliono tenere perché è carino e ha qualcosa di familiare.
Improvvisamente si apre la porta ed entra Marietta e
per poco non sviene: i figli sono sul divano con il cane in mezzo a loro e lo
stanno coccolando.
Nacque una lunga discussione: tra grida pianti e strilli
arrivarono a un compromesso. Il cane può restare ma non deve mai entrare
in casa il suo posto sarà la piccola capanna nel giardino, in più i due ragazzi
dovranno studiare di più per avere un ottimo risultato alla
fine dell’anno scolastico
Il patto viene sancito tra baci e
abbracci . Viene deciso anche il nome si chiamerà Bubu.
Giorgio, pur di rimanere con la sua famiglia è
contento anche cosi, anche se nessuno lo avrebbe chiamato
più GIORGIO...........
Marietta e i figli stanno facendo
colazione quando suona il telefono. Marietta si alza e
va a a rispondere e sembra molto entusiasta
di questa telefonata e nel salutare la persona gli dice:” Non dubiti lo
dico subito all’interessato! Sarà molto contento anche se è tornato molto tardi
per cercare di mettere tutti al sicuro”.
Tutta trafelata e sorridente va in camera
tutta euforica e grida:” Giorgio! Giorgio! Ha telefonato il sindaco. Ha
trovato lui la soluzione per i cani ma gli ci vuole il tuo aiuto!”.
Giorgio si sveglia di soprassalto, si guarda intorno con
grande meraviglia, come se tutto fosse nuovo. La moglie nota il suo strano
atteggiamento e gli chiede:”Tutto bene?”.
Lui risponde con un grande sorriso, accarezzando il cane
che nel frattempo è arrivato in camera e gli sta leccando il viso:” Sì, ora sì!
E’ finito un incubo!”.
LILIANA PUGGELLI