lunedì 31 gennaio 2022

A Roma nasce FOROF, archeologia, arte contemporanea e sperimentazione artistica


Un luogo rigenerativo e di rinascita, di aggregazione e scambio, in cui il confronto tra arte contemporanea, archeologia e sperimentazione dà origine a progetti ed esperienze immersive con la regia di artisti internazionali. È FOROF, nuova realtà culturale promossa da Giovanna Caruso Fendi, che il 2 febbraio 2022 ha aperto al pubblico le sue porte negli storici spazi di Palazzo Roccagiovine, a Foro Traiano 1 a Roma.

Prima realtà in città a proporre in modo permanente il binomio arte contemporanea/archeologia come parte strutturale della sua identità e mission, FOROF presenta l’archeologia come stimolo per la produzione culturale contemporanea, in un luogo unico, parte dell’area archeologica più importante di Roma, che consente l’accesso agli straordinari resti archeologici dell’abside della Basilica Ulpia.

Negli spazi che furono la prima sede della Fondazione Alda Fendi - Esperimenti, FOROF rinnova e attualizza gli stessi concetti di valorizzazione e promozione culturale, a partire dall’intervento di ripristino degli spazi realizzato dallo studio IT’S al piano strada, offrendo nuovi servizi e dando vita a un nuovo modello di imprenditoria culturale, sensibile e sostenibile.

Roma ha sempre attirato artisti, scrittori, intellettuali da tutto il mondo, esercitando su di loro un fascino misterioso. Ancora oggi la produzione artistica contemporanea in città è costantemente sottoposta al confronto con la storia e l’antico – sottolinea la fondatrice di FOROF, Giovanna Caruso Fendi. Oggi FOROF non soltanto offre agli artisti la possibilità di misurarsi con un patrimonio straordinario, ma vuole essere anche un modo responsabile e trasparente di restituire alla comunità, attraverso la lettura contemporanea, l’esperienza di un luogo unico al mondo. Questo è il motivo principale per cui FOROF non è fondazione ma Società Benefit che ha nel proprio oggetto sociale quello di avere un impatto positivo sulla società”.

La programmazione culturale di FOROF prevede due produzioni all’anno della durata di circa cinque mesi ciascuna, affiancate da attività didattiche dedicate ai progetti ospitati e al patrimonio archeologico custodito dai suoi spazi. Artisti italiani e internazionali – individuati per la loro capacità di relazionarsi con lo spazio e il contesto culturale in cui operano – vengono chiamati a ideare una mostra o un’installazione ambientale in dialogo con lo spazio archeologico ipogeo, che verrà attivata attraverso un programma di eventi a cadenza mensile: nello spazio polifunzionale che affaccia sulla strada, di fronte ai Fori, ogni episodio vedrà accadere performance, reading, talk, interventi musicali a carattere relazionale e partecipativo, in cui il pubblico non sarà solo spettatore ma anche protagonista.

Ispirato alle atmosfere dei caffè culturali delle Avanguardie del Novecento – dal Cabaret Voltaire di Hugo Ball e Emmy Hennings, al Bal TicTac ideato da Giacomo Balla, fino all’Art Club fondato a Roma dopo il secondo conflitto mondiale – FOROF invita gli artisti a confrontarsi con lo spazio per immaginarne un racconto contemporaneo che sia per il visitatore un’esperienza unica e immersiva.

Dal 2 febbraio al 15 luglio 2022 FOROF presenta la sua prima produzione: LOVOTIC, installazione video musicale dei Soundwalk Collective, gruppo che coniuga antropologia, etnografia, narrativa non-lineare, geografia in relazione ai luoghi in cui realizza i propri interventi. L’installazione, realizzata in collaborazione con Charlotte Gainsbourg, i musicisti Lyra Pramuk e AtomTM, il teorico queer Paul B. Preciado e Willem Dafoe – che hanno contribuito a testi, suono e voci – è curata da Ruggero Pietromarchi e Nicola Giuliani di Threes Productions.

Con LOVOTIC il collettivo esplora la possibilità che tra uomo e robot possano instaurarsi rapporti emotivi, sessuali, anche d’amore. Partendo dall’intrattenimento ibrido cui già oggi abbiamo accesso, i Soundwalk Collective si interrogano su impulsi, idee e bisogni, avventurandosi in un futuro che ha l’aspetto di un caleidoscopio in piena espansione e in cui sesso, intimità e desiderio vengono riformulati.

L’installazione diventerà scenario di una serie di EPISODI: appuntamenti multisensoriali e multidisciplinari in cui il pubblico verrà coinvolto in performance immersive di musica e parole con gli artisti che hanno collaborato al progetto LOVOTIC. Il primo episodio, martedì 22 febbraio, sarà con Paul B. Preciado. Seguiranno mensilmente gli altri artisti coinvolti nel progetto, tra cui ci sarà l’attrice e cantante Charlotte Gainsbourg.

Gli episodi sono accompagnati da una selezione enogastronomica a cura di Roscioli, in dialogo con gli artisti.

Le rovine archeologiche dell’area ipogea di FOROF vengono attivate dall’intervento degli artisti, in una lettura che restituisce alla storia e al patrimonio artistico la sua assoluta contemporaneità, e agli artisti – cui viene affidata la realizzazione del programma culturale – restituisce quel ruolo di attivatore culturale, curatore e direttore creativo che nasce dalla consapevolezza della loro evoluzione all’interno della società contemporanea.

FOROF
FOROF è una realtà unica a Roma che combina archeologia e arte contemporanea, storia e sperimentazione, che offre una proposta culturale innovativa e servizi diversificati, basandosi su un modello inedito di imprenditoria culturale, capace di creare un impatto sociale positivo e duraturo. Roma ha attratto per secoli scrittori, artisti e intellettuali da tutto il mondo e può tornare anche oggi a ospitare progetti d’arte che riscoprano il fascino antico nel nostro presente, in un inevitabile confronto con la storia della città e con il suo patrimonio. Il programma culturale che è alla base dell'intero progetto e della sua identità si basa sull’idea di rendere FOROF un crocevia tra cultura, arte e storia. FOROF occupa gli spazi dello storico Palazzo Roccagiovine, nelle immediate adiacenze della Colonna Traiana, e, grazie a una convenzione con la Soprintendenza Archeologica di Roma, conserva e valorizza negli ambienti ipogei i marmi colorati della pavimentazione della Basilica Ulpia e i resti dell'abside orientale, che diventano stimolo e veicolo per una promozione e produzione artistica contemporanea. Passato e presente si confrontano a partire da una lente d'ingrandimento che scorre nel pavimento lungo tutto il perimetro dello spazio, manipolando lo sguardo del visitatore, stabilendo un rapporto privilegiato con la Colonna Traiana e consentendo un'interazione tra i due livelli di FOROF. La proposta culturale include un programma di mostre con artisti affermati a livello nazionale e internazionale. Due volte all’anno gli interventi e allestimenti site-specific commissionati da FOROF, in dialogo con il sito archeologico della Basilica Ulpia, verranno attivati da un programma di performance e attività live dal carattere multidisciplinare curate in collaborazione con gli artisti stessi e pensate per un pubblico alla ricerca di nuove esperienze di qualità. Al centro di ogni progetto il dialogo tra la storia, l'archeologia e l'arte contemporanea, a partire dalla visione degli artisti: nello spirito dei Caffè culturali di inizio Novecento, performance, danza, recitazione, musica e momenti di discussione favoriranno lo scambio multidisciplinare tra diverse forme di espressione visiva e i linguaggi artistici più aggiornati e sperimentali. FOROF organizza inoltre delle visite guidate allo spazio, che comprendono la mostra al piano strada e la mostra site-specific in dialogo con il sito archeologico. Maggiori informazioni su www.forof.it FOROF è una società benefit che attraverso il programma culturale, il modello di business, la custodia e valorizzazione del sito archeologico intende perseguire finalità di beneficio sociale, operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone e comunità attive nel settore dei beni e delle attività culturali. La mission di FOROF sarà sostenuta e supportata culturalmente da un comitato scientifico di cui sono già parte Maria Alicata e Bartolomeo Pietromarchi, cui si aggiungeranno esperti autorevoli in campo nazionale ed internazionale.

Giovanna Caruso Fendi 
Giovanna Caruso Fendi nasce a Roma nella primavera del 1967 sotto il segno del toro.
Sua madre Alda, la più giovane delle cinque sorelle Fendi, le trasmette sin dall’infanzia la passione per l’arte contemporanea, anche se inizialmente lei predilige studi classici e un percorso universitario in Giurisprudenza. Dopo l’Esame di Stato da Procuratore Legale lavora negli uffici legali di Fendi e ricopre il ruolo di Consigliere Amministrativo per le società Fendi e Fendissime. A 34 anni comincia a dedicarsi al mondo della cultura e dell’arte contemporanea diventando Consigliere di Amministrazione per la Fondazione Alda Fendi - Esperimenti, voluta insieme alla madre. In quegli anni si impegna a curare i rapporti con gli artisti e a promuovere lo sviluppo culturale a Roma, che lei definisce “un villaggio, una polis ma anche un’urbe, ricca di storia e senza tempo”. Dopo aver ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio di Amministrazione per l’azienda musicale 20° Esaurimento Nervoso - con cui nel 2005 accompagna Francesco Renga a vincere il Festival di Sanremo - nel 2011 registra il marchio GCF - Oggetti d’Affetto con cui produce in serie limitata, millesimata e marchiata, alcuni oggetti scelti per arredare le case della sua famiglia. Dal 2017 diventa Consigliere di Amministrazione di Calliope, società nata per incoraggiare e diffondere l’attività culturale e artistica della Fondazione Alda Fendi - Esperimenti. Madre orgogliosa di tre figli, oggi Giovanna Caruso Fendi continua a vivere e ad amare Roma, anche come Amministratore Unico e Socio Fondatore di una Società Benefit promotrice di FOROF - polo culturale che mette in dialogo archeologia e arte contemporanea in modo del tutto inedito, sostenibile e innovativo: un’impresa che vuole avere un impatto positivo sulla società. Per Giovanna Caruso Fendi, tutelare e promuovere il patrimonio artistico e culturale della sua città non è solo un dovere civico, ma nasce da un senso di responsabilità rivelato dal suo desiderio di diffondere, a livello nazionale e internazionale, il potere dell’arte come veicolo di messaggi che aprono la mente.

Il sito archeologico
Il sito archeologico, accessibile e visitabile dagli spazi di FOROF, costituisce uno dei rinvenimenti più rilevanti degli ultimi anni nell’area del Foro di Traiano, conservando la più vasta area pavimentale marmorea di tutto il complesso traianeo. Le operazioni di scavo e di recupero sono state condotte a partire dal 2001 e realizzate dalla Fondazione Alda Fendi - Esperimenti. Grazie a questi scavi, nella zona corrispondente al troncone centrale e verso l’abside orientale della Basilica Ulpia, sotto l’attuale Piazza Foro Traiano e il palazzo Roccagiovine, si è potuto accertare la sistemazione definitiva delle lastre di marmo della pavimentazione della Basilica e i diversi tipi di marmo impiegati (giallo antico, pavonazzetto, verde africano). Un rinvenimento importante e per certi versi inaspettato, considerato l'eccellente grado di conservazione della pavimentazione. Il Foro di Traiano, l’ultimo e il più monumentale dei Fori Imperiali, è certamente uno dei complessi più rilevanti dell’antica Roma. Fu costruito su progetto dell’architetto Apollodoro di Damasco tra il 107 e il 112 d.C. per celebrare le vittorie dell’imperatore Traiano sui Daci. La sua grandiosità si deve, oltre che al pregio estetico e alle sue dimensioni, anche alla soluzione adottata per realizzarlo, in quanto, essendo ormai satura di monumenti la zona limitrofa, si arrivò al taglio della sella che univa il Campidoglio con il Quirinale, operazione degna delle più moderne soluzioni ingegneristiche. La Basilica Ulpia, parte del Foro Traiano, si apriva sulla sua piazza con tre ingressi e con una facciata coronata da un attico decorato con fregio. L'interno era diviso longitudinalmente in cinque navate e svolgeva funzioni commerciali e giudiziarie. Sui lati minori si aprivano due grandi absidi, in una delle quali erano state trasferite le funzioni che in precedenza si svolgevano nell’Atrium Libertatis, sede dell’archivio dei magistrati Censori ed edificio dove si eseguiva la cerimonia di manomissione, con cui gli schiavi ottenevano la libertà e la cittadinanza, con gli annessi diritti civili e politici. Nella fase tarda del periodo romano abbiamo una serie di informazioni che indicano la continuità di vita di questo monumento: diciannove leggi del Codex Theodosianus furono promulgate in questo Foro tra il 319 e il 451 d.C. All’interno del Foro di Traiano, ai summi viri, venivano tributati onori con l’erezione di statue, come dimostrano le numerose basi, come quella rinvenuta proprio nella Basilica Ulpia sotto Palazzo Roccagiovine e datata tra il 440 e il 447 d.C. Questa base reca incisa parte di un’iscrizione in cui l’imperatore Valentiniano III dà disposizione al praefectus urbi di collocare una statua di bronzo dorato in quel celebre luogo, per onorare un personaggio vivente di cui non è rimasto il nome. Per via della sua maestosità il complesso traianeo rimase in vita molto più a lungo rispetto agli altri grandi complessi imperiali e venne distrutto dal terremoto dell’anno 801, le cui tracce sono visibili all’interno degli scavi accessibili da FOROF. La tessitura della pavimentazione della Basilica Ulpia e l’alternanza dei tipi di marmo, ricostruiti grazie ai lavori svolti, hanno permesso di comprendere come la zona dell’esedra doveva avere infatti una tessitura di lastre rettangolari che delimitavano una serie di quadrati con inseriti alternativamente cerchi e quadrati minori, esattamente come doveva avvenire nel troncone centrale della Basilica. La zona del colonnato presentava un’alternanza regolare di lastre rettangolari di giallo antico e pavonazzetto posizionate asimmetricamente fra di loro. Ai lati delle colonne invece era posta una fascia di marmo verde africano. Le basi di colonna erano inserite nel tracciato geometrico del pavimento. Infine, è stato portato in luce, perfettamente conservato, uno dei quattro grossi tondi che dovevano essere posti ai vertici delle due navate più esterne. I lavori di scavo, restauro e valorizzazione dell’abside orientale della Basilica Ulpia, sono stati interamente finanziati dalla Fondazione Alda Fendi – Esperimenti, con la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologica di Roma in quegli anni diretta da Adriano La Regina. È il primo degli Esperimenti della Fondazione, nata nel 2001 per promuovere il dialogo e le interferenze tra tutte le arti e tra antico e contemporaneo, con interventi di mecenatismo donati alla città di Roma.




Scheda tecnica visite guidate
La visita guidata presso FOROF comprende la mostra site-specific e l'allestimento al piano strada, con un approfondimento sulle opere esposte e il concept curatoriale, grazie alla mediazione di accompagnatori preparati e competenti.
Indirizzo: Foro Traiano 1, Roma
Orari e giorni di apertura: dal mercoledì alla domenica, dalle ore 11.00 alle ore 18.00, con l’ultimo ingresso ore 17.00.
Le visite dureranno 60 minuti, in lingua italiano o inglese.
È sempre consigliata la prenotazione online.
Durante la settimana della cultura, FOROF è visitabile gratuitamente.
Biglietteria
Intero: 10,00 €
Ridotto: 5,00 €
- I cittadini dell’Unione Europea dai 14 ai 18 anni, con esibizione di un documento di identità all'ingresso.
- I cittadini dell’Unione Europea dai 65 anni di età in poi, con esibizione di un documento di identità all'ingresso.
- Gli studenti di Arte e Architettura, con esibizione all'ingresso del tesserino universitario per l’anno accademico in corso.
- I docenti di Arte e Architettura, con esibizione all'ingresso di tessera o badge di riconoscimento.

Gratuito
- I bambini al di sotto dei 14 anni, con verifica anagrafica al momento dell'ingresso.
- I portatori di handicap e a un loro familiare o ad altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza sociosanitaria.
- Dipendenti MiBAC, che saranno tenuti a mostrare un tesserino o altro documento di verifica all'ingresso.
- Le guide turistiche dell’Unione europea nell’esercizio della propria attività professionale, mediante esibizione all'ingresso di valida licenza rilasciata dalla competente autorità.
- Gli interpreti turistici dell’Unione europea quando occorra la loro opera a fianco della guida, mediante esibizione all'ingresso di valida licenza rilasciata dalla competente autorità.
- I giornalisti mediante l'esibizione all'ingresso di idoneo documento comprovante l’attività professionale svolta.
Le scuole, gli istituti di ricerca, le accademie possono prenotare scrivendo a info@forof.it.
Gli studiosi, ricercatori, archeologici e funzionari della Soprintendenza possono prenotare scrivendo a info@forof.it.

LOVOTIC
di Soundwalk Collective con Charlotte Gainsbourg
feat. Lyra Pramuk, AtomTM, Paul B. Preciado e Willem Dafoe
A cura di Threes Productions

La tecnologia ha plasmato quasi ogni aspetto della vita umana, istituendo di volta in volta una nuova grammatica nel modo in cui viviamo, agiamo, pensiamo, ci relazioniamo e forse anche nel modo in cui amiamo. In accordo con l'interpretazione dell'uomo come "animale costruttore di strumenti" di Benjamin Franklin, la tecnologia ha sempre rappresentato un dispositivo per l'evoluzione umana: a partire dall’espansione del nostro cervello come risultato della fabbricazione e dell'uso di certi strumenti che richiedevano ingegno e destrezza, fino all'invenzione di internet. L'intera storia dell'uomo potrebbe essere tracciata attraverso lo sviluppo di strumenti, dall'aratro allo smartphone; ogni singola invenzione ha definito il modo in cui ci relazioniamo attivamente, rivelando anche le strutture mentali che emergono da tali relazioni. Da questo punto di vista, è possibile comprendere quanto immaginato da Donna Haraway rispetto al “modello del Cyborg” come tecnologia del cambiamento, per andare oltre alle tradizionali concezioni di genere e politica. LOVOTIC esplora l’intersezionalità tra l’uomo e la macchina, focalizzandosi a partire dal fulcro della vita umana, ovvero la sessualità, dando quindi vita ad uno spazio dedicato ad un’ermeneutica dell'amore nell'era post-umana.

La mostra è stata appositamente sviluppata da Soundwalk Collective per FOROF, il nuovo spazio dedicato ad archeologia e arte contemporanea, con l'obiettivo di reinterpretare il patrimonio culturale attraverso le pratiche sperimentali di oggi. In questo senso LOVOTIC può essere visto come un’installazione sperimentale che crea una tensione poetica tra mythos e logos, ovvero tra ciò che è irrazionale o inconcepibile (Amore) e ciò che è razionale e può essere espresso (i discorsi sull’amore).

In dialogo con lo spazio archeologico, la mostra presenta una serie di tracce contenenti discorsi d'amore, frammenti di una civiltà, che trasportano il visitatore fuori dallo spazio-tempo. Rosso è il colore delle stelle appena formatesi ed è il colore che permea lo spazio, conferendogli una qualità senza tempo.

I wall types di Paul B. Preciado evocano un'idea di post-sessualità e la mostra continua con questa stessa sensazione anche con il video esposto, espressione della trascendenza del concetto di maschile e femminile, nel proiettare una forma di fluidità che è anche possibile ritrovare nei disegni e nella scultura esposti. Centrale nell’esposizione è l'installazione sonora multicanale dove la voce guida di Charlotte Gainsbourg interferisce con quella di Paul B. Preciado, Willem Dafoe, Lyra Pramuk e AtomTM. Quest'ultimo ha anche in parte contribuito alla produzione audio, interamente concepita e sviluppata da Soundwalk Collective. Il risultato è un discorso non lineare a più voci che ricorda il capolavoro di Roland Barthes Frammenti di un discorso amoroso, probabilmente una delle più grandi esplorazioni filosofiche sul monologo interiore degli amanti. Come se un hard disk, contenente la summa del sapere umano sulla sessualità, con tutte le informazioni ricampionate da un algoritmo, fosse stato inviato nello spazio nel tentativo di rilevare la grammatica dell'Eros.

La domanda che si cela dietro queste speculazioni potrebbe dunque essere: qual è la definizione di Amore? Esiste un suo minimo comune denominatore? Qual è il gioco dell'Amore; la logica del desiderio? La risposta potrebbe essere trovata da un algoritmo, o forse, come per il mito, all'interno della nostra stessa esperienza. La scommessa con l’Ignoto, come un salto nelle profondità sconosciute dell’oceano, potrebbe essere considerato come un atto erotico?

Come afferma Byung-Chul Han, l'esperienza erotica può esistere solo come esperienza dell'Alterità. L'Amore è qualcosa di liminale, è l'esperienza del Limite, emerge dall'impossibilità di comprendere l'Altro nella sua totalità. Secondo Han, l’Amore è un'esperienza di trascendenza dell’ego. L'opacità dell'Altro, la distanza tra noi, è essenziale per la tensione erotica. L'Altro e la sua impermeabilità ontologica, l'impossibilità di possederlo, sono necessari a Eros, il quale, per inciso, è il figlio di Penia (Mancanza). In questo senso, amare una macchina sembra essere un paradosso, poiché un robot è l'antitesi di un essere umano - o per meglio dire - la sua morte. Amare un robot sarebbe impossibile perché non ci sarebbe un’Alterità. Da un altro punto di vista, è possibile immaginare che sarà l'intelligenza artificiale stessa a rivelare all'umanità la natura arcana dell'Amore. Forse, un tempo, questo era l'essenziale aspetto erotico dell'esperienza religiosa, in quanto l'idea di Dio come Altro, come Limite o Trascendenza ha permesso alla religione di sancire una distanza, una tensione erotica, tra il terrestre e il divino. Forse la religione, o l'Amore per Dio, una volta mise ordine tra quei frammenti di parole, ricerche, passioni, teorie e arti che si ispiravano o ispiravano a loro volta quella sensazione, stato d'animo, quel fuoco che viene chiamato Amore.

In conclusione, LOVOTIC potrebbe essere uno stargate verso una nuova interpretazione dell’Amore.

LOVOTIC-X Episodio 1 | 22.02.22
La mostra sarà attivata nel corso della sua durata, da una serie di appuntamenti – Episodi – parte di un programma a cura di Soundwalk Collective. Talk, performance e happening che vedranno protagonisti gli artisti che hanno collaborato alla realizzazione del concept, della composizione musicale e dell'installazione audiovisiva. Ispirati dalla natura collaborativa di Soundwalk Collective, gli Episodi esplorano, provocano e ispirano conversazioni sul rapporto tra uomo e intelligenza artificiale, nel contesto della sessualità, identità e genere, presenti e futuri. Il primo Episodio è previsto il 22.02.2022 e consisterà in una lettura e conversazione con Paul B. Preciado - scrittore, filosofo, curatore e una delle voci principali nello studio delle politiche di genere e sessuali. Gli argomenti esplorati prenderanno spunto da un testo di Preciado, presente anche in mostra, dedicato all'idea di una civiltà futura che guarda alla precedente società umana nel tentativo di catalogare, decodificare e archiviare le sue scoperte sulla sessualità.

“Essendo probabilmente prodotti in un periodo di mutazione, questi documenti tecno-archeologici sembrano esplorare una serie di pratiche critiche attraverso le quali gli animali umani hanno cercato di prendere le distanze dalla schiavitù imposta dagli imperativi della riproduzione sessuale, dal binarismo di genere e dalla dominazione razziale attraverso la sperimentazione sociale, semiotica e protesica.”

Sponsor tecnico
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Si ringraziano
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ZAI Urban Winery Roscioli

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