giovedì 14 agosto 2014

Memling. Rinascimento fiammingo


Memling. Rinascimento fiammingo
Scuderie del Quirinale
dal 10-10-2014 al 18-01-2015


Hans Memling in mostra a Roma: alle Scuderie del Quirinale dal 10 ottobre 2014 una mostra monografica su uno dei più importanti artisti del Quattrocento, il fiammingo Hans Memling, a cura di Till-Holger Borchert (serrate trattative ancora in corso con la Polonia per portare in Italia il celebre Trittico di Danzica raffigurante il Giudizio Universale).

Hans Memling (Seligenstadt, ca. 1435-1440 – Bruges, 11 agosto 1494) è stato un pittore tedesco di formazione fiamminga.
Fu tra i principali maestri della seconda generazione della pittura fiamminga, dopo quella dei pionieri come Jan van Eyck, Robert Campin e Rogier van der Weyden. Le sue opere sono caratterizzate da un\'eleganza raffinata, a tratti malinconica, che riassume al meglio la breve ma intensa stagione artistica promossa dai mercanti di Bruges.

Memling e l\'Italia intende offrire, per la prima volta in Italia e a un vasto pubblico, l\'occasione di un\'introduzione all\'arte di Hans Memling che fra il 1465 e il 1494 divenne il pittore più importante di Bruges. Di origini tedesche - si ritiene sia stato assistente di Rogier van der Weyden fino alla morte di quest\'ultimo sopraggiunta nel 1464 - Memling si stabilì a Bruges, il centro finanziario dei Paesi Bassi. Tra

ra i primi incarichi ricevuti dall\'artista, compaiono committenze importanti quali quelle dell\'abate Jan Crabbe dell\'Abbazia di Ter Duinen, del vescovo Ferry de Clugny o di Angelo Tani, rappresentante del Banco dei Medici a Bruges. Le opere realizzate rivelano l\'influenza dominante del suo presunto maestro Rogier van der Weyden, influenza che la mostra delle Scuderie del Quirinale offrirà occasione di studiare meglio attraverso confronti diretti.
Fu Angelo Tani a far conoscere Memling a Tommaso Portinari che gli commissionò un trittico devozionale e una Passione di Cristo.Grazie agli incarichi di Tani e Portinari, Memling cominciò a essere conosciuto da altri esponenti della cerchia dei mercanti italiani di Bruges (i cosiddetti Nationes); è stato pure rilevato che fra le figure del trittico del Giudizio Universale di Danzica, capolavoro assoluto che si auspica possa rappresentare il perno visivo della mostra, Memling inserì i ritratti di diversi banchieri fiorentini. Benché tale ipotesi non sia corroborata dal confronto fisiognomico con altri ritratti esistenti degli stessi personaggi, resta indubbio che Memling divenne il ritrattista più celebre nella cerchia dei mercanti italiani di Bruges e che rivoluzionò la ritrattistica introducendo degli sfondi ai suoi ritratti. Una formidabile di ritratti di mercanti italiani illustrerà in mostra questo aspetto della sua opera, a confronto con i suoi ritratti più tradizionali.
Una terza e più vasta sezione della mostra approfondirà gli incarichi che Memling e alcuni dei suoi contemporanei ricevettero da mercanti italiani, per via diretta o tramite intermediari.
Questa sezione sarà corredata anche di opere commissionate da quelle famiglie di Bruges che, come gli Adorno e i Moreel, avevano origini italiane ma erano entrate a far parte delle famiglie patrizie fiamminghe molto prima dell\'epoca in cui visse Memling.

Al centro la grandiosa figura di San Michele intento a pesare le anime alla presenza della corte celeste. A sinistra i beati accolti da San Pietro si apprestano a varcare le porte del Paradiso. A destra, i dannati che precipitano nel fuoco dell’inferno. Questo è ciò che viene rappresentato nel monumentale trittico del Giudizio Universale di Hans Memling, conservato al Museo Nazionale di Danzica, realizzato dal pittore fiammingo per la cappella dedicata a San Michele nella Badia Fiesolana a Firenze, ma che in Italia non arrivò mai. Commissionata dal banchiere fiorentino Angelo Tani e da sua moglie Caterina di Francesco Tanagli – entrambi raffigurati inginocchiati del retro degli sportelli del trittico – venne caricata su una galea assalita dai pirati che trasportarono il carico nella città di Danzica. A distanza di quasi 600 anni l’opera più famosa di Memling, artista che seppe operare una sintesi armoniosa e originale delle conquiste dei grandi fondatori dell’arte fiamminga, toccherà il suolo italiano, per la prima volta, per essere esposta alle Scuderie del Quirinale a partire dal 10 ottobre.

Una monografica mai prima realizzata nel nostro Paese, che s’inserisce nel solco delle grandi monografie apprezzate dagli specialisti e dal grande pubblico della sede espositiva romana, e che finalmente darà ragione delle qualità eccelse di questo artista, prendendo in esame ogni aspetto della sua opera e della sua carriera, dalle pale d\'altare ai trittici portatili, ai dipinti devozionali, oltre ai famosi ritratti, genere in cui Memling seppe perfezionare lo schema campito su uno sfondo di paesaggio, che ebbe vasta diffusione e forte influsso anche sulle opere di numerosi artisti italiani del primo Cinquecento.

La mostra mette inoltre in luce l’aspetto del mecenatismo nella carriera dell’artista, sottolineando in particolare l’importanza dei suoi clienti italiani, uomini d\'affari, dignitari di corte e agenti provenienti da Firenze, Venezia o Genova che vivevano a Bruges - dove Memling di origine tedesca si era trasferito allievo prima e collaboratore poi di Rogier Van der Weyden, aprendovi una fiorente bottega - o vi risiedevano allo scopo di supervisionare le commissioni per conto di clienti in Italia. Più di tutti i suoi contemporanei, Memling divenne il pittore preferito della diaspora italiana a Bruges, traendo grande vantaggio dalla reputazione della precedente generazione di Primitivi fiamminghi, in particolare Jan Van Eyck e Rogier Van der Weyden. Fin dall\'inizio della sua attività indipendente come pittore di tavole, Memling riuscì a creare una sintesi dei notevoli risultati di entrambi quei maestri, già tenuti nella più alta considerazione dalla nobiltà italiana e dalle élite urbane che ne fecero il loro pittore di riferimento.

Oltre a capolavori di arte religiosa provenienti dai più importanti musei del mondo, tra cui dittici e trittici ricomposti per la prima volta in occasione della mostra come il trittico Pagagnotti (Firenze, Uffizi; Londra, National Gallery) o il monumentale Trittico della famiglia Moreel (Bruges, Groeningemuseum) che farà da spettacolare conclusione del percorso espositivo, la mostra presenterà una magnifica serie di ritratti tra cui Ritratto di giovane dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Ritratto di uomo dalla Royal Collection di Londra - un prestito eccezionale della Regina Elisabetta II -, Ritratto femminile di collezione privata americana, il Ritratto di uomo della Frick Collection di New York nonché il magnifico Ritratto di uomo con moneta romana proveniente dal Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa.

Fonte: www.romeguide.it

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amalia di Lanno