sabato 23 aprile 2016

Peppino Campanella/A LIFE OF LIGHT



Didattica Aperta prosegue con un nuovo appuntamento, un talk con l’architetto/ designer Peppino Campanella. Attraverso una conversazione con gli studenti ripercorreremo le tappe che hanno portato un giovane ragazzo fresco di laurea ad essere uno dei più apprezzati designer pugliesi nel mondo.
Il nostro ospite descriverà la nascita dei suoi primi oggetti di luce, una combinazione tra arte, artigianato e design. Racconterà di come la sua passione per la manualità ed il suo amore per il territorio, hanno cambiato la direzione dei suoi studi e hanno innescato una ricerca unica per l’uso di materiali recuperati dall’ambiente.

Peppino Campanella: nato a Polignano a Mare, a vent’anni si trasferisce a Firenze dove nel 1988 si laurea in Architettura. Durante il suo corso di studi si appassiona alla fotografia e collabora per tre anni con Andreas Bossi, fotografo di moda fiorentino. Dopo la laurea, tornato nel suo paese natio in cui vive e lavora, alterna alla libera professione la passione per la fotografia, l’arte e il design. Il mare, il paesaggio rurale e le forme della natura in genere iniziano a caratterizzare il suo lavoro. Collezionista di pietre lavorate da contadini e marinai, acceso sostenitore del riutilizzo dei materiali, comincia a maturare in lui l’idea di “dare luce alla pietra”. Un amico poeta, Guido Lupori, gli chiede di realizzare una lampada e così inizia, quasi per gioco, grazie alla sua innata curiosità, ad assemblare pietre, vetri, conchiglie levigate dal mare e dalla terra. Partecipa ad alcune mostre. Le prime, di carattere più concettuale, lo spingono a sperimentare elementi e forme e, riutilizzando materiali poveri, inizia a giocare con i chiaroscuri, mentre gli oggetti cominciano ad illuminarsi. Le prime applicazioni di questa ricerca sono rivolte al Teatro. Realizza per le compagnie del “Teatro delle Vigne” di Genova, “Rosso Tiziano” di Napoli ed “Ariele” di Bari, alcune lampade di scena.
Come in una sfida abbandona la professione di Architetto, si trasferisce in un vecchio frantoio a picco sul mare e comincia a realizzare oggetti fatti di pietre, vetro, piombo e stagno.
Il vetro, che Peppino Campanella vede come “acqua solida”, diventa protagonista delle sue creazioni grazie alla sua capacità di diffondere effetti straordinariamente luminosi. Le sue opere si muovono tra un decorativismo di natura quasi araba e una ricerca tesa al minimalismo delle forme elementari. I suoi oggetti non hanno lo scopo di illuminare, ma di creare atmosfera, di evocare il mare, il cielo, l’aurora e il tramonto.
Sempre lontano da leggi di critica e mercato dell’arte, la sua fama è frutto della passione per il suo lavoro e di una tenace autopromozione. Le sue lampade sono visibili in tutto il mondo, illuminano spazi esclusivi e, sovente, appaiono in pellicole come: “Quello che le ragazze non dicono” di Carlo Vanzina, “Faccia di Picasso” di Massimo Ceccherini, “Sangue vivo” di Edoardo Winspeare, “Denti” di Gabriele Salvatores e “La Febbre” di Alessandro D’Alatri, suo amico.


L'evento è a cura della Cattedra di Decorazione e Tecniche dei materiali.
Coordinamento: prof. Giuseppe Teofilo
Coordinamento per Didattica Aperta: prof. Antonio Foti

L'evento è aperto anche a uditori esterni.

Lunedì 2 maggio 2016, ore 10:30
Accademia di Belle Arti di Foggia/ Aula magna
Corso Garibaldi 35 - 71100 Foggia
T. +39 0881 726301 - www.abafg.it - segreteria.direzione@abafg.it

Didattica Aperta è un marchio dell’Accademia di Belle Arti di Foggia, tutti i diritti riservati.


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