Dialoghi intorno alla fotografia:
Claudia Attimonelli
“Il senso ottuso e la lettera rubata"
Abbiamo fra le mani una vecchia fotografia, la patina ci rinvia a diversi anni fa, vi siamo ritratti insieme ad un paio di amici e a dei parenti. Dietro al gruppo che guarda fisso di fronte a sé ritroviamo un ambiente memorizzato come familiare, un mobile su cui fanno bella mostra di sé oggetti del quotidiano, fra cui una coppa di maiolica con la frutta, un fermacarte a forma di tartaruga, un orologio a muro arancione. È il soggiorno dove si festeggiava il compleanno della cugina. Tutto secondo le pose del momento del taglio della torta – che peraltro non si vede nello scatto, ma se ne intuisce la presenza poiché la tovaglia della festa ostende piatti coloratissimi. Il senso ovvio di questa fotografia naturalmente risiede nel desiderio di fermare il ricordo poco prima del soffio delle candeline. Tuttavia vi è un senso ottuso, esso giace altrove. Un nonsoché di malinconico del fotografico, di cui lo stesso fotografo che ha preso quell’istante e l’ha fissato per sempre, ne è all’oscuro. Il senso ottuso è precipuamente quella tensione tutta fotografica che si impone allo sguardo e ci invita a guardare e riguardare una stessa immagine per anni, un moto patetico, il ricordo, il passato. Per Roland Barthes il senso ottuso è ciò che sfugge alle intenzioni del fotografo, è lo sguardo di mio cugino che, giunto dopo non guarda l’obiettivo bensì ambisce al cioccolatino sulla tavola, è un pezzo della mano di mio padre che spunta da destra protesa verso la mia fronte sudata dai giochi.
Il punctum, come nella lettera rubata di E. A. Poe, è la dinamica tra il senso ovvio della fotografia e quel misterioso alone emanato da ciò che l’obiettivo ha colto senza che fosse previsto dall’ordine della posa in cui tutti i soggetti fotografati si trovano.
(Si suggerisce ai partecipanti di portare una vecchia fotografia a cui si sentono legati).
Claudia Attimonelli è docente di Cinema, fotografia e televisione all’Università Aldo Moro di Bari.
Curatrice di arte contemporanea per Gallerie e Istituzioni e autrice di saggi sui linguaggi, le pratiche e gli stili urbani; responsabile attività culturali, artistiche e transmediali della Mediateca Regionale Pugliese.
MEDIATECA REGIONALE PUGLIESE
via Zanardelli, 38
70125 - Bari
www.mediatecapuglia.it
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amalia di Lanno
Claudia Attimonelli
“Il senso ottuso e la lettera rubata"
Abbiamo fra le mani una vecchia fotografia, la patina ci rinvia a diversi anni fa, vi siamo ritratti insieme ad un paio di amici e a dei parenti. Dietro al gruppo che guarda fisso di fronte a sé ritroviamo un ambiente memorizzato come familiare, un mobile su cui fanno bella mostra di sé oggetti del quotidiano, fra cui una coppa di maiolica con la frutta, un fermacarte a forma di tartaruga, un orologio a muro arancione. È il soggiorno dove si festeggiava il compleanno della cugina. Tutto secondo le pose del momento del taglio della torta – che peraltro non si vede nello scatto, ma se ne intuisce la presenza poiché la tovaglia della festa ostende piatti coloratissimi. Il senso ovvio di questa fotografia naturalmente risiede nel desiderio di fermare il ricordo poco prima del soffio delle candeline. Tuttavia vi è un senso ottuso, esso giace altrove. Un nonsoché di malinconico del fotografico, di cui lo stesso fotografo che ha preso quell’istante e l’ha fissato per sempre, ne è all’oscuro. Il senso ottuso è precipuamente quella tensione tutta fotografica che si impone allo sguardo e ci invita a guardare e riguardare una stessa immagine per anni, un moto patetico, il ricordo, il passato. Per Roland Barthes il senso ottuso è ciò che sfugge alle intenzioni del fotografo, è lo sguardo di mio cugino che, giunto dopo non guarda l’obiettivo bensì ambisce al cioccolatino sulla tavola, è un pezzo della mano di mio padre che spunta da destra protesa verso la mia fronte sudata dai giochi.
Il punctum, come nella lettera rubata di E. A. Poe, è la dinamica tra il senso ovvio della fotografia e quel misterioso alone emanato da ciò che l’obiettivo ha colto senza che fosse previsto dall’ordine della posa in cui tutti i soggetti fotografati si trovano.
(Si suggerisce ai partecipanti di portare una vecchia fotografia a cui si sentono legati).
Claudia Attimonelli è docente di Cinema, fotografia e televisione all’Università Aldo Moro di Bari.
Curatrice di arte contemporanea per Gallerie e Istituzioni e autrice di saggi sui linguaggi, le pratiche e gli stili urbani; responsabile attività culturali, artistiche e transmediali della Mediateca Regionale Pugliese.
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