martedì 13 aprile 2021

LISETTA CARMI | Gli altri


“Per me la fotografia, che vedo e pratico esclusivamente come reportage, 
non è tanto un mezzo di espressione, quanto piuttosto un mezzo di comprensione e comunicazione. Penso che essa possa aiutarci a capire gli altri e i loro problemi”.

La mostra Gli altri, antologica di LISETTA CARMI(Genova, 1924), giunge a distanza di quarant’anni dal trasferimento della fotografa ligure in Puglia, a Cisternino (1971), dove sceglie di vivere e fondare l’Ashram internazionale ispirato al guru indiano Babaji Herakhan Baba. 

Gli oltre 60 scatti in mostra provengono dai nuclei principali della ricerca fotografica da sempre orientata all’indagine sulle marginalità sociali, sul lavoro e sui territori del sud Italia. Accanto alle immagini dedicate al Porto di Genovae all’Italsider, il lungo viaggio nei territori remoti del meridione italiano è documentato dalle foto dedicate alla Puglia, alla Sardegnae alla Sicilia. 

Lisetta Carmi è inoltre tra i primissimi autori ad occuparsi in maniera radicale dell’identità di genere, peraltro in un periodo estremamente ostile: quando nel 1972 le sue foto vengono raccolte in un libro pubblicato dalla casa editrice Essedì di Roma, le librerie si rifiutano di esporlo. Carmi aveva iniziato a fotografare i transessuali a Genova nel 1965 e prosegue per sette anni fino alla pubblicazione di un lavoro, “I Travestiti”, destinato a diventare un documento fondamentale nella storia della fotografia italiana. 

Una sala della mostra è inoltre dedicata ad uno degli incontri più struggenti dell’esperienza fotografica dell’autrice ligure, quello con Ezra Pound. La sequenza di 12 scatti realizzati a Sant’Ambrogio di Zoagli nel 1966 riprende lo sguardo abissale e perduto del poeta americano, trasferitosi in Italia con sua moglie Dorothy Shakespeare dopo il rilascio dal manicomio di St. Elizabeths (Washington).

Nonostante la decisione perentoria di abbandonare la pratica fotografica alla fine degli anni Settanta, Lisetta Carmi assume sempre più una indiscussa centralità nella storia della fotografia italiana e numerose sono le mostre e pubblicazioni dedicate alla sua produzione: l’importante retrospettiva del 2015 a Genova (la città dove nasce nel 1924), quella del Museo di Roma in Trastevere nel 2017 e del MAN di Nuoro (2021), e la partecipazione all’ultima Quadriennale di Roma (2021). La mostra Gli altrisi sviluppa lungo due tappe prestigiose: il Castello Carlo V di Lecce (Maggio-Agosto 2021) e il Museo Osvaldo Licini di Ascoli (Settembre-Novembre 2021).


NOTA BIOGRAFICA
Lisetta Carmi nasce a Genova il 15 febbraio del 1924, da una famiglia borghese di origine ebraica. A dieci anni inizia a studiare pianoforte ma le leggi razziali le impediscono di continuare gli studi, interrotti alla terza ginnasio.

Al termine della guerra riprende gli studi di pianoforte col maestro They e si diploma al conservatorio di Milano. Tiene una serie di concerti in Germania, in seguito si esibisce anche in Svizzera, Italia e Israele.

Nel 1960 scopre la fotografia durante un viaggio in Puglia con l’amico etnomusicologo Leo Levi. Tra il 1962 e il 1964 collabora come fotografa di scena con il Teatro Duse di Genova. In seguito realizza un primo reportage in Sardegna e poi a Genova: dall’Ospedale Gaslini all’Ospedale Galliera, all’anagrafe, al centro storico e alle fogne cittadine.

Fotografa il porto di Genova con l’obiettivo di informare e denunciare lo sfruttamento del lavoro operaio; ne nasce una mostra itinerante in Italia che approderà in Unione Sovietica.

Nel 1965 entra in contatto con la comunità dei travestiti di Genova e per diversi anni li fotografa nella loro vita quotidiana. L’undici febbraio del 1966 realizza la piccola serie di foto dedicata all’incontro col poeta Ezra Pound a Sant’Ambrogio di Rapallo, grazie al quale vince il prestigioso premio Nièpce per l’Italia.

Viaggia in Inghilterra e in Olanda dove documenta il movimento di protesta dei Provos ad Amsterdam. Inizia a fotografare i monumenti del cimitero di Staglieno. Nel 1969 parte poi alla volta dell’America Latina, viaggia in Venezuela, Colombia e Messico.

Negli anni Settanta viaggia in Oriente, Afghanistan, India, Pakistan e Nepal. Nel 1971 compra un trullo a Cisternino. Nel 1972 viene pubblicato il libro “I Travestiti”, a cura di Sergio Donnabella con testi di Lisetta Carmi e Elvio Facchinelli. Nel 1975 fotografa la difficile situazione a Belfast in Irlanda.

Il 12 marzo 1976 incontra a Jaipur il guru Babaji Herakhan Baba, il Mahavatar dell’Himalaya, che trasformerà e illuminerà la sua vita. Su sua indicazione, fonda nel 1979 un ashram a Cisternino. Nel 1984 Babaji abbandona la sua forma terrena. Lisetta Carmi lascia la pratica fotografica per dedicarsi anima e corpo ai lavori di costruzione del tempio di Cisternino, che sarà ultimato nel 1986. Nel 1997 lo Stato italiano riconosce al Centro Bhole Baba lo statuto di Ente Morale.

A partire dal 2005, dopo lunghi anni di oblio, le fotografie di Lisetta Carmi diventano oggetto di grande attenzione e sono esposte in numerose mostre. Nel 2010 il film di Daniele Segre Lisetta Carmi, un’anima in cammino è presentato alla 67esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Nel 2016 le vengono assegnati il Premio Mediterraneum e il Premio Marco Bastianelli.


Lisetta Carmi. Gli altri
a cura di Roberto Lacarbonara, Giovanni Battista Martini e Alessandro Zechini
Dal 6 maggio al 5 settembre 2021

Castello Carlo V, Lecce
Patrocinio del Comune di Lecce
Organizzazione: Kunstschau (Lecce), RTI Theutra Oasimed (Lecce) e Arte Contemporanea Picena (Ascoli Piceno)
In collaborazione con l’Archivio Lisetta Carmi (Genova)

L’accesso alla mostra è contingentato in osservanza delle misure adottate dal governo italiano in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19:

- Accesso consentito ad un massimo di 20 persone
- Mascherina obbligatoria
- Guanti monouso facoltativi

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