giovedì 2 giugno 2016

PHOTONIC TRUTH



PHOTONIC TRUTH
Artisti: Dora Tass & August Muth
Opening : 09/06 h. 18.30
A cura di Anna d’Ambrosio

Il nuovo progetto economART è un work in progress di Perturbing Object iniziato nel 2012 da Dora Tass e August Muth.
Medium olografico come forma d’arte .
È l’inizio di una collaborazione che la galleria milanese AMY D Arte Spazio e il duo artistico firmato Dora August/dora tass(IT) e august muth(USA) presentano dal 09 giugno al 19 giugno in Via Lovanio 6 .
La materia dell’olografia è il “ fotone” .
L’ologramma nasce dal laser .Due fasci laser , uno puro e uno modificato dal contatto con l’oggetto , si riuniscono e impressionano la lastra olografica, che contiene un’immagine tridimensionale dell’oggetto ripreso .
Questa tridimensionalità è il frutto della coerenza del fascio laser .
Ma l’ologramma presenta ancora delle sorprese , la lastra dell’ologramma contiene l’intera immagine in ogni suo punto : se la spezziamo in cento pezzi , ogni pezzo conterrà l’intera immagine . Ogni punto dell’ologramma contiene quindi , in perfetto ordine tridimensionale , tutte le informazioni dell’oggetto , proprio come una cellula di un organismo contiene l’intera informazione-coscienza del sistema ( Cyber-animale)di cui è parte intrinseca.
Il paradigma olografico dunque è essenzialmente un modello di relazione e di informazione globale , un modello universale potente e fecondo ; la sua forma è naturalmente tridimensionale , come insieme o campo , idealmente sferica , come ogni unità micro-macrocosmica.
Il principio generativo delle Metamorfosi di Ovidio ha ispirato in parte la comprensione dei lavori della serie “Perturbing Objects “ .
Gli indistinti confini di mondi diversi , dei –uomini-natura , sono compenetrati uno dentro l’altro nelle loro metamorfosi , come il mito di Fetonte ( photon –fotone) figlio del dio Sole , che osa mettersi alla guida del carro del Sole . Il cielo appare come spazio assoluto , geometria astratta non-umana , e insieme come teatro di un’avventura umana che culmina con lo sconquasso del carro solare colpito dal fulmine di Giove .
Non esiste paragone migliore per definire la “ poetica dell’assenza” dell’arte olografica , come quella che si ha guardando le stelle , la cui presenza fisica è stata sostituita dall’onda luminosa che raggiunge il nostro occhio , molto tempo dopo essere stata
emessa .
L’estetica dell’assenza è stata il privilegio dei mistici di tutti i tempi , ma il suo lato metafisico nell’ologramma è controbilanciato dalla sua connotazione scientifica .
Comunicare con l’ologramma significa anche sintonizzarsi su altre frequenze d’onda , sul filo rosso della percezione tra conscio inconscio , presenza assenza , reale surreale , a cercare quel corto circuito percettivo , quell’interferenza , cara a certe avanguardie storiche . I Ganzfeld vengono definiti come “ sensing spaces “ : spazi percettivi che
forniscono allo spettatore l’esperienza disorientante della “pienezza del vuoto “ come fa James Turrell che crea artificialmente un’esperienza simile attraverso l’uso controllato della luce .
Il metodo impiegato è totalmente analogico , le onde luminose contengono e veicolano una grandissima quantità di informazioni in più rispetto al sistema binario digitale.
Se pensiamo che un’immagine ad alta risoluzione video è 180 dpi , gli ologrammi
Denisyuk hanno qualcosa come 10,000,000,000 dpi per 3000 dpi di profondità .
Il laboratorio “ The Light Foundry “ di August Muth , a Santa FE ( New Mexico) è unico al mondo, specializzato in questa particolare tecnica olografica , riesce a trasformare la materia , in” materia luminosa 3D” ad altissima risoluzione , e su grandi dimensioni .
Tutti i lavori sono realizzati insieme in questo hololab , non vengono usati master o edizioni , ogni opera è un pezzo unico.


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