martedì 22 aprile 2025

Massimo Ruiu | il verso del piombo, il colore della cenere

la colomba della guerra cova una palla di cannone, 2024

La Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni inaugura sabato 10 maggio alle ore 19.00 la stagione espositiva duemilaventicinque della Project Room con la mostra personale dell’artista pugliese Massimo Ruiu, dal titolo il verso del piombo, il colore della cenere, a cura di Ilaria Caravaglio.

La mostra, nelle parole della curatrice, si configura come un percorso poetico ed immersivo che intreccia memoria, assenza e livelli di lettura stratificati. L’allestimento mette in dialogo due cicli distinti ma complementari: il ciclo del Piombo, composto da opere realizzate con pallini da caccia e materiali metallici, e il ciclo delle Ceneri, costituito da reliquiari in vetro smaltato contenenti ceneri di libri. Entrambe le serie di opere affrontano la tensione tra presenza e sparizione, materia e idea, in un continuo confronto tra violenza e memoria, sacralità e perdita.

Il verso del piombo, il colore della cenere rappresenta una tappa significativa nel percorso di Massimo Ruiu, che si conferma come una delle voci più intense e coerenti del panorama artistico contemporaneo italiano. La mostra è un atto poetico e politico insieme, una denuncia silenziosa e potente della violenza insita nei gesti quotidiani e della fragilità dei saperi, destinati a dissolversi come fumo o a precipitare come piombo.

L’inaugurazione, alla presenza dell’artista e della curatrice, si terrà sabato 10 maggio alle ore 19.00, la mostra sarà visitabile fino al 6 giugno 2025.

Massimo Ruiu
il verso del piombo, il colore della cenere
a cura di Ilaria Caravaglio

Inaugurazione 10 maggio ore 19,00

Dal 10 maggio al 6 giugno 2025

Orario visite: 
dal lunedì al sabato 10.30-14.30 e 16.30-18.30
domenica solo mattina 

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA 
Piazzetta Cattedrale (centro storico) 
72017 Ostuni (Br)
Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506
F: Orizzontiartecontemporanea

Communication Manager
Amalia Di Lanno 

venerdì 18 aprile 2025

INNESTI | Mireze Aerts, Pierluca Cetera e Massimo Ruiu

Mireze Aerts

Parte il 19 aprile il nuovo progetto INNESTI, a cura di Graziella Melania Geraci, che vede opere d’arte contemporanea in dialogo con elementi di design e modernariato all’interno degli spazi di Resìna, punto di riferimento per collezionisti e interiors al centro di Ceglie Messapica. Nelle sale del settecentesco palazzo Allegretti i quadri e le sculture di Mireze Aerts, Pierluca Cetera e Massimo Ruiu si innestano tra gli elementi di design presenti sviluppando nuove prospettive e inaspettati scenari. La location storica e i suoi interni dalle volte affrescate ospitano dal 2018 gli arredi vintage selezionati da Francesco Iervolino e dal suo staff, è in questi ambienti che INNESTI apre a nuovi modelli estetici seducendo attraverso l’astrazione cangiante del prodotto artistico. 

La pittura di Mireze Aerts vive sui silenzi intimi tra ampie campiture di colore che definiscono uno spazio senza tempo. In un universo immobile, senza profondità, in cui tutto appare in superficie, si stagliano figure prese dal diario della memoria, da attimi vissuti, scelti e sospesi, inseriti in ovattate atmosfere espressioniste. Le stesure con cui l’artista definisce la tela amplificano il percorso del viaggio interiore, mentre le riflessioni che si insinuano nelle stratificazioni emozionali reclamano attenzione e un investimento profondo e coerente con il proprio agire.

Le opere di Massimo Ruiu mettono in scena sottili capovolgimenti linguistici e visivi alla ricerca continua di equilibri su cui muovere linee e disegni classicheggianti. Sono questi i giochi del godimento colto con cui l’artista stimola divertito verso relazioni tra semplici oggetti e significanti. L’appropriazione di una dimensione criptica e al contempo ricca di soluzioni interpretative determina l’atto artistico in continua evoluzione, mai statico e sempre pronto a ruotare il proprio assetto secondo una precisa cifra stilistica. 

Per Pierluca Cetera il senso del tragico e del misterioso si fonde di un universo popolato da ritratti che occultano o espongono una nudità carnale, un senso fisico che si contrappone alla delicatezza del velluto e alla lucidità di sfondi unitari. È così che una varietà di corpi si mostra al giudizio attraverso un gesto dai rapporti spigolosi o dalle sensazioni edonistiche. Un inquieto fascino di immagini dall’autonomia strutturale dà sfoggio ad una matrice unica che mette in relazione diverse versioni di un’umanità universale. 

La mostra INNESTI sarà visitabile fino al 15 giugno 2025 dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 20.00. 

Resìna Vintage
Fondata nel 2018, Resìna Vintage è un progetto nato da un’autentica passione familiare per l’arte, la cultura e il design. L’attività è iniziata con il desiderio di preservare la bellezza e l’eredità di epoche passate, prendendo ispirazione dallo storico e vivace mercato dell’abbigliamento vintage di Resìna ad Ercolano, città che ha dato i natali alla famiglia di Francesco Iervolino fondatore e proprietario di Resìna Vintage. Dal 2018, collega appassionati di design con pezzi unici provenienti da tutto il mondo garantendo professionalità e qualità. Oggi Resìna è un punto di riferimento per collezionisti, interior designers e amanti del design, non si limita a offrire tesori del passato ma custodisce e preserva la storia, impegnandosi a dare nuova vita a oggetti spesso dimenticati. Grazie all’abilità degli artigiani, ogni pezzo viene sottoposto a un attento restauro, preservando la sua autenticità e il suo fascino, per integrarsi armoniosamente negli spazi contemporanei.

Mireze Aerts, Pierluca Cetera e Massimo Ruiu
INNESTI
A cura di Graziella Melania Geraci
Dal 19 aprile al 15 giugno 2025


Resina
Via Paolo Chirulli, 3 (Piazza Vecchia)
72013 Ceglie Messapica mob. +39 3497196458 www.resinavintage.comfrancesco@resinavintage.com
Instagram: resina.vintage.collection 

Graziella Melania Geraci 3475999666 grazie.geraci@gmail.com


giovedì 17 aprile 2025

EUFORIA | Tomaso Binga

Tomaso Binga, Grafici di storie d’amore, 1973. Courtesy Archivio Tomaso Binga, Roma


La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – museo Madre apre dal 18 aprile la mostra Euforia Tomaso Binga, a cura di Eva Fabbris con Daria Khan, exhibition design Rio Grande: è la sua più ampia retrospettiva museale e presenta i quaranta anni della sua pratica artistica attraverso più di centoventi opere tra installazioni, fotografie, collage, documenti, testimonianze di performance - molte delle quali mostrate per la prima volta o a decenni di distanza dalla loro prima esposizione - provenienti da musei e collezioni private.

Il titolo dell’esposizione Euforia è una parola particolarmente amata da Binga perché contiene tutte le vocali. “Foneticamente universale ed estroversa diventa un titolo-manifesto, un augurio, una necessità politica di resistenza” – spiega Eva Fabbris – e contraddistingue tanto il suo approccio alla pratica verbo-visuale quanto al femminismo. “Tomaso Binga è un pezzo di storia culturale italiana e non solo reputo urgente raccontare, documentare, analizzare e mostrare, proprio nel momento in cui le nuove generazioni ripensano temi di genere e definizioni identitarie e linguistiche, e le reinventano con una libertà complessa ed eccitante.”

Afferma Angela Tecce, Presidente della Fondazione Donnaregina: “Con l’ampia mostra retrospettiva al museo Madre e con il libro – sostenuto dalla Direzione Generale Creatività̀ Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council (2023) con il supporto dell’Associazione Amici del Madre – la Fondazione Donnaregina conferma il proprio impegno nella creazione di un archivio dell’arte contemporanea in Campania, un’attività̀ svolta con il costante supporto della Regione. (…) Il lavoro di Binga sfida le convenzioni sociali e culturali esplorando temi legati al genere e alla critica del linguaggio. (…) Esempi emblematici del suo contributo sono gli alfabeti in cui il corpo dell’artista assume le forme delle lettere, una sintesi tra linguaggio verbale e visivo.”

Tomaso Binga, nome d’arte di Bianca Pucciarelli Menna (nata a Salerno nel 1931, vive e lavora a Roma), artista che dal 1971 ha scelto di entrare nel mondo dell’arte con uno pseudonimo maschile per evidenziare i privilegi dell’uomo anche nel campo culturale: “Il mio nome maschile – dice Binga – gioca sull’ironia e lo spiazzamento; vuole mettere allo scoperto il privilegio maschile che impera nel campo dell’arte, è una contestazione per via di paradosso di una sovrastruttura che abbiamo ereditato e che, come donne, vogliamo distruggere. In arte, sesso, età, nazionalità non dovrebbero essere delle discriminanti. L’Artista non è un uomo o una donna ma una PERSONA”.

Nella sua pratica quarantennale ha parlato del corpo femminile come di un significante di libertà attraverso la sua originale poesia visiva e le sue performance, giocando con le parole per affermare un femminismo gioioso caratterizzato da dissacrazione, umorismo, denuncia.

Dopo importanti sperimentazioni di scrittura desemantizzata (segni illeggibili scritti a mano che disintegrano e azzerano il linguaggio), dal 1975 il progetto della Scrittura Vivente si declina in una serie di opere in cui il suo corpo fotografato prende la forma delle lettere dell’alfabeto. Nuda e priva di qualsiasi connotazione sociale, l’artista si fa segno linguistico, diventa il “corpo della parola” assumendo in sé la responsabilità dei suoi messaggi. Binga stessa diventa alfabeto disponendosi come strumento linguistico con cui stimolare nuovi processi di apprendimento e comprensione. Scritti con questo alfabeto, le lettere, i pronomi e le parole si reinventano e si interrogano per indagare il corpo e le gerarchie grammaticali e simboliche a cui esso è sottoposto.

L’esposizione, aperta sino al 21 luglio, costituisce il risultato di due anni di ricerche realizzate in stretta collaborazione con l’artista e il suo archivio e si snoda con un percorso tematico nelle diciotto sale del terzo piano del museo con un allestimento sperimentale dal tracciato circolare ideato dal collettivo multidisciplinare Rio Grande in dialogo con Tomaso Binga. Questo display è concepito secondo criteri di affinità tanto grafici e visivi quanto contenutistici di continuità, duttilità e gioco. Per il museo Madre realizzare questa prima ampia retrospettiva su Tomaso Binga significa ribadire l’attualità di temi e metodi con cui questa artista da decenni mette in discussione urgenze identitarie e sociali attraverso la reinvenzione linguistica.

L’artista si occupa di scrittura verbo-visiva ed è tra i protagonisti della poesia fonetico-sonora- performativa italiana: partecipa alla celebre mostra “Materializzazione del Linguaggio” alla Biennale Arte del 1978 invitata da Mirella Bentivoglio. Docente di Teoria e Metodo dei Mass Media presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, è stata una attiva organizzatrice culturale e ha diretto dal 1974 l’associazione culturale “Lavatoio Contumaciale” di Roma e dal 1992 è prima vicepresidente e poi presidente della Fondazione “Filiberto Menna” di Salerno. Ha partecipato a mostre e festival presso istituzioni italiane e internazionali: Museo di Castelvecchio, Verona; 38., 49. e 59. Biennale Arte a Venezia; XIV Biennale di São Paulo do Brasil; XI Quadriennale di Roma; Fondazione Prada, Milano; Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; Museion, Bolzano; Mimosa House, Londra; Centre d’Art Contemporain Genève, Ginevra.

Il libro che accompagna la mostra, edito da Lenz Press in italiano e inglese, è a cura di Eva Fabbris, Lilou Vidal e Stefania Zuliani. È articolato in tre parti: la prima presenta saggi e un’intervista all’artista; la seconda una serie di brevi testi critici che analizzano opere singole o piccoli corpus di lavori delle principali aree di interesse dell’artista; la terza è dedicata alla poesia visiva.

Ad accompagnare la mostra Euforia Tomaso Binga ci saranno anche i laboratori creativi per bambini concepiti dal Dipartimento Educativo del museo Madre a conferma del crescente impegno dell'istituzione nei confronti della mission pedagogica. Un calendario di appuntamenti gratuiti, compresi nel biglietto di ingresso del museo, che proseguirà parallelamente alla mostra, a cui si potrà partecipare prenotando ogni appuntamento sul sito eventbrite.it

Sabato 19 aprile (dalle ore 12.00 alle ore 13.00) nell’ambito degli eventi del programma MADRE KIDS verrà proposto ai bambini il laboratorio creativo “Io sono, io sono, io sono”, abbinato a una visita alla mostra Euforia Tomaso Binga. I piccoli visitatori della mostra potranno inventare un proprio alter-ego, attraverso schede e disegni a mano libera. Osserveranno, inoltre, gli iconici alfabeti di Tomaso Binga e potranno divertirsi nel formare le lettere dell’alfabeto con il proprio corpo. Infine, verranno introdotti alla lingua dei segni italiana (LIS) per imparare a comunicare qualche parola usando la LIS.

Sabato 26 aprile (dalle ore 12 alle ore 14) nell’ambito del MADRE FAMILY, il museo Madre offre a tutte le famiglie che vorranno recarsi al museo con i loro piccoli il laboratorio creativo “Ritratti e autoritratti”, che prende spunto dai “Ritratti analogici” di Tomaso Binga, per riflettere insieme ai più piccoli su come sia possibile ritrarre una persona (un amico, un parente) attraverso l’assemblaggio di più elementi che ne evidenzino i tratti distintivi. I partecipanti, con l’utilizzo di pennarelli e collage, saranno invitati a realizzare un proprio autoritratto in cui avranno la possibilità di rappresentarsi nel modo in cui si sentono più a loro agio.

Il museo Madre offrirà anche ai più grandi la possibilità di partecipare domenica 20 e domenica 27 aprile a delle visite guidate gratuite alla mostra Euforia Tomaso Bingacomprese nel biglietto di ingresso del museo, prenotabili su eventbrite.it


Informazioni

Museo Madre 
via Luigi Settembrini 79
80139 Napoli

Periodo:
18 aprile – 21 luglio 2025

Orari:
Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato ore 10.00 – 19.30
Domenica ore 10.00 – 20.00
Martedì Chiusura settimanale

Contatti:
T 081 19528498

Ufficio Stampa
Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee - Museo Madre 
Alessandra Santerini | alessandrasanterini@gmail.com | 335 685 3767
Enrica Sbordone | esbordone@gmail.com | 339 273 9070

giovedì 10 aprile 2025

PALOSCIA La pittura negli occhi

 


PALOSCIA 

La pittura negli occhi

Dal 12 al 30 Aprile 2025

Centro d'arte Michelangiolo di Trani

Galleria d'arte via Giovanni Bovio 186, Trani, 76125 (BT)

Michele Paloscia è pittore della luce, maestro innamorato della natura, che osserva con uno  sguardo attento alle emozioni più che alla pura resa realistica.

Questa mostra offre un’immersione totale nei paesaggi, nei cieli e nei mari: un viaggio sensoriale in quel legame profondo tra terra e cielo da cui l’essere umano non può sottrarsi. In questo contesto, il colore non è soltanto strumento descrittivo, ma si fa veicolo di emozioni, linguaggio dell’anima.

La serie dedicata al mare e al cielo racconta una fusione cromatica intensamente emotiva, che non rinuncia mai a una solida struttura compositiva. La visione di Paloscia è semplice e armoniosa, spesso essenziale, ma sempre rigorosa.

Questa rara capacità di sintesi, sostenuta da una profonda padronanza tecnica, porta l’artista a rappresentare non la natura, ma la sua verità più intima, colta attraverso l’osservazione diretta della realtà e un’instancabile ricerca della luce e della sua vibrazione nei colori.

È proprio attraverso queste scelte che Paloscia riesce a evocare la trascendenza, la sacralità del rapporto tra l’uomo e la natura, e al contempo la fragilità dell’esistenza umana. I suoi paesaggi diventano allora paesaggi dell’anima, luoghi sospesi dove l’uomo si perde — e si ritrova — nel tempo stesso.

Antonio Ladogana 

 

Inaugurazione: 12 aprile  ore 18,30
La mostra si terrà dal 12 al 26 Aprile  in forma totalmente gratuita.

Di seguito i nostri contatti:
tel: +39 340 154 1925
c.d.artemichelangiolo@gmail.com
https://galleriamichelangiolo.it/
https://www.facebook.com/CentrodArteMichelangiolo


martedì 8 aprile 2025

“EXTRACELESTE” Il Monumento al Robot tra Tecnologia, Scienza, Arte, Designer

 


Milano Design Week – FuoriSalone25 - Interni "Cre-Action"

Cortile d’Onore Università degli Studi di Milano - 7-17 aprile 2025

orari 10/24 tutti i giorni

 

INAUGURA

 

“EXTRACELESTE”

Il Monumento al Robot tra Tecnologia, Scienza, Arte, Designer

Un progetto di 

MARCO NEREO ROTELLI

con

RICCARDO VALENTINI, scienziato Nature 4.0

  

Con il Patrocinio di "Fondazione A.P.G. Amadeo Peter Giannini Impresa Sociale ETS”. La fondazione supporta interventi di sostenibilità ambientale, di valorizzazione del patrimonio culturale, l’istruzione e la ricerca scientifica.

 

Nell’ambito della imminente manifestazione Milano Design Week al FuoriSalone25 Interni "Cre-Action" spiccherà l’imponente installazione “EXTRACELESTE” che segnerà un momento iconico per l’arte, il design, la tecnologia, la scienza. Dal 7 al 17 aprile 2025 il Cortile d’Onore dell’Università degli Studi di Milano (Via Festa del Perdono, 7 – Milano) ospiterà quest’opera inedita alta quasi 4 mt che, che inaugura grazie alla fusione di più discipline che affascinerà il visitatore grazie alle connessioni emotive di dialogo “virtuale-spirituale” affiancate all’ A.I. In un mondo sempre più connesso e interdipendente, si fa portavoce di un messaggio universale: la tecnologia è il progresso ma anche veicolo di arte e bellezza.

EXTRACELESTE, definito “monumento al robot”, è un progetto ideato dall’artista, architetto e maestro della luce Marco Nereo Rotelli, con la collaborazione dello scienziato e Premio Nobel per la Pace Riccardo Valentini (Nature 4.0). L’opera nasce dalla sinergia tra arte e scienza, incarnando il desiderio di celebrare l’intelligenza artificiale e il suo ruolo emergente nel nostro tempo.

L’iniziativa è prodotta da Ever in Art® e Elital Space and Defence, due aziende che integrano innovazione e sostenibilità nel panorama industriale e culturale. Si avvale del collaborazione di Valerio Coppola (fisico Nature 4.0), Luca Andrea Marazzini (kreativo digitale), Gala Rotelli (designer), e Antonio Alfano (visual designer), con il coordinamento dell’architetto Elena Lombardi a cura di Maurizio Gregorini. L’iniziativa gode del patrocinio della Fondazione A.P.G. Amadeo Peter Giannini Impresa Sociale ETS, che promuove progetti di sostenibilità ambientale, valorizzazione del patrimonio culturale e innovazione scientifica.

Extraceleste è il riconoscimento di un nuovo mondo, un mondo dove l’artificiale è nel naturale come un cuore pensante. Un’opera spaziale, concettuale e pop, un robot-Angelus, che annuncia agli umani la necessità dell’amore. Scriveva il poeta Alexander Pope che gli uomini saranno “angeli meccanici”. Questo progetto ci porta nel futuro: rappresenta una figura ipnotizzante, una figura attiva, un femminile che è forza, energia e mutamento.

 

Costruita nell’azienda Elital impiegando il sistema di movimentazione e inseguimento di satelliti di un’antenna utilizzata proprio per connessioni spaziali. Lo Spazio è un ambito di ricerca e scientifica e industriale ed è un luogo dove astronauti americani, europei, arabi, cinesi e russi collaborano a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Aziende e agenzie spaziali sono popolate da personale proveniente da ogni dove. Il campo spaziale è stato il primo al mondo a superare le barriere culturali date da differenze somatiche e religiose. Le prime missioni spaziali furono compiute grazie ai calcoli di una matematica afroamericana Katherine Johnson che tutti ricordano per il libro e film “Il diritto di contare”. Richiama il messaggio interplanetario inviato dalla sonda Voyager, in cui il presidente Jimmy Carter auspicava una “civiltà galattica” fondata sulla pace e sull’unità tra i popoli. Il monumento al robot è tributo un tutto questo.

 

L’opera sarà in contatto con i visitatori che vorranno attivare il sistema di arterie luminose che la intarsia. Toccando l’Extraceleste con la propria mano,  la statua rileverà  il battito cardiaco della persona regolando l’intensità delle arterie luminose che avvolgono la struttura.

 

Si tratta di un sistema di sensori brevettati da Nature 4.0, la newco dello scienziato e Premio Nobel per la Pace il prof Riccardo Valentini. 

Ed è attraverso questo contatto tra due mondi, grazie alla tecnologia, che emerge il tema cruciale del progetto per il FuoriSalone25: la creazione di nuove connessioni, componendo linguaggi differenti. Creare, in greco antico κραίνω (kraino), significa fare, compiere, realizzare, l’impensabile.

 

Al centro di quello che per gli umani è il petto vi sarà un cuore con un video dedicato alle stelle realizzato da Antonio Alfano, giovane visual designer. Quest’elemento simbolico richiama la dimensione cosmica del progetto e rafforza il dialogo tra arte, scienza e spiritualità.

 

Il design incontra la parola. Oltre all’elemento visivo e interattivo, EXTRACELESTE si distingue per un affascinante connubio tra tecnologia e poesia. Attraverso un iPad o un QR code, i visitatori potranno ricevere poesie generate dall’intelligenza artificiale grazie alla collaborazione del creativo digitale Luca Andrea Marazzini.

Come un “poeta spaziale”, il robot terrà inoltre tra le mani dei delicati “fiori poetici” in vetro, ideati dalla designer Gala Rotelli. Questi fiori simbolici, realizzati in materiale fragile e prezioso, rappresentano un omaggio poetico alla fragilità umana e al valore della creatività.

Un’esperienza che invita a riflettere sulle potenzialità della tecnologia e sull’importanza di esaltare il contatto umano in ogni innovazione futura.

 

Nell’ambito della manifestazione ven 11/04 ci sarà anche un convegno sulle stesse tematiche aperto al pubblico (vedi allegato) alle ore 17 poiché nasce il Progetto «ICT, AI & Robotics” dove interverranno personalità di spicco del mondo della sostenibilità, delle nuove tecnologie.

 

 

Prodotto da

ELITAL e EVER IN ART®

(www.everinart.com), società benefit che si occupa di integrare le tematiche ESG nelle strategie aziendali e che sostiene l’Arte quale eco potente per valorizzare le azioni virtuose promosse da imprese, istituzioni pubbliche, associazioni e privati, con la quale il maestro Rotelli collabora da anni creando progetti artistici vocati all’innovazione ed alla sostenibilità, e ELITAL Space and Defence (www.elital.com), azienda che si occupa di design e fabbricazione di sistemi e satelliti per le piccole missioni Spaziale.

 

 

PROFILI:

Marco Nereo Rotelli è un artista di fama internazionale nato a Venezia, dove si è laureato in architettura per poi formarsi seguendo all’Accademia di Belle Arti, seguendo i corsi di Emilio Vedova. A metà degli anni ‘80 si è trasferito a Milano, iniziando una ricerca sulla luce e sulla dimensione poetica che lo ha portato ad esporre nelle capitali del mondo. Il suo lavoro da sempre mira ad un’opera totale, con performance immersive, dove le sue installazioni luminose coinvolgono artigiani, filosofi, musicisti, poeti, fotografi, registi, ma principalmente il suo rapporto è con la poesia che, con il tempo, è divenuta un riferimento costante per il suo lavoro. Nel 2000 ha fondato il gruppo Art Project, oggi diretto da Elena Lombardi e composto da giovani artisti ed architetti, con il quale realizza numerosi interventi e progetti di installazione urbana. Questo suo impegno gli è valso la partecipazione a nove edizioni della Biennale di Venezia, oltre a numerose mostre personali e collettive. È stato invitato dalla Northwestern University (Chicago) come artist-in residence (inverno 2013, è stato 22 volte sull’Isola di Pasqua per opere scultore e pittoriche. E poi in Giappone, Cina, USA. Spagna, Francia…). Le sue opere, presenti in musei internazionali e collezioni private, hanno sempre di più assunto una dimensione etica rivolta a una riflessione sui temi ambientali e sociali. Di lui hanno scritto alcuni tra i più importanti critici d’arte.

Riccardo Valentini | Laureato all'Università di Roma "La Sapienza" in Fisica con specializzazione in Biofisica. Dopo un periodo di ricerca svolto presso l’Università di Stanford e il Joint Research Center della Commissione Europea ad Ispra, diventa professore ordinario dell’Università della Tuscia, dove oggi insegna il corso di Biologia ed Ecologia Forestale e Digital Technologies for Climate Smart Forestry per la laurea magistrale internazionale. È stato uno dei pionieri della ricerca sul ruolo delle foreste nell’assorbimento della anidride carbonica svolgendo spedizioni scientifiche in diversi ecosistemi del Pianeta dalle foreste boreali in Canada e Siberia a quelle tropicali dell’Amazzonia e del bacino del Congo passando per Europa, Australia, Cina, e Giappone. È stato membro del comitato scientifico del Global Carbon Project e Presidente del programma delle Nazioni Unite GTOS (Global Terrestrial Observation System). È stato autore principale e coordinatore del terzo e quinto rapporto dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) sugli impatti climatici e l'adattamento ed autore del rapporto speciale IPCC “Land and Climate”.  I recenti riconoscimenti includono: Premio internazionale Norbert Gerbier-Mumm 2004 Zayed International Prize for the Environment, Laurea Honoris Causa Facultè Universitaire des Sciences Agronomiques de Gembloux, Belgio, Premio Nobel per la Pace 2007 come membro del consiglio dell'IPCC, Premio Thomson Reuters che riconosce l'1% degli scienziati più citati al mondo, Premio Ernst Heckel della Federazione delle Società Ecologiche Europee, Laurea Honoris Causa Russian State Agricultural University - Timiryazev Academy, Mosca, Russia. Vincitore National Geographic Explorer Award. Presidente della Società Italiana delle Scienze del Clima 2021-22. Membro della European Academy of Sciences e Medaglia della Accademia delle Scienze dei “XL” per la Fisica e le Scienze Naturali. Il Prof. Valentini ha pubblicato 261 articoli su riviste internazionali peer-review, con 36142 citazioni e un H index di 75. Ha creato e brevettato un nuovo sensore per il monitoraggio della salute degli alberi (TreeTalker) che è usato ora in più di 4000 alberi in diverse località del mondo (Italia, Spagna, Russia, Canada, Germania, Francia, Svizzera, Regno Unito, Corea del Sud, Cina).

 

Ever in Art è una società benefit nata con l’obiettivo di utilizzare l’arte come mezzo concreto per nobilitare e valorizzare le azioni virtuose promosse da privati, aziende e associazioni, con un forte impatto sociale o di salvaguardia ambientale, sensibilizzando il pubblico sul rispetto dei principi etici e civili. Le aziende sono sempre più impegnate socialmente. Ever in Art riunisce professionisti ed esperti di sostenibilità, marketing e comunicazione per rivoluzionare la fruizione e il ruolo dell’Arte grazie a nuovi strumenti di marketing concepiti per potenziare la comunicazione ed incrementare la brand reputation.

Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma 

 

Bi-personale di Clara Garesio e Giuseppe Pirozzi GARESIO PIROZZI Rendez-vous

 



COMUNICATO STAMPA

Alla galleria Spazio Arte Petrecca di Isernia

la bi-personale di Clara Garesio e Giuseppe Pirozzi

GARESIO PIROZZI Rendez-vous

12 aprile - 31 maggio 2025

La bi-personale di Clara Garesio e Giuseppe Pirozzi dal titolo Rendez-vous, a cura di Carmen D’Antonino e Francesca Pirozzi, in programma a Isernia, alla galleria Spazio Arte Petreccadiretta artisticamente da Gennaro Petrecca, dal 12 aprile al 31 maggio 2025, propone al pubblico un duplice itinerario attraverso l’ampia e variegata produzione espressa dai due maestri nel lunghissimo percorso della loro attività artistica. Come scrive Francesca Pirozzi: «il progetto della mostra prende spunto da un dato storico: l’incontro, nel 1958, all’Istituto Statale d’Arte G. Manuppella di Isernia, dei due giovani docenti artisti e, di lì a poco, l’inizio del loro progetto di vita insieme a partire da un’affinità umana, intellettuale e artistica, alimentata dai vivaci rapporti di amicizia e collaborazione creativa all’interno dell’Istituto, diretto in questi anni da Giorgio Saturni. A partire da questo momento i due artisti avviano un cammino personale condiviso al quale intrecciano i rispettivi percorsi artistici in una condizione di autonomia ma anche di complicità, contaminazione, compartecipazione. Entrambe queste traiettorie, quella familiare-sentimentale e quella artistica, perdurano oggi e la circostanza di una loro mostra bi-personale a Isernia rappresenta un’occasione per ripercorrere a grandi linee l’evoluzione pluridecennale dei loro linguaggi e allo stesso tempo per risvegliare l’attenzione su un contesto interessante eppure poco indagato dalla storia dell’arte contemporanea nel nostro Paese, quello determinatosi in seguito al convergere a Isernia nel secondo dopoguerra di una serie di giovani e promettenti artisti, provenienti da più parti d’Italia, accomunati dall’entusiasmo per la ricerca e dalla comune volontà di confronto reciproco».

La mostra, che s’inaugura sabato 12 aprile 2025, alle ore 18.00, ha il Patrocinio del Comune di Isernia. Al vernissage interverranno gli artisti, le curatrici e il direttore artistico dello Spazio Petrecca.

Clara Garesio espone una summa della propria ricerca artistica che, a partire dalla consapevolezza del patrimonio culturale e tecnico della grande tradizione ceramica italiana, l’ha condotta negli anni a sperimentare, con inesaurito slancio creativo, sempre nuove possibilità espressive dell’arte del fuoco. Il repertorio delle sue opere spazia dalla metà del secolo scorso ad oggi, includendo, accanto a varie tipologie ceramiche, disegni ed edicole che ospitano assemblaggi creativi di objet trouvéGiuseppe Pirozzi presenta un corpus di sculture di media e piccola dimensione, a tutto tondo e ad

altorilievo, in terracotta ingobbiata e in bronzo fuso a cera persa, e una piccola selezione di gioielliscultura in argento e di disegni: tutti pezzi unici risalenti a diversi periodi del suo lungo percorso artistico. Per lo scultore la pratica del fare arte rappresenta una sorta di traduzione dell’esperienza emotiva del vissuto in linguaggio espressivo e uno strumento di comunicazione con l’altro. Come scrive Carmen D’Antonino: «Giuseppe Pirozzi e Clara Garesio hanno segnato in modo significativo l’evoluzione della scultura e della ceramica del Novecento, ampliando i confini della tradizione e portando queste forme d’arte a un livello di riflessione e sperimentazione che continua a influenzare gli artisti contemporanei. Con la loro opera, entrambi sono riusciti a dare nuova vita a materiali considerati tradizionali, dimostrando come la scultura e la ceramica possano essere linguaggi vitali e in continua evoluzione nel panorama dell’arte contemporanea.

La loro esposizione ad Isernia rappresenta una sorta di ritorno alle origini. Un tema, quest’ultimo, significativo nel percorso artistico dei due maestri, che in diverse fasi delle loro carriere hanno scelto di tornare a radici più profonde, riconnettendosi alla tradizione e alla terra.

Isernia, città storicamente legata alla cultura preromana e con una tradizione artigianale radicata, è stata per entrambi una fonte di ispirazione non solo per la ricerca formale, ma anche per un dialogo profondo con la memoria e con la storia. Questo legame con le origini si manifesta sovente nelle loro opere, che, nel ricorso a forme archetipiche che rimandano a significati esistenziali profondi, riflettono una dimensione primordiale e ancestrale, creando un ponte tra il passato e il presente».

Note biografiche

Clara Garesio nasce a Torino nel 1938 e qui frequenta la Civica Scuola d’Arte Ceramica. Prosegue

gli studi a Faenza, diplomandosi presso l’Istituto d’Arte per la Ceramica G. Ballardini. Da allora è

docente di discipline artistiche nella scuola pubblica e poi per la Società Umanitaria, mentre conduce

una personale e continua ricerca nel campo ceramico, pur praticando anche altri mezzi espressivi,

tra cui disegno, pittura e assemblage.

Dal 2021 è membro dell’IAC (International Academy of Ceramics). Tra gli altri riconoscimenti, nel

1956 vince il 1° Premio Faenza (sez. studenti), nel 2005 il 1° Premio Terra di Piemonte (sez. Arte

Ceramica), nel 2006 il Premio alla Carriera Viaggio attraverso la Ceramica, nel 2017 la Menzione

d’Onore al Concorso della Ceramica di Gualdo Tadino e la copertina del n. 296 della rivista La

Ceramica Moderna & Antica, nel 2019 la Cittadinanza Onoraria per meriti artistici del Comune di

Atrani, nel 2020 e 2022 è artista omaggiata alla biennale di scultura ceramica Keramikos.

Espone le sue opere in rassegne e mostre personali e realizza interventi per spazi pubblici e

collezioni museali in Italia e all’estero, tra l’altro: Palazzo dell’ONU di Ginevra, sede SEAE dell’UE a

Bruxelles, MIC di Faenza, MIAAO di Torino, Museo della Ceramica di Vietri sul Mare, Museu da

Marioneta di Lisbona e Museo M. Cargaleiro di Castelo Branco (Portogallo), Museo Duca di Martina

di Napoli, Museo della Ceramica di Castellamonte, Museo della Ceramica di Deruta, Museo d’Arte

Ceramica di Ascoli Piceno, Museo delle Arti Applicate di Villa de’ Ruggiero di Nocera Inferiore,

Museo della Ceramica di Grottaglie, Raccolta Internazionale d’Arte Ceramica Contemporanea di

Castelli, Museo Città Creativa di Ogliara Salerno, Museo della Ceramica di Cerreto Sannita, Comune

di Atrani, Museo Campano di Capua.

Di lei scrivono, tra gli altri, E. Alamaro, F. Bertoni, E. Biffi Gentili, M. Cargaleiro, G. Cefariello Grosso,

A. Cilento, L. Fiorucci, L. Hockemeyer, A. Morone, Muky, A. Pansera, F. Pirozzi, V. Sgarbi.

Giuseppe Pirozzi nasce nel 1934 a Casalnuovo di Napoli. Nel 1954, con la frequenza del corso di

Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli ha inizio la sua attività artistico-espositiva con opere

di scultura e grafica. Dal 1964 al 2001 è docente della stessa Accademia. Dal 2000 è Accademico

Scultore dell’Accademia Nazionale di San Luca.

Partecipa a numerosissime mostre, ottenendo prestigiosi premi e riconoscimenti della critica, tra le

altre: Premio Spoleto, Quadriennale d’Arte di Roma, 10 Nuovi Scultori Italiani a Lissone, Mostra

Internazionale di Scultura di Carrara, 6 Scultori Napoletani alla Due Mondi di Roma, Concorso

Internazionale del Bronzetto di Padova, Scultura del Mezzogiorno a Napoli, Alternative Attuali a

L’Aquila, Mostra Internazionale di Scultura a Legnano, Biennale del Fiorino di Firenze, Biennale

Nazionale d’Arte di Verona, Naples and its region a Boston, Naples Contemporaine a Salon de

Provence, Apologie del Logos a Firenze, Biennale Internaz. del Bronzetto Dantesco a Ravenna,

Napoli 50-59 a Ferrara, Made in borgo a Tokio e New York, Biennale di Venezia, Keramikos 2018,

2020 e 2022 a Viterbo, Napoli e Sutri, E la mia patria è dove l’erba trema, GNAM, Roma. Dal 1964

tiene moltissime personali, tra cui: Sala del Fiorino a Firenze, Galleria 2000 a Bologna, Il Girasole a

Roma, Galleria R.G. a Curaçao, Le Ore a Milano, Art Line a Los Angeles, Lo Spazio a Brescia, Ist.

Italiano di Cultura a Bruxelles, La Bussola a Torino, Agorà a Marsiglia, Spazio Linati a Milano,

FineArtStudio a Bruxelles, Castel Nuovo a Napoli, Villa Rufolo a Ravello, MANN a Napoli, Galleria

del Carbone a Ferrara, Castel Sant’Elmo-Museo Novecento a Napoli, Museo Campano a Capua,

Museo di Capodimonte a Napoli.

Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero e, quale vincitore di concorsi

nazionali realizza numerose opere per spazi pubblici. Di lui hanno scritto tra gli altri: G. Appella, E.

Crispolti, L. Caramel, L. Carluccio, R. Causa, V. Corbi, G. Di Genova, F. Menna, V. Sgarbi, L.

Vergine.

SCHEDA INFO

Titolo mostra Garesio Pirozzi Rendez-vous

Luogo Spazio Arte Petrecca

Corso Marcelli 177, Isernia

Apertura al pubblico 12 aprile - 31 maggio 2025

Inaugurazione sabato 12 aprile, ore 18.00

Orari apertura martedì, giovedì e venerdì, ore 17.00-20.00

altri orari su appuntamento

A cura di Carmen D’Antonino, Francesca Pirozzi

Info mostra +39 345 5068036 info@artepetrecca.com

 


lunedì 31 marzo 2025

Anna Boghiguian - The Four Faces of A Man

Anna Boghiguian, The Four Faces of A Man, 2025. Courtesy l’artista, Galleria Franco Noero e Fondazione Henraux. Foto Nicola Gnesi
Anna Boghiguian, The Four Faces of A Man, 2025. Courtesy the artist, Galleria Franco Noero and Fondazione Henraux. Photo Nicola Gnesi

In occasione della Milano Art Week 2025, la Fondazione Henraux, in collaborazione con GAM – Galleria d’Arte Moderna, presenta The Four Faces of A Man [I quattro volti di un uomo], mostra dell’artista canadese ed egiziana di origine armena Anna Boghiguian (1946, Il Cairo). Il progetto espositivo, a cura di Edoardo Bonaspetti, sviluppa nelle sale del museo un dialogo tra le opere della collezione permanente e le produzioni recenti dell’artista tra cui una serie di sculture inedite in marmo, materiale con cui si è confrontata per la prima volta dopo il conferimento del premio Henraux Sculpture Commission a miart 2024. 

Boghiguian utilizza numerosi linguaggi espressivi, dal disegno alla pittura, dalla scrittura all’installazione, per affrontare temi legati alla storia, alla politica, al colonialismo e alla condizione umana, con una pratica stratificata che intreccia narrazione e critica sociale. L’artista riflette sulle interazioni tra fenomeni passati e presenti, mostrando come le medesime dinamiche di speranze, ambizioni e conflitti si riattivino costantemente attraverso la storia. Le sue produzioni diventano così percorsi espressivi interconnessi, aperti a ogni possibile rielaborazione, secondo una visione dell’esistenza e del tempo come continua metamorfosi. Per Boghiguian, è un destino inevitabile: tutto si muove incessantemente, un ciclo senza tregua, dove ogni fine si dissolve in un nuovo inizio. In questo scenario, le opere tardo-settecentesche e ottocentesche della collezione neoclassica della GAM, testimonianze di un preciso ordine simbolico del mondo e intrise di riferimenti all’arte antica greco-romana, dialogano con le creazioni contemporanee dell’artista. La stratificazione di riferimenti, l’intreccio di narrazioni e di temporalità la spingono anche a reinterpretare i soggetti delle sue opere, nei materiali e nelle forme, come a rilevare l’instabilità dell’essere. Le quattro sculture in marmo, quattro possibili volti di un uomo, sono variazioni di altrettante teste in argilla e queste a loro volta riprendono alcune opere precedenti raffiguranti persone in cammino, in corsa e una sfinge. La creatura mitologica – che in antico egiziano significa “immagine vivente” – torna anche in una serie di tre sculture in bronzo che sembrano custodire o sorvegliare le sale del museo, forse a proteggerci da una realtà oggi irrequieta e minacciosa. Nel flusso incessante e ripetitivo del tempo, segnato da contraddizioni e meccanismi di potere, la coscienza, la sensibilità e la poesia dell’artista connettono culture e luoghi lontani. Alla base vi è una profonda libertà e una sincera empatia verso l’essere umano e una concezione della vita come un viaggio senza sosta, fatto di cambiamenti e ostacoli. L’arte, dichiara Boghiguian, ci viene incontro come una fonte vitale di energia, un processo di guarigione per l’anima e una forza per alleviare i danni e i dolori dell’esistenza. 

MILANO ART W EEK Dal 1903 la Galleria d’Arte Moderna conserva le collezioni d’arte moderna del Comune di Milano, un patrimonio artistico di circa 3.500 opere, ospitate dal 1921 nella splendida sede della Villa Reale, nel cuore della città. 

Progettata tra il 1790 e il 1796 da Leopoldo Pollack (allievo di Giuseppe Piermarini) per il Conte Ludovico Barbiano di Belgiojoso, la Villa Reale divenne in seguito residenza del Vicerè Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone, che ne fece completare il sontuoso apparato decorativo: è fra gli esempi più alti di architettura neoclassica milanese e comprende anche un magnifico parco romantico all’inglese. 

Antonio Canova, Andrea Appiani, Francesco Hayez, Tranquillo Cremona, Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Boldini, Medardo Rosso, Gaetano Previati sono solo alcuni tra i nomi dei grandi artisti presenti nella collezione, protagonisti indiscussi della storia dell’arte milanese e italiana. Capolavori del XIX e del XX secolo che hanno arricchito il patrimonio artistico della Galleria grazie anche al collezionismo privato e alle donazioni di alcune importanti famiglie, tra cui i Grassi e i Vismara, includendo fra gli altri i lavori di artisti come Vincent Van Gogh, Paul Cézanne, Pablo Picasso, Amedeo Modigliani. 

Negli anni ’50 all’architetto Ignazio Gardella venne affidato l’allestimento della Collezione Grassi: il progetto rispecchia appieno l’idea – oggi acquisita ma all’epoca all’avanguardia – di museo inteso come organismo vivo e in costante trasformazione. Recentemente restaurato, l’allestimento di Gardella si configura come uno dei rari esempi di soluzione museografica capace di far convivere il rigore razionalista con il rispetto per le preesistenze, grazie a una gamma di soluzioni all’epoca inedite e innovative capaci di coniugare le necessità espressive dell’architetto, le esigenze della collezione e lo spazio espositivo. 

Oggi la Galleria d’Arte Moderna presenta un’attività espositiva che si apre al dialogo con l’arte applicata, ai linguaggi della contemporaneità e agli approfondimenti tematici di artisti presenti in collezione permanente. 

INFORMAZIONI GENERALI

ANNA BOGHIGUIAN
The Four Faces of A Man
2 aprile – 1 giugno 2025 
Inaugurazione 1 aprile, h. 19:30

Sede Via Palestro 16 - 20121 Milano 
Orari Martedì - domenica, 10.00 - 17.30 
Lunedì chiuso 
Ultimo accesso un’ora prima della chiusura 

Contatti 
GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano T. 02 884 45943 
c.gam@comune.milano.it www.gam-milano.com 

Ufficio stampa Comune di Milano 
comunicazione.ufficiostampa@comune.milano.it 

Ufficio stampa mostra:
Fondazione Henraux | info@fondazionehenraux.it | 0584 761217 

pubblica: 

SEI. ANTOLOGIA DEL SUFFICIENTE

Mattia Cleri Polidori, “Le Città Invisibili #30”, 2024, Silicone, pigmenti, magneti, cm 90x100, ph. Luigi Ieluzzo



Il 10 aprile, alle ore 18, in via Placido Zurla, 23, inaugura l’open studio SEI. ANTOLOGIA DEL SUFFICIENTE dell’Artist Run Space romano Rione Placido, con i lavori dei sei artisti fondatori Eleonora Bona, Alice Colacione, Tiziano Conte, Denise Montresor, Mattia Cleri Polidori e Paolo Vitale, e con la curatela e il testo critico di Laura Catini.

Rione Placido nasce nel 2022, nel quartiere del Pigneto, precipalmente negli spazi di un ex deposito dolciario, rinnovati dalla volontà dei suoi fondatori, il cui incontro e legame si sono manifestati durante il percorso di formazione accademica, in rispondenza alle loro dettagliate esigenze artistiche miranti a una ricerca estetica che, seppur singolare, fosse in grado di promuovere la contaminazione di idee e motore di sperimentazione continuativa e condivisibile. Il nome dell’Artist Run Space, infatti, indaga il legame con la storia di Roma, anzitutto nell’accezione di “rione”, scavando in quella suddivisione amministrativa della città che, durante i secoli, ha impresso l’identità caratterizzante dei quartieri romani, della loro vita comunitaria, con le conseguenti cultura e tradizione. Il rione assume così la significazione di punto di ritrovo e di scambio esperienziale, in cui esplorare quei prolungamenti di complessità che i lavori emanano nella realtà immediatamente circostante, effettuando un trasporto che erra dalla memoria alla stratificazione, attraverso procedimenti come l’attrazione dell’inconscio collettivo e individuale. 

L’Artist Run Space dichiara: “… La contaminazione è vitale nella pratica estetica, la purezza invece è stagnante, conduce al suprematismo […]. È premura degli artisti di Rione Placido estendere questa pratica al di fuori delle proprie mura, al fine di resistere a tali pericolose ricorsività. Il Rione vuole diventare un crogiolo ipogeo da cui si sviluppi un rizoma di relazioni che raggiunga tutti gli operatori sulle molteplici frontiere della ricerca estetica contemporanea, per contribuire a formare un insieme che sia più della somma delle parti”. Risulta tempestivo, in tal senso, denominare l’open studio con il termine “ANTOLOGIA” che, nella sua espressione derivante dal greco “raccolta o scelta di fiori” rievoca la volontà di voler creare un insieme che sia raccolta della diversità delle parti. Non sfugge, inoltre, il contenuto di primo capitolo di una serie di esposizioni che scandiscono il tempo presente da quello futuro e dal futuro dell’arte stessa.

Come afferma la curatrice nel testo: “L’antologia del sufficiente è, dunque, florilegio dei SEI. Ad affiancare il termine “ANTOLOGIA” è la specificazione del sufficiente che si dirama nelle sue fondamenta fino a recuperare il pensiero schopenhaueriano di “Ragion sufficiente” (esplicitato nel trattato di laurea del filosofo tedesco Über die vierfache Wurzel des Satzes vom zureichenden Grunde, conseguita all’Università si Jena, nel 1813), come modo, in cui l’intelletto comprende il mondo, attraverso una radice quadrupla che immette, in sé, la casualità, lo spazio e il tempo, l’esistenza astratta e la motivazione”.

Tuttavia, il termine che apre il sipario dello spazio ricopre altri tre valori. In primis quello storico, poi il racconto dei diversi membri e anime del collettivo e, non in ultimo, la ricerca costante e incentrata su più livelli. L’etimo della ricerca, quello di ragion sufficiente, in tutte le sue forme, è il solo principio, il solo portatore di ogni e qualunque necessità. Tra le quattro forme di principio di ragione, vi è una quadruplice necessità. Sicuramente la quarta, la necessità morale, è da esaminare in quanto virtù, con cui ogni persona o animale, dopo che il motivo si è presentato, “deve” compiere l’azione che sola è conforme al suo carattere innato e immutabile. 

L’esporsi del fare artistico non riflette solo la cultura di una società ma acquisisce lo snodo esistenziale di espressione della natura più intrinseca dell’artista e del suo diritto di esistenza.

L’Open studio seguirà visite su appuntamento ogni giovedì dalle ore 16.00 alle ore 19.00 
da giovedì 10 aprile fino a domenica 18 maggio.


SEI. ANTOLOGIA DEL SUFFICIENTE

RIONE PLACIDO

ELEONORA BONA, ALICE COLACIONE, TIZIANO CONTE, DENISE MONTRESOR, MATTIA CLERI POLIDORI, PAOLO VITALE

OPEN STUDIO A CURA E CON TESTO CRITICO DI LAURA CATINI


Rione Placido
Via Placido Zurla 23 - Roma
Tel: +39 338 3786482

pubblica: