giovedì 14 agosto 2025

Diario di bordo Scoppa. Frammenti di un patrimonio perduto, il libro di Anna de Fazio Siciliano


Il Parco Regionale Naturale delle Serre è lieto di annunciare la recente pubblicazione del volume di Anna de Fazio Siciliano, Diario di bordo Scoppa. Frammenti di un patrimonio perduto, pubblicato per Gangemi Editore International, nella collana Beni Culturali.

Coerentemente con le finalità perseguite dal Parco, il volume propone un viaggio attraverso la storia, l’arte, la ricerca d’identità e il senso dei luoghi del territorio partendo da Palazzo Scoppa a Sant’Andrea Apostolo dello Ionio - di cui, attraverso un’indagine accurata, il libro restituisce il valore architettonico e culturale, tracciandone le origini come grangia certosina e il successivo passaggio alla famiglia Scoppa - e dal suo legame con la Certosa di Serra San Bruno fino ad arrivare al Castello della Baronessa Enrichetta Scoppa ricadente nel territorio tra Brognaturo e Cardinale, all’interno del Parco stesso.

È Alfonso Grillo, Commissario Straordinario del Parco, a sottolinearne la scelta perché in linea con i valori stessi del Parco: “In qualità di Commissario del Parco delle Serre ho voluto fortemente sostenere la pubblicazione del libro di Anna de Fazio Siciliano poiché tra le sue pagine evidenzia e interseca molti dei nostri valori fondativi di tutela, promozione, valorizzazione della biodiversità territoriale e della ricchezza culturale e storica delle nostre aree di competenza”. 

Ed è proprio la Baronessa Enrichetta Scoppa, complessa figura di mecenate e benefattrice, ad essere al centro del libro, la cui storia viene approfondita con rigore, sfatando le leggende che l’hanno circondata e offrendo una nuova lettura del suo operato.

Il libro valorizza il contesto paesaggistico e artistico, portando alla luce anche elementi inediti sulla mobilia, le opere d’arte e le decorazioni del palazzo.

Con uno stile coinvolgente e appassionante che fonde ricerca storica e narrazione personale, Diario di bordo Scoppa, arricchito da un cospicuo repertorio fotografico realizzato da Serafina Figliuzzi e impreziosito dalle parole di Salvatore Settis in quarta di copertina, non è solo una testimonianza del passato e un’indagine sulle ragioni storiche della mancata valorizzazione del patrimonio calabrese, ma un contributo significativo alla conoscenza dello stesso. Un’opera che riaccende l’attenzione su un capitolo di storia nascosta ancora tutto da scoprire, come sottolinea l’Autrice: “Siamo una terra invisibile, sotterranea, siamo la terra della bellezza nascosta tra le crepe”.