venerdì 23 marzo 2012

ANTONIO ZIMEI. Cromatismo nell'animo


Inaugurata sabato 17 marzo 2012, la retrospettiva “CROMATISMO NELL’ANIMO”, visitabile nella Sala d’Annunzio dell’Aurum di Pescara fino al 31 marzo 2012

ANTONIO ZIMEI. Cromatismo nell'animo

a cura di Sabrina Zimei

Il colore irrompe, sempre, per dominare sulle calde tele di Antonio Zimei. Si impossessa dei comparti, cadenza il suo incidere con ritmi decisi seppure misurati nella razionalità espressiva, tutta architettata su toni accesi. Colori che ubbidiscono ad un disegno mentale che non soffre ripensamenti e si manifesta pienamente. Sarebbe però riduttivo lasciarsi invaghire dall'evidente carica cromatica: c'è da parlare di una solida capacità di composizione generalmente segnata da coordinate geometriche; della relazione con i movimenti d'avanguardia, a cui si è accostato con una vena mai esaurita di rilettura / scomposizione / reinvenzione dell'arte altrui; dei cambiamenti, notevoli ed abbastanza frequenti, del suo procedimento pittorico che lo portano negli ultimi anni '95-'96, ad una maturità del tratto che lo induce ad avvalersi di linee morbide e di colori pastosi, caldi. Non preordina in sede concettuale (se non in grandi linee), il suo piano operativo, preferendo sviluppare la sua pittura attraverso un processo evolutivo automatico, per AntonioIl colore irrompe, sempre, per dominare sulle calde tele di Antonio Zimei.
Si impossessa dei comparti, cadenza il suo incidere con ritmi decisi seppure misurati nella razionalità espressiva, tutta architettata su toni accesi.
Colori che ubbidiscono ad un disegno mentale che non soffre ripensamenti e si manifesta pienamente.
Sarebbe però riduttivo lasciarsi invaghire dall’evidente carica cromatica: c’è da parlare di una solida capacità di composizione generalmente segnata da coordinate geometriche; della relazione con i movimenti d’avanguardia, a cui si è accostato con una vena mai esaurita di rilettura / scomposizione / reinvenzione dell’arte altrui; dei cambiamenti, notevoli ed abbastanza frequenti, del suo procedimento pittorico che lo portano negli ultimi anni ‘95-’96, ad una maturità del tratto che lo induce ad avvalersi di linee morbide e di colori pastosi, caldi.
Non preordina in sede concettuale (se non in grandi linee), il suo piano operativo, preferendo sviluppare la sua pittura attraverso un processo evolutivo automatico, per Antonio Zimei “l’arte è figlia dell’atto istintivo, dell’immediata trasposizione su tela dell’idea”.
Vuol significare che la sua elasticità intuitiva è sorprendente ma, allo stesso tempo, conseguente ad una preparazione di base articolata in molti anni di ricerche personali che lo porta ad esprimere una propria teoria sulle “Biomasse”.
Biomasse, termine che talvolta viene usato nel senso strettamente scientifico, assume nel lavoro dell’architetto una valenza etimologica meno intransigente.
Nel suo personale logos pittorico il termine biomasse assume una valenza artistica di ineccepibile coloritura: biomasse significa in Zimei, che affronta la tela vergine, la riproduzione di vite mai nate e mai distrutte. Un’ operazione che prevede in primis la decostruzione del soggetto/oggetto, la ricostruzione, come un puzzle, ed infine il rivestire di colori puri queste nuove figure, in modo da renderle portatrici di una nuova e più sincera essenza. La realtà ricreata e rigenerata da Zimei è, quindi, totalmente personalizzata, ispirata da una vena giocosa, divertita e, spesso sensuale.
“ In ogni tela di questo grande pittore, c’è una pienezza che non inganna. Le sue qualità dominanti sono la maturità e la forza. Il profano, di fronte a questa opera è subito colpito dall’equilibrio, la sicurezza, la confidenza. Niente è lasciato al caso. Tutto è fermo, forte … la sua pittura è l’emanazione della sua anima …”.1


1 E. Bove, Georges Braque, in “Formes”, Parigi, 1930, n. 3, marzo.

Fonte:

http://www.pinacotecazimei.it

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Amalia Di Lanno