lunedì 20 febbraio 2017

“Ut pictura Poesis”. Semiotica della materia e sincretismo artistico nella pittura di Michele Agostinelli.

 
“Non è la specie più forte a sopravvivere e nemmeno quella più intelligente, ma la specie che risponde meglio al cambiamento.” Sembra esserci questo assunto darwiniano alla base della fervida stagione di evoluzione e sperimentalismo che l’artista Michele Agostinelli  sta vivendo aprendosi al concettuale e all’astrattismo informale dopo oltre quarant’anni di figurativo e accademismo. La mostra “Altezze d’artista – panoramiche sulla materia tra cielo e terra”  è  il risultato di un faticoso percorso intimistico nel quale Agostinelli ha scelto di avventurarsi  liberandosi dalle sovrastrutture.  E’ tangibile il bisogno di  superare il pesante fardello del passatismo e della memoria non per dimenticare ma per rielaborare, rivivere, comprendere e giungere ad una vera e propria agnizione di un sé più vero.
 Fortunato l’incontro con  Vittorio Stagnani che gli ha chiesto di dare immagine al proprio libro, “Nero di Seppia”,  così come l’ispirazione giuntagli dall’incontro con il libro “Re Gioacchino Murat, la Puglia e  Bari” di Bianca Tragni. In quest’ultimo si  narra del viaggio in Puglia del “re di teatro”, ribattezzato così per la stravaganza del vestiario, avvenuto nel 1813, da cui sono scaturite le cinque opere che raffigurano le vedute aeree di alcuni dei porti più belli del Tacco d’Italia: Bari, Brindisi, Gallipoli, Otranto, Taranto.  I profili degli scali marini sono fedelmente riportati e poi magistralmente arricchiti con medaglie, piume, nastri, conchiglie e tutto quello che nell’immaginario dell’artista ha caratterizzato gli eventi e il suo protagonista.  L’  “ut pictura poesis” oraziano, il connaturato scambio tra parola e visivo, è  fortemente sentito dall’artista che accompagna sempre  le sue opere con le poesie della scrittrice Concetta Antonelli.
 Panoramiche dall’alto, dunque, sono i soggetti preferiti di Agostinelli, che decide di rappresentare  i luoghi fisici e  “luoghi dell’anima”, ma anche uno sguardo verso l’alto come testimoniano le opere serigrafiche che hanno come soggetto i fuochi d’artificio, trait d’unione tra la passione fotografica e l’avanguardia . Inner life ed esterno si ricongiungono nella necessità di elevarsi ed astrarsi. L’atto creativo diventa gestualità orgasmica, un sincretismo artistico che parte dalle immagini impresse nella mente    per poi esplodere nell’espressionismo e nell’action painting. L’arte si fa materica, tridimensionale. Concrezioni di materiali organici( culmi di graminacee,  rametti secchi, gusci di molluschi) ed elementi  inusuali (brandelli di zerbini, rondelle, bulloni , pezzi di juta, frammenti di specchi) disegnano marine chiarie e apriche, campagne silenziose e  assolate, città in movimento. Il senso del rappresentato  prende forma attraverso un'innata capacità di visione.  Un’arte polisemica  che permette la risemantizzazione degli oggetti:  la catena di una bicicletta diventa un muretto a secco, la scheda madre di un pc  architettura metropolitana.
 Altezza intesa, non solo geometricamente come distanza da un piano, ma come profondità, una profondità necessaria per scandagliare il vissuto emotivo. Le passioni e ricordi si fondono alle proiezioni sul futuro, i paesaggi, soprattutto pugliesi, respirati, conosciuti e vissuti vengono  rappresentati come incontaminate waste land dove non c’è spazio per le figure antropomorfe  anche se  in realtà parlano un linguaggio fortemente umano, quello dell’anima. Il bisogno di comunicazione, di una ritrovata empatia si manifesta nei dettagli come la cassette delle lettere in “Regie Poste”, nell’utilizzo di alluminio fuso reperito direttamente dalle zone incendiarie del Gargano per rappresentare la distruzione di Hiroshima e Nagasaki in “Fiore di Fuoco”, nell’emblematica “Cassaforte delle emozioni” che si apre al mondo. Un’arte apparentemente povera che si impreziosisce con le riflessioni dell’artista.
 Le opere spesso di dimensioni molto grandi, non hanno cornice o strabordano su di essa. La materia, decisiva anche per il cromatismo,  viene  smembrata, fusa, assemblata con il furor di demiurgo in grado di forgiarla e donarle valenza testimoniale. Agostinelli si reinventa, giunge alla consapevolezza, alla libertà espressiva. Gioca, si diverte. Segue i voli pindarici della fantasia. La sua è un’arte leggera ma densa  che fa tesoro dell’insegnamento di Italo Calvino: “Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.
La mostra, curata da Alessandra Savino, si inaugurerà il 23 febbraio 2017 alle ore 19.00 a Bitonto presso il Torrione Angioino e sarà visitabile fino al 9 marzo  tutti i giorni  dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 21.00 con ingresso libero.
 
 MICHELE AGOSTINELLI
E’ nato a Tempio Pausania nel 1948. Dal 1964 vive ed opera a Bari. Ha insegnato Disegno e Storia dell’Arte presso il Liceo Scientifico “Edoardo Amal- di “ di Bitetto.La sua ricerca estetica lo ha condotto per vari itinerari articolati tra la poetica grafi- co-pittorica e gli interventi sul campo quale operatore culturale.Ha diretto le Gallerie d’arte “Effe Elle 24”, “Studio 5”, “Palazzo Scarli”; ha coor- dinato il gruppo “Mediterraneo Incontri-Ego Es”.Col gruppo artistico La Fenice ha realizzato la performance itinerante “… Della morte distrutta?”.Nel 1977 a Bari, presso l’Istituto Statale d’Arte ha condotto il 2° Seminario di tec- niche calcografiche.Nel 1978 a Taranto ha diretto il 4° corso di grafica presso il Circolo Italsider.Nel 1979 ha fondato il centro di ricerche estetiche “Ego-Es”.Iscritto all’Associazione Incisori Pugliesi, tiene attualmente corsi di grafica e foto- grafia, organizza esperienze di performances.Dal 1980 ha esteso la sua ricerca alle tecniche della comunicazione ed all’indagine sul territorio attraverso l’immagine fotografica.Nel 1989 ha collaborato con insonorizzazione e computer grafica alla realizzazio- ne di Video Arte per l’artista Mimmo Avellis.Ha ideato e condotto per l’emittente televisiva T.R.A. le trasmissioni “Dalla scuo- la x la scuola” e “Istantanea” (profili artistici su Michele Campione, Franco Cas- sano, Bruno Del Monaco, Enzo De Sario, Tommaso Di Ciaula, Vito Matera, Vito Maurogiovanni, Adriana Notte, Lino Sivilli).Per la Casa di Produzione televisiva VARS ha ideato e condotto il programma “Paesando” trasmesso in 14 puntate da emittenti Sud-americane.Dal 1996 ha organizzato sul territorio manifestazioni artistico-culturali-multimediali itineranti(Il carro del tempo nel tempo del carro; Gli strumenti della scrittura; Suggestioni d’Oriente; Il modellismo).Nel 1999 ha creato lo spazio espositivo “Palazzo Scarli” (Modugno)Sue opere sono state acquistate dai Reali del Belgio.Per la regia di operazioni artistiche nel mondo della scuola è stato premiato dal regista Sergio Leone e dal Premio Nobel Rita Levi Montalcini (I° Premio Naziona- le).Dal 2001 è Direttore Artistico della manifestazione culturale “Pro Agricultura” di Bitetto.Dal 2014 è componente della Consulta della Cultura del Comune di Bitetto.
 
Ilaria Teofilo