mercoledì 29 gennaio 2020

PARABASI



PARABASI è un progetto espositivo nato da una serie di conversazioni intorno alla possibilità di formulare nuove strategie formali sulla rappresentazione dell'opera d'arte. Lo stimolo originario è scaturito da parallelismi emersi tra pratiche investigative appartenenti alla produzione artistica passata e presente. In particolare, è stata presa in esame una certa produzione europea, per lo più meridionale, realizzatasi sotto il regime fascista e negli anni immediatamente successivi. Abbiamo poi proseguito lasciando che quest'ultima instaurasse una corrispondenza di tipo analogico con una certa produzione odierna, non allineata, che pur rimanendo ancorata ad un metodo compositivo rigoroso, pare intenta ad affrontare le criticità del presente con piglio anarcoide o quanto meno antiaccademico. Alla fine di un lungo studio iconografico, e a seguito di un discorso pervasivo condiviso con i vari artisti e con la Di Caro, siamo riusciti a raccogliere un gruppo di lavori altamente significativi per la nostra ricerca, molti dei quali inediti o visti di rado, appartenenti a posizioni sia emergenti e di mezza carriera, che storiche.

Otto excursus sono stati quindi liberati in modo diagonale e diacronico negli spazi della Galleria Tiziana di Caro. Si è fatto sì che i rispettivi interventi fossero proposti strumentalmente dagli artisti stessi, per incentivare la realizzazione di un momento che richiamasse la parabasi - termine che significa letteralmente l'atto di camminare di lato, deviando, trasgredendo. Parabasi era il freno stabilito dal coro della commedia, quando - usciti i protagonisti dalla scena – il coro emergeva dallo sfondo togliendosi la maschera, e si rivolgeva direttamente agli spettatori tornando al ruolo originale di komos: un allegro, insolente corteggio dionisiaco. Parabasi come "interruzione in cui di colpo appare l'origine, stravolgendo e infrangendo lo svolgimento scontato dell'azione."1

La pratica di Betty Bee (*1962, Napoli) sconfina tra body art, figurazioni pop e performance, dispiegandosi negli ultimi tre decenni attraverso i media più vari. Oggi il suo lavoro continua ad esercitare un forte ascendente sugli artisti delle nuove generazioni.

La pittura di Guido Casciaro (Napoli, 1900 – 1963) ha indagato soprattutto il macrocosmo campano interpretandolo con le stesse difficoltà degli altri pittori napoletani, che dovettero conciliare le proprie idee artistiche con il clima pesante successivo alla legge sulla Stampa del 1924.

Il lavoro di Effe Minelli (*1988, Napoli) esplora quei processi di sopravvivenza ed evoluzione che gli consentono di trovare un punto di fuga da modalità espressive già configurate e normalizzate. Minelli difende la sua libertà di sperimentazione attraverso diversi media, passando dalla scrittura alla musica e dal disegno alla scultura.

La ricerca concettuale di Timothy Davies (*1983, Londra) opera attraverso rapporti di natura intertestuale, combinando coniugazioni senza precedenti tra oggetti trovati o leggermente modificati, tra motivi idiomatici ed immagini. La sua pratica sembra indicare nuove possibili contingenze di ciò che si presenta come "dato".

Il lavoro di Rosa Panaro (*1934, Casal di Principe) pur essendo oramai dedito a ricerche specifiche su materiali come la cartapesta e l'argilla, è ancora in bilico tra gestualità lirica e indagine sulle potenzialità evocative della materia. Per la mostra, sono stati scelti tre disegni recentissimi in formato A4 che ritraggono alcuni dei soggetti modellati dalla Panaro negli ultimi quattro decenni: Le Lilith, I Melograni, La folla.

Anche Matthias Schaufler (*1964, Laichingen) ha ereditato la caratteristica apertura e l'estrema disponibilità dell'Informale. Il suo approccio innovativo rispetto ad un certo concettualismo pittorico del dopoguerra, si presta ad una sovversione metodica della linea come contorno.

La pratica di Megan Francis Sullivan (*1975, Stamford) raccoglie artefatti di vario genere e tracce culturali di tipo identitario, attraverso la realizzazione o l'interpretazione di opere e oggetti provenienti da fonti specifiche. La sua ricerca mette in discussione le basi storiche del lavoro artistico, come ad esempio il luogo ed i tempi specifici legati al fare arte.

La scelta di Antonietta Raphaёl (Kaunas, 1895 – Roma, 1975) di lavorare prevalentemente sulla scultura avviene durante un soggiorno a Parigi con Mario Mafai, nel 1930. Nel progetto plastico di quegli anni, emerge un tratto stilistico di inattesa e sorprendente serenità, così come un'attenzione a cogliere della sua opera le implicazioni più strettamente formali.

1 Giorgio Agamben, Pulcinella ovvero Divertimento per li ragazzi in quattro scene, Nottetempo, 2015, p.45

Artisti: Betty Bee, Guido Casciaro, Timothy Davies, Effe Minelli, Rosa Panaro, Antonietta Raphaёl, Matthias Schaufler, Megan Francis Sullivan

titolo: Parabasi
a cura di: Francesca Lacatena

data inaugurazione: 
Sabato 1 Febbraio 2020, dalle 11:00 alle 19:00

luogo: 
Galleria Tiziana Di Caro

indirizzo: 
piazzetta Nilo, 7 - 80134, Napoli

info: 
+39 0815525526 - info@tizianadicaro.it

orari: 
da martedì a sabato, dalle 14:00 alle 19:00 e su appuntamento

chiusura mostra: 
Sabato 21 Marzo 2020


Press release

PARABASIS is an exhibition project born from a series of conversations about the possibility of formulating new formal strategies on the representation of the work of art. The original stimulus arose from parallelisms that emerged between investigative practices belonging to past and present artistic production. More precisely, we looked at a certain European production, mostly Southern, carried out under the fascist regime and in the years immediately following. We observed a series of analogical correspondences with a certain non-aligned, contemporary production that demonstrates a similarly anarchoid, if not anti-academic attitude, while also maintaining rigorous, compositional methods. Ultimately, extensive iconographic research and pervasive conversation shared with the various artists and with Di Caro, led to a showcase of highly significant, yet rarely seen work from artists of emergent, mid-career, as well as historical positions.

Eight excursus were diachronically adjoined and unleashed in the rooms of Tiziana Di Caro Gallery. The respective interventions offered themselves instrumentally, for the constitution of a moment: an intermezzo that is close to a parabasis - a term that literally means the act of walking sideways, deviating, transgressing. Parabasis is the comedic brake established by the choir when it takes off its mask and turns directly to the spectators, returning to its original role of komos - a cheerful, insolent Dionysian cortege. Parabasis as "the interruption in which suddenly the origin appears, breaking and disrupting the expected development of the action." 1

Betty Bee's (*1962, Naples) practice borders with body art, pop figuration and performance. Her work is recently having a strong ascendant on artists from younger generations.

Guido Casciaro's (Naples, 1900 - 1963) painting investigated above all the macrocosm of Campania, interpreting it with the same difficulties as the other Neapolitan painters, who had to reconcile their artistic ideas with the heavy climate, following the Press Law from 1924.

Effe Minelli's (*1988, Naples) work explores processes of survival and evolution that allow an escape point from pre-configured expressive modalities. Minelli preserves his freedom to experiment with different media, going from writing to music, and from drawing to sculpture.

Timothy Davies's (*1983, London) conceptual research operates through intertextual relationships, combining unprecedented conjugations between found or slightly modified objects, different motifs and images. His practice seems to indicate new possible contingencies of what appears to be "given."

Rosa Panaro's (* 1934, Casal di Principe) work, although devoted to specific research on materials, such as papier-mâché and clay, is still in balance between a lyric gesturality and an investigation into the evocative potential of matter. For the exhibition, three recent drawings in A4 format were chosen, as to carry out a current compendium of subjects modeled by Panaro along the past four decades: the Liliths, the Pomegranate, the Crowd.

Matthias Schaufler (*1964, Laichingen) also inherits the characteristic openness and extreme availability of Informalism. His innovative approach to conceptualism lends his research to a methodic subversion of line as contour.

Megan Francis Sullivan's (* 1975, Stamford) practice draws out artefacts of various kinds and affiliations to various cultural traces, via the creation or interpretation of works and objects from specific sources. Her research questions the historical base plate of the artistic work as site and time-specific.

Antonietta Raphaёl's (Kaunas, 1895 - Rome, 1975) choice to mainly work with sculpture, takes place in 1930, during her stay in Paris with Mario Mafai. In Raphaёl's plastic project from those years, a stylistic trait of unexpected and surprising serenity develops, along with an attention to grasp the more strictly formal implications of her work.

1 Giorgio Agamben, Pulcinella or Entertainment for children, Seagull Books, 2019.
artists: 
Betty Bee, Guido Casciaro, Timothy Davies, Effe Minelli, Rosa Panaro, Antonietta Raphaёl, Matthias Schaufler, Megan Francis Sullivan.

title: 
Parabasis
curated by: 
Francesca Lacatena

exhibition opening: 
opening reception Saturday, February 1, 2020, 11:00 am - 7:00 pm

location: 
Galleria Tiziana Di Caro

address: 
piazzetta Nilo, 7 - 80134, Napoli

info: 
+39 0815525526 - info@tizianadicaro.it

opening times: 
from Tuesday to Saturday, from 2:00 to 7:00 P.M. and by appointment

exhibition closing: 
Saturday, March 21, 2020


Piazzetta Nilo, 7 - 80134 Napoli

pubblica: 
www.amaliadilanno.com