martedì 1 febbraio 2022

Materia Celeste: Antonio Paradiso, Michele Zaza, Ivano Troisi e Reverie

La galleria Alessandro Albanese presenta, giovedì 3 Febbraio, la mostra collettiva Materia Celeste, che mette in dialogo il lavoro dei maestri Antonio Paradiso (Santeramo in Colle, BA, 1936) e Michele Zaza (Molfetta, BA 1948) insieme al lavoro di due giovani artisti contemporanei, Ivano Troisi (Salerno, 1984) e Reverie (Vinci, FI, 1994). Con un universo costruito sui medium della scultura, installazione, pittura e fotografia, Materia Celeste narra una storia che abbraccia i grandi temi legati all’esistenza tra sfera materiale terrena e naturale, insieme alle sue trasformazioni, e quella trascendentale con riflessioni verticali sul tempo e la memoria.

L’interesse per il tempo, la mimesi della natura, dell’identità e la sua rigenerazione sono elementi cruciali nel lavoro di Zaza. L’artista utilizza il medium fotografico non a scopo narrativo, ma si concentra sui suoi principali parametri come la ripetizione, la riproducibilità e lo studio della luce. Le opere Viaggio Celeste (1980) e Segreto magico (2013) presentano performance, corpi, ritratti e dipinti di paesaggi interiori immersi nel blu cosmico, proprio come se la complessità dell’introspezione dei suoi soggetti sia in grado di estendersi anche sulla parete circostante, dipinta della stessa tonalità eterea. Anche le opere di Reverie riflettono sul tempo, che da prima viene cristallizzato nell’opera dalla serie delle Clessidre senza tempo, che ricordano la forma dello strumento ma ne negano la funzione; e in seguito esso diventa questione collettiva in Archetipo del sé (2020), scultura di una vite, opera che tenta di unificare e sedimentare, osservazioni e immagini dei partecipanti alla performance eseguita per alcuni giorni dall’artista a Roma alla Fondazione VOLUME!. Sogno di seta (2020) ha invece carattere autobiografico e intimo, legato al rapporto con il sogno - rêve-, e consiste in una trascrizione assidua dell’artista della propria attività onirica per superare il limite o l’impossibilità del suo ricordo, in una calligrafia fuggevole che conserva tutto il carattere performativo dell’opera.

La materia è protagonista del lavoro di Paradiso nelle sculture del Volo (2020;2021). Le pesanti lastre di corten, si svuotano, perdono la gravità e si tramutano in un inno alla leggerezza, portando il simbolo assoluto di libertà e vita delle sagome di uccelli in volo. La bellezza delle forme naturali, il senso dello spazio e delle distanze viene rappresentata anche all’interno del lavoro pittorico e, ancora una volta, la natura torna essere matrice generativa. L’anima spirituale del volo, viene contrapposta a un’archeologia tutta da ricercare nello scalpore della vita e la riproduzione, come nel collage fotografico Seme di Pinco (1978) dell’installazione presentata alla Biennale di Venezia, che ci riporta ai valori immanenti e terreni. Troisi trae la stessa immanenza dalla natura di Paradiso, la sua scultura evidenzia un aspetto organico importante, svelando e celando l’essenza della natura.Impressione (2021) è un calco della corteccia di un albero, quasi per conservarne la memoria oltre il tempo. Nel Vento (2021) è una scultura dorata di una foglia che, protagonista dei movimenti d’aria nello spazio, è ciò che resta quando un albero si spoglia e diventa simbolo delle trasformazioni e i cicli a cui la natura è sottoposta.

Materia Celeste presenta l’arte come strumento dell’uomo faber, che guarda alla natura e l’esistenza come matrici generative. L’indice iconologico, del sistema di segni e immagini, si presenta con una carica di magia ancestrale e archetipica che avvolge e cattura lo spettatore, accompagnandolo per tutto il corso della sua visita.

BIOGRAFIE ARTISTI
ANTONIO PARADISO (Santeramo in Colle, BA, 1936)
Vive e lavora a Milano. Ha studiato scultura all'Accademia di Belle arti di Brera a Milano con Marino Marini. Ha esposto in numerose sedi in Italia e all'estero, tra i quali i Musei d'Arte Moderna di Dortmund, Helsinki, Colonia, Stoccolma, Los Angeles e Belgrado, Tolose e altri. Nel 1978 ha partecipato alla Biennale d'arte di Venezia. Principalmente scultore, ma anche performer, pittore e video maker, la sua ricerca si è rivolta principalmente all'uomo, al suo passato, anche quello più remoto. Ha studiato riti e religioni del passato, viaggiando nel deserto del Sahara e nell'Africa tropicale, unendo un approccio scientifico alla sua arte antropologica. Il suo lavoro spesso si avvicina anche a tematiche legate alla natura, come i numerosi studi e opere sugli uccelli e sul volo. Nel 2000 ha creato il Parco Scultura La Palomba a Matera, un sito archeologico e ex cava di tufo all'interno del Parco Regionale della Murgia, un luogo dove arte e natura s'incontrano, con installazioni e opere di Paradiso e di altri artisti tra cui Nagasawa, Spagnulo e Staccioli. Si ricordano altre principali mostre come Fondazione Mudica (Milano, 2000), Mediterranea 2 (Dubrovnik, 2002), XIV Quadriennale (Roma, 2005), Palazzo Reale (Milano, 2011) e Musée Frac- Occitaine (Tolosa, 2020). Hanno scritto di lui: Dino Buzzati, Luciano Caramel, Arturo Schwarz, Enrico Crispolti, Flavio Caroli, Emilio Isgrò, Pierre Restany, Luciano Inga-Pin, Achille Bonito Oliva, Anna d'Elia, Germano Celant, Renato Barilli, Pier Luigi Tazzi.

MICHELE ZAZA (Molfetta, BA, 1948)
Frequenta il corso di scultura di Marino Marini presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove consegue il diploma nel 1971. Si dedica fin da subito a una ricerca espressiva condotta attraverso il mezzo fotografico e già a partire dai primi anni ’70 fa parte della scena artistica internazionale. Nel 1972 tiene la sua prima mostra alla Galleria Diagramma di Milano a cui seguono varie altre esposizioni personali, tra cui Galleria Massimo Minini (1974). Nel 1977 è a New York, dove espone con Giulio Paolini al Fine Arts Building e nel 1980 tiene una personale alla Leo Castelli Gallery. Nello stesso anno è presente alla Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1981 è invece a Parigi con una personale al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. Nel 1977 e nel 1982 partecipa a Documenta di Kassel. Nel 2011 è a Prato al Museo Pecci, nel 2013 e 2014 lavora a due personali alla Galleria Giorgio Persano di Torino e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Le sue opere sono conservate presso varie collezioni pubbliche, tra cui: Emanuel Hoffmann Foundation, Öffentliche Kunstsammlung (Basilea); Hamburger Bahnhof – Museum für Gegenwart, Collezione Egidio Marzona (Berlino); Cabinet des Estampes du Musée d’Art et d’Histoire (Ginevra); Musée de Grenoble (Grenoble); Museo Cantonale d’Arte (Lugano); Walker Art Center (Minneapolis); Centre Georges Pompidou – Musée National d’Art Moderne (Parigi); Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (Parigi); Fonds National d’Art Contemporain (Parigi); Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Roma); Musée d’Art Moderne (Saint- Etienne), Collezione Rolf H. Krauss (Stoccarda); Tehran Museum of Contemporary Art (Teheran); Musée d’Art (Toulon); Kunsthaus Zürich (Zurigo).

IVANO TROISI (Salerno, 1984)
Ivano Troisi nasce a Salerno nel 1984, dove attualmente vive e lavora. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, il suo lavoro parte dall’osservazione della natura per attuare un’analisi dei processi che ne caratterizzano le trasformazioni e mutazioni. Tra le sue mostre personali, si ricordano quelle di Palazzo Genovese, Salerno (2007), Se il dubbio nello spazio è dello spazio, MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, a cura di Namanja Cvijanovic e Maria Adele Del Vecchio (2014), Tiziana Di Caro, Salerno (2012 e 2014) e Leggerezza della terra, Tempo Imperfetto. Sguardi presenti sul Museo Archeologico Provinciale di Salerno, un progetto della Fondazione Filiberto Menna – Centro Studi di Arte Contemporanea, a cura di Antonello Tolve e Stefania Zulian (2014), alla galleria Nicola Pedana con la personale dal titolo “Tra la luce” (2018) e al Museo Madre di Napoli con la mostra collettiva dal titolo “Rethinking Nature” (2022). Sempre nel 2014 Troisi è stato nominato per il Prima Pagina Art Prize, il concorso promosso da Il Resto del Carlino e Quotidiano.net, nell’ambito di Arte Fiera Bologna. Nel 2017 ha preso parte al programma di residenze per artisti BoCS Art Cosenza. È presente nella collezione “Doni” – Imago Mundi Luciano Benetton Collection, a cura di Chiara Pirozzi, e nell’Atlante dell’arte contemporanea a Napoli e in Campania, a cura di Vincenzo Trione (Electa, 2017).

REVERIE (Vinci, FI, 1994)
Vive a Milano dedicando ad Arte ogni momento, azione, e ogni rosa della sua vita. Il suo nome anagrafico, e non solo d’arte, è una dedica alla “Poetica della rêverie” di Bachelard. Lavora sulle contaminazioni, interferenze di sguardi e reazioni, a partire dalla solitudine più profonda. Elabora performance che rappresentano la collettività, la contemporaneità e il sentire tra reale e virtuale a partire da intuizioni che diventano prima testi e poi cicli multimediali con scultura, video, audio e fotografia. Da due anni si sta dedicando a un ciclo che indaga il tema del sogno attraverso un personale alfabeto e alla produzione di nuove opere in ceramica, vetro, bronzo e seta. Attraverso l'antropologia, la letteratura, la filosofia, la psicanalisi e le scienze, ha fatto dello studio sul sogno, anche “a occhi aperti”, un’originale ricerca tesa a sviluppare un linguaggio artistico per indagare la realtà, passando attraverso gli archetipi, in quanto memorie e “sogni collettivi”. Recenti performance: Sogno 2: Vincitrice del Premio Città di Treviglio, settembre 2021; Sogno 4: Alba lunare, Montelupo Fiorentino, 16 luglio 2021, Special guest per Ceramica OFF, Festa della Ceramica 2021; Sogno 3: La camera degli specchi, Milano, Triennale Milano Teatro, 13 giugno 2021 per la quarta edizione di FOG Triennale Milano Performing Arts; The Sleeping Muse, settembre 2020, Milano, Palazzina Liberty Dario Fo e Franca Rame, in collaborazione con Fondazione Mudima e a cura di Raffaella Perna; Sogno 1: Archetipo del sé, novembre 2019, Roma, Fondazione VOLUME!; Futura Poesia, novembre 2018, Londra, Estorick Collection of Modern Italian Art. “librosogni” edito da Skira nel gennaio 2020 e con l’introduzione di Raffaella Perna è il suo ultimo libro d’artista. Le sue opere fanno parte di collezioni private tra cui collezione Maramotti, collezione Gori, collezione Cotroneo.

Materia Celeste
Galleria Alessandro Albanese
Inaugurazione Giovedì 3 Febbraio 2022, ore 18:00 
Dal 4 Febbraio al 25 Marzo 2022
A cura di Anna Vittoria Magagna

Galleria Alessandro Albanese Via Cosimo del Fante 14, 20122 Milano 
info@alessandroalbanese.it; www.alessandroalbanese.it