giovedì 22 dicembre 2016

Nasce BIBART : considerazione e pronostici


 
Nasce BIBART: considerazioni e pronostici

Dal 15 Dicembre 2016 parte BIBART, la promettente biennale internazionale della città di Bari che ospita oltre 150 artisti provenienti da 9 paesi del mondo. Una lettura critica e dei pronostici, per un appuntamento in scena sino al 15 Gennaio 2017.

 

Giosuè Prezioso

Con un righello , un compasso o una più rudimentale spanna è facile capire le proporzioni: Bari, a vista d'occhio, è praticamente il punto di fuga delle principali regioni dell'arte contemporanea dell'Europa orientale: i Balcani, Venezia, Istanbul. E di queste, nei secoli, la città vi è diventata nemica, ospite, rifugio e musa, stringendo una confidenza civica e culturale che rinasce dopo secoli attraverso l’arte, una biennale: BIBART, un neonato della scena artistica barese che, seppur dirimpettaia d’oriente, non dimentica l’internazionalità che gli sta attorno, e che, infatti, esalta invece… Seppure alla prima edizione, BIBART fa i conti a tre cifre, esponendo 328 opere di 112 artisti, che in totale, compresi gli eventi collaterali, raggiungono i 156, provenienti da 9 paesi del mondo, che trovano espressione in 10 spazi dedicati. Un’equazione a più fattori vincente, pare, dal momento che, fra i partner, si raccolgono i consensi dei Consolati dell’Armenia, del Brasile e della Croazia: A,B,C, un alfabeto che è pronosticabile non finisca qui e che, forse come raramente successo in passato, ha fatto giungere in città lavori di artisti del calibro di Carrà, Ligabue, Cezanne e altri.

Esposizioni un po’ claustrofobiche per spazio e densità si, ma d’altronde l’affiatamento degli artisti in mostra è tale per affinità che, in toto, questa curatela “wunderkammer” a me, personalmente, non dispiace. E poi si gioca di diversità: sezioni di pittura, scultura, grafica, video art, lavori fuori concorso, cinema, teatro, design e letteratura, un abbraccio alla cultura tutta che ogni giorno apre cantiere in diverse strutture della città, in particolare chiese, 6 su 10, d’eco ad una pratica ormai parecchio diffusa nel mondo dell’arte che, a Bari, nella sua specificità, ha anche il vantaggio di attrarre avversi alla città antica, “Bari Vecchia”, andata icona di criminalità e sinistro, oggi rinata in una dimensione di pasoliniana bellezza ed autenticità. Oltre ad incubarsi nel testardo terreno dell’arte, ancora più inflessibile nel sud, BIBART diventa il primo evento ufficiale “formato biennale” dell’intera regione e dei suoi limitrofi, dimostrandosi altamente promettente per i numeri, le partnership, gli organizzatori e la forza di volontà, la voglia di provarci e perseverare, spesso limite primo ed insormontabile che anestetizza l’intero settore e i suoi attori. Ma la scena è bellissima: un lungomare iconico, due teatri storici da questo ondeggiati, una popolazione in arsa di eventi, opportunità e confronto, nonché un aeroporto vicino ed un altro non molto lontano, una serie di artisti locali “in cerca d’autore” e mille altre risorse,  tra cui la rara bellezza della regione e della sua gente.

Certo che, perché sia internazionale, BIBART ha bisogno di attrezzarsi, per esempio, fra le cose, di un sito in doppia, o magari, bellissimo, terza e quarta lingua; sulla stessa linea, considerata la vicinanza, si potrebbe pensare a partnership “d’oltre Manica”, magari sulle vecchie rotte dei commerci, come nell’introduzione; e le scuole? Le accademie? I bambini? BIBART ha portato in casa pezzi “da studio”, che gli studenti – e ne ho visti – fotografano e condividono  sui social sentendosi un attimino più internazionali, “fighi” oserei, perché BIBART, negli anni, potrebbe riscattare il volto della città, della regione, del meridione e nel suo piccolo dell’enorme ma piccolissimo mondo dell’arte che, sino al 15 gennaio 2017, almeno per me, avrà come capitale Bari, l’urbi et orbi di questo fine anno.

 Giosuè Prezioso