lunedì 12 ottobre 2020

I marmi Torlonia. Collezionare capolavori


Apre al pubblico il 14 ottobre 2020 la mostra "I marmi Torlonia. Collezionare capolavori". Fino a giugno 2021 "I marmi Torlonia. Collezionare capolavori" sarà visitabile a Roma nella nuova sede espositiva dei Musei Capitolini, a Villa Caffarelli.

Oltre 90 le opere selezionate tra i 620 marmi catalogati e appartenenti alla collezione Torlonia, la più prestigiosa collezione privata di sculture antiche: significativa per la storia dell’arte, degli scavi, del restauro, del gusto, della museografia, degli studi archeologici. 
La mostra è il risultato di un’intesa del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo con la Fondazione Torlonia; nello specifico, per il Ministero, della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio con la Soprintendenza Speciale di Roma. Il progetto scientifico di studio e valorizzazione della collezione è di Salvatore Settis, curatore della mostra con Carlo Gasparri. Electa, editore del catalogo, cura anche l’organizzazione e la promozione dell'esposizione. Il progetto di allestimento è di David Chipperfield Architects Milano, nei rinnovati ambienti del nuovo spazio dei Musei Capitolini a Villa Caffarelli, tornati alla vita grazie all'impegno e al progetto della Sovrintendenza di Roma Capitale. La Fondazione Torlonia ha restaurato i marmi selezionati con il contributo di Bvlgari che è anche main sponsor della rassegna. 

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I marmi Torlonia. Collezionare capolavori
A cura di Salvatore Settis e Carlo Gasparri

Promossa da
Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo
Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
Soprintendenza speciale archeologia, belle arti e paesaggio di Roma
Roma Capitale
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali Fondazione Torlonia
organizzazione, comunicazione e catalogo Electa
servizi museali Zétema Progetto Cultura

mercoledì 7 ottobre 2020

ASK ME ANYTHING | Giuseppe Costa | Andreas Ragnar Kassapis | Alain Urrutia

Alain Urrutia, HOLDING THE LANDSCAPE (Pando), 2019, oil on linen on board, cm 17 x 23

I discorsi sulla pittura riproducono i limiti stessi che li determinano, un di-dentro e un di-fuori dell’opera. Ed il primo è la stessa delimitazione della questione. Le opere presentate presso la galleria MAAB di Milano, pongono la questione delle possibili relazioni tra la pittura contemporanea e il mondo, ma anche tra la pittura e i vari linguaggi artistici della contemporaneità. Così come Vito Acconci nella realizzazione di alcuni video e performance era ispirato dai film noir degli anni cinquanta e sessanta, così la pittura indaga oggi, come ieri, altri ambiti disciplinari per costruire strategie, situazioni o semplicemente immagini che appartengono alla duplice pulsione dell’artista, come dice Baudrillard, di annientamento, di cancellazione di tutte le tracce dal mondo e di resistenza a tale forza annichilente. Il titolo scelto dal curatore Massimiliano Scuderi esprime esattamente queste molteplici possibilità, un’aspirazione ad includere l’altro secondo una mutevole strategia.

Andreas Ragnar Kassapis (Atene 1981) propone una serie di lavori intitolati Impostors (2019) in cui mette in luce il suo interesse per i cataloghi e le vetrine di prodotti, e in generale per il design. Egli stesso dà una definizione di questi lavori come la realizzazione di una repressione freudiana all'interno di una struttura come la città o la libreria. Trovo qui il mio fascino per il disegno di design che vedo come minimizzazione della pittura gestuale, allo stesso modo del macina cioccolato di Marcel Duchamp. Tuttavia il mio interesse per la parte nascosta delle connotazioni sessuali all'interno del disegno di design e le sue simbolizzazioni politiche così come il suo valore mnemonico. Vedo l'oggetto come un corpo, l'oggetto come una mano. 

Dei dipinti di Alain Urrutia (Bilbao 1981) colpisce soprattutto la loro "impenetrabilità emotiva", possiedono e producono una sorta di silenzio, una dimostrabile mancanza di leggibilità, anche una difficoltà che supera il loro argomento di per sé. Ispirato dalle immagini fotografiche, rallenta il processo di percezione per consentire percorsi verso nuove interpretazioni di immagini preesistenti, sollecitando lo spettatore a mettere in discussione le proprie ipotesi su ciò che osserva.

Il silenzio del giovane siciliano Giuseppe Costa (Palermo 1980) costruisce il contesto dei suoi paesaggi iconici, che ricordano le incisioni di lacche cinesi. Questo effetto, realizzato a grafite con una raffinatissima e delicata tecnica chiaroscurale, esprime una pittura - se così si può definire - che impone rigore, tempo e dedizione amanuense. C’è ancora l’incanto di fronte alla natura ed ai suoi fenomeni, includendo gli eventi dell’uomo, sospeso in un tempo infinito come quello delle vittime nel Mediterraneo. 



Alain Urrutia, Untitled, 2010, struttura in metallo e olio su tela


Giuseppe Costa | Andreas Ragnar Kassapis | Alain Urrutia
ASK ME ANYTHING
a cura di Massimiliano Scuderi
fino al 4 dicembre 2020
Dal lunedì al venerdì | ore 10.30 - 18

MAAB Gallery, Via Nerino 3, 20123 Milano




Markus Schinwald - Misfits

La Fondazione Coppola riprende le proprie attività espositive con la personale dell’artista austriaco Markus Schinwald (Salisburgo, 1973), a cura di Davide Ferri. La mostra aprirà al pubblico dall’11 ottobre 2020 al 27 febbraio 2021.

Il titolo, Misfits, rinvia alle opere selezionate per la mostra e, idealmente, offre una chiave di lettura rappresentativa dell’intera produzione di Schinwald. Traducibile in italiano con il termine “disadattati”, Misfits fa riferimento ad alcune delle caratteristiche salienti dei lavori realizzati dall’artista austriaco negli ultimi vent’anni, opere in cui il corpo e la figura risultano corrotti da dettagli inquietanti e bloccati in pose stranianti, in un processo di manipolazione che può toccare anche oggetti d’uso come mobili e suppellettili.

Articolata nei cinque livelli del Torrione, la mostra include interventi di natura installativa e scultorea, così come dipinti e video: un corpus eterogeneo che testimonia l’eclettismo di Schinwald, ma che al tempo stesso lascia emergere in maniera limpida le costanti della sua poetica. Il percorso espositivo si apre con la serie delle Marionettes, un gruppo di dodici bambini raffigurati in pose e atteggiamenti che esprimono un senso di impazienza e lieve ribellione. Sostenuti e manovrati da fili sottili, battono i piedi e scuotono le braccia con movimenti ripetitivi, creando un ritmo visivo oltre che udibile. Come componenti di una piccola banda di gangster rivelano un aspetto fragile e grottesco, due qualità che connotano molti lavori in mostra.

Il primo e il secondo livello dell’edificio sono invece dedicati alla pittura di Schinwald, che, nel corso dell’ultimo decennio, è diventata paradigmatica di un approccio teso al confronto, insieme omaggiante e irriverente, con la tradizione pittorica, fondato sulla manomissione di ritratti ottocenteschi di personaggi aristocratici attraverso degli inserimenti stranianti – interferenze come protesi, maschere, cancellature, escrescenze – che alterano la sontuosa compostezza delle pose. I volti dipinti da Schinwald si trasformano così in immagini perturbanti, enigmatiche e tutt’altro che rassicuranti, entrando in collisione sia con gli ambienti in cui sono collocati – per lo più interni borghesi – sia con la tradizione più ampia del ritratto come genere pittorico. I personaggi emanano una strana tensione, generata dal contrasto tra la rispettabilità del loro rango e il senso di costrizione, ai limiti della depravazione, suggerito dagli elementi che ne schermano o ne alterano i volti.
La teatralità delle Marionettese la dimensione sottilmente inquietante dei dipinti si ritrovano anche nei video che occupano il terzo e il quarto piano del Torrione. Orient Ae Orient B, questi i titoli delle opere, sono pervasi/sostenuti da atmosfere misteriose e ambigue, e mostrano gruppi di performer – quasi figure corrispondenti a quelle dei dipinti – compiere azioni prive di senso apparente. Le figure sono alle prese con limiti fisici e movimenti che ne fiaccano i corpi, compiuti sullo sfondo di scenari abbandonati che alimentano il senso di decadenza e grottesca tragicità.

Il repertorio di Schinwald include anche sculture composte a partire dall’assemblaggio di gambe di tavoli in stile Chippendale, allestite nel punto più alto dell’edificio: l’osservatorio da cui si può scorgere una delle viste più affascinanti di Vicenza. È qua che si conclude il percorso ascensionale della mostra e nell’opera dell’artista austriaco, un crescendo che conduce a questa serie di sculture in cui ciò che è familiare assume contorni sinistri: le gambe dei tavoli sono trasfigurate in organismi alienanti, geneticamente modificati, che alludono a pose improbabili e gesti delicatamente erotici. Che si tratti di figure umane o di oggetti, l’immaginario dell’artista tende sempre alla creazione di forme inquietanti e disarticolate.

La mostra offre dunque l’opportunità di uno sguardo ampio sulla poetica di uno degli artisti europei più importanti a livello internazionale che, dopo la consacrazione alla Biennale di Venezia del 2011, occasione nella quale Schinwald rappresentò il proprio paese, propone una nuova mostra personale in Italia, misurandosi con un’architettura carica di suggestioni, in grado di espandere e rilanciare energeticamente l’immaginario dell’artista.

La Fondazione Coppola consiglia prenotare in anticipo la visita in quanto la particolare conformazione architettonica del Torrione pone limiti di accesso. Per informazioni sulle modalità di accesso e prenotazioni: info@fondazionecoppola.org – tel. 0444 043272.


INFO
Markus Schinwald
Misfits
A cura di Davide Ferri

Con il patrocinio di
Comune di Vicenza


Date mostra
11 ottobre 2020 –27 febbraio 2021

Fondazione Coppola
Corso Palladio 1, 36100 Vicenza

Ingresso € 5,00
Ridotto per gli over 65 € 4,00
Gratuito per gli under 18 e per i giornalisti accreditati in possesso di tessera stampa in corso di validità.

Per gli orari e le regole di accesso consultare il sito www.fondazionecoppola.org


Informazioni e prenotazioni
info@fondazionecoppola.org | T. 0444 043272

Ufficio stampa
Fondazione Coppola

Sara Zolla
press@sarazolla.com| T. 346 8457982

pubblica: 

  

lunedì 5 ottobre 2020

Ornaghi&Prestinari - TRE VANI


Spazio Cordis si apre al mondo delle aziende inaugurando un percorso che si pone come obiettivo la proficua e stimolante collaborazione tra il mondo dell’arte contemporanea e quello dell’impresa nell’ottica di un reciproco scambio di competenze e valori. Per l’occasione abbiamo invitato Ornaghi&Prestinari a sviluppare insieme a noi un progetto in collaborazione con Formigari, azienda che opera nell’ambito della produzione e lavorazione del marmo e che dal 1972 si è specializzata nella pietra naturale tagliata a misura per progetti in tutto il mondo. 

Nasce così Tre Vani, “tre” come le sale di Spazio Cordis che ospiteranno la mostra, “vani” come ambivalente concetto di spazio e di vuoto. Dallo spazio abitabile architettonicamente inteso alla roccia, Tre Vani non solo esplora l’idea di luogo da abitare (archetipicamente in diretta relazione con la grotta da cui oggi abbiamo preso le distanze pur andando a ricercare per i nostri interni quel contatto primordiale con la pietra attraverso materiali naturali come il marmo), ma indaga altresì il concetto di vuoto, di assenza della materia, di sottrazione e di mancanza, di spazio potenziale, reale o immaginato.

Il progetto si sviluppa a partire da un sopralluogo in azienda e da una riflessione su alcune peculiarità e problematiche emerse nell’ambito delle dinamiche produttive. In particolare, gli artisti si sono interrogati sui temi della progettualità, del “difetto” - o presunto tale - e dello scarto di produzione con particolare attenzione per il gap che si genera fra questi, in un passaggio spesso conflittuale tra l’immagine ideale che il committente si prefigura (perfettamente controllabile nel progetto che l’architetto o il designer realizza) e la verità di un materiale naturale come il marmo, che non soggiace alle regole della perfezione formale. Con Tre Vani gli artisti si propongono di indagare l’ambivalenza e il dialogo potenziale tra questi diversi approcci con particolare attenzione per lo scarto che conseguentemente si genera in modo da trasformarlo e metterlo a valore.

Nel lavoro di Ornaghi&Prestinari, anche alla luce dei rispettivi percorsi di formazione, il processo progettuale e la metodologia di produzione (industriale e artigianale) rivestono un ruolo particolarmente significativo. Tre Vani intende dare voce a ogni stadio: dal sopralluogo in azienda alle diverse fasi di progettazione, dalla realizzazione dei lavori alla loro esposizione finale, lavorando in stretto dialogo con l’azienda e i professionisti che la abitano in uno scambio di competenze, visioni, materiali per riuscire così a trasmettere a un pubblico allargato i valori aziendali, le competenze messe in campo, l’elevato valore (non solo contingente) del marmo come materiale vivo. Contemporaneamente, si intende dare valore alle potenzialità insite nel concreto intrecciarsi dell’approccio creativo - messo a disposizione dagli artisti - con quello tecnico - messo a disposizione dall’azienda - per restituire l’immagine di un’impresa in continua crescita e sviluppo, capace di lavorare in senso interdisciplinare e di affrontare nuove sfide, con ricadute virtuose rispetto al posizionamento dell’azienda sia a livello territoriale che internazionale.

Il progetto, a cura di Jessica Bianchera, verrà presentato sabato 17 ottobre con un doppio evento: alle 11.00 l’appuntamento è da Formigari, dove due lavori di Ornaghi&Prestinari prodotti in azienda dialogheranno con gli spazi industriali e i sistemi produttivi; alle 18.00 si potrà invece visitare la mostra a Spazio Cordis insieme agli artisti e alla curatrice.

Spazio Cordis e Formigari
Ornaghi&Prestinari
TRE VANI
a cura di Jessica Bianchera

17 ottobre 2020 - 28 novembre 2020
preview in azienda 17 ottobre ore 11.00 
via Archimede 8, 37010 Molle VR
opening a Spazio Cordis 17 ottobre ore 18.00
via Andrea Doria 21A, 37138 Verona VR

Spazio Cordis
Via Andrea Doria 21/A
37138 Verona
+39 340 2612167 +39 335 572 3503

Virginia Carbonelli - La scia della Balena


Giovedì 8 ottobre 2020, presso Kapocci Studio, l’artista Raha Tavallali ospiterà nella sua sede la personale di Virginia Carbonelli, specializzata nell’incisione e nell’arte grafica.
In mostra saranno esposti recenti carte pittoriche e plexiglass incisi, in cui l’artista si confronta con il colore, prediligendo il blu e il giallo. Le superfici delle opere, in cui si dipanano linee sinuose, traiettorie di segni e scie di puntini, vengono arricchite dalle tonalità della profondità del mare e da quelle della luce solare. Nei lavori su plexiglass l’artista volge lo sguardo al cielo, come in "Mira la meravigliosa", il grande plexiglass blu ispirato alla costellazione della Balena.

Virginia Carbonelli nasce nel 1980 a Roma, dove vive e lavora nel suo studio in via di San Martino ai Monti. Nel 1999 si diploma al Liceo Artistico, avvicinandosi per la prima volta alle tecniche grafiche con Giulia Napoleone. Nel 1998 segue un corso di incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2000 frequenta un corso di disegno e pittura alla Scuola di Arti Ornamentali S. Giacomo di Roma con Giovanni Arcangeli. Dal 2001 al 2003 segue vari corsi di calcografia presso studi e laboratori privati romani (laboratorio di Luce Delhove e Mario Teleri Biason), specializzandosi nell’arte della stampa e nell’incisione artistica. Nel 2004 ad Urbino frequenta un Corso di specializzazione in Tecniche Calcografiche presso il Centro Internazionale per la Grafica Artistica – Kaus. Nel 2005 si laurea in Lettere indirizzo Storia dell’Arte discutendo la tesi in Storia sociale dell’Arte. Nel 2007 si avvicina alla fotografia e nel 2008 al restauro e alla rilegatura di libri con Milena Alessi. Nel 2008 apre a Roma la_lineaartecontemporanea, un’Associazione culturale dedicata alla stampa e all’incisione artistica in cui tiene corsi di incisione ed organizza workshop sulla stampa sperimentale e tradizionale. Nel 2011 si diploma all’Istituto di Stato per la Cinematografia e Tv “Roberto Rossellini”. Nel 2012 segue un seminario teorico e pratico sul segno inciso, tenuto da Guido Strazza all’Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Dal 2016 per tre anni collabora con HD Edizioni, piccola private press, che produce Libri d’artista a Roma nello studio di Marina Bindella. Nel 2018 segue workshop su invito alla Temple University of Art a Roma sulle tecniche di stampa su fotopolimero e fotoincisione ed elettroincisione. Dal 2018 al 2020 insegna alla Asl di Roma 2 a Cinecittà, nel Centro Diurno reparto igiene mentale, tecniche di incisione e stampa.

Informazioni
La scia della Balena
Personale di Virginia Carbonelli
a cura di Rosalba Cilione
8 ottobre – 15 ottobre 2020
Inaugurazione 8 ottobre 2020, ore 17.30

Kapocci Studio via dei Capocci 71 – Roma (rione Monti)

La mostra sarà visitabile fino al 15 ottobre 2020, dalle 18.00 alle 20.00 
Sabato e domenica chiuso

Per informazioni, recensioni e interviste: P&G Ufficio Stampa e Comunicazione pg.ufficiostampa@gmail.com

PART - Palazzi dell'Arte Rimini

Aperto il 24 settembre 2020 a Rimini PART - Palazzi dell'Arte Rimini, nuovo sito museale che unisce in un progetto unitario la riqualificazione a fini culturali di due edifici storici nel cuore della città e la collocazione permanente dell'eclettica raccolta di opere d’arte contemporanea donate alla Fondazione San Patrignano da artisti, collezionisti e galleristi.

Il nuovo sito museale si colloca all’interno del complesso monumentale medievale costituito dal duecentesco Palazzo dell’Arengo e dal trecentesco Palazzo del Podestà, i due imponenti edifici contigui di grande rilevanza storica e architettonica che insieme a Palazzo Garampi, al Teatro Galli e alla Pescheria si affacciano sulla Piazza Cavour, cuore della città.

All’interno di questo suggestivo contesto, interessato da un primo intervento di riqualificazione, troverà casa la Collezione della Fondazione San Patrignano, raccolta di opere donate di affermati artisti contemporanei del panorama italiano e internazionale in costante espansione, avviata nel 2017.
Il restauro e il riadeguamento funzionale degli edifici sono stati realizzati dallo Studio AR.CH.IT guidato da Luca Cipelletti, che ha anche firmato la messa in scena e l’allestimento della Collezione di San Patrignano. Il progetto museografico segue e ricalca la natura eclettica della collezione come punto di forza e propone grazie a modalità allestitive innovative una fruizione del contenuto estremamente libera, non scandita da un percorso di relazioni storico-critiche tra le opere. All’interno di PART le opere sono protagoniste: della relazione con gli spazi medievali del Palazzo dell’Arengo e del Podestà, e della relazione con il visitatore. Per la parte di illuminotecnica, volta a valorizzare la collezione, unitamente alle architetture dello spazio, ci si è rivolti all’architetto e lighting designer Alberto Pasetti Bombardella.

Quest’opera di riqualificazione artistico-culturale della città è stata resa possibile attraverso un intenso lavoro sinergico tra pubblico e privato sociale: l'intesa tra Comune di Rimini e Fondazione San Patrignano, grazie anche al prezioso contributo della Regione Emilia Romagna, ha permesso di dotare la città di un innovativo museo pensato per essere a un tempo occasione di avvicinamento all'arte contemporanea per il pubblico generale e strumento per valorizzare al massimo le donazioni ricevuti dalla comunità.

La raccolta d'arte contemporanea ospitata dal PART è il risultato, in continua crescita ed evoluzione, della prima grande iniziativa italiana di endowment su modello anglosassone: le opere della raccolta sono state donate alla Fondazione San Patrignano con atti che impegnano la Fondazione a non alienarle per un periodo minimo di cinque anni, contribuendo alla loro messa in valore rendendole visibili al pubblico; successivamente potranno essere cedute solo in caso di esigenze straordinarie della comunità per soddisfare prioritarie necessità degli ospiti in percorso di recupero dalla tossicodipendenza.

La raccolta è già oggi una ricca collezione contemporanea che riunisce artisti di grande valore come:
Mario Airò, Vanessa Beecroft, Bertozzi & Casoni, Domenico Bianchi, Alessandro Busci, Pier Paolo Calzolari, Maurizio Cannavacciuolo, Loris Cecchini, Jake e Dinos Chapman, Sandro Chia, Roberto Coda Zabetta, George Condo, Enzo Cucchi, Anne de Carbuccia, Thomas De Falco, Nicola de Maria, Gianluca Di Pasquale, Zehra Doğan, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Sam Falls, Flavio Favelli, Giuseppe Gallo, Alberto Garutti, Giorgio Griffa, Shilpa Gupta, Mona Hatoum, Damien Hirst, Carsten Höller, Emilio Isgrò, Giovanni Iudice, William Kentridge, Loredana Longo, Claudia Losi, Iva Lulashi, Ibrahim Mahama, Agnes Martin, Paul McCarthy, Igor Mitoraj, Davide Monaldi, Gian Marco Montesano, Mimmo Paladino, Yan Pei-Ming, Tullio Pericoli, Achille Perilli, Diego Perrone, Luca Pignatelli, Pino Pinelli, Michelangelo Pistoletto, Gianni Politi, Matteo Pugliese, Jean Paul Riopelle, Pietro Ruffo, Mario Schifano, Julian Schnabel, Elisa Sighicelli, Andreas Slominski, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli, Velasco Vitali, Silvio Wolf, Xiaongang Zhang.

Il PART ospita un’opera site-specific dell’artista David Tremlett, realizzata con l’aiuto dei ragazzi della comunità San Patrignano.

Piazza Cavour 26, 47921 Rimini

Contatti per la stampa
PCM Studio di Paola C. Manfredi
Via Carlo Farini, 70 - 20159 Milano
press@paolamanfredi.com | Tel. +39 02 36769480
Paola C. Manfredi | Mob. 335 54 55 539 | paola.manfredi@paolamanfredi.com

Ufficio stampa San Patrignano
Tel. +39 0541362111
Lucia Rughi: lrughi@sanpatrignano.org | T. 329 8424657
Matteo Diotalevi: mdiotalevi@sanpatrignano.org | T. 333 4858343

Ufficiostampa Comune di Rimini
Errica Dall’Ara turismoufficiostampa@comune.rimini.it | T. 335 1001128
Fabrizio Bronzetti: fabrizio.bronzetti@comune.rimini.it| T. 366 6859798
Tamara Antonioli: tamara.antonioli@comune.rimini.it | T. 329 3626201

Dafne y Selene - Volevo dirti che


Volevo dirti che, è la mostra curata da Maria Savarese, inaugurata il 2 ottobre, presso il Palazzo delle Arti Napoli(Via dei Mille, 60 Napoli), promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e aperta al pubblico fino al 19 ottobre 2020. 

Dafne y Selene (Roberta e Alessandra Ruggiero) sono due sorelle gemelle nate a Napoli nel 1993, dove vivono e lavorano. 

“Volevo dirti che”, prima personale delle artiste al Palazzo delle arti di Napoli, nasce da un’intima necessità legata all’essere in quanto tale, come espressione di un’esistenza che in ogni caso, irrimediabilmente, smetterà di essere. Ecco quindi che presenza ed assenza perdono quella separazione netta, ogni cosa sembra essere al tempo stesso dolcemente fragile e nostalgicamente triste.
Le fotografie in mostra raccontano piccole storie che, se da una parte descrivono l’esistenza, dall’altra la guardano da lontano con delicatezza ed al tempo stesso con orrore, tutto e niente, vita e morte, nostalgia e consistenza; contraddizioni lucide si alternano nei lavori per creare uno stato di sospensione in cui non si è da nessuna parte, eppure si è.
Un delirio della mente, uno stato di inerzia, un’attesa di niente, una continua ossessione che si ripete, un errore consapevole, una realtà fittizia, uno stato di sonnolenza un’inconsapevole mancanza, una storia d’amore senza amare, un indefinito bisogno di qualsiasi cosa, un indefinito bisogno di niente.
Volevo dirti che è un lavoro decisamente intimo carico di metafore visive per rappresentare idee, concetti, pensieri.
Il discorso che le artiste vogliono portare avanti riguarda la vita e le sue declinazioni, al fine di cogliere l’intima profondità dell’esistenza attraverso annotazioni visive e mentali, quella sfera interiore che appartiene al singolo ed a tutti. Mediante una sintesi visiva viene articolato un percorso con fragili dettagli, pelle come parte di un corpo che costituisce geometrie disorientanti, organi interni in decomposizione, nature morte fluttuanti in un mare lattiginoso; ne emerge un microcosmo ricco di sensazioni, sinestesie dell’effimero, un senso di disfacimento e perdita.

Dafne y Selene (Roberta e Alessandra Ruggiero) sono due sorelle gemelle nate a Napoli nel 1993, dove vivono e lavorano. Hanno frequentato il liceo scientifico e contemporaneamente hanno sostenuto studi di disegno ed illustrazione presso la scuola Italiana di Comix.
Hanno frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove si sono laureate al triennio in pittura ed alla magistrale in Fotografia come Linguaggio Artistico. Durante questi anni hanno portato avanti il progetto “Volevo dirti che” accorpando lavori fotografici con lavori pittorici, video ed istallazioni. Hanno esposto il loro progetto “Sospensione” presso il Castel dell’Ovo di Napoli nel 2017, successivamente il progetto “Senza” presso Napul’Art nello stesso anno. Sono state selezionate tra i finalisti del LXIII Premio Cascella e di Ariano film festival – Photo Contest 2019, hanno vinto l’XI edizione del Premio Nocivelli; facendo parte così della mostra collettiva “Stanze del Contemporaneo” a cura di Daniele Astrologo Adabal, presso Palazzo Martinegno, Brescia nel 2019. Hanno esposto nella mostra collettiva “Open Heart” curata da Antonio Biasiucci presso Villa Pignatelli, Napoli nel 2020.

“Volevo dirti che” di Dafne y Selene
A cura di Maria Savarese
Dal 2 al 19 ottobre 2020

Palazzo delle Arti di Napoli (Via dei Mille, 60 Napoli) 
Promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli

pubblica: