lunedì 11 marzo 2024

Saun Santipreecha. PER/FORMATIVE CITIES: Una ragnatela di performances tripticali


Tutti rigiriamo tra le mani un vecchio copertone vuoto mediante il quale vorremmo raggiungere il senso ultimo a cui le parole non giungono.” Palomar

Il Lettore esamina la stanza ed incontra un oggetto—A— esso stesso un soggetto nel sistema degli oggetti, visivi e sonori, che circonda il Lettore. Questo soggetto dà voce ai suoni senza corpo dislocati attraverso distorsioni e rifrazioni, incarnando un sistema di città e mito, camminando, giocando, trasformando la percezione nel percepito tramite astrazioni…

Questa mostra si confronta con tre romanzi di Italo Calvino—Se una notte d'inverno un viaggiatore, Le città invisibilie Palomar—oltre che le tre città che hanno segnato il mio personale percorso verso questa mostra: Bangkok, Los Angeles, Roma. L’installazione intreccia il visivo ed il sonoro, l'effimero ed il fisico, utilizzando una configurazione tripticale e scalabile, piegando e dispiegando ogni strato, dalle impronte sonore delle città, alla video-installazione performativa e relazionalmente-modulare[1], alle tre sculture sonore in rame. I suoni stessi sono creati dai gesti performativi dei partecipanti sui social provenienti da tutte e tre le città, dalla flautista Cari Ann Souter e da me stesso, ulteriormente modulati dal sistema soggettivo dei movimenti dello spettatore[2]pubblico nella galleria - resistendo al sistema fisso della videoproiezione che incorpora il mito, eppure fagocitati al suo interno. Come le azioni formative e performative che creano una città, sempre un intreccio di tre elementi —natura/ambienti, azione umana/sistemica e mito/ideologia—nel tempo, il lavoro integra il livello macro con il micro. Sulla zona di confine dei due lati dell'astrazione, che si uniscono e si intersecano, dal soggettivo all'oggettivo e di nuovo al soggettivo e verso l’esterno ancora, queste azioni non terminano con me come artista, ma provengono da oltre me stesso e continuano ulteriormente, da e attraverso sistemi che formano non solo la morfologia di chi siamo, ma quella delle città in cui viviamo: incarnazioni del disincarnato, "ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma." (Le città invisibili)
Saun Santipreecha

[1]Modularità relazionale è un termine utilizzato da Saun Santipreecha che si riferisce ad una struttura che è sia una perseveranza che una resistenza all'inesorabile monologismo della linearità, enfatizzando la relazionalità sempre in movimento dei moduli che compongono un lavoro, un'identità o un sé, in un dialogismo polifonico che sfida la nostra percezione della leggibilità e del significato.
[1]Termine coniato da Augusto Boal per il Teatro dell'Oppresso.



 

Sede AOCF58 - Galleria BRUNO LISI, via Flaminia 58 - Roma (metro A fermata Flaminio)
Artista SAUN SANTIPREECHA
Titolo PER/FORMATIVE CITIES : Una ragnatela di performances tripticali
A cura di Camilla Boemio
Presentata da​ Reisig and Taylor Contemporary [con objet A.D]
fino al 15 marzo 2024
Orario dal martedì al venerdì 17,00 alle 19,30
Contributi performers: Francesca Virginia Coppola, Prima Jalichandra-Sakuntabhai, objetA.D, 
Camilla Boemio, Kittiya Nivasanont
Contributi: Alto Flute solos by Cari Ann Souter
Luc Trahand: Co-producer and Max Architectural Engineer
Assistente in galleria: Annalinda Maso
Filmati sul posto girati a Los Angeles daJean Hsi, Saun Santipreecha, Savika Goerres
Consulenti tecnici: Chen Shen, Manop Buranapramest, Ken Goerres
Progettazione e realizzazione della base della scultura: Ken Goerres
Coordinatrice della produzione: Francesca Virginia Coppola