domenica 5 dicembre 2010

Saverio MAGNO al Palazzo Ducale di URBINO, Sale del Castellare




15 dicembre 2010 - 20 gennaio 2011
da martedi alla domenica compresa
orario: 10.00 - 12.00 / 15.00 - 19.00
giorno di chiusura : 25 -26 -31 -1 -6
da una idea critica di Giulia Sillato
Presentazione della mostra e del libro, mercoledi 15 dicembre ore 16.00

http://www.saveriomagno.it/



Saverio Magno





Vive e opera a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno).
Da più di trent’anni coltiva tutte le forme dell’arte, non escludendo neppure la musica.
Studia le teorie sul colore di Chevreul e approfondisce l’anatomia e la prospettiva al fine di elaborare nuove idee sulla visione spaziale. Per meriti gli viene assegnata la medaglia d’argento “Pico della Mirandola”, oltre a quella conferitagli nel 1991 da Francesco Cossiga, all’epoca Presidente della Repubblica. Si immette quindi in un percorso artistico ascensionale con temi di ricerca di alto profilo intellettuale e scientifico. La sua ricerca, iniziata verso la metà degli anni ’80 del Novecento, introduce nel panorama della storia dell’arte contemporanea una nuova visione spaziale, relativa non all’oggetto rappresentabile, bensì allo spazio in cui esso è rappresentato. Picasso, con il Cubismo, aveva cercato di elaborare una conoscenza visiva totale dell’oggetto, facendone emergere i punti di vista esclusi dalla classica rappresentazione tridimensionale (la prospettiva), condizione possibile solo attraverso l’invenzione di una scomposizione formale; Mondrian, con il Neoplasticismo, nega addirittura profondità alle cose e ci presenta superfici piane attraversate da corsie geometriche; Fontana, poi, decide che l’oggetto non debba più essere rappresentato né in forma figurata né in forma astratto-allusiva e lo porta fuori dalla tela, dentro lo spazio quotidiano. Necessitando, anni dopo, di una visione che si ponga sia come sintesi delle esperienze pregresse sia come veicolo di ulteriori trasmutazioni, Saverio Magno inizia a interrogarsi, ma non sulle cose, bensì sul rapporto tra lo spazio e le cose, verificando con la pittura il concetto di “allineamento spaziale”. Un’attenta analisi lo porta alla conclusione che, osservando l’oggetto con ciascuno dei due occhi, separatamente, questo si proietta o verso destra o verso sinistra, come nella parallasse stellare.
Nasce così la Tridimensionalità Binoculare, nuovo modo di “rappresentare” lo spazio, secondo cui la superficie del quadro si presenta suddivisa in campiture di colori diversi: esse sono i piani spaziali percepiti dall’occhio che, se non unifica la propria visione a quella dell’altro, coglie singolarmente i diversi passaggi di profondità, tutti convergenti verso l’osservatore. Delle due opere di Urbino pubblichiamo
Superfici nello spazio del 2008: sperimentazione visiva, materiali pregevoli e colori eleganti, caratterizzano un’opera, ormai divenuta oggetto di interesse da parte di critici d’arte e gallerie, come denota un curriculum ricco di mostre importanti in spazi pubblici e privati.
Tra i suoi riferimenti bibliografici si cita il Catalogo dell’Arte Moderna dal dopoguerra a oggi
dell’Editoriale Giorgio Mondadori, Milano.
http://www.saveriomagno.it/

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