martedì 29 luglio 2025

CasermArcheologica ospita la residenza artistica di Lucy Orta: Trame di Comunità


CasermArcheologica ospita la residenza artistica di Lucy Orta
Verso la mostra Trame di Comunità 

Incontro pubblico mercoledì 30 luglio CasermArcheologica, a Sansepolcro ore 18:00

Dal 29 luglio 2025 prende il via la residenza artistica di Lucy Orta, una delle artiste più riconosciute a livello internazionale per la sua straordinaria capacità di coniugare arte visiva e impegno sociale.

La residenza darà origine a una mostra conclusiva, frutto di un processo di arte partecipativa, che sarà inaugurata nel marzo 2026 a Palazzo Muglioni — l’edificio storico nel cuore di Sansepolcro, in Alta Valtiberina, rigenerato da CasermArcheologica.

Da oltre undici anni, CasermArcheologica ha trasformato questo spazio, un tempo abbandonato, in un centro dinamico di creatività, formazione e rigenerazione sociale, diventando un luogo aperto al confronto e al dialogo con il territorio.

L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra CasermArcheologica, Lucy+Jorge Orta e la consulenza curatoriale di Simonetta Carbonaro, già docente universitaria, ricercatrice e consulente strategica di fama internazionale nell’ambito delle dimensioni umanistiche della sostenibilità.

Il progetto fa parte del programma di residenze e mostre sostenuto dalla Fondazione CR Firenze, che da anni affianca CasermArcheologica, riconoscendone il valore culturale e generativo. Il sostegno della Fondazione permette la realizzazione di un calendario qualificato di residenze artistiche e progetti espositivi tra il 2025 e il 2026, rafforzando il ruolo di CasermArcheologica come laboratorio vivo di arte, comunità e territorio.

Lucy Orta è una delle artiste più riconosciute a livello globale per la sua capacità di unire arte visiva e impegno sociale. Dal1991 insieme a suo marito Jorge, il duo crea opere e progetti che affrontano infatti tematiche come la migrazione, la tutela dell’ambiente, i diritti umani e la costruzione di comunità. Le loro opere sono state esposte in istituzioni prestigiose come la Barbican a Londra, la Biennale di Venezia e l’Hangar Pirelli Bicocca di Milano, rappresentando esempi potenti di come l’arte possa essere motore di trasformazione sociale.

Il lavoro di Orta si distingue inoltre per la sua intensa e continua attività di arte partecipativa socialmente impegnata coinvolgendo attivamente le comunità locali – attraverso workshop, performance e installazioni collettive – nei propri processi creativi. L’arte diventa così strumento di dialogo, trasformazione e costruzione di senso condiviso, capace di generare nuove forme di relazione tra individui, territori e identità.

Durante la sua residenza in Alta Valtiberina (29 luglio – 3 agosto 2025), Lucy Orta esplorerà il territorio toscano incontrando realtà locali significative e alcune tra le opere d’arte più rappresentative del patrimonio culturale della zona.

Il cuore del progetto, però, sarà costituito dagli incontri individuali che l’artista terrà con giovani, artigiani, contadini, artisti, insegnanti, imprenditori, attivisti e cittadini: momenti di ascolto e scambio in cui verranno raccolte storie e testimonianze orali legate al vissuto e all’identità del territorio.

Un percorso di connessione profonda e partecipata, che conferma CasermArcheologica come catalizzatore di relazioni, memoria collettiva e processi di trasformazione culturale, sociale e ambientale.

Eventi previsti: 
Il 30 luglio alle ore 18:00, presso CasermArcheologica, si terrà un incontro pubblico con l’artista, che sarà introdotta da Simonetta Carbonaro, già docente universitaria e ricercatrice nell’ambito delle dimensioni umanistiche della sostenibilità. L’incontro sarà occasione per un dialogo aperto con la cittadinanza.


Nei giorni 1 e 2 agosto, l’artista terrà colloqui individuali con un numero limitato di persone selezionate, invitate a raccontare una propria storia.

La selezione dei partecipanti si è basata su due criteri principali:la varietà delle esperienze (giovani, artigiani, artisti, contadini, insegnanti, imprenditori, attivisti, amministratori…);
il legame – presente o passato – con CasermArcheologica, inteso come forma di “in-trazione”, secondo un concetto delle scienze sociali che descrive la relazione viva e trasformativa tra individui e comunità.

Durante il colloquio individuale, ciascun partecipante sarà invitato a raccontare una propria storia personale. Ogni racconto sarà chiamato a esprimere, da un lato, il legame con questo territorio e, dall’altro, le difficoltà o le ragioni che spingono ad allontanarsene. L’artista porrà inoltre alcune domande guida per meglio cogliere il genius loci di queste terre.

Dopo questo primo viaggio esplorativo, Lucy Orta realizzerà le opere che saranno esposte a CasermArcheologica nel marzo 2026. La mostra prenderà ispirazione dai luoghi visitati, dalle testimonianze raccolte e dalle narrazioni condivise. Il materiale verrà rielaborato artisticamente in una serie di ritratti e paesaggi, utilizzando un linguaggio che unisce antiche tecniche di ricamo a tecnologie digitali contemporanee.

Informazioni 
Incontro con l’artista Lucy Orta
Mercoledì 30 luglio 2026, ore 18.00
Luogo: CasermArcheologica, Via Aggiunti – Sansepolcro (AR)

Per ulteriori informazioni:
info@casermarcheologica.it
Instagram: @casermarcheologica

oppure clicca QUI


Immagini tratte dalla mostra Traces: Stories of Migration, 2022-2023 Canvas, silk organza, hand and machine embroidery, beadwork 90 x 90 x 4 cm
Courtesy Lucy + Jorge Orta / ADAGP Paris, 2025
Photo: Bertrand Huet

domenica 27 luglio 2025

VinArte - XV edizione: Speranza al femminile

Anna Rosati

La Speranza al femminile è il concetto chiave che guiderà la XV edizione di VinArte , rassegna che, in seno alla kermesse Vinalia, e con alla direzione artistica l’ideatore Giuseppe Leone e alla guida della Sezione Fotografia Azzurra Immediato, si farà portatrice di uno sguardo tutto al femminile – o quasi – seguendo un percorso affascinante. “Il concetto che accompagna questa edizione, seguendo il tema della XXXII edizione di Vinalia – con cui tutto è iniziato – ‘Spes contra spem’, è stata la scintilla. Un’eco lontana eppure vivissima, che vibra in ogni epoca segnata dalla crisi. Sperare quando ogni speranza sembra venire meno: un paradosso solo apparente, che rivela invece una delle azioni più radicali che un essere umano possa compiere, come sottolinea anche Titina Pigna. E se c’è un gesto che somiglia alla speranza, è quello del generare. Per questo, la speranza è, da sempre, profondamente donna.” Afferma il direttore Leone che, nell’eterno femminino, legge quel senso ancestrale e potente capace di portare nuova promessa di vita. Quindicesimo anno per una rassegna d’arte tra le prime di arte diffusa nel Sannio, format apprezzato e ripreso in molte altre località, eppure la capacità di rinnovarsi è sempre forte “C’è un momento, nella vita di ogni progetto, in cui non basta più proseguire. Si avverte, invece, la necessità di trasformare. Dopo quindici anni di VinArte – un percorso che ha saputo crescere, reinventarsi, radicarsi – ho sentito che il tempo era maturo per un cambiamento profondo. Non un cambio di rotta casuale, ma una scelta consapevole: affidare l’intera XV edizione alla visione femminile. Non per includere, ma per rigenerare” continua Giuseppe Leone, non rivelando molto ma aprendo a nuove visioni e azioni trasversali. In primis la scelta tutta al femminile e sguardi di artiste in dialogo diretto ed indiretto, anche grazie ad una residenza artistica, un progetto laboratoriale, frutto di quella capacità generatrice che è il senso più primigenio dell’Arte: fecondare per donare senso all’interpretazione e alla comprensione della realtà, secondo grandi novità per il pubblico che segue e conosce VinArte. 

“Attivare lo sguardo, pensare per immagini e dar vita ad un flusso che, attraversando la materia del visibile, si nutre della tensione del concetto Spes contra spem. È nell’arte delle donne che la speranza si fa forma, presenza, resistenza silenziosa. La fotografia, come scrittura di luce, raccoglie questo impulso e lo trasforma in memoria sensibile, gesto politico e visione rigenerante” suggerisce Azzurra Immediato accogliendo le esponenti della Fotografia di questa edizione che, tuttavia, presenta una piccola eccezione: la presenza di un reporter, unico punto di vista maschile nella rassegna ma che, tuttavia, mediante il suo obiettivo racconterà della speranza che appartiene e guida l’umanità, in un mondo sempre più complesso, cupo ed ingiusto. 

Ed allora c’è ancora tempo per la Speranza, per ‘ascoltare’ la voce delle artiste, vedere attraverso i loro occhi, il loro gesto, la loro sensibilità e scoprire che il domani può esser diverso da come immaginavamo, certamente, ma può rinascere ancora, lasciandosi guidare dalle opere di questa visione al femminile come da una costellazione: stelle, racconti di una speranza che non è attesa passiva, ma scelta di vita. A guidare tali traiettorie le artiste pittrici, scultrici Tonia Erbino, Gabriella Gaeta, Stefania Ianniello, Margherita Palmieri, Mariapia Saccone, Maria Carolina Siricio, Angela Tammaro e le fotografe Iole Capasso e Anna Rosati, accompagnate dal reporter Francesco Garofano. Ad interloquire con le artiste invitate, anche nel 2025, il lavoro progettuale di Carmine Carlo Maffei e del suo atelier Pietre Vive.

VinArte si conferma appuntamento unico per chi desidera immergersi in un crocevia culturale in continua espansione, celebrando la diversità e costruendo una comunità fondata sulla condivisione e sul rispetto reciproco. È in questo spazio di incontro e creazione che l'arte trova la sua vera essenza, rinnovandosi e riscoprendosi in ogni istante, tra suggestioni extramoenia o del genius loci. Luoghi speciali del borgo antico di Guardia Sanframondi, da Palazzo Marotta Romano, icona della fotografia, al cuore pulsante di VinArte e Vinalia, alla chiesa dell’Ave Gratia Plena e la sua Sagrestia sino al Monte dei Pegni e non soltanto, una cartografia che si anima secondo una volontà dell’arte di innervarsi nelle architetture del tempo, espressione profonda di una collettività che scopre, ritrova, immagina, predice e sa ancora meravigliarsi.

Il 4 agosto alle 18 la conferenza di presentazione nella splendida Chiesa dell’Ave Gratia Plena e poi tutto si dipanerà nei luoghi chiave di Vinalia e VinArte.

VinArte 2025
Dal 4 al 10 agosto 2025
Guardia Sanframondi (BN)
Ingresso gratuito 

Nell’ambito di VInalia XXXII Edizione
Facebook VinArte Instagram vinarte_official




giovedì 24 luglio 2025

CANTIERE APERTO, terza edizione


Sabato 6 settembre 2025, dalle 12:00 alle 18:00, torna Cantiere Aperto, alla sua terza edizione, presso No Man’s Land in contrada Rotacesta a Loreto Aprutino (PE). Per il terzo anno consecutivo, arte contemporanea, musica e poesia si intrecciano in una giornata di condivisione collettiva, in un luogo che si propone come spazio aperto, accogliente e partecipato.

Il festival è promosso dalla Fondazione No Man’s Land e curato da Zerynthia – Associazione per l’Arte Contemporanea OdV, in collaborazione con Aware – Bellezza Resistente e con il patrocinio del Comune di Loreto Aprutino. L’edizione 2025 è sostenuta dal Laboratorio di Creatività Contemporanea e promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Cantiere Aperto rappresenta l’appuntamento più emblematico della programmazione annuale di No Man’s Land, un progetto che si propone come modello etico e replicabile di trasformazione sociale. L’accoglienza è la sua parola chiave.

Il progetto No Man’s Land (NML) nasce nel 2016 da un’idea condivisa tra Yona Friedman – l’architetto delle utopie realizzabili – e Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier (Zerynthia). Situata su circa due ettari di terreno agricolo, la Fondazione NML è uno spazio di libertà, natura e arte, dove i partecipanti dialogano attraverso interventi artistici, condivisione di idee e pratiche collettive. Una “terra di tutti”, immersa nel paesaggio collinare di Loreto Aprutino, tra uliveti e vigneti.

Alle installazioni site-specific già presenti di Alvin Curran, Alberto Garutti, Donatella Spaziani, Jimmie Durham, Fabrice Hyber, Gülsün Karamustafa, Leonid Tishkov e Michelangelo Lupone con Licia Galizia, si aggiunge quest’anno una nuova installazione permanente dell’artista Bruna Esposito – Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1999. Dalla sua esperienza newyorkese negli anni ’80 legata alla performance art, Esposito ha sviluppato una ricerca che esplora lo spazio come estensione del corpo e dell’idea artistica, utilizzando mezzi eterogenei: dalla fotografia al suono, dal video alla scultura.

La terza edizione di Cantiere Aperto si aprirà con l’inaugurazione dell’opera permanente di Bruna Esposito, un’amaca d’artista… per poi proseguire nel bosco di noceto e nel giardino della Fondazione, con performance, interventi musicali, letture poetiche e momenti di riflessione condivisa. 

Nel programma della giornata, è previsto un omaggio a tre poeti significativi per l’Abruzzo e oltre: Anna Cascella, Daniele Pieroni e Marco Tornar, con l’interpretazione di Samuele Gambino. Sarà presente anche Camillo De Felice con una performance poetica originale.

Tra le proposte musicali di questa edizione:
· Karima 2G, cantante e beatmaker italiana di origini liberiane,
· GNUČČI (Ana Rab), artista serbo-svedese tra hip hop ed elettronica,
· Daniele Sciolla, esploratore del suono elettronico,
· The Blues Against the Youth, progetto one-man-band di Gianni Tbay,
· Gincana, duo romano di musica elettronica e voce.

Il festival si conferma come uno spazio di resistenza poetica e artistica, un laboratorio a cielo aperto dove i linguaggi si intrecciano per dare voce a nuove forme di coesistenza, memoria e futuro.

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PROGRAMMA DELLA GIORNATA 
12.00 Saluti del Sindaco di Loreto Aprutino Renato Mariotti e inaugurazione
13.00 intervallo con brindisi e dj set
a seguire dalle 14.00 alle 18.00 performance musicali e di poesia 

UFFICIO STAMPA: RP/Press
Contatti: Marcella Russo - M. +39 349 3999037 | www.rp-press.it | E. press@rp-press.it
PRESS KIT: https://drive.google.com/drive/u/0/folders/1_bzV48nztCapecaXbDxZZFHv_NdXDyal

INFO No Man’s Land:
Come arrivare: https://goo.gl/maps/fDxvQyShQsQ2 

SCHEDA TECNICA:
Titolo: Cantiere Aperto III
Artisti Arte_Musica_Poesia: Bruna Esposito (arte), Simone Gambino (poesia), Camillo De Felice (poesia), Karima 2G (musica), GNUČČI (musica) , Daniele Sciolla (musica), The Blues Against the Youth (musica), Gincana (musica)
A cura di: Zerynthia, Associazione per l’Arte Contemporanea OdV
Data: 6 settembre 2024 dalle ore 12 alle 18
Dove: Loreto Aprutino (PE)_ Contrada Rotacesta
Organizzazione: Fondazione No Man’s Land in collaborazione con Aware – Bellezza Resistente
Patrocinio: Comune di Loreto Aprutino
Ufficio Stampa: www.rp-press.it, Pescara
PROGETTO sostenuto da Laboratorio di Creatività Contemporanea e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

sabato 19 luglio 2025

"Attraverso l’Arte la Metamorfosi del Mondo" Mario Surbone e Artisti in dialogo contemporaneo

 

"Attraverso l’Arte la Metamorfosi del Mondo"

Mario Surbone e Artisti in dialogo contemporaneo

 

A cura di Vincenzo Scardigno

Con contributo critico di Rosanna Mele

Sala dei Templari, Molfetta

27.07 – 17.08.2025

Inaugurazione Domenica 27 luglio 2025 ore 18.00 ingresso libero

In un tempo in cui l’Arte non solo interpreta il mondo ma lo trasforma, questa mostra collettiva riunisce Mario Surbone — figura centrale dell’astrazione lirica italiana con una selezione di Artisti uniti da una comune tensione verso la ricerca artistica come strumento di metamorfosi, riflessione e visione.



La Sala dei Templari di Molfetta si fa crocevia di segni, colori e sensibilità diverse, in un dialogo vivo tra generazioni e linguaggi. Le opere esposte raccontano percorsi autonomi ma intrecciati, accomunati dalla volontà di partecipare attivamente al cambiamento del reale, attraverso lo sguardo dell’Arte.

In quest’ottica, grazie alla collaborazione dell' artista Massimo Nardi, la mostra si apre ad altri artisti del Progetto "il Gusto dell'Arte" invitandoli anch'essi ad entrare in dialogo con la scena contemporanea, condividere idee, esperienze e visioni, e contribuire alla creazione di nuove opportunità artistiche e culturali. Un invito a rendere l’Arte sempre più luogo di incontro, contaminazione e crescita collettiva.

Espongono gli artisti: special Guest MARIO SURBONE, ANTONIO GIANNINI, ANTONIO LAURELLI, CARMEN CEFFA, DOMENICO MINNITI, DOMENICO POMPA, ENNIO LAVE’, FRANCO CORTESE, GIANMARCO PULIMENI, GIORGIO PANELLI, GIUSEPPE PAVIA, LUIGIA METTITIERI, LUIGI SERGI, MASSIMO NARDI, MIRIAM PRACCHI, PAOLO DESARIO, RAFFAELE DRAGANI, RAFFAELE IACONE, PIETRO DESCISCIOLO, STEFANO RABOZZI, STEFANO VENTURINI, TEGI CANFARI, TINA PAROTTI, ULISSE GUALTIERI, VITO RUSSO.

         

info:  scardigno.v@hotmail.com

+39 347 2536848

 



venerdì 18 luglio 2025

Giuseppe Banchieri (Comporre l’infranto)


A Viareggio la mostra omaggio all’artista Geppi Banchieri nel ricordo di un’amicizia con Mauro Lotti e al loro rapporto con Viareggio.

Si inaugura sabato 19 luglio alle ore 19 la mostra dedicata a Giuseppe Banchieri (Milano, 1927 - Ronchi di Massa Carrara, 1994) negli spazi delle galleria Engel di Viareggio, e resterà visibile fino al 9 agosto. La mostra nasce con lo scopo di onorare la grande amicizia che legava Geppi Banchieri e Mauro Lotti (Firenze 1926 – Viareggio 2023) nel tentativo di ricostruire una parte di storia dell’artista a partire dagli anni Cinquanta e in particolare l’indissolubile legame con Viareggio, scelto da entrambi a più riprese come luogo di vita. Il progetto espositivo si fonda sulle opere della collezione lasciata da Mauro a sua figlia Simona Lotti e da opere e oggetti di atelier del figlio di Geppi, Umberto Banchieri.

A introduzione e accompagnamento dell’esposizione, un libretto con scritti e immagini raccolto dai due figli Simona e Umberto, un testo critico di Riccardo Mazzoni e le testimonianze di Sandro Luporini e Francesco Labarile. Sono in mostra alcune tele di grandi dimensioni, insieme a tavole e tele più piccole, litografie e calcografie, tavoli e oggetti di studio.L’intento è quello di un gesto intimo che riveli il profondo senso della condizione umana che legava i due amici e che, nei quadri di Geppi, nelle nature morte, nei paesaggi al di là delle finestre, negli squarci di corti con panni appesi al vento, svela i termini di un racconto poetico. Simona Lotti si cimenta insieme a Umberto Banchieri nella curatela di questo omaggio rivolto all'amicizia dei due padri, alla loro eredità artistica da un lato di pittore, dall'altro di appassionato e amico degli artisti. Non una mostra che indaga sui diversi periodi del lavoro di Banchieri, ma il racconto della collezione di un amico che ha scelto opere ben precise. Mauro e Geppi si conoscono a Firenze dove frequentano lo stesso liceo, poi iniziano a studiare ingegneria per poi lasciare entrambi la facoltà, Geppi per l’Accademia di Arti, prima a Firenze e poi l’Accademia di Brera a Milano, mentre Mauro studia poi economia, pur mantenendo un legame stretto con le arti visive, per l’amicizia con gli artisti e per il legame con la moglie Milvia, conosciuta a Milano al bar Jamaica, nei pressi di Brera, grazie anche a Geppi e alla cerchia di artisti che frequentavano quel posto. Le città che legano Geppi e Mauro sono quindi Viareggio, Firenze e Milano; pur essendo nato a Milano Geppi si era trasferito giovanissimo con la famiglia a Firenze, e insieme agli artisti Sandro Luporini, Giuseppe Giannini e Giuseppe Martinelli venivano chiamati i “viareggini milanesi”.

Simona Lotti e Umberto Banchieri, nel ripercorrere questo legame hanno pensato anche alla musica che i padri ascoltavano in quel periodo e che ha influenzato probabilmente anche la loro stessa infanzia, da Gustav Mahler a David Bowie. Ma c’è un’opera di musica classica contemporanea che viene in mente ad entrambi, il Prometeo di Luigi Nono, di cui Simona ha ritrovato il libretto tra gli oggetti di Mauro e proprio da lì viene il sottotitolo di questa mostra “comporre l’infranto”.

“Steccati di canne di bambù sulla spiaggia che consumati dalla salsedine, dalle intemperie, dal tempo che trascorre, si sgretolano e, da ostacoli o barriere diventano quasi trasparenti, un passaggio per l'anima; un'anima che va al di là e ricompone tutto ciò che è infranto. È una ricostituzione all'interno di sé di ogni elemento/frammento. I quadri di Geppi sono quadri aperti che quando si guardano cambiano sempre composizione e dunque direzione per attraversare finestre porte reti maglie steccati”, descrivono così queste opere i due figli.

Nel suo testo Riccardo Mazzoni si sofferma sugli esordi di Banchieri, da far risalire proprio agli anni viareggini: “In occasione di questa esposizione a carattere affettivo dedicata a Giuseppe Banchieri ho ritenuto in primo luogo interessante risalire al periodo germinativo della sua arte, a mia conoscenza fino ad oggi mai approfondito nelle sintesi critiche-biografiche sull’autore, le cui vicende si dipanano peraltro proprio a Viareggio nei primi anni Cinquanta del XX Secolo. Nel Maggio del 1953, sotto l’impulso dei poeti Krimer (Cristoforo Mercati) ed Elpidio Jenco, viene fondato il Centro Versiliese delle Arti, senz’altro storicamente il più significativo tentativo di aggregazione culturale compiuto sul territorio, attivo per molti anni, coinvolgendo un numero considerevole di artisti, oltre a letterati ed esponenti del mondo dello spettacolo, con la relativa rinascita della Galleria d’Arte Bottega dei Vageri, il cui nome costituisce un omaggio all’opera di Lorenzo Viani, aperta e tenacemente condotta da Krimer dal Febbraio all’Ottobre del 1942, come vera scommessa d’arte in piena guerra mondiale. L’evento inaugurale del Centro fu rappresentato dall’organizzazione della Mostra collettiva degli artisti viareggini e versiliesi che si tenne presso lo Stabilimento balneare Principe di Piemonte ex Casinò Municipale dal 14 al 30 Giugno 1953. (…) Tra le opere che Banchieri espose alla collettiva del 1953, meritò la riproduzione sul quotidiano «La Nazione» nell’apposita rubrica redatta da Luciano Marcucci L’angolino della “Bottega dei Vageri”, il dipinto intitolato Spiaggia che Simona Lotti ha scoperto, con sorpresa e gioia, essere entrato a far parte della propria collezione familiare.


Giuseppe Banchieri - Nota biografica
Nato a Milano nel 1927, Giuseppe Banchieri trascorre l’infanzia e la giovinezza a Firenze dove compie studi classici e si iscrive prima a Ingegneria e poi all'Accademia di Belle Arti per proseguire infine la formazione artistica a Milano, ai corsi di Aldo Carpi in Accademia di Brera. Lì incontra Romagnoni, Guerreschi, Vaglieri e Ceretti con i quali, unitamente a Ferroni e Luporini, stringe un sodalizio fatto di incontri, scambi e discussioni condividendo una posizione artistica oltre che esistenziale: fu Marco Valsecchi, in una recensione de Il Giorno, a parlare per la prima volta di «realismo esistenziale» per una visione che porta al centro della raffigurazione il soggetto come elemento di indagine dell’esistenza, elevandolo a momento di riflessione sul dramma umano: il fondamento della poetica del gruppo fu la ricerca di un’alternativa all’informale e all’esistenzialismo che era nato dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale. Sin da ragazzo trascorre molto tempo a Viareggio dove la famiglia si trasferisce, partecipando a iniziative e mostre e frequentando gli amici versiliesi. Gli viene assegnata una borsa di studio per Segovia dove espone alla mostra del Premio internazionale di pittura del 1955. Del 1956 è la prima personale alla Galleria Pater di Milano, con presentazione di De Micheli. Nel 1957 vince il Premio San Fedele. Tra le numerose partecipazioni pubbliche sono da ricordare le presenze alle Biennali di Venezia del 1958 e 1962 (Premio Ginori), alle Quadriennali romane del 1959, 1965, 1972, alla Biennale di Parigi del 1959 e alla III Biennale del Mediterraneo ad Alessandria d'Egitto. Nel 1960 è premiato al Festival dei giovani a Mosca. Inizia qui un percorso espositivo con innumerevoli personali in Gallerie quali Bergamini a Milano, Montrasio a Monza, Schreiber a Brescia, Santacroce a Firenze e dal 1985 Galleria 32 a Milano e partecipazioni a rassegne su Realismo Esistenziale, Nuova Figurazione, Pittura figurativa. I contributi critici sono tantissimi; in questa occasione vogliamo solo ricordare la recensione di Angelici alle mostre di giovani pittori versiliesi nel 1953, gli articoli di Valsecchi e i numerosi testi di De Micheli a partire dal 1954.


Giuseppe Banchieri
(Comporre l’infranto)
mostra personale

a cura di Simona Lotti e Umberto Banchieri
testo critico di Riccardo Mazzoni

inaugurazione sabato 19 luglio ore 19
con interventi di Valentina Ferrari, Francesco Labarile e Riccardo Mazzoni

dal 20 luglio al 9 agosto 2025
18:00 – 23:00

Galleria Engel
Piazza Campioni 1, Viareggio (LU)
Informazioni e contatti Simona Lotti simona.lotti@web.de

eventi
sabato 2 agosto
conferenza a cura di Riccardo Mazzoni
Geppi Banchieri e gli esordi viareggini

finissage sabato 9 agosto
con letture di Alessandra Greco

martedì 15 luglio 2025

INSULA di Antonio Biasiucci


Sabato 19 luglio inaugura a Capri nello splendido scenario della Certosa di San Giacomo la mostra Insula di Antonio Biasiucci a cura di Gianluca Riccio.

Un’isola, oltre cinquanta immagini, una visione inedita: Antonio Biasiucci rilegge Capri attraverso la fotografia in bianco e nero, trasformando il paesaggio in uno spazio di riflessione sul tempo, la memoria e la natura.

Il progetto Insula, a cura di Gianluca Riccio e ideato dall’Associazione Il Rosaio - Arte e Cultura Contemporanea, è sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Si avvale della collaborazione della Direzione Regionale Musei della Campania, dei Musei e Parchi Archeologici di Capri come partner di progetto, e della partecipazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee – Museo Madre Napoli come partner culturali.

L'esposizione che sarà aperta al pubblico fino al 30 ottobre, presenta un lavoro nato dallo sguardo dell’artista su Capri, risultato di una residenza di diversi mesi sull’isola, un racconto creativo dell’esperienza di un luogo unico al mondo, di straordinario valore simbolico e storico. Le fotografie di Biasiucci, in dialogo con le opere del complesso monumentale caprese, entreranno a far parte del patrimonio museale della Certosa di San Giacomo. 
Insula propone una rilettura poetica e visionaria del paesaggio di Capri. Antonio Biasiucci attraverso la sua pratica fotografica che da sempre indaga il confine tra natura, memoria e spiritualità, immagina l’isola non soltanto come territorio fisico, ma come spazio interiore e archetipico. Capri si configura come approdo naturale per la ricerca del fotografo. Isolarsi nel perimetro di spazi segnati da limiti fisici e culturali convenzionali è per Biasiucci, sin dai suoi esordi, il gesto preliminare per dar vita a un processo di scarnificazione dell’immagine e per la costruzione di inediti legami tra cose umane e non umane. Scarnificare per rivelare la profondità delle cose e dei corpi, eliminando gli strati superficiali, per mettere a fuoco l’essenza più intima dei soggetti. Le immagini raccolte durante il soggiorno caprese – tracce di epoche remote come i resti romani di Villa Jovis, dettagli della natura mediterranea, la Grotta di Matermania, le collezioni del Museo Ignazio Cerio, i frammenti architettonici e manufatti artistici della Certosa di San Giacomo e di Villa San Michele – creano una partitura visiva che riflette sul tempo, sulla metamorfosi e sulla sopravvivenza della forma, in cui l’essere umano, la natura e le figure della storia partecipano a un destino comune di continua trasformazione.

Il lavoro di Biasiucci rivela un universo caprese formato da “un mondo di sotto e un mondo di sopra” popolato dagli innumerevoli personaggi che abitano l’isola e che riportano i segni di una contaminazione con la natura. Nella chiesa della Certosa sette grandi “monoliti” (45x 370cm), disposti a intervalli regolari diventano i basamenti per svelare il racconto immaginifico dell’artista pensato per una Capri archetipa, mitologica, cultuale (dal culto). Ogni monolite comprende nove fotografie, ogni immagine è parte dell’installazione complessiva e ogni sequenzadiventa espressione dell’esperienza vissuta dall’artista e delle presenze che abitano l’isola: le statue, il bosco, gli uccelli, le pietre calcaree, le grotte, i ficus, il mare, le sirene, i polpi, i pesci, i gufi, le capre, gli approdi, i reperti marini, le rocce...
Biasiucci concepisce l’“insula” come luogo ambivalente: da un lato isola delimitata dal mare, contenitore di stratificazioni storiche e culturali millenarie, dall’altro simbolo di un isolamento fertile, di una condizione di raccoglimento interiore in cui poter rintracciare le forme primigenie dell’esistenza. Un micromondo e, al tempo stesso, un palcoscenico assoluto.
Il progetto si inserisce inoltre in un dialogo a distanza con l’opera di Karl Wilhelm Diefenbach, artista romantico tedesco che visse a Capri e le cui opere sono conservate nella Certosa di San Giacomo – che da molti anni opera nella promozione della fotografia e dell’arte contemporanea –, contribuendo a intrecciare la ricerca contemporanea di Biasiucci con una memoria artistica che appartiene profondamente al territorio.
L’esperienza che Biasiucci ha vissuto per diversi mesi sull’isola di Capri è inoltre raccontata nel video Insulario. L'alfabeto visivo di Antonio Biasiucci, realizzato da Valeria Laureano in collaborazione con la Scuola di Cinema dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Accompagna il progetto un catalogo che sarà pubblicato dalla casa editrice Contrasto e sarà presentato il prossimo autunno presso il Museo Madre-Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee in occasione di un incontro con esperti storici e critici della fotografia. 

La mostra Insula alla Certosa di San Giacomo di Capri sarà aperta al pubblico fino al 30 ottobre 2025 e sarà visitabile negli orari di apertura del complesso monumentale. 


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INSULA
di Antonio Biasiucci
a cura di Gianluca Riccio

Progetto sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura
20 luglio - 30 ottobre 2025

Capri / Certosa di San Giacomo

OPENING > Sabato 19 luglio 2025 – ore 11.30
www.ilrosaio.it
www.antoniobiasiucci.it/

venerdì 11 luglio 2025

INTRECCI di Ida Tampellini e Hikari Miyata

 



Voluta da Associazione Postumia col patrocinio del Comune di San Benedetto Po e del Consolato Generale del Giappone a Milano, "Intrecci" è la storia d’arte e di fascinazione incrociata di Ida Valentina Tampellini e Hikari Miyata. Il titolo allude a quella reciproca attrattiva per l’altrove: l’Italia per Hikari, il Giappone per Ida, che ha caratterizzato il loro fare artistico, una curiosità che ha saputo trasformarsi in linguaggio, materia, arte condivisa.

Dopo mezzo secolo di quotidiano impegno artistico e culturale (i nostri non posseggono un televisore per cui in qualche modo devono pur passare il tempo) il Comune di San Benedetto Po dedica loro una mostra diffusa che occupa svariati ambienti del complesso monastico benedettino. "Intrecci" ne è l'ultimo atto, una bipersonale allestita dal 19 luglio al 30 agosto 2025 nel Refettorio monastico, all'ombra dell'affresco correggesco, curata da Carlo Micheli, una sorta di beatificazione di questi due artisti evergreen che qui propongono una selezione delle loro opere, specchio di cinquant'anni di vita condivisa e di maturazione artistica. I tondi, le carte, i libri d'artista di Ida fanno da contraltare agli "optical", ai sassi zen, alle opere materiche di Hikari, in un intreccio di visioni e di contenuti che tradisce la comune passione per la sperimentazione. Arte vera, che sfida il tempo e le mode, col plusvalore di una piena condivisione artistica e affettiva.


INTRECCI 
una storia d’arte e fascinazione incrociata
Ida parte da una neofigurazione espressionista, figlia del clima culturale mantovano e dei suoi gusti; Hikari arriva dal mondo grafico nipponico, ordinato e pubblicitario. Ma una volta in Italia, va in estasi: borghi, monumenti, ruderi abitati da fantasmi architettonici e nostalgia. Per lui, abituato a microappartamenti lontani ore-luce dal lavoro, l’Italia è un sogno di spazio e bellezza. E lo disegna. In apnea. L’immersione milanese (leggi: Brera, anni '70, fervore e libertà) li segna entrambi: Hikari riscopre i geometrismi in chiave optical, Ida sperimenta materiali e cromie non convenzionali. Dopo il matrimonio (1975), il primo viaggio in Giappone (1979) è uno spartiacque: Ida si converte alla carta, non più solo supporto ma sostanza, materia del suo fare artistico. Ne nascono opere leggere e complesse, bifacciali, sospese, che ruotano al minimo soffio d’aria, come "mobile" zen. Intanto Hikari disegna tubi e intrecci: visioni meccaniche, mutazioni urbane, vermi artificiali che scavano il sottosuolo. È l’eco degli “Anni di Piombo”, del disagio che serpeggia e non si lascia domare. Ma negli anni ’80 qualcosa cambia: l’angoscia si placa, i nodi si allentano. Gli intrecci si fanno più armonici, i colori più miti. E nascono i suoi celebri sassi, microcosmi galleggianti tra figurazione rarefatta e astrazione materica, sospesi in un non facile equilibrio tra zen e pittura. Negli anni '90 Ida dà forma tridimensionale alla carta: libri d’artista, ciotole profumate, giochi-scultura. Le sue carte si ispessiscono, si arricciano. I pigmenti? Ricavati da bacche, radici, foglie. Spuntano i tondi, istantanee di cielo, terra, o semplici stati d’animo in carta semitrasparente. Hikari continua il doppio binario: intrecci e sassi si alternano a una nuova fascinazione per l’Arte Povera, letta attraverso il filtro giapponese. Ne nascono opere ibride, tra catrame e calligrafia, legno e metallo, come se l’arte occidentale e orientale potessero finalmente parlarsi… in dialetto. Nei primi anni 2000 il Comune di Goito dedica alla coppia due personali nell'antico mulino sul Mincio. Luogo spartano, poetico. Lì Ida abbandona il piccolo formato e si lancia in carte monumentali, gestuali, che finalmente le restituiscono respiro. Lì Hikari capisce che quel sogno di sintesi tra culture – solo un giapponese-italiano poteva realizzarlo. Un po’ come dire: oggi un western può dirigerlo solo un regista Pellerossa. 

Carlo Micheli




Titolo: INTRECCI
Artisti: Ida Tampellini - Hikari Miyata
Tipologia: Bipersonale
Curatela: Carlo Micheli

Organizzazione: Associazione Postumia
Patrocini: Comune di San Benedetto Po – Consolato Generale del Giappone a Milano

Sede: Refettorio Monastico Polironiano - Piazza Matilde di Canossa 2 - San Benedetto Po MN

Date: 19 luglio – 30 agosto 2025
Inaugurazione: sabato 19 luglio ore 18.30

Orari: sabato e domenica: 9.30 - 12.30 / 15.00 - 18.00 - in settimana su prenotazione
Info: info@turismosanbenedettopo.it - +39 0376 623036